(srpskohrvatski / italiano)
 

 A Gorizia il 19/3 Operazione Plutone vs. Tajani e Sboarina
 

 1) Gorizia 19/3: presentazione del libro OPERAZIONE "PLUTONE" di C. Cernigoi
 2) Il fascismo secondo il presidente del Parlamento Europeo / Tajani o 
pozitivnim stranama fašizma prešutio genocid i ratne zločine izvan talijanskih 
granica
 3) “La dura sorte di Pisino”: analisi della relazione Cordovado, di C. Cernigoi
 4) Echi da due iniziative tenute a Verona in febbraio tra censure e minacce
 

 

 Nel frattempo, la lobby degli esuli esercita il suo bullismo anche contro il 
Ministero degli Esteri:

 Foibe, la Farnesina ha ignorato il Giorno del Ricordo per «ragioni di 
sensibilità»: la polemica (di A. Consoli, 6/3/2019)
 
https://www.secoloditalia.it/2019/03/foibe-la-farnesina-ha-ignorato-il-giorno-del-ricordo-per-ragioni-di-sensibilita-la-polemica/
 
https://www.secoloditalia.it/2019/03/foibe-la-farnesina-ha-ignorato-il-giorno-del-ricordo-per-ragioni-di-sensibilita-la-polemica/
 

 

 === 1 ===
 

 Gorizia, martedì 19 marzo 2019
 alle ore 18.00 presso il Trgovski Dom – Corso Verdi 52
 

 Presentazione della pubblicazione più recente della Casa editrice KappaVu per 
la collana STORIA / RESISTENZA STORICA:
 

 OPERAZIONE "PLUTONE"
 Le inchieste sulle foibe triestine
 

 di Claudia Cernigoi
 

 Una delle tante mistificazioni diffuse in materia di “foibe” è quella che 
contro gli “infoibatori” non furono mai celebrati i processi. In realtà 
allʼepoca del Governo Militare Alleato (GMA), tra il 1946 ed il 1949, a Trieste 
per questi reati furono celebrati una settantina di processi, conclusisi a 
volte con assoluzioni od amnistie, altre volte con condanne anche pesanti. 
Proprio perché su queste vicende si è parlato e si continua a parlare citando 
acriticamente (e spesso anche in modo distorto) documenti che in realtà non 
sono basati su fatti ma solo su illazioni od opinioni, lʼAutrice ha sentito la 
necessità di fare una disamina delle relazioni sui recuperi dalle foibe 
triestine e delle vicende giudiziarie che ne sono seguite, in modo da 
presentare una visione il più possibile esaustiva di queste tematiche. Ne esce 
una realtà storica completamente diversa dalla “narrazione” che si è imposta 
nellʼopinione pubblica in questi anni dopo lʼistituzione del Giorno del Ricordo.
 Nella prima parte di questa ricerca, dopo lʼanalisi dellʼattività di recupero 
delle salme e delle indagini condotte quasi tutte dallʼispettore Umberto De 
Giorgi, vengono approfonditi gli iter processuali relativi alle esecuzioni 
sommarie avvenute presso le foibe di Gropada e di Padriciano e la foiba di 
Rupinpiccolo, evidenziando come non sempre le risultanze giudiziarie siano 
coerenti con quanto appare in altra documentazione. La seconda parte è invece 
dedicata allo studio dei fatti che culminarono negli “infoibamenti” dellʼabisso 
Plutone, presso Basovizza: lʼAutrice ha analizzato assieme ad uno dei 
protagonisti, Nerino Gobbo, i documenti giudiziari e le varie testimonianze, 
contestualizzandoli nel periodo storico in cui si svolsero, in modo da dare una 
descrizione ancora inedita di quanto accadde nel periodo cosiddetto dei “40 
giorni” di amministrazione jugoslava di Trieste.
 


 

 Evento organizzato da ANPI - SEZIONE DI GORIZIA
 in collaborazione con:
 Forum Gorizia
 Amici di Isonzo Soča
 Partito della Rifondazione Comunista
 Partito Comunista Italiano
 

 La scheda del libro: 
http://shop.kappavu.it/prodotto/operazione-plutone-le-inchieste-sulle-foibe-triestine/
 
http://shop.kappavu.it/prodotto/operazione-plutone-le-inchieste-sulle-foibe-triestine/
 









 

 === 2 ===
 

 Sull'irredentismo di Antonio Tajani si vedano anche:
 Chiediamo le dimissioni immediate di Antonio Taiani presidente del Parlamento 
europeo / Tražimo neopozivu ostavku Antonia Tajanija, predsjednika Europskog 
parlamenta
 
https://www.change.org/p/european-parliament-demanding-immediate-resignation-of-antonio-tajani-president-of-the-eu-parliament
 
https://www.change.org/p/european-parliament-demanding-immediate-resignation-of-antonio-tajani-president-of-the-eu-parliament
 Kako su fojbe postale tema za potrebe ujednačenja dvaju totalitarizama 
(Federico Tenca Montini)
 
https://www.jutarnji.hr/magazin/kako-su-fojbe-postale-tema-za-potrebe-ujednacenja-dvaju-totalitarizama-one-su-od-uzajamne-koristi-za-postfasisticku-desnicu-i-postkomunisticku-ljevicu/8385791/
 
https://www.jutarnji.hr/magazin/kako-su-fojbe-postale-tema-za-potrebe-ujednacenja-dvaju-totalitarizama-one-su-od-uzajamne-koristi-za-postfasisticku-desnicu-i-postkomunisticku-ljevicu/8385791/
 "Viva Istria e Dalmazia italiane", sdegno in Croazia e Slovenia per le frasi 
di Antonio Tajani
 
