L'Unione Europea ha gettato la maschera
 

 1) Gorizia 4/10: RISCRIVONO LA STORIA PER IMPEDIRE IL CAMBIAMENTO
 2) L. Cangemi, Resp. scuola PCI: Una campagna nella scuola contro le 
falsificazioni anticomuniste della storia
 3) A. Höbel: Nella mozione votata a Bruxelles una riscrittura della storia 
assurda e vergognosa
 4) D. Conti: La storia stravolta a propaganda dal parlamento europeo
 5) P. Buffa e G. Lonardi: EU-genetica della storia


Sullo stesso tema si vedano anche: 

 La crociata anticomunista della Unione Europea (rassegna JUGOINFO 27/9/2019)
 Scritti di Fazolo / Maringio' /  Cararo /  Cabras / ANPI / Gherush92
 
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/9086
 
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/9086
 

 “Se sono arrivati a mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo è perché 
glielo abbiamo lasciato fare” (di Fabrizio Poggi, 27 Settembre 2019)
 ... Prima o poi, l’Europa si unirà di nuovo contro la Russia; a loro non 
importa sotto quale bandiera, Napoleone, Hitler o Stati Uniti; su una cosa sono 
d’accordo: uccidere decine di milioni di russi NON è un crimine, ma quando i 
russi arrivano a casa loro e presentano il conto… allora è un crimine, e 
quale!...
 
http://contropiano.org/news/cultura-news/2019/09/27/se-sono-arrivati-a-mettere-sullo-stesso-piano-nazismo-e-comunismo-e-perche-glielo-abbiamo-lasciato-fare-0119069
 
http://contropiano.org/news/cultura-news/2019/09/27/se-sono-arrivati-a-mettere-sullo-stesso-piano-nazismo-e-comunismo-e-perche-glielo-abbiamo-lasciato-fare-0119069
 

 I comunisti messi fuori della legge? (di Fabrizio Poggi, 24/9/2019)
 ... Importante oggi, per i comunisti, è non attendere passivamente la messa al 
bando non solo dei simboli comunisti, ma dei comunisti in quanto tali; cosa 
fare, come muoversi, con quale prospettiva e su quali linee strategiche, 
insieme a quali alleati, per impedire che ciò accada; analizzare quali forme 
potrebbe assumere, in ragione dell’inasprirsi della contrapposizione di classe, 
una tale “legittimazione dell’infamia”, e come, per quali vie, farvi fronte, 
nel caso, molto verosimile, che essa si verifichi...
 
http://contropiano.org/news/internazionale-news/2019/09/24/i-comunisti-messi-fuori-della-legge-0118962
 
http://contropiano.org/news/internazionale-news/2019/09/24/i-comunisti-messi-fuori-della-legge-0118962
 

 La mozione Ue? Un’offesa anche ai volontari della Guerra di Spagna (di 
Associazione Italiana Combattenti Antifascisti Di Spagna, 24 settembre 2019)
 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/26/la-mozione-ue-unoffesa-ai-volontari-della-guerra-di-spagna-0119035
 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/26/la-mozione-ue-unoffesa-ai-volontari-della-guerra-di-spagna-0119035
 

 Uno spettro che ancora incute paura! (di Rete dei Comunisti, 21 Settembre 2019)
 ... Il Comunismo, il Socialismo, la rottura rivoluzionaria sono antitetici a 
questo Modo di Produzione ed al corso storico della crisi del capitalismo. 
Contro questo (pesante) dato oggettivo sono cozzati, storicamente, il 
Metternich, lo Zar di Russia, Hitler, le cancellerie occidentali e l’intero 
armamentario dell’accademia borghese particolarmente dopo gli avvenimenti 
dell’89/91. Non sarà, quindi, un codicillo del Parlamento di Bruxelles a negare 
una ragione sociale ed un processo storico. Naturalmente questa consapevolezza, 
questa vera e propria necessità per l’umanità lavoratrica non significa, in 
alcun modo, che non vada denunciata e combattuta, in tutte le sedi, la recente 
deliberazione del Parlamento Europeo e l’intera operazione di criminalizzazione 
dei comunisti. Su questo versante politico la Rete dei Comunisti si rende 
disponibile a partecipare ad iniziative che dichiarino una ferma opposizione a 
questo deliberato antidemocratico, antistorico e revisionista. Nel contempo, 
però – particolarmente verso le giovani generazioni, che sono l’obiettivo 
principale di queste narrazioni tossiche e dell’intera comunicazione deviante 
del capitale – occorre assumere la “difesa del Comunismo” come elemento 
scientificamente dinamico ben oltre le suggestioni nostalgiche ed 
incartapecorite di una certa “sinistra” le quali, nettamente, si configurano 
fuori da ogni dialettica reale nella società costituendo la negazione degli 
elementi di vera modernità di tale processo universale di liberazione 
collettiva...
 
