Dal Partito Comunista della R.P. di Donetsk

Prima parte:
1) Tesi programmatiche del Partito Comunista della Repubblica Popolare di 
Donetsk (KPDNR) (aprile 2016)
2) Sul viaggio in Italia del segretario del Comitato centrale del KPDNR, 
Stanislav Retinskiy (marzo 2018)
– collegamenti e video
– testo di Stanislav Retinskiy "Il Donbass tra l'Ucraina e la Russia"
3) Intervista a Stanislav Retenskij di Maurizio Vezzosi


Seguirà: Partito e classe. Introduzione (il rapporto delle forze di classe in 
Donbass), di Stanislav Retinskiy

Si veda anche il sito internet del KPDNR: http://wpered.su


=== 1 ===

http://www.marx21.it/index.php/comunisti-oggi/in-europa/26803-tesi-programmatiche-del-partito-comunista-della-repubblica-popolare-di-donetsk-kpdnr

Tesi programmatiche del Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk 
(KPDNR)

13 Aprile 2016

"Vperiod”, organo del KPDNR
da wpered.su 
<http://wpered.su/2016/04/05/programmnye-tezisy-kommunisticheskoj-partii-doneckoj-narodnoj-respubliki/>

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

“Il Partito Comunista si pronuncia per un rapido riconoscimento internazionale 
della Repubblica Popolare di Donetsk e aspira a stabilire stretti contatti con 
i partiti fratelli di tutto il mondo. I comunisti di Donetsk hanno conquistato 
un alto prestigio al momento della creazione della Repubblica. Che crescerà 
considerevolmente se il KPDNR contribuirà direttamente alla causa del 
riconoscimento della Repubblica da parte della comunità internazionale. Il 
primo passo per ottenere ciò è quello di allacciare relazioni bilaterali di 
collaborazione con i partiti comunisti degli altri paesi, in primo luogo, 
l'Unione dei Partiti Comunisti–PCUS (SKP-KPSS)”

In relazione alla guerra

I comunisti della Repubblica Popolare di Donetsk si schierano contro la guerra 
civile nel Donbass ed esigono l'immediata cessazione delle azioni militari, di 
cui porta la colpa l'attuale regime di Kiev, instaurato da un colpo di stato e 
dai suoi sostenitori occidentali. Due anni fa, il fascismo ucraino ha iniziato 
le operazioni punitive contro la popolazione civile del Donbass, che aveva 
rifiutato di obbedire al governo illegittimo di Kiev e che nel referendum 
dell'11 maggio 2014 aveva fermamente deciso di scegliere un cammino comune con 
la sorella Russia.
Se la popolazione locale non avesse difeso la propria scelta e non avesse 
esercitato alcuna resistenza armata, a Donetsk e Lugansk sarebbe spettato il 
destino di Odessa e Kharkov, dove ad ogni dissidente, nella migliore delle 
ipotesi, è riservata la prigione, nella peggiore, la morte. I minatori e i 
metallurgici, i medici e gli insegnanti, i militari e i civili in un unico 
fronte hanno affrontato in guerra il fascismo. E ognuno di loro ha dato e 
continua a dare tutte le proprie forze per la causa della costruzione della 
Repubblica.

Noi comunisti dichiariamo che dietro i battaglioni punitivi neonazisti, che 
terrorizzano i civili, ci sono gli interessi del grande capitale. Gli oligarchi 
ucraini hanno considerato e continuano a considerare il Donbass come un proprio 
feudo, e i suoi cittadini come loro schiavi. Con questo gli abitanti del 
Donbass non sono mai stati d'accordo, dal momento che migliaia di loro hanno 
dato il bene più prezioso, la vita, per la libertà. Il capitale è la forza 
materiale che assicura tutto ciò, e per questa ragione deve essere contrastato 
da una forza corrispondente, vale a dire il proletariato organizzato guidato 
dal partito Comunista, che opera in base alle idee del marxismo-leninismo. Come 
conferma l'esperienza delle precedenti generazioni di comunisti durante la 
guerra civile in Russia e la Grande Guerra Patriottica.