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9091-9008-giorno-del-ricordo-attacco-frontale-contro-i-vicini-sloveni-e-croati.html
 
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9091-9008-giorno-del-ricordo-attacco-frontale-contro-i-vicini-sloveni-e-croati.html
 
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9087-9004-i-bimbi-delle-foibe-ed-altri-sintomi-di-impazzimento.html
 
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9087-9004-i-bimbi-delle-foibe-ed-altri-sintomi-di-impazzimento.html
 

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http://www.anpi.it/articoli/2150/il-fascismo-ha-causato-milioni-di-morti-gli-argomenti-dellon-tajani-sono-tipici-di-chi-vuole-giustificare-il-regime
 
http://www.anpi.it/articoli/2150/il-fascismo-ha-causato-milioni-di-morti-gli-argomenti-dellon-tajani-sono-tipici-di-chi-vuole-giustificare-il-regime
 

 "Il fascismo ha causato milioni di morti, gli argomenti dell'On. Tajani sono 
tipici di chi vuole giustificare il regime"

Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo


 Dopo aver fatto infuriare i governi di Slovenia e Croazia, l'on. Tajani torna 
a far parlare il suo cuore fascista, del tutto dimentico del suo ruolo europeo. 
Il fascismo ha fatto cose buone? Lo vada a dire in Etiopia dove intere 
popolazioni ( bambini, donne, uomini ), del tutto innocenti, sono state 
sterminate dall'uso, voluto da Mussolini, dei gas. L'aggressione all'Albania, 
alla Grecia e alla Jugoslavia? L'onorevole Tajani, lo ignora. Derubricare poi 
il delitto Matteotti come un semplice incidente di percorso in un cammino tutto 
sommato pacifico, è quanto di più disgustoso si potesse sentire. Gli argomenti 
dell' on. Tajani sono triti, superficiali e tipici di chi vuole giustificare un 
regime, il fascismo, che ha precipitato il nostro Paese nella seconda guerra 
mondiale, causa di milioni di morti. Soprattutto operai e contadini. Che ha non 
solo aderito, ma condivido le leggi razziali, che ha infangato l'onore del 
nostro Paese nel mondo. C'è voluta la Resistenza, assieme all'intervento 
alleato, per sconfiggere il mostro del nazismo e del suo complice fascista. 
L'espressione: "non sono fascista ma"... è tipica dei fascisti in doppio petto. 
Come l'on. Tajani a cui non si sa, se manca di più la conoscenza della storia o 
il rispetto per il proprio ruolo di dirigente di un continente, l'Europa, che 
ha recentemente e definitivamente ribadito le proprie radici antifasciste.

Carla Nespolo - Presidente nazionale ANPI
Roma, 13 marzo 2019
 

 ---
 

 
https://euractiv.jutarnji.hr/PiD/zemlje-clanice/tajani-o-pozitivnim-stranama-fasizma-presutio-genocid-i-ratne-zlocine-izvan-talijanskih-granica/8486465/
 
https://euractiv.jutarnji.hr/PiD/zemlje-clanice/tajani-o-pozitivnim-stranama-fasizma-presutio-genocid-i-ratne-zlocine-izvan-talijanskih-granica/8486465/
 

 Tajani o pozitivnim stranama fašizma prešutio genocid i ratne zločine izvan 
talijanskih granica 


 Autor: INOSLAV BEŠKER
14.03.2019.


 Benito Mussolini je napravio puno dobra u Italiji i za Italiju, naglašava i 
insistira predsjednik Evropskog parlamenta Antonio Tajani, istaknuti prvak 
Evropske pučke stranke u kojoj je, da ne zaboravimo, i Hrvatska demokratska 
zajednica premijera Andreja Plenkovića.
 

 U dugačkom – jednoipolsatnom – intervjuu za rubriku „La Zanzara“ (Komarac) 
koju redovito emitira talijanski Radio 24, Tajani je nastojao dati uravnoteženu 
ocjenu političara koji je ostvario rekord stabilnosti na čelu talijanske vlade: 
od 1922 do 1943, kada ga je svrgnula njegova vlastita Nacionalna fašistička 
stranka, nitko drugi se nije usudio. Građani Milana su se osmjelili, pa ga 
iscipelarili i popljuvali, tek kad su se uvjerili da je mrtav namrtvo, pošto su 
ga partizani strijeljali prije nego je eventualno mogao na mogućem suđenju 
izlanuti štošta neugodnoga. Pa su partizani pokazali mrvu pijeteta i tijela 
Mussolinija i još četvero fašista objesili naglavce o benzinsku crpku na 
milanskome Loretskom trgu, kako naknadni heroji ne bi mogli nastaviti 
iskaljivati svoj pravedan kukavički gnjev.