http://lnx.retedeicomunisti.net/2019/09/21/uno-spettro-che-ancora-incute-paura/ 
http://lnx.retedeicomunisti.net/2019/09/21/uno-spettro-che-ancora-incute-paura/
 

 La Ue cancella Stalingrado (di Giorgio Cremaschi, 21/9/2019)
 ... oltre alla ragione autoritaria all’interno della UE, il voto del 
Parlamento europeo serve ad una scopo ancora più grave: la guerra alla Russia. 
La NATO oramai comanda la UE, e non a caso la nuova presidente Ursula von der 
Leyen è stata un ministro dalla difesa fanatico del riarmo della Germania...
 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/21/la-ue-cancella-stalingrado-0118915 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/21/la-ue-cancella-stalingrado-0118915
 

 La maggioranza del Parlamento europeo promuove l'anticomunismo e la 
riscrittura della storia (Nota dell'Ufficio Stampa degli eurodeputati del 
Partito Comunista Portoghese, 20 Settembre 2019)
 
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/antifascismo/29996-la-maggioranza-del-parlamento-europeo-promuove-lanticomunismo-e-la-riscrittura-della-storia
 
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/antifascismo/29996-la-maggioranza-del-parlamento-europeo-promuove-lanticomunismo-e-la-riscrittura-della-storia
 

 Il revisionismo al suo apice. L'Europa e la memoria artificiosa (di Nicolò 
Monti, Segretario Nazionale della FGCI, 21 Settembre 2019)
 
http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/29997-il-revisionismo-al-suo-apice-leuropa-e-la-memoria-artificiosa
 
http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/29997-il-revisionismo-al-suo-apice-leuropa-e-la-memoria-artificiosa
 

 L’UNIONE EUROPEA PER LA MESSA AL BANDO DEI SIMBOLI COMUNISTI (Partito 
Comunista, 18 settembre 2019)
 
https://ilpartitocomunista.it/2019/09/18/lunione-europea-per-la-messa-al-bando-dei-simboli-comunisti/
 
https://ilpartitocomunista.it/2019/09/18/lunione-europea-per-la-messa-al-bando-dei-simboli-comunisti/
 

 Il Parlamento Europeo è diventato il portabandiera dell'anticomunismo, 
l'ideologia ufficiale dell'UE (Dichiarazione del Partito Comunista di Grecia – 
KKE)
 
http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/30008-il-parlamento-europeo-ediventatoil-portabandiera-dellanticomunismo
 
http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/30008-il-parlamento-europeo-ediventatoil-portabandiera-dellanticomunismo
 


 

 === 1 ===
 

 Gorizia, venerdì 4 ottobre 2019
 alle ore 18 alla Casa del Popolo di Via delle Monache 10
 

 RISCRIVONO LA STORIA PER IMPEDIRE IL CAMBIAMENTO
 

 Contro la risoluzione del Parlamento europeo che equipara nazismo e comunismo, 
falsificando le cause e gli eventi che portarono alla Seconda Guerra Mondiale
 

 Dibattito Pubblico con ALESSANDRA KERSEVAN
 coordinatrice della collana "Resistenza Storica" delle edizioni KappaVu
 

 Ne discutiamo insieme ai rappresentanti delle forze della sinistra isontina
 

 Promuovono: Potere al Popolo Isontino, PCI Federazione di Gorizia 
 

 

 === 2 ===
 

 
http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/30000-una-campagna-nella-scuola-contro-le-falsificazioni-anticomuniste-della-storia
 
http://www.marx21..it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/30000-una-campagna-nella-scuola-contro-le-falsificazioni-anticomuniste-della-storia
 