Il movimento proletario è un movimento internazionale, a cui è del tutto 
estranea l'ideologia del nazionalismo borghese... A questo proposito 
dichiariamo il nostro deciso sostegno ai nostri fratelli ucraini nella loro 
lotta contro gli oppressori e con i nostri sforzi congiunti ci proponiamo di 
fermare la carneficina nel Donbass.

In relazione alla Repubblica Popolare del Donbass (DNR)

Il KPDNR opera per la costruzione della Repubblica Popolare di Donetsk come 
stato sovrano con successiva integrazione nell'Unione economica eurasiatica (di 
cui fanno parte Russia, Bielorussia e Kazakhstan, ndt.). I comunisti sostengono 
anche la partecipazione della DNR alle organizzazioni interstatali  di amicizia 
con la Russia.

In relazione all'attuale dirigenza della DNR

Il Partito Comunista appoggia la dirigenza della Repubblica nella realizzazione 
dei punti della Dichiarazione di sovranità della DNR e dell'Atto 
sull'indipendenza statale della DNR.

Il ruolo dei comunisti negli eventi del Donbass e la loro posizione nella DNR

Nella notte del 22 febbraio 2014 decine di patrioti del Donbass sono 
intervenuti in difesa del monumento a Vladimir Lenin, simbolo dei lavoratori di 
Donetsk, e non hanno consentito ai fascisti ucraini di portare a compimento la 
demolizione della statua. Insieme ai difensori del monumento c'erano anche i 
comunisti, che per primi avevano organizzato e allestito una tendopoli. Vicino 
al monumento decine di migliaia di persone hanno organizzato manifestazioni di 
condanna del colpo di stato a Kiev. I partecipanti all'azione hanno avanzato 
alle autorità la richiesta di svolgere un referendum sulla struttura federale 
dell'Ucraina, che permettesse di garantire un corso di politica estera basato 
sulla collaborazione con i paesi della CSI, e in primo luogo con la Federazione 
Russa. Ma Kiev e la dirigenza della regione di Donetsk non hanno voluto 
ascoltare la richiesta del popolo. Si era giunti, come ha insegnato anche 
Vladimir Lenin, a una situazione rivoluzionaria: le classi subalterne (il 
popolo) non volevano più vivere come in passato, mentre i vertici (l'élite al 
potere) non erano più in grado di gestire la nuova situazione.

Il 7 aprile i rappresentanti delle comunità territoriali, dei partiti politici 
e delle organizzazioni sociali della regione hanno proclamato la creazione di 
uno stato sovrano – la Repubblica Popolare di Donetsk. I comunisti hanno svolto 
un ruolo di primo piano nella preparazione della Dichiarazione sulla sovranità 
della DNR e dell'Atto sull'indipendenza statale della DNR, e hanno preso parte 
attiva alla preparazione e allo svolgimento del referendum dell'11 maggio 2014.

In questo momento, i comunisti difendono la giovane Repubblica imbracciando le 
armi e sono impegnati nel processo pacifico della sua costruzione. Il KPDNR ha 
realizzato e continua a realizzare progetti umanitari, destinati ad alleviare 
le sofferenze del popolo del Donbass, e che soffrono per le azioni del 
criminale regime di Kiev. Assistenza fraterna ci è venuta dal Partito Comunista 
della Federazione Russa, che spedisce convogli umanitari.

Il sostegno sociale dei comunisti

Il risveglio delle grandi masse nell'attività sociale rappresenta il risultato 
più importante degli eventi nel Donbass. In prospettiva la nostra regione 
potrebbe diventare un centro rivoluzionario della CSI e di tutta l'Europa. Per 
ottenere questo è necessaria prima di tutto la base sociale: il proletariato 
industriale. In secondo luogo, i lavoratori del Donbass acquisiscono esperienza 
militare nella lotta contro gli aggressori ucraini. Il proletariato armato 
diretto dal partito rivoluzionario dei comunisti rappresenta il necessario 
prerequisito per la rivoluzione socialista. Raggiungere l'unità del partito e 
della classe non è possibile senza l'introduzione della coscienza di classe 
negli ambienti operai. Per ottenere questo i comunisti hanno intensificato 
l'attività di agitazione e propaganda attraverso la creazione di un 
“giornalismo di partito”, vale a dire proprie pubblicazioni cartacee ed 
elettroniche, forum di discussione, canali radiofonici e televisivi.