 Duceov 'red' Da se ne zavaravamo: Mussolini je uživao popriličan nacionalni 
konsenzus sve dok talijanska vojska nije počela piti solidne batine u Grčkoj, 
pa u Etiopiji. Tek kad su se sinovi ponovo počeli majkama vraćati u ljesovima, 
tek pošto je oskudica pritisnula, većina odraslih Talijana prestala se 
identificirati sa svojim Duceom i njegovom megalomanskom idejom obnove Rimskog 
Carstva „u njegovim povijesnim granicama“, kako vole formulirati hrvatski 
fašisti. Mussolinijeva politika odvela je Italiju u katastrofu, postoje 
dokumentarni snimci kako su Talijani hrlili do američkih vojnih kazana da iako 
djelimice utole najgoru glad ostatcima i otpadcima vojske koja ih je oslobodila 
i pomalo silovala, manje okrutno od francuskih marokanskih i senegalskih trupa. 
Tek to je donekle osvijestilo poklonike fašističkog vrhovnika.
 Svejedno sam i četvrt stoljeća kasnije slušao Talijane koji su se sa sjetom 
sjećali da su „u Njegovo doba vlakovi stizali po voznom redu, a momci bili 
uredno pošišani i očešljani“.
 Dapače, mimikrija uvježbana stoljećima omogućila je Mariju Missiroliju da se 
naruga odmah poslije rata tezom da Italija jamačno ima osamdeset milijuna a ne 
četrdeset milijuna odraslih građana, jer je „do jučer bilo četrdeset milijuna 
fašista a sada ih je četrdeset milijuna antifašista“.
 

