Le iniziative del 10 Febbraio

1) Trieste, tre iniziative controcorrente
2) Porano (TR): DRUG GOJKO
3) A Montebelluna e in Veneto per Norma Cossetto
4) Brugherio (MB), cronache della dissidenza


Ricordiamo anche:
Parma, domenica 10 febbraio 2019
alle ore 10:30 presso il Cinema Astra, Piazzale Volta 3
FOIBE E FASCISMO 2019
Conferenza di Sandi Volk, testimonianze e video
a cura del Comitato Antifascista Antimperialista e per la Memoria Storica con 
l'adesione di ANPI e ANPPIA
evento FB: https://www.facebook.com/events/227663108112168/
manifesto della iniziativa: 
http://www.cnj.it/home/images/INIZIATIVE/parma100219.jpg
Sulle polemiche in merito si vedano:
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9080-8997-l-anpi-nella-trappola-del-giorno-del-ricordo.html
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9082-9000-arretramento-dell-anpi-sul-confine-orientale.html


=== 1 ===

Nel frattempo, sempre a Trieste... Dalla pagina FB di David Danev, 6 febbraio 
2018:

Nič novega v Trstu. Oziroma je vedno slabše!
Niente de novo a Trieste. Anzi pezo del pezo con discriminazioni raziali a 
go-go...

Siamo in Italia e si parla Italiano! Detta da un poliziotto nel centro de 
Trieste il 6 febbraio 2019 no nel 1919. Dove xe la legalità, dove il rispetto 
delle leggi che regola gli accordi post-bellici firmati dall'Italia? Me porte a 
Bazovica a fucilarme perchè domando che veni rispetado un DIRITTO UMANO?

VIDEO: https://www.facebook.com/david.danieli.5/posts/2095470787208312

---1)

Da: Detg Tik <detonitito  @gmail.com <http://gmail.com/>>
Oggetto: 10 febbraio a Basovizza (Trieste) per i caduti antifascisti
Data: 7 febbraio 2019 22:42:09 CET

In opposizione alla marea reazionaria e fascista del 10 febbraio, alcune 
compagne e compagni antifasciste triestine hanno deciso di condurre una minima 
iniziativa di mobilitazione, in difesa della memoria della lotta di liberazione.
In data 10 febbraio dalle 10.00 alle 12.00 saremo perciò a Basovizza (Trieste) 
presso il monumento ai caduti della guerra di liberazione in via Gruden (di 
fianco alla chiesa, difronte alla gelateria) per un presidio-volantinaggio.
Chiediamo il contributo di tutti e tutte, anche solo con un fiore per i nostri 
caduti.
Ci vediamo il 10
saluti antifascisti

---2)

Trieste,        domenica 10 febbraio 2019
alle ore 12:00 in San Giusto, via Capitolina alla base della grande Alabarda 
floreale

Riprendiamoci il 10 Febbraio

Ritrovo pubblico per ridare il giusto significato per Trieste a questa data. 
Nell'occasione verrà letto un breve discorso nelle lingue del Territorio Libero 
e pianteremo fiori. Seguirà rinfresco.

10 febbraio 2019: celebrazione della firma del Trattato di pace di Parigi 
determinante l'esistenza del Territorio Libero di Trieste e la sua 
internazionalità.
10 febbraio 1947: le Potenze "alleate ed associate" vincitrici della seconda 
guerra mondiale imposero il Trattato di pace di Parigi all'Italia (ex) 
fascista, riconosciuta responsabile assieme a Germania e Giappone dello 
scatenamento della seconda guerra mondiale.
Il 30 marzo 2004 l'Italia, caso unico in Europa, stravolgendo il chiaro 
significato di questa data, ha istituito per il 10 febbraio il "giorno del 
ricordo", in rievocazione "delle vittime delle foibe", sovrapponendo così 
dolore nazionale revanscistico al senso della sconfitta subita negli anni '40.
Per Trieste, quindi è giusto ricordare che il Trattato di pace di Parigi ha 
determinato invece, la Fine della Guerra, la Pace tra i Popoli e la 
costituzione ed il riconoscimento da parte dei 21 firmatari e di tutta la 
comunità internazionale, Italia compresa, del Territorio Libero di Trieste e 
del nostro Porto libero internazionale. Quanto di più lontano possa idealmente 
esserci dal nazionalismo italiano e dalla propaganda politica, con-cause della 
seconda guerra mondiale e della profonda crisi in cui dal 1954 ad oggi è 
sprofondata Trieste.