 Una campagna nella scuola contro le falsificazioni anticomuniste della storia
 
22 Settembre 2019
 

 Comunicato stampa

La vergognosa risoluzione con cui una variopinta maggioranza del Parlamento 
europeo promuove, con un concentrato francamente inaudito di falsificazioni ed 
omissioni, l’equiparazione tra nazismo e comunismo è lo sviluppo 
pericolosissimo di un progetto di lungo periodo delle classi dominanti. 
Un progetto che ha la duplice caratteristica della vendetta storica contro quel 
movimento che ha messo in discussione il potere della borghesia e dell’ipoteca 
sull’avvenire.
Questo progetto di distorsione (il termine revisionismo è probabilmente 
insufficiente) si è dispiegato mettendo in campo un apparato mediatico, 
editoriale, accademico con risorse praticamente illimitate. Le stesse 
istituzioni formative pubbliche ne sono state pesantemente permeate. Nella 
scuola pubblica italiana, nonostante la resistenza valorosa di tanti e tante 
docenti si è strutturato un discorso “revisionista”, in particolare facendo 
leva su un ambiguo uso della categoria di totalitarismo, che sta diventando 
senso comune. Un processo che si intreccia con quello più complessivo, ed 
anch’esso fortemente organizzato dall’alto, di attacco alla dimensione storica 
nei percorsi scolastici.
È necessario reagire, anche perché, conoscendo la sensibilità degli apparati 
istituzionali della formazione al “sistema Europa” (sensibilità fatta anche di 
elementi assai concreti come finanziamenti, progetti, incarichi…) non è 
difficile immaginare che il segnale che viene dal Parlamento di Strasburgo sarà 
presto raccolto e amplificato.
Il dipartimento istruzione del PCI fa appello al mondo della scuola ed 
all’intellettualità democratica per aprire una fase d’impegno serio su questo 
terreno. Un impegno che parta da una ricognizione ed uno studio serio della 
situazione reale: in quali forme la campagna revisionistica ha marciato nelle 
scuole? Quali sono i contenuti distorti di molti manuali in uso? Qual è il 
ruolo svolto da iniziative nazionali del ministero in questo senso? Come sono 
condizionati i percorsi di formazione degli insegnanti? Qual è il ruolo 
dell’Università? Una grande inchiesta dunque sulla macchina revisionista 
all’opera nel sistema nazionale dell’istruzione.
E accanto ad essa l’apertura di una campagna larga di dibattito che affronti il 
nodo dell’uso pubblico della storia, che sottoponga a critica i dispositivi 
egemonici che si sono affermati negli ultimi decenni.
Una battaglia politica e cultura essenziale per il futuro.

Luca Cangemi
Responsabile nazionale scuola del PCI

 

 

 === 3 ===
 

 
https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/2019/09/22/nella-mozione-votata-a-bruxelles-una-riscrittura-della-storia-assurda-e-vergognosa/
 
https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/2019/09/22/nella-mozione-votata-a-bruxelles-una-riscrittura-della-storia-assurda-e-vergognosa/
 

 Nella mozione votata a Bruxelles una riscrittura della storia assurda e 
vergognosa


 di Alex Höbel, segreteria nazionale Pci – 22 Settembre 2019

La mozione “sull’importanza della memoria” (un titolo davvero beffardo!) 
approvata dal Parlamento europeo ( 
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html 
http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html ) coi voti 
di gran parte dell’emiciclo (compresi quasi tutti i rappresentanti del Pd, tra 
cui quel Giuliano Pisapia che come criminali comunisti contribuimmo a eleggere 
alla Camera nelle liste del Prc) costituisce un documento di estrema gravità, 
il cui significato non può essere sottovalutato. Di fatto, nell’anniversario 
dello scoppio della Seconda guerra mondiale, nella quale la barbarie 
nazifascista fu battuta anche e soprattutto grazie al contributo decisivo 
dell’Unione Sovietica, coi suoi circa 25 milioni di caduti e pagine epiche come 
la resistenza dei leningradesi a 900 giorni di assedio o la vittoria di 
Stalingrado, si anticipa la data di inizio del conflitto, che viene fissata al 
patto Molotov-Ribbentrop anziché all’aggressione tedesca contro la Polonia, il 
1° settembre 1939 (solo dopo 16 giorni, l’Urss penetrò a sua volta in 
territorio polacco, evidentemente a scopo difensivo, ossia in reazione 
all’attacco hitleriano, che imponeva – può essere duro dirlo, ma è la concreta 
realtà storica – di non lasciare che le truppe tedesche dilagassero in tutta la 
Polonia giungendo ai confini dell’Urss, il che peraltro aveva costituito uno 
dei motivi del patto Molotov-Ribbentrop). Questa modifica della data di inizio 
del conflitto costituisce ovviamente un atto del tutto arbitrario, una vera e 
propria riscrittura della realtà di stampo orwelliano. 

