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Manfred arrivó alla Costa da Morte nel lontano 1961, quando ovunque era ancora “ dopoguerra”. Manfred arrivó vestito di tutto punto, perfino con i capelli imbrillantinati e con la sua faccia da uccellino sfuggito alla fame e alla rieducazione di un orfanatrofio bavarese. Nacque nel 1936 in Baviera e arrivó nel 1961 in Galizia. Non se andó mai piú. Sembrava un elegante pellegrino straniero che, devoto di Santiago, s’era perso nel cammino verso Finisterrae. Lui, Manfred arrivó col suo passaporto della Germania di Adenauer e il cuore in cerca di pace. Manfred fuggí alle contrade del Selva Nera in cerca di un suo dio, mentre proprio in quegli anni, un suo austero concittadino, tal Heidegger, si rinchiudeva in una capanna immersa nel bosco dell’Essere. Manfred restó affascinato dalle Rias di Galicia e dalla sua gente: dai marineros, dai perceberiros e dai contadini, abituati ancora al carro con i buoi, al baratto nel mercatino del paese e a quel triste teorema di partenze verso le Americhe. Terra di Migranti e marineros, Galicia si fece un po' piú spaziosa per diventare la nuova casa di Manfred. Lui, tedesco, straniero forse un poco pazzo decise di rimanere e affittó una stanza nel paesino di Camelle, presso una connazionale maritata a un gallego di ritorno dall’Argentina. Manfred si dedicó a coltivare l'orto di quella casa e a tradurre le carte di quei paesani che volevano andare in Germania o in Inghilterra, in cerca di lavoro .... quanto piú traduceva tanto piú ammutoliva .... si fece silenzioso, ... si fece pelle e ossa e buttó quell’unico vestito che s’era portato dalla Germania ... Manfred incominció a deambulare nudo per i campi, a nuotare nottetempo e a raccogliere qualsiasi ramo, scheletro animale o pietra che attirava la sua attenzione ... Manfred era un artista e ne aveva coscienza: forse aveva passato buona parte della sua vita a osservare,a immaginare,a catalogare ogni tipo d’oggetto che gli ricordasse le forme e la luce dei suoi luoghi sacri ...Fu cosí che Manfred incominció a destare preoccupazione e stupore fra i sui vicini che incominciarono a chiamarlo MAN el loco. Il pazzo Man continuava i suoi baratti con i paesani ... non usava il denaro salvo per comprare gli attrezzi per l’orto o per entrare in possesso di quei rottami che dovevano costituire i pezzi pregiati del suo strano Museo. Abbandonata la stanza della signora tedesca, compró un piccolo appezzamento di terreno fuori dal paese, proprio sulle scogliere della Ria e lí cominció a progettere la sua casa: una casa cubica di poche stanze e infinite variazioni di luce: lí installó il suo giaciglio e il suo Museo. Continuó a correre e a nuotare in perizoma e con piccoli catarifrangenti legati alle caviglie ... la Guardia Civil cosí gli aveva ordinato. Quel suo strano Museo sulle scogliere divenne famoso nella zona e fra i turisti stranieri e spagnoli che viaggiavano a Finisterrae ... il Comune collocó un segnale municipale fuori dal paese perché fosse facile raggiungerlo: Museo della Natura, recitava. Manfred chiedeva solo un euro per accompagnare i visitatori ad esplorare quello strano luogo, quella caverna cubica en plein air, con i suoi tronchi, i suoi fossili, le sue rocce e le sue pietre, scolpite dalle sue mani, dal vento e dalle maree dell’Atlantico che lambivano senza posa quel cumulo di "resti". Man correva, nuotava, barattava e c’accompagnava vestito come un cristo salvatosi dalla croce e poi invecchiato ... era pelle e ossa e c’aveva un barba canosa, spennacchiata .... era un cristo povero venuto alla Costa da Morte a redimersi dal peso delle infinite barbarie che i suoi giovani occhi, bagnati in lacrime, erano stati costretti a vedere. Un po’ eremita e un po’ maratoneta aveva imparato a vivere di nulla, dell’aria, del pesce e dei frutti del mare. Artista d’avanguardia nell’era della fine delle avanguardie. Manfred era anche un po’ profeta e da quando incominció a star male, nell’estate del 2002, cominció a parlare di un sogno ricorrente: diceva ai suoi pochi amici di una Balena Nera che lo inseguiva ... forse la Morte.... Quando affondó il “Prestige” ne ebbe la certezza: era la morte “nera” che s’avvicinava e cosí fu. Manfred non resistette al dolore di vedere il suo mare e le sue pietre macchiate e profanate dal “chapapote” e dall’incompetenza. La notte della Vigilia , chiuso ormai da settimane nel sua cubica caverna, se ne andó ... abbandonó la sua Costa da Morte ... lo seppellimmo nel camposanto con tutti gli onori e il suo Angelo voló su tutte le cittá di Galicia gridando NUNCA MAIS (mai piú). Qualcuno giura d’averlo visto il sabato scorso, 15 febbraio 2003, correre nudo nelle strade di Vigo urlando ancora NUNCA MAIS A GUERRA... NUNCA MAIS A GUERRA ... nunca mais a guerra ... nunca mais ... .......... Unha vez tiven un cravo cravado no corazón, i eu non me acordo xa se era aquel cravo de ouro, de ferro ou de amor. Soio sei que me fixo un mal tan fondo, que tanto me atormentou, que en día e noite sin cesar choraba cal chorou Madanela na pasión. «Señor, que todo o podedes, -pedinlle unha vez a Dios- daime valor para arrincar dun golpe cravo de tal condición». E doumo Dios e arrinqueino, mais... ¿quen pensara...? Despois xa non sentín máis tormentos nin soupen que era delor; soupen só que non sei que me faltaba en donde o cravo faltou, e seica, seica tiven soidades daquela pena... ¡Bon Dios! Este barro mortal que envolve o esprito ¡quen o entenderá, Señor...! Rosalía de Castro (Follas Novas, X) __________________________________________________________________ Eh, si quieres saber cómo está tu pista de esquí favorita y, de paso,llevarte productos de O´Neill por la cara, envía MENUSKY al 141 y no esperes mas. HAY SORTEOS TODOS LOS DÍAS HASTA EL 16 DE MARZO. Participa! Cuantos más envíes, más posibilidades tienes de ganar. El precio de este servicio es sólo de 27 céntimos. Solo para clientes Vodafone (I.I.exc). Bases depositadas en: http://www.vizzavi.es/oneill ___________________________________________ Rekombinant http://www.rekombinant.org