Organizzano: Territorio Libero di Trieste - Svobodno ozemlje - Free Territory 
of Trieste e TRIEST NGO

evento FB: https://www.facebook.com/events/251021445831228/ 
<https://www.facebook.com/events/251021445831228/>

---3)

NON SOLO SALVINI E TAJANI A TRIESTE

10 FEBBRAIO: GIORNATA DEL RICORDO, MA DI TUTTE LE VITTIME E NELLA VERITÀ E NON 
SOLO FOIBE

Per non dimenticare, affinché i giovani sappiano!

Testimoniate con la vostra presenza

invito-vabilo

Il 10 febbraio alle 12 invitiamo la cittadinanza in piazza Oberdan accanto al 
“Cantico dei Cantici”, il celebre monumento di Marcello Mascherini le cui 
figure affusolate si allungano a toccare il cielo sovrastando le acque della 
fontana.

La gente chiama quest'opera il “monumento ai fidanzatini”, per un fatto 
accaduto durante la seconda guerra mondiale rimasto a ricordo e simbolo degli 
innumerevoli torturati e uccisi a Trieste dai fascisti e dai nazisti.

Il 19 marzo 1945 su quella piazza il giovane triestino Pino Robusti, che 
attende la sua fidanzata, viene fermato ed arrestato dalle SS e condotto alla 
Risiera di San Sabba, dove verrà assassinato. Verranno lette sotto il monumento 
le lettere che scrisse ai genitori ed alla fidanzata poco prima di morire.

Quanto alla vicenda delle foibe, cavità naturali delle regioni carsiche di 
queste terre, vennero usate come fosse comuni prima dai nazionalisti e dai 
fascisti italiani tra le due guerre mondiali, e poi durante la seconda guerra 
mondiale che contrappose qui a fascisti e nazisti le forze di liberazione 
slovene, croate e italiane.

Molti, in questi giorni, restano gli interrogativi: ma è giusto parlare 
solamente di foibe di un determinato periodo? quando si è iniziato a usare le 
foibe? Ancora oggi si discute su quante siano le vittime finite nelle foibe in 
un'area molto vasta che comprende Venezia giulia, Slovenia, Istria e Croazia

Come mai non c’è spazio per una documentazione o una volontà di ricerca 
credibile sull’effettivo numero di persone scomparse? La tecnologia odierna 
inoltre probabilmente consentirebbe un 'identificazione certa delle salme.

Come mai nonostante i mezzi a disposizione negli apparati civili e militari, 
non si prova giungere a una definitiva e riconosciuta conta su numeri e persone?

Perché la politica impegnata a trovare le verità storiche, non fa chiarezza e 
non insiste nel far richieste di questo tipo? E come mai a quasi 75 anni di 
distanza non l’ha attuata?

La repubblica nasce dalla resistenza antifascista e si basa su una costituzione 
fondata sul rispetto della dignità dell’uomo. Una vita vale il mondo, quindi il 
numero di vittime potrebbe essere relativo, ma non in questo caso data 
l’importanza e valenza politica e storica che questi numeri hanno avuto.

Apriamo le tombe! Il periodo buio che ha portato il fascismo in Italia con 
particolari caratteristiche ed eccessi in queste terre, ha istigato l'odio 
etnico e promulgato leggi razziali che assieme ad altri fattori ed intrecci di 
carattere internazionale hanno reso quest’area geografica la più esposta ai 
tragici eventi che qui si sono verificati, risiera compresa.

Ai piedi del monumento “cantico dei cantici”, verrà collocata una composizione 
floreale a simboleggiare il grande cuore di Trieste, città che nella sua storia 
è sempre stata d’accoglienza di genti di diversa provenienza.

Nel corso dell’evento verranno osservati tre motivati minuti di silenzio al 
suono della tromba fuori ordinanza.

In caso di maltempo l’evento si terrà sotto il porticato del palazzo al n. 4 
della piazza, ex sede della Polizia SS che vi compiva interrogatori e torture.

p.s. verranno inoltre trattati argomenti d’attualità inerenti al decreto 
sicurezza.



Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci

comitatodanilodo...@libero.it <mailto:comitatodanilodo...@libero.it>
fb: Comitato Pace Danilo Dolci – Trieste


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"Lettera dello studente Pino Robusti ai genitori, dalle carceri del Coroneo di 
Trieste, pochi giorni prima di essere ucciso."

Pasqua 1945

Carissimi
Questa giornata è stata come una sorpresa per tutti noi "politici".
Ogni ceto, classe, età, accomunati in una sola vera fede, in una sofferenza 
unica e distinta per ognuno di noi eppure per tutti uguale. Ci siamo ritrovati 
tutti, stamane in chiesa, italiani, slavi, americani, russi tutti uguali 
dinanzi al cappellano, uomini e donne. Il discorso del prete è stato grandioso 
come grandioso il "grazioso" sorriso che da qualche giorno infiora la fetida 
bocca dei carcerieri. Si scusano di tenerci qui, ma come si fa… il dovere…!

Fifa, miei cari, fifa bella e buona! Poi in cortile, tutti insieme abbiamo 
cantato l’inno partigiano e gli slavi sono maestri del canto. Bisognava vedere 
la faccia del maresciallo tedesco che osservava la scena. Nulla ci è mancato, 
né vino, né sigarette e neppure fiori e che eleganza stamattina. Insomma la 
miglior dimostrazione di strafottenza più schietta e manifesta. Spero che anche 
voi avrete passato questo giorno con quella letizia che permettono le 
circostanze attuali (illeggibile) meglio non pensarci (illeggibile). State in 
pace e ricordatevi come io ricordo che l’ora del (illeggibile) è sempre più 
vicina per qualcuno che io conosco. Baci a tutti.

Pino

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"Lettera dello studente Pino Robusti alla fidanzata dalle carceri del Coroneo 
di Trieste il 5 aprile 1945. Il giorno dopo egli veniva ucciso e bruciato nel 
forno della Risiera."

Trieste, 5 aprile 1945

Laura mia,

mi decido di scrivere queste pagine in previsione di un epilogo fatale e 
impreveduto. Da due giorni partono a decine uomini e donne per ignota 
destinazione. Può anche essere la mia ora. In tale eventualità io trovo il 
dovere di lasciarti come mio unico ricordo queste righe.

Tu sai, Laura mia, se mi è stato doloroso il distaccarmi, sia pure forzatamente 
da te, tu mi conosci e mi puoi con i miei genitori, voi soli, giustamente 
giudicare. Se quanto temo dovrà accadere sarò una delle centinaia di migliaia 
di vittime che con sommaria giustizia in un campo e nell’altro sono state 
mietute. Per voi sarà cosa tremenda, per la massa sarà il nulla, un’unità in 
più in una cifra seguita da molti zeri. Ormai l’umanità si è abituata a vivere 
nel sangue. Io credo che tutto ciò che tra noi v’è stato, non sia altro che 
normale e conseguente alla nostra età, e son certo che con me non avrai 
imparato nulla che possa nuocerti né dal lato morale, né dal lato fisico. Ti 
raccomando perciò, come mio ultimo desiderio, che tu non voglia o per debolezza 
o per dolore sbandarti e uscire da quella via che con tanto amore, cura e 
passione ti ho modestamente insegnato.

Mi pare strano, mentre ti scrivo, che tra poche ore una scarica potrebbe 
stendermi per sempre, mi sento calmo, direi quasi sereno, solo l’animo mi duole 
di non aver potuto cogliere degnamente, come avrei voluto, il fiore della tua 
giovinezza, l’unico e più ambito premio di questa mia esistenza.

Credimi, Laura mia, anche se io non dovessi esserci più, ti seguirò sempre e 
quando andrai a trovare i tuoi genitori, io sarò là, presso la loro tomba ad 
aiutarti e consigliarti.

L’esperienza che sto provando, credimi, è terribile. Sapere che da un’ora 
all’altra tutto può finire, essere salvo e vedermi purtroppo avvinghiato senza 
scampo dall’immane polipo che cala nel baratro.