Ma se proprio dovessimo anticipare l’inizio della guerra a prima dell’avvio 
delle operazioni militari, allora perché non fissarne l’inizio alla Conferenza 
di Monaco del 1938 dove Gran Bretagna e Francia lasciarono mano libera a 
Hitler? O magari farla coincidere con l’Anschluss tedesco dell’Austria? O con 
l’annessione hitleriana dei Sudeti? Sarebbe penoso per i deputati 
euro-atlantisti dover ricordare che per diversi anni le gloriose democrazie 
liberali respinsero le proposte sovietiche di sicurezza collettiva (la politica 
del ministro degli Esteri Maksim Litvinov), preferendo piuttosto l’appeasement 
con Hitler e Mussolini, nella segreta speranza che l’aggressività nazista si 
rivolgesse, come Hitler stesso aveva scritto nel Mein Kampf, contro l’Unione 
Sovietica e i “barbari popoli slavi”, da sottoporre a un regime 
semi-schiavistico i cui precedenti erano proprio nelle politiche coloniali di 
quelle stesse democrazie. Certo, sarebbe sconveniente ricordare queste cose, o 
magari le atomiche lanciate sul Giappone dagli Usa di Truman a guerra ormai 
finita, sostanzialmente solo per dare un chiaro e macabro segnale all’Unione 
Sovietica.
Il vergognoso documento, peraltro, non si ferma qui. Nelle considerazioni 
iniziali, afferma che, “sebbene i crimini del regime nazista siano stati 
giudicati e puniti attraverso i processi di Norimberga, vi è ancora un’urgente 
necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini 
giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature”, e 
ricorda con evidente apprezzamento “che in alcuni Stati membri la legge vieta 
le ideologie comuniste e naziste”. Insomma, invece di contestare le gravissime 
misure approvate da parlamenti di Stati autoritari dell’Europa orientale (si 
veda il divieto di esporre simboli comunisti sancito nel 2009 nella Polonia di 
Kaczynski), che sull’anticomunismo e la russofobia stanno cercando di costruire 
loro identità iper-nazionaliste (in questi casi, a quanto pare, il “sovranismo” 
nazionalista piace!), il Parlamento europeo le prende a modello, approvando 
evidentemente la messa fuori legge di organizzazioni comuniste, già 
sperimentata nella Repubblica Ceca, o il divieto di presentare le liste 
comuniste alle elezioni, già verificatosi in Ucraina pochi mesi fa ( 
http://www.sinistraineuropa.it/europa/ucraina-vietato-ai-comunisti-candidarsi-alle-elezioni-presidenziali/
 