 Nepoderivi desničarski novinar Bruno Vespa nije propustio minuciozno nabrojati 
među viđenima talijanskim antifašistima i one koji su do 1943. bili fašisti, ne 
samo partijskom knjižicom. Među njima su nobelovci Eugenio Montale, Salvatore 
Quasimodo i Dario Fo (potkraj života zastavnik PoKreta 5 zvjezdica, krug se 
zatvarao), pa Giuseppe Ungaretti, novinari Indro Montanelli, Enzo Biagi, 
Giorgio Bocca i Eugenio Scalfari, zatočnici suprotstavljenih liberalizama, 
dalje da ne nabrajamo (popis je podugačak).
 'Nisam fašist!' Predsjednik Tajani nastojao je iznijeti uravnotežen sud. 
Mussolini je, kaže, „dok nije objavio rat svemu svijetu slijedeći Hitlera, dok 
nije postao promotor rasnih zakona, mimo dramatskih zbivanja s Matteottijem, 
učinio pozitivne stvari radi realiziranja infrastruktura u našoj zemlji, a onda 
i bonifikacija.“ Nadalje, „ne može se dijeliti njegove metode. Nisam fašist, 
nikada nisam bio fašist i ne dijelim njegovu političku misao. Ali ako treba 
biti pošten, Mussolini je izgradio ceste, mostove, zgrade, sportska zdanja, 
meliorirao je znatne dijelove naše Italije, [osnovao je] Zavod za industrijsku 
obnovu. Kada netko iznosi povijesni sud mora biti objektivan…“.
 Tajani je svakako više nego obazriv kada naziva „dramatskim zbivanjem“ mučko 
političko ubojstvo iz zasjede tadašnjeg vođe parlamentarne oporbe Giacoma 
Matteottija. Još obazrivije prešućuje ubojstva opozicionara u izbjeglištvu, 
poput Piera Gobettija. Tajanijev stranački šef, Silvio Berlusconi, svojedobno 
je tvrdio da je Mussolini političke protivnike slao na ljetovanje, 
konfinirajući ih na otocima (moj stric je, nakon konfinacije na Liparima, imao 
o tome nešto drukčiji stav; komunistički zastupnik Antonio Gramsci je od silnog 
komfora umro; u logoru na Pagu stopa smrtnosti bila je veća nego u Buchenwaldu; 
Goli iliti „Mermer“ nije u Beogradu izmišljen nego sramotno kopiran).
 Politički katolik Tajani nije ni spomenuo rat u Etiopiji, gdje su talijanske 
trupe koristile već tada zabranjene bojne otrove. Kršćanin Tajani ne navodi kao 
Mussolinijevo zlodjelo sustavni pokolj u kršćanskome koptskom samostanu Däbrä 
Libanos 21.-29. svibnja 1937. kada su pobijeni svi monasi, svećenici i biskupi 
ondje zatečeni i još 2.523 partizana, kao odmazdu za neuspio atentat na 
potkralja Rodolfa Grazianija (Hitler je sa svojim strijeljanjima „100 za 
jednoga“ bio „mala beba“ za Mussolinija, ali u Italiji pamte samo njemačke 
odmazde nad Talijanima, poput Ardeatinskih jama), a usput su spalile 115.442 
nastambe, tri crkve i golem samostanski kompleks, „koptski Vatikan“.
 Dossier Foibe Giacomo Scotti počinje svoju knjigu „Dossier Foibe“ (veoma 
poučnu i za Hrvate, i za Slovence, i za Talijane) citatom govora koji je Benito 
Mussolini održao u Puli u rujnu 1920, dakle prije stupanja na vlast. Mussolini 
je kazao, među inim, objašnjavajući kako je fašistički pokret „briljantan“: 
„Zapalili smo Avanti! u Milanu, uništili smo ga u Rimu. Upucali smo iz 
revolvera naše protivnike na izborima. Spalili smo hrvatski dom u Trstu, 
spalili smo ga i u Puli. Italija (…) će biti sila koja će sa Sredozemlja 
ravnati svu evropsku politiku. Ali za ostvarivanje mediteranskog sna treba da 
Jadran, koji je naš zaljev, bude u našim rukama. Spram rase kakva je slavenska, 
inferiorna i barbarska, ne smije se slijediti politika koja nudi Šećerlamu, 
nego politika batine. Talijanske granice moraju biti na Brenneru, Snježniku te 
na Dinari, da, na Dinari, radi zaboravljene Dalmacije!“ i nastavlja da iz 
tadašnjih talijanskih granica treba istjerati netalijane, a zatim osvojiti 
povijesne granice Italije, kako ih je tu zacrtao. Ta je politika došla na vlast 
1922, uvela diktaturu 1925 i uvela Italiju u drugi svjetski rat 1940.
 Ta je politika dugo imala nacionalni konsenzus u Italiji, čak i jači nego neke 
zločinačke politike u nas. Odjeci te politike nisu zamrli, iako ne vjerujem da 
bi i na koji način mogli uskoro postati djelatni i ugraditi se u neku agresiju, 
ekstemporiranu, anakronu.
 Ipak, kada se Tajaniju nedavno iz srca otme poklič: „Živjela talijanska 
Dalmacija!“, te kada mu iz mozga ne dopre među Mussolinijeve mane ubrojiti 
imperijalističke i kolonijalističke zločine etničkog čišćenja između dva rata u 
granicama Italije (s Libijom) te genocida iz ratova u Etiopiji, Sloveniji, 
Hrvatskoj, odnosno Crnoj Gori, nije posrijedi tek gaf, nego duboko ukorijenjeno 
nacionalno ideološko opredjeljenje koje apsolutno nije strano dijelovima 
Evropske pučke stranke u Španjolskoj, Italiji, Hrvatskoj, Madžarskoj itd.
 Predsjednik Evropskog parlamenta Antonio Tajani, iz većinske Evropske pučke 
stranke, ispričao se u četvrtak u Evroparlamentu u Strasbourgu zbog izjave dan 
ranije u intervjuu "La Zanzari“: „Kao uvjereni antifašist ispričavam se svima 
koji su se mogli osjetiti uvrijeđenima mojim riječima, koje ni na koji način 
nisu kanile opravdati ili banalizirati taj antidemokratski i totalitaran režim.“
 Većina stranaka u Evropskom parlamentu u četvrtak je nametnula promjenu 
prethodno utvrđenoga dnevnog reda te je Tajanija "privezala uza stup srama“. 
Neki su zahtijevali neodgodivu ostavku, a razmjerna većina je Tajaniju ponudila 
izbor između ostavke i isprike, pa je on nepokolebljivo odabrao drugu soluciju.
 Već u srijedu je kuku i motiku na Tajanija digao Udo Bullmann, predvodnik 
evropskih Socijalista i demokrata. Protiv Tajanija se u Strasbourgu digao i 
talijanski vladin PoKret 5 zvjezdica, iznenada ponovno otkrivši antifašističku 
vokaciju u svome populizmu. 
 Massimo Giannini, glavni urednik Radija Capital, uvrstio je Tajanijev istup u 
"fašistoidnu retoriku neke nostalgične Italije“, u bezobrazluk dijela nacije i 
dijela politike koji još nije spreman raskrstiti s narativom o domoljubnom i 
efikasnom fašizmu, jer Italija "od Kršćanske demokracije do Talijanskoga 
socijalnog pokreta, od Berlusconija do Salvinija, nikada nije upoznala 
normalnu, evropsku i konzervativnu desnicu, nego samo manje ili više 
zakrabuljene epigone [fašističkoga] Dvadesetogođa.“
 Najogorčenija je bila predsjednica Nacionalne udruge talijanskih partizana 
(ANPI) Carla Nespolo, pozvavši Tajanija da o dobrim stranama Mussolinijeva 
režima ode pričati priče u Etiopiju "gdje su kompletna naselja, djeca, žene, 
muškarci, posvema nevini, istrijebljeni plinom po Mussolinijevoj odluci. 
Agresije na Albaniju, na Grčku, na Jugoslaviju? Onorevole Tajani ih ignorira“, 
srdita je partizanka, koja dodaje: "Derubricirati umorstvo Matteottija u običan 
slučajan incident na jednome zapravo miroljubivu putu najdegutantnija je izjava 
koja se može čuti.“
 Najuviđavniji je bio predvodnikM5Su Zastupničkom domu Francesco D'Uva pozvavši 
Tajanija da "izbjegava izvaljivati gluposti.“