E’ come divenir ciechi poco per volta. Ora, con te sono stato in dovere di 
mandarti un ultimo saluto, ma con i miei me ne manca l’animo, quello che dovrei 
dire a loro è troppo atroce perché io possa avere la forza di dar loro un 
dolore di tale misura. Comprenderanno, è l’unica cosa che spero. Comprenderanno.

Addio, Laura adorata, io vado verso l’ignoto, la gloria o l’oblio, sii forte, 
onesta, generosa, inflessibile, Laura santa. Il mio ultimo bacio a te che 
comprende tutti gli affetti miei, la famiglia, la casa, la patria, i figli.

Addio

Pino


=== 2 ===

Porano (TR), domenica 10 febbraio 2019
alle ore 17 nella Sala Malerba

DRUG GOJKO

di e con Pietro Benedetti

organizza: Alternativa per Porano
prenotazione obbligatoria – si veda la locandina:
http://www.cnj.it/home/it/cultura/9083-porano-tr-10-2-2019-drug-gojko.html
https://www.facebook.com/benedettipietro56/posts/2735535740004885 
<https://www.facebook.com/benedettipietro56/posts/2735535740004885>


=== 3 ===

http://www.ancorafischiailvento.org/2019/02/07/10-febbraio-norma-cossetto-in-veneto-e-a-montebelluna/

10 FEBBRAIO, NORMA COSSETTO IN VENETO E A MONTEBELLUNA

di Francesco Cecchini – 7 Febbraio 2019

NORMA COSSETTO IN VENETO
In occasione del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, la Regione Veneto, in 
collaborazione con lUfficio scolastico regionale, lassociazione Venezia Giulia 
e Dalmazia e la federazione delle associazioni degli esuli, distribuirà nelle 
scuole medie il fumetto Foiba Rossa, la storia a fumetti di Norma Cossetto, e 
un opuscolo di Guido Rumici. Liniziativa è finanziata con 15 mila euro dalla 
Giunta regionale. Responsabile e promotrice è Elena Donazzan, Assessore all’ 
Istruzione, Formazione, Lavoro, Trasporti nella Giunta Zaia.

ELENA DONAZZAN, CUORE NERO
[FOTO: Elena Donazzan con la t-shirt "Cuore Nero"
http://www.ancorafischiailvento.org/wp-content/uploads/2019/02/CUORE-NERO.jpg ]
Elena Donazzan figlia di repubblichini e nostalgica di anni neri, non è nuova 
ad iniziative del genere. Nel novembre del 2010 quando la Regione Veneto 
approvò la legge sulla valorizzazione dell’antifascismo e della Resistenza votò 
contro con motivazioni assurde. Nel settembre 2015 partecipò a Valdobbiadene a 
una cerimonia di inaugurazione di una lapide in onore della Decima Mas. Giacomo 
Vendrame segretario della CGIL commentò così: Credo che questa cerimonia si 
possa configurare come apologia del fascismo. Commemorare la Decima flottiglia 
Mas, in una sorta di bieco revisionismo storico, è vergognoso, una grave 
mancanza di rispetto per i nostri caduti della resistenza, coloro che si sono 
battuti contro la dittatura per la libertà e per la democrazia.” Ora Elena 
Donazzan ha chiesto al Presidente della Repubblica Mattarella di sciogliere 
l’ANPI, per la sua posizione su confine orientale, foibe ed esodo dalmata 
istriano, che l’ Assessore alla cutura falsifica. Il fumetto Foiba Rossa che la 
Donazzan distribuirà agli studenti veneti di scuola media distorce la 
drammatica vicenda di Norma Cossetto.

NORMA COSSETTO NON FU ASSASSINATA PER ESSERSI RIFIUTATA DI ESSERE JUGOSLAVA E 
COMUNISTA. I SUOI ASSASSINI NON FURONO SOLDATI DELL’ESERCITO DI LIBERAZIONE 
JUGOSLAVO
Norma Cossetto a 24 anni fu uccisa e infoibata ad Antignana, il 4 o 5 ottobre 
1943. Qualsiasi tragica morte suscita orrore, e Norma Cossetto, per la sua 
orrenda morte, merita onore e ricordo. Concetto Marchesi, comunista e rettore 
dell’Università di Padova, conferendogli nel 1947 una laurea honoris causa e 
Azeglio Ciampi decorandola con una medaglia doro hanno onorato la sua memoria.