La questione delle nazionalizzazioni

Oggi il Donbass si trova sull'orlo della catastrofe economica, che si è 
profilata in conseguenza della guerra. Per riportare il potenziale industriale 
della regione al livello di prima della guerra, è necessario nel più breve 
tempo possibile liquidare gli effetti distruttivi delle azioni militari. Noi 
crediamo che ciò non si possa raggiungere se non in presenza di due condizioni 
essenziali:

1) l'instaurazione del controllo statale sui settori strategici e sulle risorse 
naturali;

2) la formazione di un sistema di controllo e di contabilità.

Il sistema bancario

Il KPDNR accoglie con favore la creazione di una Banca centrale repubblicana, 
che si trova sotto il controllo dello Stato, e ritiene necessario creare un 
proprio sistema finanziario.

Le relazioni dei comunisti di Donetsk con il movimento comunista mondiale

Il Partito Comunista si pronuncia per un rapido riconoscimento internazionale 
della Repubblica Popolare di Donetsk e aspira a stabilire stretti contatti con 
i partiti fratelli di tutto il mondo. I comunisti di Donetsk hanno conquistato 
un alto prestigio al momento della creazione della Repubblica. Che crescerebbe 
considerevolmente se il KPDNR contribuisse direttamente alla causa del 
riconoscimento della Repubblica da parte della comunità internazionale. Il 
primo passo per ottenere ciò è quello di allacciare relazioni bilaterali di 
collaborazione con i partiti comunisti degli altri paesi, in primo luogo, 
l'Unione dei Partiti Comunisti–PCUS (SKP-KPSS).

Unendo i nostri sforzi dobbiamo cercare di ottenere la fine della guerra civile 
nel centro dell'Europa, sanzioni contro i crimini del fascismo ucraino nel 
Donbass, il riconoscimento del diritto degli abitanti della DNR 
all'autodeterminazione. Allo stesso tempo, sosteniamo i nostri fratelli in 
tutto il mondo nella loro lotta contro il fascismo, l'imperialismo, 
l'oppressione di classe e tutte le forme di discriminazione.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!


=== 2 ===

Sul viaggio in Italia del segretario del Comitato centrale del KPDNR, Stanislav 
Retinskiy (marzo 2018)


--- Collegamenti e video:

Sulla visita del compagno Stanislav Retinskiy in Italia (di di Vincenzo 
Bellantoni / PRC, 24 marzo 2018)
http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=33355

Incontro pubblico con Stanislav Retinsky a Bologna, 15 marzo 2018 (Comitato 
Ucraina Antifascista Bologna)
VIDEO 1: 
https://www.facebook.com/ucraina.antifascista.bo/videos/1709467532409130/
VIDEO 2: 
https://www.facebook.com/ucraina.antifascista.bo/videos/1709483635740853/


--- Intervento del segretario del Comitato centrale del KPDNR (Partito 
Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk), Stanislav Retinskiy, in 
occasione del viaggio in Italia di marzo 2018:

http://www.cnj.it/home/it/informazione/documentazione/8754-il-donbass-tra-l-ucraina-e-la-russia.html

Il Donbass tra l'Ucraina e la Russia


Intervento del segretario del Comitato centrale del KPDNR (Partito Comunista 
della Repubblica Popolare di Donetsk), Stanislav Retinskiy, in occasione del 
viaggio in Italia di marzo 2018

Il viaggio, organizzato dal PRC (Partito della Rifondazione Comunista), si è 
articolato in diverse tappe tra Roma, Mestre, Milano, Napoli, Bologna. In 
occasione dell'appuntamento di Bologna (15 marzo 2018) 
<https://www.facebook.com/events/379839672501916/> il locale Comitato Ucraina 
Antifascista ha curato la traduzione scritta dell'intervento introduttivo, che 
riproduciamo di seguito (fonte 
<https://www.facebook.com/notes/comitato-ucraina-antifascista-bologna/il-donbass-tra-lucraina-e-la-russia/1710663868956163/>):


