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ICTY Competition Entering Submission Phase /
Al via le candidature al Concorso "G. Torre" sul "Tribunale dell'Aia"


1) "Giuseppe Torre" Prize Enters Papers' Submission Phase

2) Chiude i battenti il braccio “giudiziario” della distruzione della 
Jugoslavia (di G. Carneiro)

3) Хаг: Проклето Лијевно (Милан Јанић)


Pogledaj isto:
SRBIJA ONLINE: VUKASIC JOKANOVIC (12.02.2018 TV KCN / TVKopernikus)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=pfGEw9ZX_4Y 
<https://www.youtube.com/watch?v=pfGEw9ZX_4Y>


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Al via le candidature al Concorso "G. Torre" sul "Tribunale dell'Aia"

Da oggi 1 marzo e fino al 1 giugno 2018 possono essere fatti pervenire a 
Jugocoord Onlus gli elaborati partecipanti al concorso "Giuseppe Torre": saggi, 
tesi (di laurea o dottorato già discusse), articoli scientifici o volumi, 
purché inediti, dedicati all’analisi critica dell’operato del “Tribunale penale 
internazionale per la ex Jugoslavia” (ICTY) che ha recentemente chiuso i 
battenti.
In palio sono due premi, il primo dell’ammontare di euro 7.000 netti e il 
secondo dell’ammontare di euro 3.000 netti, che saranno assegnati a 
insindacabile giudizio della Giuria alle due opere ritenute migliori. Il bando 
con tutte le istruzioni per la partecipazione si può trovare alla pagina:

http://www.cnj.it/home/it/diritto-internazionale/8684-premi-giuseppe-torre-per-elaborati-critici-sul-tribunale-per-la-ex-jugoslavia.html

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ICTY Competition Entering Submission Phase

Starting today, March 1st, until June 1st, 2018, all essays eligible to run for 
the "Giuseppe Torre" Award can be sent to the Italian Coordination for 
Yugoslavia (Jugocoord). The submitted works should deal with origin, 
functioning, activities and effects of the "International Criminal Tribunal for 
crimes committed in the territory of former Yugoslavia" (ICTY), which ended 
recently.
Two prizes will be assigned, the first amounting 7.000 euro and the second 
3.000 euro (both tax netto), to those works which will be chosen as the best 
ones by the unquestionable decision of the Jury. The Call with further 
information can be found on our site:

http://www.cnj.it/home/index.php?option=com_content&view=article&id=8685:giuseppe-torre-prizes&catid=13&lang=en&Itemid=171


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ORIG.: TPIJ, braço «judicial» da destruição da Jugoslávia
(Gustavo Carneiro, Avante! N.º 2303, 18.Janeiro.2018)
http://www.avante.pt/pt/2303/temas/148394/ 
<http://www.avante.pt/pt/2303/temas/148394/>


http://www.marx21.it/index.php/internazionale/pace-e-guerra/28750-chiude-i-battenti-il-braccio-giudiziario-della-distruzione-della-jugoslavia
 
<http://www.marx21.it/index.php/internazionale/pace-e-guerra/28750-chiude-i-battenti-il-braccio-giudiziario-della-distruzione-della-jugoslavia>

Chiude i battenti il braccio “giudiziario” della distruzione della Jugoslavia

di Gustavo Carneiro
da avante.pt <http://www.avante.pt/pt/2303/temas/148394/>

 <http://www.avante.pt/pt/2303/temas/148394/>Traduzione di Marx21.it 
<http://marx21.it/>

Il Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia (TPIJ) ha chiuso i 
battenti negli ultimi giorni del 2017, ponendo fine a uno dei più vergognosi 
processi di manipolazione del diritto internazionale di cui si abbia memoria. 
Esattamente come fece il nazifascismo a Lipsia, il nuovo ordine mondiale ha 
avuto all'Aia il suo simulacro di giustizia.

Nel febbraio del 1933, pochi giorni dopo aver assunto la guida del governo 
tedesco, i nazifascisti incendiarono l'edificio del parlamento tedesco, il 
Reichstag, e incolparono i comunisti del crimine.
Nei giorni seguenti, militanti ed eletti del Partito Comunista Tedesco venivano 
arrestati e accusati di essere gli autori dell'incendio, insieme a tre 
comunisti bulgari, tra cui il dirigente dell'Internazionale Comunista Georghi 
Dimitrov. La messa in scena svoltasi a Lipsia, trasmessa via radio, aveva tutte 
le caratteristiche per trasformarsi in un autodafé anticomunista e nella 
definitiva consacrazione del potere nazista, se non fosse stato per la vibrante 
e coraggiosa difesa di Dimitrov che ha reso evidente agli occhi del mondo che 
erano stati i fascisti e non i comunisti ad appiccare il fuoco.

