Very interesting your
opinion.
Ma poiché credo lei sia italiano, mi
perdonerà se utilizzo il nostro dialetto.
E' anche lei dunque un convertito
alla doppia scrittura virgiliana?
Perché non solo è inconcepibile
pensare di capire Virgilio traducendolo in altra lingua, ma l'ambiguità di
Virgilio fa parte della storia stessa, e non può essere sciolta in nessuna
maniera senza compromettere la drammaticità dell'Opera.
Non esistono versioni recitate di
rilievo per questo motivo.
L'Eneide di Franco Rossi fu un completo fallimento
benché egli fosse un regista eccellente come dimostrò nell'Odissea.
La sua intuizione sull'infandum di 2.3 è
semplicemente geniale e la citerò nei miei lavori.
Ma c'è di più, a mio modesto avviso: infandum è un
termine strategico per Virgilio, come pius and infelix.
Infandum appartiene specificamente ad Enea: va
tradotto (se necessario!) con "abominevole", e ricorre nei seguenti
casi:
- amore abominevole (di Didone per Enea, ovvero
amore per l'abominevole Enea);
- guerra abominevole (contro Enea, l'abominevole;
ovvero in senso proprio denominativo, come "guerra giugurtina");
- testa abominevole (infandum caput, in senso
letterale: l'abominevole testa di Enea, perché egli ha le sembianze di un
Demone, e Didone l'ha saputo quando ha invocato gli Inferi).
Ora spero lei non pensi che io ce l'abbia con
l'Eroe troiano: io non ce l'ho affatto.
Questo è semplicemente il pensiero di Virgilio,
anche se qualcuno fatica ancora a leggere la doppia scrittura.
Anche lei, mi consenta, ha una visione della fine
del Quarto Libro troppo sfavorevole a Didone: la Regina è stata insultata, come
lei dice così bene, e non si può sempre subire: Virgilio ha preparato una
micidiale risposta ad Enea, ed un completo ribaltamento delle aspettative: basta
saperlo leggere, e se si trovano difficoltà, aiutarsi con Ovidio e Silio
Italico, che sono più efficaci di eventuali note autoesplicative di Virgilio
stesso.
La invito sul mio sito (www.queendido.org), dove confluiscono gli
studi di eminenti studiosi internazionali, e dove spero lei voglia lasciare un
suo intervento.
Grazie, distinti saluti,
Salvatore Conte
Likewise reading Aeneid only in translation, even by the best
translator in the world, would be an irreparable loss. Every Latin translation, especially of poetry, is a mystified text, because there are some hidden ideas and concepts sent by the author we can find out only in the Latin text and that should be very important in the refined culture of Augustan age. For example what Horace calls ?Callida iunctura?, shrewd union, putting 2 words, grammatically separated or that can be interpreted in 2 different ways, one next to the other ?Infandum, regina, iubes renovare dolorem? (Aen. II,3). Infandum refers to dolerem but the reader, and the listener in the case of Dido and Virgil?s public, connect it to regina, understanding that her wonderful qualities are indescribable or that is an hidden offence, like horrible, that anticipates the end of book IV. |