 

 

 === 3 ===
 

 
http://www.diecifebbraio.info/2019/03/la-dura-sorte-di-pisino-relazione-del-dottor-cordovado-sugli-eventi-del-settembre-ottobre-1943/
 
http://www.diecifebbraio.info/2019/03/la-dura-sorte-di-pisino-relazione-del-dottor-cordovado-sugli-eventi-del-settembre-ottobre-1943/
 

 “LA DURA SORTE DI PISINO”: RELAZIONE DEL DOTTOR CORDOVADO SUGLI EVENTI DEL 
SETTEMBRE-OTTOBRE 1943 

 di Claudia Cernigoi, 12 marzo 2019
 

 Nell’archivio dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di 
Liberazione di Trieste (IRSMLT n. 366) si trova una relazione, redatta dal 
dottor Marcello Cordovado (un appunto di Ercole Miani segnala che lo fece su 
incarico del CLN triestino dell’epoca), che si trovava a Pisino alla fine del 
1943.
 Lo scritto, intitolato “La dura sorte di Pisino” consta di 7 pagine e descrive 
gli avvenimenti dal 10 settembre ai primi di ottobre del 1943. Ne facciamo un 
riassunto.
 Al 10/9/43 si trovavano a Pisino circa mille soldati del Regio esercito, 
comandati dal colonnello Scrufari, e un distaccamento di carabinieri comandati 
dal colonnello Monteverde.
 Nel pomeriggio dell’11 si presentarono a Pisino una trentina di partigiani 
armati sommariamente seguiti da un centinaio di contadini senza armi. Tre 
“capi” si staccarono dal gruppo, chiesero di parlare a Scrufari, «il quale alla 
domanda di resa e di consegna immediata di tutte le armi, di alcuni ostaggi e 
di liberazione immediata dei prigionieri politici di Pisino, rispose 
affermativamente dando i rispettivi ordini di capitolazione».
 La «turba» che seguiva «l’avanguardia» si impossessò delle armi e risultò alla 
fine armata meglio dei partigiani.
 Vennero provati i cannoni, ma visto che non li sapevano usare li resero 
inutilizzabili; fu dato l’ordine di aprire i negozi e distribuire le giacenze 
alla popolazione «il risultato era che dopo pochi giorni non essendoci più 
alcun rifornimento, la popolazione era alla fame». D’altra parte «il dominio 
partigiano si svolgeva del resto senza eccessivi disordini, salvo qualche 
ammazzamento tra i partigiani stessi nelle frequenti liti durante le loro 
libazioni».
 «Alcuni squadristi vennero uccisi ed altri vennero imprigionati nel castello 
Montecuccoli. Perquisizioni, arresti e minacce si susseguirono in questo 
periodo di ansia da parte della popolazione che assisteva e subiva impotente la 
situazione».
 «La dominazione aveva però il carattere di puro slavismo e non di comunismo».
 «Il Capo partigiano tuttavia si scusava di qualche eccesso e dell’uccisione di 
alcuni squadristi, biasimando il fatto ed attribuendolo ad elementi fanatici ed 
estremisti». Poi viene citato il caso di un «procuratore delle imposte» che 
sarebbe stato «seviziato e poi ucciso» dai fratelli di una sua ex impiegata che 
egli avrebbe fatto internare, una «certa Primus». Vennero inoltre arrestate e 
portate al castello anche donne e qualche soldato germanico, ma non sembra che 
durante il “potere popolare” si siano stati eccidi di massa.
 Successivamente viene riportata la traduzione del “manifesto” pubblicato dal 
«cosiddetto comitato della liberazione durante il dominio partigiano», datato 
26 settembre 1943 «nella libera Pisino».
 Va evidenziato che il testo si rivolge al «popolo istriano» che si è ribellato 
dopo 25 anni di schiavitù e che si parla di «storico atto del 13 settembre 1943 
che segna il distacco dell’Istria dall’Italia e la sua incorporazione alla 
madre Croazia e Jugoslavia». Le deliberazioni erano le seguenti:
 «1) Tutte le leggi fasciste italiane sia sociali che economiche, le quali 
avevano lo scopo di snazionalizzare e di distruggere il nostro popolo sono 
abolite;
 2) tutti gli italiani immigrati in Istria dopo il 1918 con lo scopo di 
snazionalizzare e sfruttare il nostro popolo saranno restituiti all’Italia. Per 
singoli casi deciderà un’apposita commissione;
 3) la minoranza italiana in Istria godrà di tutti i diritti nazionali (libertà 
di lingua, scuole, stampa e libertà culturale;
 4) tutti i nomi che sono stati italianizzati (…) con la forza ed il terrore 
(…) sarà restituito alla forma croata;
 5) la lingua della chiesa sarà croata e si consentirà alla minoranza italiana 
di usare la propria lingua;
 6) le scuole croate saranno aperte quanto prima;
 7) chiamata alle armi del NOV;
 8) prestito per aiutare gli infortunati nella lotta per la libertà nazionale;
 9) giunta provinciale di liberazione eletta in veste provvisoria;
 10) saluto a Tito».