http://www.sinistraineuropa.it/europa/ucraina-vietato-ai-comunisti-candidarsi-alle-elezioni-presidenziali/
 ). E si giunge ad auspicare una nuova “Norimberga” che dovrebbe processare non 
si capisce bene chi: il cadavere di quel Ceaușescu fucilato dopo un 
processo-farsa? O magari quello di Erich Honecker, la cui autodifesa 
costituisce un documento da leggere e su cui riflettere?
Se si scorre il testo della risoluzione, la gravità dell’operazione risalta in 
modo evidente. Grave l’art. 14, che assieme alla Ue (e come se fossero la 
stessa cosa) esalta la Nato, ente notoriamente pacifico che ha portato la 
democrazia ovunque nel mondo. Assurdo l’art. 15, che rappresenta una specie di 
paternale a Putin e fa capire l’intento anche anti-russo dell’operazione. Grave 
ancora l’art. 17, che con evidente compiacimento “ricorda che alcuni paesi 
europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti”, come se 
fossero la stessa cosa: che dovremmo aspettarci allora, il divieto della falce 
e martello anche in Italia? La messa al bando del simbolo del Pci?
In generale, il senso di questo squallido documento è l’equiparazione tra 
“comunismo” (alternato nel testo a “stalinismo”, quindi con una totale 
identificazione dei due termini, cosa su cui il 99% degli storici avrebbe molto 
da eccepire) e nazismo. Evidentemente, si vuole combattere ancora una volta una 
guerra preventiva non solo contro il passato (che non può certo esser riscritto 
da queste buffonate), ma anche contro la ripresa dell’idea di un’alternativa di 
sistema, che coloro i quali stanno spingendo il Pianeta alla catastrofe temono 
(e cercano di presentare) come il diavolo. Al tempo stesso, si “liscia il pelo” 
ai governi più reazionari dell’Europa orientale, probabilmente al fine di 
ammorbidirne le posizioni critiche verso la stessa Ue, che a quanto pare si 
attrezza a diventare più simile a loro, quanto meno nella lettura della storia 
e nei “valori condivisi”.
Si tratta dunque di un documento la cui gravità è certamente chiara a quelli 
che lo hanno scritto e promosso; resta da capire se lo sia anche a coloro che 
lo hanno irresponsabilmente votato.
 

 

 === 4 ===
 

 
https://ilmanifesto.it/la-storia-stravolta-a-propaganda-dal-parlamento-europeo/ 
https://ilmanifesto.it/la-storia-stravolta-a-propaganda-dal-parlamento-europeo/
 

 La storia stravolta a propaganda dal parlamento europeo


 Rovescismo storico. Il patto tra Molotov e Ribbentrop fu firmato il 23/8/ 
1939, quasi un anno dopo il Patto di Monaco del 30/9/1938 tra i nazisti e i 
governi di Londra e Parigi che così legittimavano
 

 di Davide Conti 
su Il Manifesto del 26.09.2019 

 «Il comunismo quale si viene attuando in Urss è agli antipodi del nazismo: il 
comunismo è impregnato di fratellanza cristiana ed è perciò antirazzista per 
eccellenza mentre il nazismo e il fascismo sono essenzialmente e in primo luogo 
razzisti. Quindi due fenomeni inconciliabili e opposti il comunismo e il 
nazismo».

QUANDO Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, il 23 
luglio 1944 pronuncia queste parole al teatro Brancaccio in una Roma da poco 
liberata dagli Alleati, il quadro storico e politico in cui è maturata e si sta 
combattendo la seconda guerra mondiale gli è, naturalmente, chiarissimo. Da una 
parte le forze dell’Asse guidate dalla Germania di Hitler dall’altra l’Alleanza 
internazionale antifascista composta da Usa, Urss, Gran Bretagna e Francia.

È UNA GUERRA totale e di sterminio quella scatenata dalle dittature 
nazifasciste che può e deve concludersi, secondo la formula stabilita da 
Churchill e Roosvelt nella conferenza di Casablanca del gennaio 1943, solo con 
la «resa senza condizioni» di Italia, Germania e Giappone ovvero con la 
cancellazione dei regimi dittatoriali che hanno portato questi paesi e il mondo 
alla più grande catastrofe bellica della storia dell’umanità.

Il 19 settembre scorso il Parlamento europeo si è incaricato di riscrivere 
quella storia con l’avallo di 535 deputati (tra cui l’intera destra italiana e, 
salvo rare eccezioni, il Pd) che hanno votato la Risoluzione «sull’importanza 
della memoria europea per il futuro dell’Europa» che ha, di fatto, equiparato 
sul piano storico nazismo e comunismo.

IL DOCUMENTO afferma che la Seconda guerra mondiale «è iniziata come 
conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico 
del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop». Contestualmente 
la risoluzione «invita tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la 
Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari». 
Indicazioni che esprimono insieme un falso ed un’omissione storica, finalizzati 
a cancellare le enormi responsabilità delle democrazie europee di fronte 
all’ascesa del potere nazista.

IL PATTO Molotov-Ribbentrop venne siglato quasi un anno dopo il Patto di Monaco 
stipulato il 30 settembre 1938 tra i nazisti ed i capi di governo britannico e 
francese Chamberlain e Daladier. Quell’accordo sancì non solo l’appeasement 
(l’accomodamento) alla politica di Hitler (che aveva già annesso l’Austria e 
invaso la Cecoslovacchia) da parte di Parigi e Londra, ma anche l’isolamento 
dell’Urss rispetto alle mire belliche tedesche.

