Custodisci te stesso come un ingranaggio, prezioso, del mondo che dovrebbe
essere ..

Marco Travaglio

La piazza e il voto - da Giudizio Universale, gennaio 2006 .
Dicesi opposizione qualcosa che si oppone.
Si puo' dunque chiamare opposizione il centrosinistra che da quattro anni e
mezzo siede nel Parlamento italiano insieme alla maggioranza di Silvio
Berlusconi?
La risposta, per comodita', l'anticipiamo subito: no.
Lasciamo da parte le parole, le denunce e i proclami, che non mancano mai. 
Guardiamo machiavellicamente ai fatti.
Quante volte, dal 2001 a oggi, l'opposizione e' riuscita a mettere davvero
in difficolta' il governo sulle scelte importanti? Mai. Quante volte ci ha
davvero provato? Raramente. E quando ci ha davvero provato? In una sola
occasione, molto recente: la legge elettorale proporzionale, con cui il
Cavaliere ha modificato le regole del gioco della partita in zona Cesarini. 
"Bloccheremo il Parlamento" hanno annunciato, quasi stupiti di se stessi, i
leader dell'Unione.
Dopo quattro anni di leggi vergogna, ad personam, incostituzionali, quando
si decide di "bloccare il Parlamento" con un vero e strenuo ostruzionismo e
si organizza addirittura una manifestazione di piazza? Quando ci sono di
mezzo i voti.
Quando invece c'erano di mezzo i valori, come la liberta' d'informazione, la
giustizia, la pace, i diritti dei lavoratori, l'ambiente, nulla di tutto
questo: "moderare i toni", "non demonizzare", "attenti alla piazza".
Poco da stupirsi, allora, se in piazza contro la proporzionale arrivano 60
mila persone, certamente meno delle 100 mila (comunque poche) decantate
dagli organizzatori.
Il 21 marzo 2002, al Circo Massimo con la Cgil di Sergio Cofferati contro la
riforma dell'articolo 18, erano in tre milioni.
Il 14 settembre 2002, in piazza San Giovanni con i girotondi contro la legge
Cirami, piu' di un milione.
Ma allora i partiti della cosiddetta opposizione subivano, non gradivano,
spaccavano il capello in quattro sul "boomerang della piazza".
Poi ci sono scesi anche loro, ma solo quando gli rubavano i voti. E, almeno
a sentirli parlare, sono pronti a rifarlo se gli ruberanno qualche poltrona
in tv: a ogni minaccia berlusconiana di abolire la par condicio, annunciano
"guerra totale". Cosa importante, la par condicio in campagna elettorale. Ma
forse un po' meno della liberta' d'informazione. Che non si calcola dal
numero di poltrone riservate in tv ai politici di sinistra. Ma dal numero di
notizie vere e di giornalisti liberi.
Tornando alle leggi, l'obiezione e' nota: con 100 voti in piu' alla Camera,
la maggioranza puo' fare il bello e il cattivo tempo. Non e' vero neanche
questo. Perche' la Casa delle Liberta' s'e' rivelata un casino. Divisa,
dispettosa e assenteista, fuorche' per le leggi che stanno a cuore al
premier e ai suoi cari. Ma l'iter delle leggi, anche di quelle su misura, e'

lungo. C'e' ad esempio un passaggio iniziale sempre decisivo: la
pregiudiziale di costituzionalita'. Se non passa quello, la legge e' morta
per sempre. E in quella sede i tassi di assenteismo sono altissimi.
Basta che l'opposizione si presenti in forze a votare, ed e' fatta. Ma non
accade quasi mai. Come ha dimostrato Fabio Luppino su Micromega, se tutte le
leggi peggiori hanno superato lo scoglio della costituzionalita' e' perche' 
mezza opposizione non c'era.
Alla Camera il centrosinistra parte da 263 deputati (ultimamente saliti di
una trentina per le numerose transumanze). Bene, anzi male. Nel 2001, sul
ddl Sirchia, la Cdl ha solo 247 si', ma l'"opposizione" solo 185 no.
Nel 2002, sulla controriforma del Csm, finisce 220 a 151 e sullo scudo
fiscale (rientro dei capitali sporchi) 233 a 149. Nel 2003, per la legge
Moratti, 232 a 170 e per la Frattini sul conflitto d'interessi 241 a 215.
Il 3 febbraio 2004, dopo una battaglia campale e una prima bocciatura del
Quirinale, si vota sulla costituzionalita' della Gasparri: 40 franchi
tiratori della Cdl impallinano la legge. Che pero' si salva grazie alle
provvidenziali assenze di 30 "oppositori": 5 segretari (Bertinotti, Boselli,
Diliberto, Mastella e Pecoraro Scanio), 7 ds, 6 margheriti e quasi tutti i
mastelliani.
Il governo la spunta per 2 voti: con altri tre deputati di sinistra, della
Gasparri non si sarebbe parlato mai piu'.
In paesi come gli Usa e l'Inghilterra, dove le opposizioni usano ferocemente
l'ostruzionismo (filibustering) per inchiodare i governi, i capigruppo che
non riescono nemmeno a portare in aula le loro truppe vengono cacciati al
primo bagno.
In Italia, per dire, il capogruppo Ds Luciano Violante nel settembre 2001
chiese addirittura la "procedura d'urgenza" per la controriforma del falso
in bilancio. La maggioranza che non credeva ai suoi occhi ma non chiedeva di
meglio, si associo'. E nel giro di pochi giorni cancello' quattro processi
al premier con una legge che l'Economist defini' "una vergogna persino per
una repubblica delle banane". Il direttore della prestigiosa rivista
inglese, Bill Emmott, sostiene che "Berlusconi e' un prodotto
dell'opposizione". 
E viceversa.
..
La brama e l'aspirazione erano nemiche
..
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