> Il giorno 16/feb/2016, alle ore 23:33, le_gau...@cryptolab.net ha scritto:
> 
> -----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-----
> Hash: SHA1
> 
> On Tue, 16 Feb 2016, Gollum1 wrote:
> 
>> Non vorrei dire una cavolata, ma la formattazione a basso livello di faceva 
>> solo con i dischi scsi. Con i dischi ide e sata non è più possibile fare la 
>> vera formattazione a basso livello (non ha neppure molto senso).
> 
> qui alzo le mani essendo piuttosto ignorante in materia, mi sono limitato a 
> fare una ricerca e ho avuto l'impressione che fosse una pratica funzionale 
> anche per dischi [p/s]ATA.
> 
>> Quello che puoi fare è una scansione della superficie con marcatura (e 
>> conseguente esclusione) dei blocchi rovinati. Non so se ci sono altri tools, 
>> ma dovrebbe essere sufficiente anche un fsck con i parametri corretti.
> 
> si in effetti è proprio quello che mi interessava fare, anche se perderei 
> qualcosa della capacità finale almeno potrei (con la debita cautela) 
> continuare a sfruttare il disco. intanto controllo un po' il man di fsck per 
> maggiori lumi ma rimango aperto a qualsiasi altro suggerimento.

Per quel che ne so, la marcatura dei blocchi danneggiati la fa automaticamente 
il firmware del disco quando ne trova uno, quindi l’unica è farglieli 
leggere/scrivere tutti, fino a quando non li ha trovati tutti e non li ha 
marcati tutti come danneggiati. 
Attenzione però che di solito c'è un numero massimo di blocchi che possono 
essere marcati come danneggiati (smartctl dovrebbe darteli come 
“Reallocated_Sector_Ct"): se ne hai di più, lui non li rialloca. 

Quello che io farei è usare badblocks, che è pensato apposta per lo scopo: 
scrive e legge dei pattern da ciascun blocco del disco, per verificare che 
funzioni correttamente. 
Di solito io faccio 2 scansioni del disco: nella prima vengono rilevati i 
blocchi danneggiati, mentre nella seconda non li si vede più, perché sono stati 
riallocati dal firmware del disco. 
Non mi preoccuperei di perdite di capacità del disco, di solito non sono 
apprezzabili. 

Se non hai dati sul disco puoi usare badblocks in modalità “distruttiva” che è 
un po’ più veloce e dovrebbe essere più affidabile (ma ci mette comunque molto 
tempo). 

Vedi:
https://wiki.archlinux.org/index.php/badblocks
http://linuxaria.com/pills/hard-disks-bad-block-howto?lang=it

Ricordo di aver letto una decina di anni fa (quando avevo tempo per farlo) 
sulla mailing list del kernel che c’era anche un modo di dire al kernel quali 
blocchi del disco sono danneggiati e di ignorarli, ora non so se la cosa è 
ancora applicabile, e penso che con i dischi moderni, che sono molto più 
evoluti questo potrebbe non essere neanche possibile, vista l’evoluzione dei 
firmware moderni. 

Io intanto comincerei ad ordinare un nuovo disco… ;-)

saluti,
gerlos


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