GLOSSARIO
KPDNR = Partito Comunista della Repubblica Popolare di Donetsk (pagina internet 
<http://wpered.su/>)
KPLNR =Partito Comunista della Repubblica Popolare di Lugansk
KPRF = Partito Comunista della Federazione Russa
KPU = Partito Comunista di Ucraina 
DNR = Repubblica Popolare di Donetsk
LNR = Repubblica Popolare di Luhansk
KPS-KPSS = Unione dei Partiti Comunisti, Partiti Comunisti dell’Unione Sovietica
PSU = Partito socialista di Ucraina


Quando 4 anni fa, nel febbraio 2014, a Kiev era in atto un colpo di Stato, sono 
stati proprio i militanti di base del KPU (Partito Comunista di Ucraina) a 
scendere per primi in piazza a difendere il monumento di Lenin e a partecipare 
in maniera attiva a numerose manifestazioni. Nel frattempo, la dirigenza del 
comitato del Partito Comunista di Ucraina della regione di Donetsk, non solo 
dimostrava di non aver capito l’essenza del momento storico, ovvero la 
necessità di agire con le masse e di chiarire al proletariato il proprio 
interesse di classe, al contrario, apertamente, sabotava il lavoro dei 
militanti di base comunisti. Il Comitato regionale del Partito Comunista di 
Ucraina ha dato l'ordine di fermare tali attività e di prepararsi alle elezioni 
di Ucraina. A questo punto, i quadri intermedi (dirigenti dei comitati 
cittadini e di distretto), hanno deciso di assumersi la responsabilità per il 
destino del partito e della Regione. Il Primo Segretario del comitato del 
distretto di Kirov del Partito Comunista di Ucraina, attuale Primo Segretario 
del Comitato centrale del Partito comunista della Repubblica Popolare di 
Donetsk, Boris Litvinov, è autore dell’Atto e della Dichiarazione di 
Indipendenza della DNR. Il Primo Segretario del comitato cittadino di Slavjansk 
del Partito Comunista di Ucraina, attuale Secondo Segretario del Comitato 
centrale del Partito comunista della Repubblica Popolare di Donetsk, Anatoliy 
Hmelevoi, ha preso parte alla battaglia di Slavjansk. Il referendum del 
11.05.2014,con la creazione delle commissioni elettorali su tutto territorio 
della ex regione di Donetsk, è avvenuto anche per merito dei comunisti e della 
loro attività. Più di 20 deputati, tra i 98 nell'Alto Consiglio della DNR 
(Parlamento), erano comunisti. Numerosi membri del partito facevano e fanno 
parte delle forze armate della DNR.

