... mi e' appena arrivata, non ho parole.

f.

>
> Yogux, Microyoga e il copyright creativo
>
> La giustizia californiana riconosce il copyright
> sullo yoga. Per il mondo
> open source niente di importante, ma che tristezza!
>
> Una corte federale U.S.A. ha stabilito che una
> sequenza di asana (posizioni)
> yoga, elaborate in maniera sufficientemente creativa
> è degna di protezione
> intellettuale. La decisione è solo l'ultimo atto
> della giustizia statunitense,
> che sembra essere diventata il laboratorio mondiale
> del copyright creativo.
>
> Niente paura: l'ex ministro Giulio Tremonti stavolta
> non c'entra. La disputa
> è tra Bikram Choudhury, il fondatore indiscusso del
> popolare marchio "Bikram
> Yoga", che per semplicità chiameremo "Microyoga", e
> l'"Open Source Yoga Unity
> Inc.", che per noi sarà semplicemente "Yogux",
> un'organizzazione di istruttori
> che combatte i marchi e il copyright di Microyoga.
>
> Felici, ovviamente, gli avvocati di Choudhury: "Sono
> molto soddisfatta,"
> ha detto Susan Hollander, "sebbene il caso non sia
> ancora concluso, l'opinione
> del giudice ha chiarito la legittimità del copyright
> sullo yoga."
>
> Il tribunale, nella persona del giudice Phyllis
> Hamilton, della Corte federale
> di San Francisco, ha comunque riconosciuto la
> singolarità del caso, scrivendo
> che "sembra improprio, e incredibile, che una
> sequenza di posizioni yoga
> possa essere oggetto di proprietà intellettuale."
> Nonostante questo, e nonostante
> la mancanza di precedenti su questioni analoghe, ha
> stabilito che nulla osta
> all'apposizione del copyright.
>
> Sembra dunque probabile che Miss Hamilton rigetterà
> l'istanza di Yogux, che
> chiede la nullità del copyright apposto da Microyoga
> sulle proprie sequenze
> di asana. Se così fosse, il signor Choudhury potrà
> ricorrere a tutti i mezzi
> per minacciare e diffidare tutti i maestri yoga
> interessati all'utilizzo
> di sequenze Microyoga o simili.
>
> Non ci associamo agli allarmismi delle riviste web
> specializzate d'oltreoceano.
> In quel lontano tribunale californiano non si sta
> svolgendo una causa determinante
> sui futuri equilibri mondiali: se una sequenza di
> posizioni yoga potrà essere
> oggetto di copyright, il mondo non cambierà di
> certo.
>
> Preoccupante, invece, la vicenda lo è dal punto di
> vista del costume. Vedere
> dei maestri yoga combattere in tribunale a colpi di
> cavilli e di avvocati
> costosissimi, per questioni di proprietà
> intellettuale, deve essere uno spettacolo
> tristissimo. Significa che siamo davvero caduti in
> basso.
>
> Michele Bottari




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