 Il Comitato provvisorio constava di una direzione di 3 membri, 10 membri del 
comitato, 15 consultori e partecipanti, tra i quali Ivan Motika qualificato 
come “giudice”, ma dato che tra le altre qualifiche leggiamo “contadino”, 
“parroco”, “impiegata”, “falegname” e così via, è probabile che Motika non 
fosse il “giudice” del Comitato, così come il “contadino” Jelevac non era il 
“contadino del comitato”, semplicemente di suo facesse il contadino come Motika 
di suo aveva la qualifica di magistrato (era laureato in giurisprudenza).
 Tornando alla descrizione degli avvenimenti, il 28 settembre avvenne il primo 
bombardamento aereo di Pisino da parte di Stukas tedeschi, che si limitò alla 
piazza dove erano riuniti gli automezzi militari e ne provocò la quasi totale 
distruzione, ma vennero colpiti e danneggiati anche «alcuni edifici 
prospicienti la piazza, come il ginnasio, il teatro e l’albergo Al Cavallino».
 «Intanto si svolgeva l’azione di rastrellamento da parte della Leibstandarte 
Adolf Hitler», divisione corazzata che «incontrò quasi sempre il vuoto dinanzi 
a sé mentre pure venivano segnalati forti contingenti di partigiani che 
sembrava non si volessero mai far agganciare» (dimostrazione che l’estensore 
della relazione non ha idea di cosa significhi la guerra di guerriglia, fatto 
questo purtroppo comune anche agli storici odierni che parlano di questi 
avvenimenti).
 Sembrava che i partigiani avessero deciso di concentrarsi nella «conca di 
Pisino» per opporre resistenza e «ciò sembrava confermato dal nutrito fuoco di 
mitragliatrici aperto contro gli aerei che effettuavano il primo bombardamento».
 Il 4 ottobre verso le 11 del mattino 13 Stukas iniziarono il bombardamento a 
bassa quota con bombe di medio calibro «colpendo indistintamente tutto 
l’abitato». La popolazione cercò scampo nelle campagne, ma «molti incappavano 
nel peggio», affermazione chiarita successivamente, perché i reparti tedeschi 
di rastrellamento «non badavano troppo per il sottile» e spesso mitragliavano 
ed uccidevano i fuggiaschi «che non sapevano spiegarsi in tedesco e 
giustificare la loro presenza fuori di casa» (ma essere “fuori di casa” era un 
motivo valido per venire falciati?), ed in tal modo vennero uccisi dai tedeschi 
anche il podestà ed il preside del ginnasio che stavano scappando verso nord.
 Verso mezzogiorno cessò il bombardamento e nello stesso tempo si avvicinò la 
prima colonna corazzata germanica dal sud di Pisino, accolta da «nutrito fuoco 
di fucileria dalle prime case». I carri armati aprirono il fuoco contro le case 
«che tosto andarono in fiamme e distrutte. Coloro che da dette case scappavano 
venivano indistintamente tutti mitragliati e stesi al suolo», e furono uccisi 
«molti innocenti tra cui donne e bambini». Proseguendo verso il centro di 
Pisino se da qualche casa proveniva una fucilata essa veniva «per pronta 
rappresaglia immediatamente incendiata».
 «Pisino presentava uno spettacolo pauroso: incendi in tutte le direzioni, in 
parte dovuti al bombardamento del mattino ed in parte al cannoneggiamento delle 
colonne (…) la popolazione era letteralmente atterrita dalle distruzioni 
compiute: l’ottanta per cento delle case era rimasto distrutto in poche ore».
 Le colonne tedesche fermarono gruppi di persone tra le case, sottoposti ad 
interrogatorio ed in parte fucilati, o portati al castello, dove «per una pura 
combinazione non successe una tragedia più grande», in quanto alcuni reparti 
tedeschi vedendo il castello pieno di prigionieri italiani che erano stati lì 
abbandonati dai partigiani che avevano lasciato Pisino, li scambiarono per 
partigiani e puntarono loro contro le mitragliatrici pesanti. Solo per 
l’intervento di un capitano tedesco che riuscì a spiegare la situazione solo 
«il primo che si era presentato davanti» venne ucciso.
 I partigiani non erano riusciti a portare via «con le tragiche corriere come 
fatto poche ore prima con il contingente dei parenzani che finirono nell’orrida 
foiba di Vines” parte dei prigionieri che quindi rimasero al castello quando 
arrivarono i tedeschi». E l’estensore conclude: «dolorosamente molti italiani 
in questa tragica giornata perdettero la vita e la cittadina fu sommersa dalla 
distruzione nel lutto e nel dolore».
 Ma questo scritto dovrebbe chiaramente dimostrare che eccidi e devastazioni 
nell’Istria post-armistizio furono operati dall’esercito nazifascista più che 
non dai partigiani.