La storia del partito comunista della DNR inizia l’8 giugno 2014, quando si è 
svolto il congresso di fondazione. La maggioranza dei delegati erano 
rappresentanti del Partito Comunista di Ucraina. Ma se prima i comunisti erano 
coinvolti attivamente nella vita politica della Repubblica, adesso se ne sono 
un po’ allontanati. Per esempio, nel Consiglio Popolare della DNR i deputati 
comunisti non sono presenti. Ma questo in generale non significa che il Partito 
Comunista della DNR sia diventato meno attivo. I comunisti hanno fatto molto 
per la causa della costituzione della Repubblica. Attualmente, parte rilevante 
del nostro lavoro, è il riconoscimento internazionale della Repubblica. 
Raggiungere questo obiettivo è possibile, in particolare, grazie 
all’instaurazione di legami internazionali tra i partiti. Ed è per questo che 
non perdiamo il contatto con il KPU, con i nostri compagni nella lotta 
antifascista. Nonostante il fatto che il KPDNR sia stato formato contro la 
volontà del comitato regionale di Donetsk del KPU, nel complesso consideriamo 
il KPU un partito fratello. Nel momento attuale il KPU sta attraversando un 
periodo difficile, a causa non solo della situazione politica del paese, ma 
anche per la crisi interna: si è in una fase di "purificazione" dagli elementi 
estranei alla linea del partito. Il fatto è che dirigenti del comitato 
regionale di Donetsk, i quali ci hanno proibito di organizzare e svolgere 
manifestazioni a sostegno dell’ autodeterminazione del Donbass, hanno poi preso 
posizioni contro il KPU. Quando il KPU era sul punto di essere messo al bando, 
i suoi militanti di base presero subito le distanze da coloro che perseguivano 
solo interessi di arricchimento personale. Se il KPU riuscirà a superare la 
crisi, allora diventerà sicuramente più forte. La cosa principale è giungere 
alle giuste conclusioni rispetto alla situazione attuale. In primo luogo, il 
marxismo è l'unica arma teorica dei comunisti. Il suo rifiuto porta 
inevitabilmente alla sconfitta. Senza una teoria della rivoluzione non ci può 
essere una pratica rivoluzionaria, diceva Lenin. Di conseguenza, il rifiuto del 
marxismo conduce prima a una sconfitta teorica, e poi a una sconfitta pratica. 
Il secondo luogo: i comunisti dovrebbero essere pronti a condurre non solo una 
lotta parlamentare, ma anche al di fuori del parlamento, pronti per il lavoro 
non solo legale, ma anche illegale. Senza questo è impossibile fornire una 
degna resistenza al nazionalismo. Siamo uniti da un nemico comune : 
l'imperialismo. Nell’area post - sovietica lo spazio politico di aggregazione è 
il KPS-KPSS, che include i partiti comunisti dell'ex Unione Sovietica, compresi 
Moldova e Trasnistria , Georgia e Obkhasia. In altre parole, la divisione su 
base nazionale non influisce in alcun modo sulla solidarietà comunista. Come è 
noto, nel KPS-KPSS, è incluso anche il KPU. Inoltre il KPDNR e il KPLNR 
(Partito comunista della Repubblica popolare di Lugansk),nonostante siano stati 
fondati relativamente di recente, sono già osservatori di questa unione di 
partiti comunisti. Nell’ ambito dei lavori del KPS-KPSS, vi è uno scambio di 
opinioni sull'attuale situazione politica in Ucraina e nel Donbass. Il nucleo 
del KPS-KPSS, ovviamente è il KPRF (Partito Comunista della Federazione Russa 
), il quale promuove attivamente i nostri sforzi. I membri del KPDNR hanno 
l'opportunità di partecipare alla formazione al centro studi politici del 
Comitato centrale del KPRF, di svolgere stage presso i Media comunisti, 
partecipare a eventi di partito, plenum, congressi, raduni. Si instaurano 
contatti non solo tra le direzioni dei partiti, ma anche tra i comitati 
regionali. E’ promossa inoltre la cooperazione tra le organizzazioni giovanili. 
Grazie al KPRF il nostro partito è diventato osservatore nel KPS-KPSS I 
comunisti russi hanno riconosciuto i risultati del referendum dell’11 maggio 
2014 e regolarmente prestano assistenza umanitaria al Donbass. Prima dei 
combattimenti a Donetsk e Lugansk furono consegnati 70 convogli umanitari. 
Questo è l'unico partito in Russia che fornisce assistenza sistematica al 
Donbass. Il KPRF ha intrapreso una missione per aiutare le truppe interne della 
DNR, dove ci sono i nostri sostenitori, in primo luogo l'ospedale militare, il 
teatro drammatico, la biblioteca Krupskaya... Inoltre i comunisti russi hanno 
patrocinato numerose strutture sociali nel distretto di Telmanovsky, restaurato 
la scuola e l'ospedale. Su richiesta dei comunisti di Donetsk, il KPRF ha 
fornito regolarmente assistenza mirata a coloro che ne avevano bisogno : 
veterani, disabili, famiglie numerose. Una parte sostanziale degli aiuti 
umanitari viene raccolta nella fattoria statale V. Lenin, il cui direttore 
Pavel Grudinin è candidato alla presidenza della Russia dal Partito Comunista. 
Come sappiamo, Grudin non è solo per il riconoscimento delle Repubbliche, ma 
anche per la loro inclusione nella Federazione Russa. Il primo Segretario del 
comitato centrale del KPDNR Boris Litvinov ha preso parte ai lavori del 
congresso del KPRF , in cui Pavel Grudinin è stato nominato. Boris Litvinov lo 
ha ringraziato per l'assistenza umanitaria e ha augurato la vittoria alle 
elezioni. Anche allora Pavel Grudinin ha sottolineato che la questione del 
riconoscimento delle Repubbliche sarebbe stata inclusa nel suo programma 
elettorale.