IL SECONDO conflitto mondiale fu vinto grazie all’enorme sforzo umano e 
militare dell’Unione Sovietica, che pagò un tributo di 25 milioni di morti 
(metà delle vittime totali della guerra) per la sua strenua lotta al 
nazifascismo rappresentata nell’immaginario collettivo dalla Resistenza delle 
città di Leningrado e Stalingrado.

A loro prima di tutto avrebbe dovuto doverosamente rivolgersi la risoluzione 
del Parlamento che si propone di «onorare le vittime». Al contrario 
l’equiparazione di aggressori e resistenti, di vittime e carnefici lungi dal 
rappresentare la «valutazione chiara e fondata su principi» proclamata dal 
documento, finisce per scardinare le basi stesse dei fondamenti democratici 
emersi dalla catastrofe bellica, ponendo sullo stesso piano i nazifascisti ed i 
partigiani comunisti di tutta l’Europa che invece combatterono, insieme a 
cattolici, socialisti, azionisti, monarchici, repubblicani e militari, a fianco 
delle forze Alleate contribuendo in modo fondamentale non solo all’esito della 
guerra ma alla costruzione istituzionale e costituzionale delle democrazie 
europee di massa del Novecento. Anche a loro sarebbe spettato il tributo, 
scandalosamente assente, delle istituzioni di Bruxelles.

L’EUROPA chiede alla Russia di fare i conti con il proprio passato ma è lo 
stesso continente in cui nel dopoguerra criminali tedeschi e italiani (ma non 
solo loro) vennero amnistiati e riciclati ai vertici dello Stato in nome 
dell’anticomunismo e dove ancora oggi i governi si rifiutano di risarcire i 
familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo nazifascista.

LA RISCRITTURA e lo stravolgimento della storia operati a Bruxelles, mossi da 
una nuova politica di appeasement stavolta nei confronti dei governi della 
destra regressiva instaurati a Budapest, Varsavia e fino a poco fa a Kiev, 
«chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa» da diffondere 
«nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole». Di nuovo, 
dunque, il controllo «per legge» del passato espropria la storia del suo 
orizzonte di senso, trasformandola in strumento di propaganda il cui 
macroscopico approdo torsivo è rappresentato dall’improprio richiamo alla Nato 
come fattore fondativo della Ue.

IL PRESIDENTE del Parlamento David Sassoli tentando di giustificare la 
risoluzione ha dichiarato, sbagliando persino data, che non ci si deve 
dimenticare che «quarant’anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivarono i 
carri armati». Nessuno lo dimentica, come nessuno dimentica il colpo di Stato 
militare in Grecia del 1967 o il sostegno alle dittature in Spagna e Portogallo 
fino al 1974. Tutte «patrie europee» in cui le potenze continentali ebbero un 
ruolo di grave responsabilità e connivenza nel sostegno alle dittature.

Il Parlamento di Bruxelles non ha approvato risoluzioni contro i governi di 
allora o contro la stessa Nato che li sostenne. D’altro canto la storia è 
materia troppo alta e complessa per lasciarla al voto di deputati non degni 
della storia dei padri.
 

 


 === 5 ===
 

 http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995

 