ANCHE LA VERITA’, PERO’, MERITA RISPETTO
Norma Cossetto era iscritta alla Gioventù Universitaria Fascista in Istria e 
figlia di Giuseppe Cossetto un ricco possidente fascista, che fu anche 
Commissario governativo delle Casse Rurali della Provincia dIstria, che 
espropiò centinaia contadini slavi dellIstria delle loro terre. Ad assassinarla 
non furono partigiani slavi, ma degli italiani. Il Circolo Norma Cossetto, 
qualche anno fa, pubblicò un documento nel quale si afferma che Norma fu 
invitata a presentarsi al Comando partigiano del luogo, fu interrogata e 
rilasciata. In seguito però cadde nelle mani di alcuni italiani, tre o quattro, 
dei cani sciolti, che la condussero a Parenzo, da dove fu portata ad Antignana, 
violentata, uccisa e infoibata. Costoro furono presi da fascisti italiani alla 
fine dellottobre 1943 e, insieme con altri, per lo più innocenti e tutti 
italiani, in tutto diciassette, furono massacrati a raffiche di mitra, senza 
alcun processo e furono gettati nella stessa foiba di Norma Cossetto. Il corpo 
di Norma Cossetto, stando al verbale dei Vigili del Fuoco di Pola che lo 
estrassero, si presentava intatto, senza segni di sevizie. Inoltre vi è la 
testimonianza di Arnaldo Harzarich Vigili del fuoco di Pola, che si trova in 
Foibe di Papo, ed è citata anche nel Bollettino dellUnione degli Istriani n. 
28, sett... dic. 1998, pag. 5, che conferma il verbale dei Vigili del Fuoco di 
Pola. Soltanto dopo, in una serie infinita di ricostruzioni, peraltro 
contraddittorie, si cominciò a parlare di torture, di seni ed organi genitali 
straziati, etc., etc. Anche lo storico triestino Roberto Spazzali, nel suo 
lavoro Foibe, un dibattito ancora aperto edito nel 1996 dalla Lega Nazionale di 
Trieste, dunque da unassociazione non partigiana, ha scritto: Lampia 
letteratura di quegli anni e del dopoguerra dedicherà un consistente spazio 
alla morte e al rinvenimento di Norma Cossetto, intrecciando incontrollate 
fantasie e presunte testimonianze.

NORMA COSSETTO A MONTEBELLUNA
In occasione del 10 febbraio a Montebelluna verrà inaugurata ufficialmente una 
via dedicata a Norma Cossetto. La storia del 10 febbraio a Montebelluna non 
brilla per verità storica e democrazia. Il 10 febbraio 2012 l’amministrazione 
comunale sponorizzò un evento organizzato dal Comitato Provinciale di Treviso 
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che parlava di genocidio 
(sic!)di istriani, giuliani e dalmati. Presentò l’avv. Maria Bortoletto. Il 10 
febbraio 2013 l’amministrazione comunale impedì ,togliendo l’ Auditorium della 
Biblioteca Comunale precedentemente concesso, un convegno organizzato dallAnpi 
di Montebelluna su fascismo, confine orientale e foibe con la partecipazione 
delle storiche Monica Emmanuelli ed Alessandra Kersevan. Decisivo fu allora 
Claudio Borgia, collega politico di Elena Donazzan simpatizzante di Mussolini, 
che lo appoggia ed ora assessore all’istruzione e alle politiche familiari.

Claudio Borgia davanti alla sede ANPI a Montebelluna nel 2013
Oratori ufficiali saranno il sindaco Marzio Favero e Alma Brussi 
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmati.
Il sindaco, obiettore di coscienza e antifascista, ha chiarito tempo fa in 
un’intervista dell’ aprile 2018 alla telvisione Antenna 3 la sua posizione su 
via Norma Cossetto. Vedere il video dell’intervista.

