Author: giovannigiorgio Date: Sat Nov 29 04:10:35 2008 New Revision: 1582 Log: changed little detail
Modified: trunk/it/ch01.xml Modified: trunk/it/ch01.xml ============================================================================== --- trunk/it/ch01.xml (original) +++ trunk/it/ch01.xml Sat Nov 29 04:10:35 2008 @@ -6,7 +6,7 @@ <para>La maggioranza dei progetti di software libero fallisce.</para> -<para>Noi tendiamo a non dare molto ascolto alla notizia di questi fallimenti. Solo i progetti che hanno successo attraggono l'attenzione e ci sono tanti progetti di software libero in totale<footnote><para>SourceForge.net, sito popolare solo di hosting aveva 79.225 progetti registrati a metà Aprile 2004. Questo non è neanche lontanamente il numero dei progetti in Internet, certamente; è solo il numero di quelli che scelgono di usare SourceForge.</para></footnote> che, anche se solo una piccola percentuale di essi ha successo il risultato è che a noi appare essere tuttavia una gran quantità. Inoltre noi non abbiamo notizia dei fallimenti perchè i fallimenti non fanno notizia. Non c'è un particolare momento in cui il progetto cessa di essere praticabile. La gente semplicemente sceglie di allontanarsene. Ci può essere un momento in cui un cambiamento finale viene fatto nel progetto, ma quelli che lo hanno fatto generalmente non sanno che quel cambiamento è l'ultimo. Non è facile stabilire quando il progetto si è esaurito. Quando non è stato lavorato per sei mesi? Quando la base di utenti ha smesso di crescere senza aver superato la base di sviluppatori? E se gli sviluppatori di un progetto lo abbandonano perchè si rendono conto che stanno duplicando il lavoro di un altro?—e se essi si uniscono a quell'altro progetto dunque lo espandono per immettervi molto del loro sforzo primitivo? Il progetto precedente è finito o ha semplicemente cambiato casa?</para> +<para>Noi tendiamo a non dare molto ascolto alla notizia di questi fallimenti. Solo i progetti che hanno successo attraggono l'attenzione e ci sono tanti progetti di software libero in totale<footnote><para>SourceForge.net, sito popolare solo di hosting aveva 79.225 progetti registrati a metà Aprile 2004. Questo non è neanche lontanamente il numero dei progetti in Internet, certamente; è solo il numero di quelli che scelgono di usare SourceForge.</para></footnote> che, anche se solo una piccola percentuale di essi ha successo il risultato è che a noi appare essere tuttavia una gran quantità. Inoltre noi non abbiamo notizia dei fallimenti perchè i fallimenti non fanno notizia. Non c'è un particolare momento in cui il progetto cessa di essere praticabile. La gente semplicemente sceglie di allontanarsene. Ci può essere un momento in cui un cambiamento finale viene fatto nel progetto, ma quelli che lo hanno fatto generalmente non sanno che quel cambiamento è l'ultimo. Non è facile stabilire quando il progetto si è esaurito. Quando non è stato lavorato per sei mesi? Quando la base di utilizzatori ha smesso di crescere senza aver superato la base di sviluppatori? E se gli sviluppatori di un progetto lo abbandonano perchè si rendono conto che stanno duplicando il lavoro di un altro?—e se essi si uniscono a quell'altro progetto dunque lo espandono per immettervi molto del loro sforzo primitivo? Il progetto precedente è finito o ha semplicemente cambiato casa?</para> <para>A causa di una tale complessità è impossibile stabilire il numero dei fallimenti. Ma una evidenza annedotica da più di un decennio di open source, qualche ricerca su SourceForge.net e un piccolo googling tutti puntano alla stessa conclusione: il numero è estremamente alto, probabilmente dell'ordine del 90–95%. Il numero sale se includete i progetti che sopravvivono ma son disfunzionali: quelli che <emphasis>stanno</emphasis> producendo codice che gira ma che non hanno motivo di esistere, o che non stanno progredendo così velocemente o così affidabilmente come dovrebbero.</para> @@ -63,7 +63,7 @@ <para>Come conseguenza del fatto che l'industria maturava avvennero molti cambiamenti. La grande varietà del software prodotto diede strada ai pochi chiari vincitori—vincitori per la tecnologia superiore, per una organizzazione commerciale superiore, o una combinazione delle due cose. Allo stesso tempo, e non completamente in simultaneità, lo sviluppo dei cosiddetti linguaggi di “alto livello” volle dire che uno avrebbe potuto scrivere un programma una volta sola in un unico linguaggio e ottenere che esso fosse tradotto (“compilato”) in modo da poter girare su differenti tipi di computer. Le implicazioni di ciò non furono perse dai costruttori di hardware. Il cliente così poteva dedicarsi a un impegno maggiore nello sviluppo del software senza necessariamente limitarsi a farlo in relazione a una specifica architettura. Quando ciò si combinò con una graduale diminuzione delle differenze di prestazione dei vari computers man mano che i progetti meno efficienti furono fatti fuori un costruttore che considerasse il suo hardware come sua unica risorsa poteva prevedere un futuro di margini di guadagno in diminuzione. Da sola la potenza di calcolo stava diventando un bene commerciale e il software faceva la differenza. Vendere software o almeno trattarlo come parte della vendita di hardware cominciò a sembrare una buona strategia.</para> -<para>Ciò significò che i costruttori dovettero incominciare a rafforzare i diritti d'autore sul loro codice in maniera più rigorosa. Se gli utenti avessero continuato a scambiarsi il codice e a condividene i cambiamenti liberamente, essi avrebbero potuto reimplementare alcuni dei miglioramenti ora venduti come “valore aggiunto” dal fornitore. Peggio, il codice condiviso avrebbe potuto finire nella mani dei concorrenti. L'ironia è che questo stava succedendo nel tempo che Internet stava emergendo. Proprio quando il software veramente non impedito stava finalmente diventando tecnicamente possibile, i cambiamenti nell'affare dei computers lo rendeva indesiderabile almeno dal punto di vista di ogni singola compagnia. I fornitori misero un freno sia negando l'accesso agli utenti al codice che girava sulle proprie macchine sia insistendo su un accordo di non apertura che rende il codice condivisibile.</para> +<para>Ciò significò che i costruttori dovettero incominciare a rafforzare i diritti d'autore sul loro codice in maniera più rigorosa. Se gli utilizzatori avessero continuato a scambiarsi il codice e a condividene i cambiamenti liberamente, essi avrebbero potuto reimplementare alcuni dei miglioramenti ora venduti come “valore aggiunto” dal fornitore. Peggio, il codice condiviso avrebbe potuto finire nella mani dei concorrenti. L'ironia è che questo stava succedendo nel tempo che Internet stava emergendo. Proprio quando il software veramente non impedito stava finalmente diventando tecnicamente possibile, i cambiamenti nell'affare dei computers lo rendeva indesiderabile almeno dal punto di vista di ogni singola compagnia. I fornitori misero un freno sia negando l'accesso agli utilizzatori al codice che girava sulle proprie macchine sia insistendo su un accordo di non apertura che rende il codice condivisibile.</para> <sect3 id="history-conscious-resistance"> <title>Deliberata resistenza</title> _______________________________________________ Producingoss-translators mailing list Producingoss-translators@red-bean.com http://www.red-bean.com/mailman/listinfo/producingoss-translators