Ciao Karlessi!

Il 30 Settembre 2023 17:47:06 UTC, karlessi <karle...@alekos.net> ha scritto:
> Buonasera,
> 
> sì, Giacomo. Leggendoti ho (spesso) una sensazione analoga a quella segnalata 
> da Giancarlo: sei davvero convinto di comprendere tutto più di chiunque 
> altro? 

No, non tutto.

Sono molto curioso in effetti, ma sono certo che esistano persone più curiose 
di me.


> Forse non cogli l'ironia, il sarcasmo, il ricorso a figure retoriche in 
> alcune frasi? 
> O forse scegli deliberatamente di ignorarle per reiterare la questione 
> dell'imparare 
> l'informatica, e in particolare di imparare a scrivere codice? 

Più semplicemente, assumo sempre buona fede. 

È doppiamente utile: permette di aiutare chi è in difficoltà e di smascherare 
rapidamente 
chi assume malafede nell'interlocutore.

Chi me l'ha insegnato la chiamava "hacker ingenuity" ;-)


> Personalmente mi trovo d'accordo sul fondo del tuo ragionamento, se l'ho 
> inteso bene.

Non mi sorprende: conosci bene come me la realtà di cui stiamo parlando.


> Politicamente mi colloco in netta opposizione a questa ennesima truffa 
> spacciata per
> grande innovazione (mi riferisco alle cosiddette IA).
> 
> Persino legalmente (non sono legalista in alcun modo, e ci capisco poco di 
> legislazione)
> non mi sembra così impossibile evidenziare l'esproprio appena mascherato da 
> gioco
> delle tre carte a livello di copyright: ma come, decenni di legislazioni 
> liberticide a
> difesa del copyright, e ora passa tutto in giudicato perché l'hanno fatto 
> passare
> attraverso un tot di strati nascosti? (hidden layer nelle reti neurali)? A 
> saperlo, invece
> di far copyleft ecc. avremmo investito in black box che mescolano le carte in 
> tavola!

Amen! :-D



> tuttavia, caro Giacomo, continuare a dire agli altr* con uno sproposito di 
> parole
> che non hanno capito nulla tende ad alienare anche le persone meglio disposte
> (mi ritengo fra queste) nei confronti delle tue argomentazioni

Per la verità Karlessi ho semplicemente risposto ad una mail che mi citava 
espressamente.


> l'aspetto più inquietante è sottolineato dall'aggettivo "tecnocratico",
> che mi pare azzeccato. 

La società in cui viviamo è tecnocratica.
Io mi limito a farlo notare meglio che posso.

E voglio diffondere la nostra conoscenza in modo che i nostri figli possano 
tornare 
a vivere in una democrazia.

La vivo come un urgenza terribile in effetti, forse perché di figli ne ho 
diversi.


Che qualcuno la definisca "delirio tecnicratico" non offende: sarei felicissimo 
se lo fosse!
Ma ahimé, come sai, non lo è.


> Fai cadere le cose dall'alto e ciò IMHO è problematico
> e toglie molta forza ai tuoi ragionamenti. 

Faccio del mio meglio. 
Poco o tanto che sia è meglio di niente.

Anche perché i tecnocrati, loro sì gentili ed inclusivi, mica si fanno scrupoli!


D'altro canto, già solo aver stimolato la tua risposta è una vittoria.

Giancarlo potrà ignorare facilmente le mie parole da bifolco informatico 
in preda ad un delirio tecnocratico, ma riuscirà a far altrettanto con le tue, 
coltissime e gentili
ma assolutamente affini nel merito?

> A cercare il pelo nell'uovo, molti dei termini a cui fai ricorso sono assai 
> vaghi, e sono
> abbastanza convinto che persone diverse li intendono in maniera molto 
> differente.
> Parole a caso: "forma", "modello" (intendi aristotelicamente? platonicamente? 
> ci 
> vuol poco a mettere in difficoltà, volendo. ma non aiuta nessuno).

Concordo!

Infatti metto sempre "modello" fra virgolette a sottolineare l'inadeguatezza 
del termine.

Una matrice numerica non è un modello se non sai attribuire un significato a 
ciascuno 
dei numeri che contiene!

Ma di nuovo, l'ho usato in risposta al mio interlocutore per spiegare 
l'assurdità della
locuzione "istruire un modello" (con "modello" usato senza virgolette e senza 
ironia!).



> Per non parlare di "dato". La tua definizione di "dato" è condivisibile, 
> IMHO. Ma è TUA.
> Forse altr* la condividono (io, abbastanza). Beh, non è un granché. Non che 
> la verità
> e la giustezza siano questione di maggioranze, però a mo' di aneddoto, una 
> storiella sui dati [...]

Storiella interessante e divertente.

Se ho capito però in quella occasione non partiste dalla definizione di "dato".

Partire da definizioni chiare aiuta a evitare inutili malintesi, esattamente 
come partire da definizioni evocative ed ambigue li alimenta.


> Ora... assumendo per un istante che quegli studiosi fossero un ragionevole 
> campione
> di studiosi in "scienze dure", ci siamo portate a casa l'idea che non sia 
> affatto chiaro
> cosa sono questi fantomatici dati.

Non lo è infatti.

L'informatica è ancora talmente primitiva che molti la chianano ancora 
"computer science"!


> nonostante tutto, IMHO si può capirsi, al di là delle differenze

Naturalmente!

A questo servono le definizioni. ;-)


> con calma,
> 
> e gentilezza

Sei sicuro?

Quanto tempo abbiamo? Quante risorse?
Quante ne hanno i nostri avversari?


Giacomo
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