 

 

 === 4 ===
 

 Verona, 15 Febbraio 2019 
 alle ore 18:30 presso ANPI Verona – Via Cantarane 26

 

 FOIBE: L’IMPORTANZA DI UN’ANALISI APPROFONDITA
 Interviene: Federico Tenca Montini, dottore di ricerca presso le università di 
Zagabria e Teramo
 

 Organizzato da: Rete degli Studenti Medi, Studenti Per - Accademia, Unione 
degli Universitari e ANPI sezione di Verona
 

 evento FB: https://www.facebook.com/events/219628865540211/ 
https://www.facebook.com/events/219628865540211/
 

 Locandina: 
https://www.facebook.com/retestudentimediverona/photos/a.757986177668024/1539993202800647/?type=1&theater
 
https://www.facebook.com/retestudentimediverona/photos/a.757986177668024/1539993202800647/?type=1&theater
 

 << Convegno dell'Anpi sulle Foibe, Sboarina: «Se revisionista, via lo spazio 
pubblico». Un convegno sulle Foibe organizzato dall'Anpi veronese per domani 
venerdì 15 febbraio fa infuriare il sindaco Sboarina, che minaccia di togliere 
lo spazio comunale concesso all'associazione dei partigiani. Motivo del 
contendere l'incontro dal titolo «Foibe, l’importanza di un’analisi 
approfondita sul confine italo-sloveno», organizzata con la Rete degli Studenti 
Medi, gli Studenti Per – Accademia, e l'Unione degli Universitari, con relatore 
Federico Tenca Montini, dottore di ricerca presso le università di Zagabria e 
Teramo... >> (L'Arena  14.02.2019)
 
http://www.larena.it/territori/città/convegno-dell-anpi-sulle-foibe-sboarina-se-revisionista-via-lo-spazio-pubblico-1.7122521
 
http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/convegno-dell-anpi-sulle-foibe-sboarina-se-revisionista-via-lo-spazio-pubblico-1.7122521
 

 << Foibe, il sindaco contro l'ANPI "Rischiate di perdere la sede". Sboarina: 
"Se il convegno si tiene nei termini annunciati, valuterò di togliere 
all'associazione gli spazi concessi dal Comune"... >> (L'Arena 15.2.2019)
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210443067072877&set=p.10210443067072877&type=3&theater
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210443067072877&set=p.10210443067072877&type=3&theater

 

 << NESSUNO TOCCHI L’ANPI La ricerca storica non si può censurare!
 Ieri sera il Sindaco di Verona Federico Sboarina ha minacciato ANPI Verona. 
Cogliendo l’occasione di una discussione pubblica organizzata da ANPI, Studenti 
Per - Accademia di Belle Arti Verona, Rete degli Studenti Medi Verona il 
consigliere Andrea Bacciga ha chiesto che il consiglio comunale si impegni ad 
impedire quell’evento e quello di lunedì, Io ricordo tutto. Incontro con 
Alessandra Kersevan, in osservanza ad una mozione (votata all'unanimità) che 
impegna il consiglio comunale ad impedire eventi che "giustifichino, 
minimizzino o neghino le foibe"...
Quanto sta avvenendo a Verona e in Veneto è di una gravità inaudita. Negli 
scorsi giorni, la Giunta Centrale per gli Studi Storici, con le Società degli 
Storici e delle Storiche dei diversi ambiti, congiuntamente all'Associazione 
Italiana di Public History si sono espresse sulla "preoccupante tendenza a 
“legiferare sul passato""... >> (Potere al Popolo - Verona, 15.2.2019)
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/532521957234280/
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/532521957234280/
 
 

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 Verona, lunedì 18 Febbraio 2019 
 alle ore 20,45 in Via Benedetti 18 (Zona Borgo Roma)
 

IO RICORDO...TUTTO
Incontro pubblico con Alessandra Kersevan

 Iniziativa organizzata da Potere al Popolo, PCI e PRC
 evento FB: https://www.facebook.com/events/412805419525902/ 
https://www.facebook.com/events/412805419525902/
 