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=_0l4rPZpFys

Le sue parole sono contro speculazioni politiche e quindi non proprio 
coincidenti con quanto scritto da Treviso today dell’ 8 maggio 2017: La nuova 
via della frazione sarà infatti dedicata a Norma Cossetto, studentessa 
italiana, istriana, vittima dellesercito popolare di liberazione della 
Iugoslavia del maresciallo Tito. Venne torturata, violentata e gettata in una 
foiba nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943.”
Alma Brussi, nata a Pola, di solito presenta un documentario Pola una città che 
muore e parla di esodo forzato. Pola, città cantata anche dalla canzone 1947 di 
Sergio Endrigo, non è morta, anzi, ed esodo forzato in ogni caso non è il 
genocidio di cui ha parlato l’avvocato Maria Bortoletto.
All’inaugurazione ufficiale è stata invitata l’ANPI di Montebelluna. Se l’ ANPI 
accetterà di essere presente sarà un’accasione per affermare qual’è la sua 
reale posizione sulle drammatiche vicende del confine orientale. Vedere 
dichiarazioni recenti ad Antenna 3 del presidente dell’ANPI provinciale di 
Treviso, Giuliano Varnier.

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=uhrkjxvfbuQ


=== 4 ===

Sulla iniziativa di Brugherio (spostata da Cologno Monzese a causa della 
censura istituzionale) si veda:
https://www.facebook.com/events/689979444811445/
e le fotografie:
https://www.facebook.com/reteantifacologno/videos/vb.2014674232182797/148113396105775/?type=2&theater
https://www.facebook.com/nuvola.rossa.54943/posts/327994167923332

https://reteantifascistacologno.wordpress.com/2019/02/08/introduzione-della-rete-per-foibe-e-confine-orientale-1920-1947/

Introduzione della Rete per Foibe e confine orientale 1920-1947

8 febbraio 2019
Rete Antifascista Cologno

Riportiamo di seguito la traccia scritta della nostra introduzione all’incontro 
Le foibe nelle complesse vicende del confine orientale (1920-1947) 
<https://reteantifascistacologno.wordpress.com/2019/02/03/foibe-il-pasticcio-del-sindaco-rocchi/>,
 svoltasi presso la Casa del Popolo di Brugherio il 7 febbraio 2019.

***

Questa è la prima assemblea pubblica della Rete antifascista Cologno. Siamo una 
rete composta da singoli cittadini, organizzazioni partitiche, sindacali, 
associazioni, liste civiche e singoli cittadine e cittadini. Ci siamo aggregati 
nell’aprile 2018 per dare una risposta popolare, di piazza, pacifica ma 
determinata 
<https://reteantifascistacologno.wordpress.com/2018/05/24/sabato-9-giugno-2019-la-guerra-non-e-un-gioco/>
 alla cosiddetta “rievocazione storica” di un campo dell’esercito della 
Germania nazista voluta dall’amministrazione comunale della nostra città e 
svoltasi a giugno scorso (prevista inizialmente a ridosso del 25 aprile 
<https://reteantifascistacologno.wordpress.com/2018/04/13/no-alle-rievocazioni-naziste-ne-a-giugno-ne-mai/>
 e con esplicito riferimento alla Liberazione).

Pensiamo che oggi, in Italia e in Europa ci sia bisogno di antifascismo.
Intendiamoci, non pensiamo che il fascismo storico, inteso come regime 
(1922-1945), possa facilmente tornare. Intendiamo il fascismo come il “fascismo 
perenne” di cui parlava Umberto Eco, un fascismo come visione del mondo, 
discorso pubblico e pratiche politiche conseguenti. Elementi oggi vivi e vegeti 
anche in leader e formazioni politiche che vanno oltre il perimetro della 
galassia della destra neo-fascista (che comunque è aggressiva, pericolosa e va 
contrastata)...
L’Amministrazione Comunale di Cologno ha dato prova di essere infetta da questo 
“virus” 
<https://reteantifascistacologno.wordpress.com/2019/01/26/lamministrazione-rocchi-alla-prova-del-fascismo-perenne-di-umberto-eco/>
 attraverso una serie di atti concreti tra cui la concessione di spazi pubblici 
a formazioni neofasciste e l’adozione di provvedimenti a sfondo razzista come 
la chiusura della Scuola di Italiano per Stranieri e l’ordinanza 
discriminatoria sull’ospitalità ai migranti per cui il Comune di Cologno è 
stato recentemente condannato dal Tribunale di Milano 
<https://naga.it/2018/11/23/comuni-di-inzago-cologno-monzese-e-gallarate-condannati-per-discriminazione-in-danno-dei-richiedenti-asilo/>.
Per fermare il “fascismo perenne” occorre andare oltre un antifascismo 
ingessato e rituale, quello dei discorsi e delle cerimonie. Serve sporcarsi le 
mani con iniziative di piazza e se occorre di protesta; serve anche fare 
battaglia di idee. Ed è per questo che siamo qui.