 EU-genetica della storia


 di Patrizia Buffa - Giorgio Lonardi, 25 Settembre 2019
 

 Con la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 
sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa, l’assemblea di 
Strasburgo “invita tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la 
Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a 
livello sia nazionale che dell’UE e a sensibilizzare le generazioni più giovani 
su questi temi inserendo la storia e l’analisi delle conseguenze dei regimi 
totalitari nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole 
dell’Unione; invita gli Stati membri a promuovere la documentazione del tragico 
passato europeo, ad esempio attraverso la traduzione dei lavori dei processi di 
Norimberga in tutte le lingue dell’UE”.
 Già il titolo smaschera la finalità del documento parlamentare.  La 
risoluzione è, infatti, finalizzata a un uso tutto politico della memoria 
collettiva e della storiografia. Si tratta di un’operazione ideologica volta a 
definire una pretesa identità europea per il futuro che serve contestualmente a 
designare il nemico politico interno ed esterno del cosiddetto Occidente. 
Nemici in politica estera sono oggi tutti quei paesi che si oppongono alle 
politiche UE e NATO mentre, in  politica interna, nemici sono quelli che si 
battono per i diritti sociali e per la difesa dei beni pubblici.
 La mozione parlamentare, che oggi sembra sorprendere molti, non nasce dal 
nulla, ma porta a maturazione un lungo processo d’interpretazione 
storiografica, affermatosi già a metà del secolo scorso. È sufficiente  
scorrere velocemente i testi scolastici per capire quanto pervasiva sia stata 
una certa interpretazione della storia novecentesca e non, omologante e figlia 
di elaborazioni teoriche che affondano le radici negli anni di massima 
virulenza della Guerra fredda. Stiamo ovviamente parlando dell’uso estremamente 
disinvolto e astratto che si fa nelle scuole, nel dibattito politico e nella 
costruzione della memoria collettiva, del concetto di totalitarismo.
 Colpisce che tale concetto sia stato coniato e corroborato da pensatori che 
hanno imposto l’uso di categorie generalizzanti e omologanti in ambito storico. 
Pensatori come Arendt, Brzezinski e Popper hanno acquisito ormai il crisma 
dell’auctoritas: le loro tesi non solo vengono presentate come  verità assolute 
e incontrovertibili, ma assurgono ormai a vere e proprie categorie utili a 
definire intere epoche. Eppure, importanti storici, non certo di formazione 
bolscevica, hanno criticato con argomenti scientifici tale generalizzazione 
arbitraria. A tal riguardo, vale la pena ricordare quanto affermava G. L. 
Mosse, che così si esprimeva a riguardo, in un’intervista degli anni Settanta: 
“Il concetto di “totalitarismo” mi trova contrario, perché mi sembra una 
generalizzazione falsa; o, per dir meglio, è una tipica generalizzazione 
dipendente da un punto di vista liberale. Vediamo infatti che chi ne fa uso -ad 
esempio Hanna Arendt nel suo libro “Le origini del totalitarismo”– lo applica 
ad ogni cosa che sia contro le istituzioni liberal-parlamentari. Costoro 
mettono quindi nello stesso mazzo comunismo e fascismo, Stalin e Hitler. Questa 
è una delle critiche che io rivolgo al punto di vista liberale: esso adopera il 
concetto di totalitarismo come un’etichetta buona per qualsiasi cosa sia 
antiliberale, con il risultato di velare le differenze.
 Tra Lenin, Stalin e Hitler le differenze sono grandi così come sono grandi le 
differenze tra bolscevismo e fascismo. Il concetto di totalitarismo vela queste 
differenze, perché guarda il mondo esclusivamente dal punto di vista di un 
liberale.”[1] 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995#_ftn1
 D’altronde, la stessa risoluzione del Parlamento UE obbedisce a una necessità 
presente e futura: l’elaborazione di un impianto ideologico e di una narrazione 
storica di comodo a supporto della costruzione di un polo imperialista europeo 
e delle sue scelte di natura economico – politica.
 È peraltro evidente, dai punti 13 e 14, la volontà di perimetrazione del 
nemico attraverso una dialettica di in e out. Appare chiaro il progetto 
politico delle classi dirigenti UE: costruire un’identità europea forte, in 
grado di sussumere i vecchi nazionalismi europei – ben rappresentati dagli 
ormai anacronistici fascismi novecenteschi – in nome di un nuovo feticismo 
identitario. Così recita a questo proposito la mozione: “l’integrazione 
europea, in quanto modello di pace e di riconciliazione, è il frutto di una 
libera scelta dei popoli europei, che hanno deciso di impegnarsi per un futuro 
comune, e che l’Unione europea ha una responsabilità particolare nel promuovere 