 << Solidarietà alla Dott.ssa Kersevan e contro le censure alla libertà di 
pensiero del Sindaco di Verona
 Comunicato stampa, con preghiera di pubblicazione:
 Costituzione della Repubblica Italiana. Art. 21: “Tutti hanno diritto di 
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni 
altro mezzo di diffusione.”
Questo il primo comma  a garanzia, la più ampia e contro ogni arbitrio,  della 
libertà di pensiero e di espressione di ogni cittadino.  
 La Sezione Veronese dell'associazione  Giuristi Democratici  esprime tutto il 
proprio sconcerto nell'apprendere che la massima autorità cittadina, con atto 
del tutto ingiustificato sul piano del diritto costituzionale, nega l'uso di 
uno spazio pubblico, già concesso, per lo svolgimento di un convegno, da 
tenersi in una sala pubblica della città. 
 E mentre esprime ferma condanna per un atto del tutto arbitrario e scorretto  
sul piano del diritto e non solo.
 Esprime altresì la massima solidarietà alla relatrice Dott.ssa ALESSANDRA 
KERSEVAN e    agli  organizzatori della serata di approfondimento sulla vicenda 
storica delle foibe, ai quali è stato negato dal Comune di Verona l'uso della 
sala pubblica “Nicola Tommasoli.”
 Riteniamo che il diniego all'uso della sala da parte di  un'autorità  pubblica 
rappresenti una gravissima violazione delle norme  costituzionali che 
assicurano la tutela della libertà  di espressione del pensiero e di 
discussione storica su eventi tanto rilevanti.
 L'art. 21 della Cost. garantisce la libertà  di manifestazione e diffusione 
del pensiero, senza  porre limiti di contenuto. 
 E' inammissibile costituzionalmente che un Comune  si ingerisca in tal modo, 
impedendo lo sviluppo di un libero dibattito di pensiero volto alla diffusione 
alla cittadinanza di interpretazioni storiografiche.
 Inoltre i "Giuristi Democratici"  di Verona,  stigmatizzano  l'esistenza di un 
clima cittadino nel quale, anche a causa di comportamenti da parte di pubbliche 
autorità, emerge una sempre più preoccupante compressione degli spazi di 
libertà di espressione è di pluralismo.  
 Associazione "Giuristi Democratici" - Sezione di Verona, 16 febbraio 2019 >>

 
https://www.facebook.com/notes/comitato-per-la-difesa-della-costituzione-verona/solidarietà-alla-dottssa-kersevan-e-contro-le-censure-alla-libertà-di-pensiero-d/1526732320796341/
 
https://www.facebook.com/notes/comitato-per-la-difesa-della-costituzione-verona/solidariet%C3%A0-alla-dottssa-kersevan-e-contro-le-censure-alla-libert%C3%A0-di-pensiero-d/1526732320796341/
 

 << APPELLO PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE ... Ieri l’uso della sala 
inizialmente concesso ci è stato impedito con un pretesto. L’amministrazione 
comunale esegue gli ordini di Forza Nuova Verona (che aveva minacciato di 
intervenire la sera dell’incontro) e dà seguito immediato e operativo alla 
mozione censoria e liberticida [ 
https://www.comune.verona.it/media/_ComVR/Cdr/SegreteriaConsiglio/Allegati/mozioni/2017-2022/862_moz.pdf?fbclid=IwAR1xqPLf9mYtfJAcoc5bgyY2UhlCxFdY0Bv9a8eg3wDi6hBbNeiaRf0Klj0
 
https://www.comune.verona.it/media/_ComVR/Cdr/SegreteriaConsiglio/Allegati/mozioni/2017-2022/862_moz.pdf?fbclid=IwAR1xqPLf9mYtfJAcoc5bgyY2UhlCxFdY0Bv9a8eg3wDi6hBbNeiaRf0Klj0
 ] a firma di Andrea Bacciga, e sostenuta anche da tre consiglieri del PD e dai 
due del Movimento 5 Stelle... Chiediamo anche ad ANPI Verona, CGIL Verona, 
Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea e ai 
partiti che si impegnano a rispettare la democrazia a mettere a disposizione i 
loro spazi per garantire la libertà d'opinione. >> (Potere al Popolo - Verona / 
Partito della Rifondazione Comunista PRC Verona Festa in Rosso / PCI Verona - 
Sezione Arnaldo Petrone / Suburban - Azione Antifascista Verona / Nidil CGIL 
Verona / Assemblea 17 Dicembre / Circolo Pink / OPERA Nostra - Verona Bene 
Comune / Non una di meno - Verona / La Sirena - Verona / Pianeta Milk - Verona 
Lgbt Center arci-arcigay / Virtus Verona Rude Firm 1921, 16.2.2019)
 << CGIL Verona Cisl Verona e Uil VeronaSi uniscono al coro di denuncia per i 
ripetuti tentativi di limitare la libertà di espressione. >>
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/532965140523295/
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/532965140523295/
 

 << "Foibe, non siamo negazionisti. Al contrario, ricordiamo tutto". Kersevan 
da RC dopo lo "sfratto". Solidarietà dai sindacati... Il contestatissimo (alla 
vigilia) convegno sulle foibe alla fine si è tenuto nella sede di Rifondazione 
Comunista di Borgo Roma, dopo che il Comune ha negato la sala civica 
Tommasoli... >>
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/534545083698634/?type=3&theater
 
https://www.facebook.com/poterealpopoloVerona/photos/a.307475606405584/534545083698634/?type=3&theater
 

 << Vogliamo ringraziare di cuore chi ieri era presente e a chi è intervenuto. 
Una serata ricca, che ha visto una partecipazione incredibile, nonostante le 
molte polemiche pretestuose che sono state sollevate in questi giorni. Vogliamo 
però ringraziare di cuore la professoressa Kersevan per essere venuta a Verona 
nonostante l’aggressione da parte di militanti di FN e di di CPI che ebbe nel 
2013 e l’indignitosa polemica che le è stata riservata in questi giorni... >> 
(Potere al Popolo - Verona)
 https://www.facebook.com/events/412805419525902/permalink/419865958819848/ 
https://www.facebook.com/events/412805419525902/permalink/419865958819848/
 




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