Negli ultimi tre anni e mezzo, l’amministrazione comunale di Cologno ha 
enfatizzato il Giorno del ricordo delle vittime delle foibe. Spettacoli 
teatrali, conferenze, persino un monumento davanti al municipio. A cui si 
aggiunge l’attivismo del consigliere comunale di Casapound (ex capogruppo della 
Lega), che ha preso parola due-tre volte in consiglio comunale, di cui una per 
chiedere di intitolare una via ai “martiri delle foibe” e un’altra per 
stigmatizzare la presenza dell’ANPI nelle scuole colognesi (in cui la giunta ha 
incoraggiato nell’anno scolastico 2018-19 conferenze solo 
dell’ANVGD-Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia). Quest’anno, in più, 
la giunta ha deciso di proiettare al cineteatro comunale “Red Land/Rosso 
Istria”, un film assurto all’onore delle critiche per le evidenti falsità 
storiche 
<https://www.wumingfoundation.com/giap/2019/01/fantasy-norma-cossetto-1-red-land/>
 . Ci sembra
significativo che nel 2019 ci siano state tre iniziative istituzionali per il 
Giorno della Memoria per le vittime degli stermini nazifascisti e quattro per 
il Giorno del Ricordo.

Perché questa enfasi? La nostra idea è che, da circa 15 anni (2004, legge che 
istituisce il Giorno del ricordo), le vicende del confine orientale tra il 1943 
e il 1945 (assassinii e sepolture di fortuna nelle cavità carsiche) siano state 
strumentalizzate per ragioni politiche. Per cancellare la responsabilità 
storica e i crimini compiuti dal regime fascista italiano e dai suoi 
sostenitori. Nulla nasce nel vuoto. Le reazioni alla repressione di circoli, 
scuole, organizzazioni (spesso di lavoratori) di lingua slava, le reazioni 
all’italianizzazione forzata (cambio nomi e toponimi) e allo squadrismo, non 
nascono nel vuoto, ma sono appunto una risposta al razzismo e alle violenze dei 
fascisti (dagli anni ’20) e dei nazisti (dal 1943).
Intorno al tema foibe si sono scatenate una gran quantità di narrazioni 
tossiche che confondono volutamente le acque: diluiscono la categoria di 
fascisti e collaborazionisti in quella generica di “italiani”, solleticando un 
vittimismo irrazionale e il vecchio stereotipo (storicamente falso) degli 
“italiani brava gente” durante occupazioni e regimi coloniali. I crimini del 
fascismo, nelle terre del confine orientale così come in Africa orientale, 
Jugoslavia, Grecia, Albania sono un gigantesco rimosso di cui si deve tornare a 
parlare.
A che scopo? Secondo noi per una sorta di vendetta storica che parli al 
presente: attaccare la Resistenza e la lotta antifascista di Liberazione, 
dipingere i partigiani (soprattutto se jugoslavi e/o comunisti) come belve 
assetate di sangue, ritagliare spazi di agibilità politica e presunta 
autorevolezza storico-morale per organizzazioni post/para/neo fasciste.

Questa strategia di confusione e riscrittura della storia, però, ha un punto 
debole: la ricerca storiografica fatta come si deve. Quella che non gonfia i 
numeri delle vittime, quella che usa i documenti processuali e le testimonianze 
dell’epoca (e non di figli e nipoti che raccontano storie filtrate dai decenni, 
dai racconti, dal vissuto emotivo familiare), quella che inquadra i singoli 
episodi in cornici storiche più ampie, quella che non
mescola eventi storici diversi e complessi. Non si inventa nulla e non si 
guarda solo a quel che si vuole vedere, insomma. Non si nega, non si giustifica 
ma si contestualizza.

Per questo siamo qui stasera. Per dare alla nostra cassetta degli attrezzi una 
serie di strumenti per la battaglia di idee che vogliamo portare avanti. Con 
l’orizzonte contribuire a costruire città accoglienti, senza razzismo, 
fascismo, sessismo né alcuna forma di ingiustizie e oppressione.



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