Il KPRF è alla ricerca di nuove forme di lotta e la candidatura di Pavel 
Grudinin lo testimonia. Ciò rappresenta una parte della strategia dei comunisti 
russi che riguarda lo sviluppo delle imprese popolari nel novero delle quali 
rientra il sovcos Lenin nei dintorni di Mosca. Nel suo insieme tale strategia 
si è rivelata popolare nella società e questo è testimoniato dalle alte 
percentuali di voto stimate per il candidato del KPRF. Le idee socialiste in 
Russia sono anche ora attuali ed è per questa ragione che, secondo la nostra 
previsione, per Pavel Grudinin voterà un gran numero di elettori. I comunisti 
di DNR fanno propaganda elettorale per il candidato del KPRF sia dentro i 
confini del Donbass che fuori delle sue frontiere. Di recente i membri del KPRF 
hanno preso parte ad un incontro di Pavel Grudinin con gli elettori di 
Rostov-sul-Don. Altra cosa, tuttavia, è affermare che le imprese popolari 
possano costituire la base per il passaggio al socialismo. Già Karl Marx e 
Friedrich Engels scrissero che “ogni allargamento delle relazioni sopprimerebbe 
il comunismo locale”. In questo modo essi valutavano i tentativi dei 
socialisti-utopisti di costruire il comunismo su imprese isolate. Come esempio 
appunto si può citare il tentativo fallito di Robert Owen a New-Lanark. Criticò 
il socialismo “cooperativo” lo stesso Lenin, che lo definiva“fantasticheria”. 
Secondo il pensiero della guida dei bolscevichi la trasformazione della società 
capitalista in socialista è impossibile senza la lotta di classe. A suo tempo 
anche le forze Ucraine di sinistra hanno puntato sulle imprese popolari. Si 
tratta del complesso industriale “Il’ich”(Ильич) a Maryiupol, il cui pacchetto 
maggioritario era in possesso del collettivo lavorativo. I lavoratori dello 
stabilimento ricevevano degli stipendi abbastanza alti e la sfera sociale era 
sviluppata. Il direttore del complesso industriale,Vladimir Boico,non era 
iscritto al partito (a questo proposito come anche Pavel Grudinin) ma sosteneva 
il Partito Socialista. Nella lista elettorale del PSU (Partito socialista di 
Ucraina) è stato eletto un deputato alla Suprema Rada. “Il socialismo di 
Maryiupol” ha avuto termine con l’inizio della crisi economica mondiale,che ha 
condotto verso un notevole abbassamento del profitto del complesso industriale. 
In conclusione il complesso industriale “Il’ich”fu assorbito dal “Metinvest”- 
una struttura dell’oligarca ucraino Rinat Ahmetov. E la minaccia di venire 
assorbiti dal grande capitale pende sopra ogni impresa popolare. Il successo 
della nostra lotta per il socialismo dipende molto dal successo della lotta dei 
comunisti russi. Ed è per questo che noi auguriamo solo la vittoria ai nostri 
fratelli in Russia. Inoltre le difficoltà che noi incontriamo sono della stessa 
natura anche per il Partito Comunista del la LNR. Noi cerchiamo di risolverle 
con degli sforzi comuni. Nella fase attuale, la nostra collaborazione,consiste 
fondamentalmente nello scambio di informazioni e di esperienza. I 
rappresentanti del KPDNR partecipano alle iniziative politiche dei comunisti di 
Lugansk e viceversa. Noi cerchiamo di concordare le nostre azioni riguardo i 
principali problemi nell’ambito della politica interna, dei rapporti 
internazionali e dei problemi di carattere umanitario... I nostri partiti, 
KPDNR e KPLNR, sono diventati ambedue osservatori nel KPS-KPSS. In prospettiva, 
noi e i comunisti di Lugansk, speriamo in un riconoscimento anche da altre 
organizzazioni internazionali comuniste.