Sessant'anni dopo, il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia si è 
posto obiettivi simili, pretendendo di dare una giustificazione giuridica al 
criminale processo di smantellamento della Jugoslavia e all'allargamento ad Est 
della NATO e dell'Unione Europea, promosso soprattutto dagli Stati Uniti e 
dalla Germania. Nello stesso tempo, ha cercato di legittimare l'aggressione 
sterna al paese balcanico, sebbene abbia raggiunto con i bombardamenti della 
NATO nel 1999 il suo punto più alto, aveva già subito un'accelerazione: lo 
Stato federale multinazionale e i suoi principali difensori, i serbi, erano i 
principali obiettivi; le vittime furono migliaia, di praticamente tutte le 
nazionalità e i gruppi etnici.

Nel 1993, quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite creò il TPIJ, 
attraverso la risoluzione 827 (con interpretazioni perlomeno “creative” del 
diritto internazionale), il mondo ormai aveva poco a che fare con quello che 
era esistito nei decenni precedenti. La scomparsa dell'Unione Sovietica e del 
campo socialista ha avuto drammatiche conseguenze politiche, economiche, 
sociali e ideologiche e ha lasciato il campo aperto alla brutale offensiva 
imperialista.

Creatura del nuovo ordine mondiale unipolare dominato dagli USA, il Tribunale 
Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia è stato, secondo le parole della 
giornalista statunitense Diana Johnstone (Cruzada de Cegos: Jugoslávia, a 
primeira guerra da globalização, Caminho, 2002), “un'istituzione creata da 
quelli che stanno in alto per giudicare quelli che stanno in basso. (…) fin dal 
principio,l'obiettivo proclamato dai suoi principali promotori non era creare 
uno strumento di giustizia neutrale e universale ma punire un gruppo nazionale: 
i serbi”.

Una questione di “DNA”

In uno dei capitoli del libro sopra citato, Diana Johnstone ricorre a citazioni 
degli stessi responsabili del tribunale che ne rivelano la natura. Antonio 
Cassese, il primo presidente del TPIJ, lo ha definito “figlio spirituale di 
Kinkel”, ministro tedesco degli Affari Esteri che stava conducendo la campagna 
per lo smantellamento della Jugoslavia. Da parte sua, la statunitense Gabrielle 
Kirk McDonald, che era succeduta a Cassese, ha definito la segretaria di Stato 
degli USA Madeleine Albright come “la madre” del TPIJ. La Albright ha assunto 
un ruolo di primo piano nell'aggressione aperta della NATO contro la Jugoslavia.

Il legame del TPIJ con la NATO è stato formalmente sancito nel 1996, attraverso 
un accordo su aspetti relativi all'assistenza e alla consegna degli accusati: 
“Se il tribunale aveva bisogno della NATO, questa a sua volta necessitava del 
tribunale per concludere la sua metamorfosi da alleanza militare internazionale 
in polizia mondiale “umanitaria”, sottolinea ancora Johnstone. Tutto l'edificio 
istituzionale del presunto tribunale è stato costruito per servire 
l'accanimento anti-jugoslavo e anti-serbo delle potenze occidentali, con la 
Germania e gli USA alla guida.

La possibilità che il Consiglio di Sicurezza aveva di impedire o sospendere le 
iniziative del procuratore del TPIJ e il suo finanziamento da parte di governi, 
organizzazioni internazionali e grandi imprese è elemento rivelatore della sua 
natura.

Come Diana Johnstone, anche il giurista britannico Jan Johnson vede 
nell'origine dei fondi del tribunale la prova del suo “carattere politico”. 
Parte considerevole del finanziamento proviene dal governo degli Stati Uniti, 
con altri importanti “contribuenti rilevanti” come la famiglia Rockefeller, il 
gruppo mediatico Time-Warner, padrone della CNN, e il miliardario George Soros, 
il cui ampio curriculum di partecipazione a colpi di Stato e “rivoluzioni 
colorate” parla da solo. Se la CNN aveva i diritti esclusivi per trasmettere i 
processi, le organizzazioni e fondazioni di Soros fornivano funzionari e 
ottenevano “prove” per il tribunale. Una di queste organizzazioni finanziava il 
giornale del cosiddetto Esercito di Liberazione del Kosovo”. C'è poco da 
aggiungere in merito all'indipendenza del tribunale...