e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di 
diritto, sia all’interno che all’esterno del suo territorio […] sottolinea che, 
alla luce della loro adesione all’UE e alla NATO, i paesi dell’Europa centrale 
e orientale non solo sono tornati in seno alla famiglia europea di paesi 
democratici liberi”.
 In quest’ottica viene rispolverata ancora una volta la stereotipata 
contrapposizione Occidente (liberal – liberista) versus Oriente (dispotico e 
autoritario).
 Si pretende di fare un’operazione di ontologizzazione: l’Occidente diventa una 
monolitica realtà politico – economico – culturale, accompagnata da narrazioni 
surrettizie fatte di rimozioni e selezioni ad hoc. È proprio in queste 
narrazioni che si afferma la notte dell’intelligenza liberale “in cui tutte le 
vacche sono nere”. Il richiamo alla matrice razionalista e alla stagione 
illuminista, generatrici di diritti, di fatto consiste nell’enfatizzare solo 
alcuni aspetti, espungendone altri. In particolare, viene demonizzato e 
cancellato, come estraneo alla storia occidentale, quel ciclo rivoluzionario 
che va dalla rivoluzione francese a quella bolscevica, con l’intero suo portato 
emancipatorio e universale.
 A tal proposito, vale la pena rileggere le pagine di Domenico Losurdo sul 
revisionismo storico di matrice liberale: “Agli occhi dei loro antagonisti, i 
bolscevichi sono asiatici e gente di colore allo stesso modo in cui i giacobini 
sono turchi; gli uni e gli altri fanno parte dell’Islam per le medesime ragioni 
per cui, passando ora all’America, i comunardi, i socialisti o i comunisti (o 
anche i semplici scioperanti) vengono assimilati ai <<pellerossa>> ovvero, 
ancora una volta, ai <<turchi>>, mentre gli abolizionisti, se non come neri, 
vengono comunque bollati come fautori della miscegenation e 
dell’imbastardimento della razza”[2] 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995#_ftn2.
 Contro ogni omologazione revisionistica di matrice liberale, va riaffermato 
prepotentemente il rapporto di filiazione tra la concezione universale e 
egualitaria dell’uomo, propria dell’illuminismo, e quella ancora più universale 
ed emancipatrice del comunismo. Dalla Costituzione giacobina del 1793, alla 
Comune di Parigi del 1871, passando per la Congiura degli Eguali di Babeuf, un 
filo rosso attraversa la storia delle classi popolari europee, la lotta per il 
riscatto sociale, per l’emancipazione e per l’uguaglianza dell’umanità intera. 
Nulla di questa storia può essere associato all’antitetica visione del mondo 
nazifascista, tutta fondata su un ordine sociale fatto di Übermenschen e 
Untermenschen.  D’altronde, il nazismo non può essere considerato lo stato 
patologico o il buco nero  nella “civile Europa” del Ventesimo secolo. Esso  
costituisce il compimento e la maturazione di un processo tutto europeo e 
proprio dell’affermazione degli Stati – nazione. Hitler stesso giustifica 
l’espansionismo tedesco e le politiche di sterminio,  richiamandosi proprio a 
un altro filone della tradizione europea (esatto opposto del giacobinismo 
illuminista), quello del colonialismo/imperialismo/schiavismo.
 Oggi come ieri, dunque, la narrazione storica ufficiale è funzionale ai 
disegni geopolitici delle classi dominanti. In primo luogo, questa eugenetica 
della storia serve a togliere definitivamente, dalla cassetta degli attrezzi 
ideologici, la possibilità di lettura degli eventi in chiave rivoluzionaria, 
relegando così le classi popolari in una deterministica condizione di eterna 
subalternità alle decisioni delle classi dominanti. Tale dispositivo ideologico 
serve inoltre a cementare un falso senso di appartenenza interclassista alla 
“Fortezza Europa” a danno dei migranti e di quegli Stati che non appartengono a 
NATO e UE e vengono, pertanto, dipinti come ostili ai popoli dell’Unione 
europea. A conferma di ciò vale la pena ricordare che il nuovo commissario UE 
alle migrazioni è stato designato quale deputato alla «protezione dello stile 
di vita europeo». In conclusione, tutto ciò che è altro dalla UE è un nemico.
 Di fronte alla bancarotta ormai conclamata della cosiddetta sinistra, succube 
del pensiero unico liberal/liberista, in questa fase di infima coscienza di 
classe, è compito dei comunisti e, più in generale, di tutta  la sinistra di 
classe portare avanti anche la battaglia delle idee.
 [1] 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995#_ftnref1
 George L. Mosse, Intervista sul nazismo (1977)
 [2] 
http://contropiano.org/interventi/2019/09/25/eu-genetica-della-storia-0118995#_ftnref2
 Domenico Losurdo, Il revisionismo storico, 1996 p.63


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