=== 3 ===

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-in_donbass_si_combatte_una_guerra_globale_la_situazione_sociale_dellucraina_continuer_a_peggiorare_intervista_a_stanislav_retenskij/5496_23450/

“In Donbass si combatte una guerra globale. La situazione sociale dell'Ucraina 
continuerà a peggiorare”. Intervista a Stanislav Retenskij

Stanislav Retenskij è il segretario del Partito Comunista della Repubblica 
Popolare di Donetsk (KPDNR). Retenskij si è recato per alcuni giorni in Italia: 
nel corso della visita ha svolto numerose iniziative in cui ha raccontato il 
proprio punto di vista su una guerra che in Ucraina sta proseguendo 
silenziosamente.

Intervista di Maurizio Vezzosi, 20/03/2018


Perché nonostante Il conflitto in Donbass stia proseguendo è stato derubricato 
nell'agenda internazionale?

Credo che in Italia il problema riguardi principalmente la mancata attenzione 
dei media. Sin dall'inizio di Maidan la situazione politica ucraina è stata 
caratterizzata da una forte contrapposizione tra i gruppi oligarchici per il 
controllo sulla sfera economica, una contrapposizione tuttavia dominata dal 
ruolo dell'imperialismo americano. In termini geopolitici l'Ucraina si trova 
tra due aree: l'area euroatlantica e la Russia: occorre quindi tenere presente 
il significato globale del conflitto ucraino. Per queste ragioni per le 
Repubbliche Popolari del Donbass è molto importante che sul piano 
internazionale ci sia un'alternativa sul piano dell'informazione e della 
solidarietà.

Qualche giorno fa Poroshenko ha dichiarato la fine dell'ATO - Anti Terrorism 
Operation - denominando la campagna militare ucraina Joint Venture Operation. 
Che significato ha questo fatto?

L'assetto dell' ATO prevedeva che ad occuparsi delle attività militari fossero 
i servizi di sicurezza ucraini (SBU)... Questo, da un punto di vista formale, 
complicava notevolmente l'impiego di armi pesanti da parte delle forze ucraine, 
come le forze aree o l'artiglieria.
Da un punto di vista politico il pretesto di un'operazione antiterrorismo 
appariva evidentemente poco coerente con la presunta invasione russa 
dell'Ucraina. Chiaramente il ruolo dei servizi segreti ucraini rimarrà 
importante, ma con questa mossa il comando formale delle operazioni militari 
passa all'esercito (VSU – Forze armate dell'Ucraina). Prima di questo fatto ad 
occuparsi dei traffici illegali e del mercato nero a ridosso della linea di 
fronte erano gli stessi servizi di sicurezza ucraini: la guerra è sempre 
un'ottima occasione per arricchirsi. E' senz'altro possibile che questo 
cambiamento produca nuovi conflitti all'interno degli apparati ucraini. 
Tuttavia, bisogna tenere presente che molte delle tensioni che si verificano 
tra i poteri ucraini sono in realtà il riflesso di altre contrapposizioni, come 
ad esempio quella tra il partito democratico e quello repubblicano degli Stati 
Uniti, che si riflette nel conflitto tra Poroshenko – sostenuto dai democratici 
– e Sakhaashvili – sostenuto dai repubblicani. Le operazioni militari in 
Donbass sono cominciate dopo l'arrivo a Kiev di importanti figure dell'apparato 
statunitense. Oltre a questo è ben noto che i comandanti dei battaglioni 
neofascisti si siano regolarmente consultati con Washington per concordare i 
propri piani d'azione. Nonostante l'Unione Europea abbia certamente degli 
interessi in Ucraina, rimane ben più debole degli Stati Uniti e fortemente 
condizionata da questi: anche per questo la Germania non rinuncia mai al 
dialogo con la Russia. Credo che se le parti coinvolte nella guerra ucraina 
fossero soltanto i paesi europei il conflitto sarebbe risolto da tempo.

In questo momento qual è la situazione sociale nei territori sotto controllo 
del governo di Kiev?