Nel corso degli anni, diversi giuristi hanno avviato cause presso il Tribunale 
Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia, accusando la NATO di crimini di 
guerra, per i bombardamenti – completamente illegali alla luce del diritto 
internazionale – del 1995 e soprattutto del 1999 su città villaggi, abitazioni 
e diverse infrastrutture, come ponti, scuole, mercati, fabbriche, la 
televisione statale serba e l'ambasciata cinese a Belgrado. Nulla è stato fatto 
a riguardo di ciò dai giudici e procuratori del TPIJ. In seguito, la giudice 
costaricana del TPIJ Elizabeth Odio Benito ha riconosciuto all'agenzia EFE che 
la decisione di procedere con tali indagini era dipesa da “circostanze 
politiche che i giudici non controllano”.

Il giurista italiano Aldo Bernardini aggiunge elementi che dimostrano 
l'illegalità dell'istituzione stessa del TPIJ e di gran parte del suo 
funzionamento. Dal punto di vista puramente giuridico, sottolinea, la creazione 
del TPIJ da parte del Consiglio di Sicurezza è “totalmente inammissibile”, 
poiché la Carta delle Nazioni Unite non garantisce a questo organo alcun potere 
in tal senso. Così, il TPIJ non era un'istituzione giudiziaria, ma un mero 
“strumento di violenza politica”.

Tutto meno che Giustizia

Ma sono forse l'istruzione e il decorso dei processi che più avvicinano il TPIJ 
a un tribunale sul modello Lipsia. Nel riportare l'esperienza di vari avvocati 
che in quella sede cercavano di garantire un minimo di giustizia agli accusati, 
il canadese Christopher Black parla di sentimenti di “shock, depressione, 
rabbia e talvolta pazzia, perché questi giudizi sono procedure inquisitorie in 
cui c'è solo un obiettivo che è quello di gettare gli accusati in carcere e 
usarli come esempi per i loro popoli di origine”.

Al contrario della pratica corrente nei tribunali penali, il TPIJ è 
direttamente coinvolto nell'imposizione delle accuse. Secondo Jan Johnson, 
questo non solo costituisce una relazione promiscua tra accusa e tribunale, ma 
pone seriamente in causa la presunzione di innocenza degli accusati – principio 
fondamentale del diritto. Anche Diana Johnstone sottolinea questo fatto, 
segnalando che i procuratori hanno la possibilità di fare le proprie regole e 
di essere loro, e non i giudici, a rappresentare il tribunale di fronte alla 
stampa.

Nel processo contro l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, come in 
altri, l'accusa ha avuto un tempo illimitato per i suoi testimoni, mentre la 
difesa ha dovuto affrontare numerose restrizioni. Molte accuse si basavano solo 
su “testimoni oculari”, molti dei quali erano anonimi. In queste condizioni, 
gli accusati erano condannati fin dall'inizio, poiché già da molto tempo lo 
erano stati dai mezzi di comunicazione a livello internazionale.

L'iniquità di questo “tribunale” è ancora più evidente, secondo Diana 
Johnstone, nel numero degli imputati che si trovavano sotto la sua custodia. 
Alcuni sono stati assassinati quando si presumeva che volessero sfuggire alle 
autorità o al momento della loro cattura (si pensi solo al barbaro linciaggio 
di Gheddafi, NdT); altri, semplicemente, sono morti in cella, per “cause 
naturali” o “suicidio”.

(...)


=== 3 ===

http://www.sloboda.org.rs/janic3.html <http://www.sloboda.org.rs/janic3.html>

Велика фарса, названа суђењем Слободану Милошевићу, почела је 12 фебруара 2002 
године
                     
ХАГ: ПРОКЛЕТО ЛИЈЕВНО

Пише: Милан Јанић
13.2.2018.

Велика фарса, названа суђењем Слободану Милошевићу, почела је 12 фебруара 2002 
године. На Слободанов предлог, петоро социјалиста Србије, требало је да 
присуствују почетку те судске лакрдије. Холандска амбасада одбила је да изда 
визе. Одговор је био: "много је пет, може само један". Слободан је предложио 
математичара. Можда и зато, што ће он знати да најбоље преброји глупости , 
тамо,изнесене. Холанђани нам нису дали ни ту једину визу.
Од 2002. до 2006, из хашке суднице, произашле су три пресуде...Пред поротом, 
читавим светом, на свим континентима ове планете и свим језицима света, та 
пресуда је једногласно саопштена...
БРАВО СЛОБОДАНЕ, знали смо да СРБИЈА није крива низашта.
Када су моћници, оснивачи суда, видели да им је остало још 37 сати до краја 
суђења, знали су да жив Слободан, без доказане кривице, руши пројекат, звани 
Хаг, пресудили су.
Пресуда је извршена 11. марта 2006.
Остаје да се сачека пресуда, пред неподмитљивим професором, историјом нашег 
доба.
Каква год била, прихватићемо је.
Осим, осим ако је не буду писали Вук, Олбрајтова, Кларк... Ако ти и такви, буду 
писали историју Балкана, биће то задња страница историје...


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