Bisogna sottolineare che la situazione sociale nei territori sotto controllo 
del governo di Kiev è di gran lunga peggiore di quella delle Repubbliche 
Popolari, nonostante queste facciano quotidianamente i conti con la guerra. 
Kiev ha continuato a privatizzare, portando avanti delle controriforme 
nell'ambio della sanità: nei territori che controlla Kiev ha aumentato 
notevolmente i prezzi delle tariffe di gas e corrente elettrica, mentre nelle 
Repubbliche di Donetsk e Lugansk questi sono rimasti stabili sin dall'inizio 
della guerra. A Donetsk e Lugansk esiste un programma permanente di aiuto 
umanitario che ad esempio fornisce pasti gratuiti per i bambini fino a tre 
anni, che sostiene le famiglie numerose, gli anziani non autosufficienti, gli 
invalidi. La situazione sociale in Ucraina continuerà ad essere instabile: sono 
molte le questioni che riguardano questo tema. Attualmente nei territori delle 
Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk gran parte delle miniere non sono 
attive perché sono state danneggiate dai bombardamenti o perché l'artiglieria 
ucraina impedisce loro di funzionare regolarmente. In questo momento gli Stati 
Uniti sono il secondo esportatore di carbone in Europa dopo la Russia: in 
Franca la stragrande maggioranza delle miniere ha chiuso, così come in Germania 
ed in Gran Bretagna. Nei territori controllati dal governo ucraino - e non 
interessati da alcuna attività militare - le miniere sono state chiuse per 
soddisfare le richieste statunitensi: è noto che nel settembre dello scorso 
anno nel porto di Odessa è arrivato via nave un primo carico di carbone 
nordamericano. La priorità del governo ucraino è evidentemente quella di 
assecondare le esportazioni americane distruggendo la produzione nazionale.

Cosa può dirci rispetto alle nazionalizzazioni nelle Repubbliche Popolari del 
Donbass?

Una delle risposte all'oltranzismo di Kiev è stato il controllo sulla 
tassazione delle aziende che pur lavorando nei territori delle Repubbliche 
Popolari paradossalmente pagavano le tasse al governo ucraino. Questo 
chiaramente non corrisponde né alla loro piena nazionalizzazione, né tanto meno 
al socialismo.

Negli scorsi mesi un'operazione dell'apparato della LNR (Repubblica Popolare di 
Lugansk) ha, per così dire, suggerito le dimissioni all'ex presidente Igor 
Plotinskij. Qual è a suo avviso il significato di questa vicenda?

Rispondere a questa domanda spetterebbe a chi si occupa del lavoro politico 
nella LNR. Tuttavia, credo che la vicenda faciliterà i rapporti tra i comunisti 
della LNR e la presidenza. Riguardo i rapporti tra le due Repubbliche Popolari 
credo sia importante sottolineare che il nuovo presidente della LNR ha firmato 
insieme al presidente della DNR (Repubblica Popolare di Donetsk) Alexander 
Zakharcenko un documento d'intesa riguardante il processo di integrazione 
economica delle due repubbliche, il potenziamento dei collegamenti ferroviari 
tra LNR e DNR e gli aspetti commerciali. Dunque quello che posso dire per il 
momento è che la nuova presidenza della LNR sembra essere più attiva sul fronte 
dell'integrazione delle due Repubbliche Popolari.

Che cosa può dirci sulle elezioni che si sono svolte in Russia?

Il successo di Putin era prevedibile. Credo che il risultato ottenuto da Pavel 
Grudinin – candidato del KPRF, Partito Comunista della Federazione Russa - sia 
comunque molto positivo. Le oligarchie russe temono la vittoria e la crescita 
delle forze progressiste, così come temono il fatto che nella società russa 
l'idea del socialismo sia diffusa ed abbia una concreta attualità.

Per la prima volta in visita in Italia dopo varie iniziative in diverse città a 
Roma è intervenuto all'assemblea nazionale di “Potere al Popolo”. Come commenta 
questa sua partecipazione?

Gli italiani sono stati i primi a mettersi in contatto con noi dando il loro 
appoggio e la loro solidarietà attiva. Il nostro partito ha salutato con favore 
la nascita di “Potere al Popolo” e lo ha appoggiato ufficialmente nella 
competizione elettorale che si è svolta recentemente in Italia. Nonostante la 
piccola percentuale di voti ottenuta nella competizione elettorale credo che in 
Italia – così come altrove - l'unione di varie forze che si rifanno al 
socialismo sia il presupposto fondamentale per un lavoro politico efficace. La 
loro lotta è anche la nostra.


Traduzione dal russo e adattamento a cura dell'autore


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