http://vocidallestero.it/2017/06/07/il-grande-architetto-del-terrorismo-moderno-la-vera-storia-di-zbigniew-brzezinski-che-non-appare-sui-giornali/


http://contropiano.org/documenti/2017/06/09/grande-architetto-del-terrorismo-moderno-la-vera-storia-zbigniew-brzezinski-092720
 
<http://contropiano.org/documenti/2017/06/09/grande-architetto-del-terrorismo-moderno-la-vera-storia-zbigniew-brzezinski-092720>
Il grande architetto del terrorismo moderno: la vera storia di Zbigniew 
Brzezinski


di Henry Tougha * <http://contropiano.org/author/redazione-contropiano>


È morto da pochi giorni Zbigniew Brzezinski, uno degli ispiratori della 
politica estera americana dai tempi della guerra russo-afghana fino al recente 
conflitto in Siria, uno dei più geniali e spietati ideatori della violenza 
imperialista statunitense. The AntiMedia ne riassume l’eredità 
<http://theantimedia.org/real-story-zbigniew-brzezinski/>: la costruzione 
metodica dell’estremismo islamico, di al-Qaeda, la destabilizzazione 
sistematica del Medio Oriente, l’induzione di uno stato di tensione continua 
contro la Russia.


di The AntiMedia, 27 maggio 2017


Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente 
Jimmy Carter, è morto 
<https://www.nytimes.com/2017/05/26/us/zbigniew-brzezinski-dead-national-security-adviser-to-carter.html?_r=0>
 lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene 
il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della 
teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, 
infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe 
credere.


Mentre il Regno Unito si destreggia <http://www.bbc.co.uk/news/uk-40069959> con 
la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante 
ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge 
marziale 
<http://in.reuters.com/article/philippines-militants-duterte-idINKBN18K12E>quasi
 totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski 
giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda 
dell’origine del terrorismo moderno.


Come spiega il New York Times, il “profondo odio di Brzezinski contro l’Unione 
Sovietica” ha guidato molta della politica estera Americana, “nel bene e nel 
male“. Così scrive il Times:


“Brzezinsky sostenne l’invio di miliardi [di dollari] di aiuto ai militanti 
islamici che combattevano contro l’invasione delle truppe sovietiche in 
Afghanistan. Incoraggiò tacitamente la Cina a continuare il suo sostegno a 
favore del regime di Pol Pot in Cambogia, nel timore che i vietnamiti, 
sostenuti dall’Unione Sovietica, prendessero il controllo del paese”.


Sebbene sia un progresso, da parte del New York Times, notare il sostegno di 
Brzezinski verso i militanti islamici, minimizzare gli effetti della sua 
aggressiva agenda di politica estera con una semplice frase non rende giustizia 
al vero orrore dietro le politiche di Brzezinski.


Dopo che un colpo di stato in Afghanistan, nel 1973, aveva istituito un nuovo 
governo laico favorevole ai sovietici, gli Stati Uniti si impegnarono a 
rovesciare questo nuovo governo organizzando una serie di tentativi di colpi di 
stato 
<http://www.tomdispatch.com/post/176049/tomgram%3A_greg_grandin,_henry_of_arabia/>
 tramite i paesi lacché dell’America, il Pakistan e l’Iran (che a quel tempo 
era sotto il controllo dello Shah, sostenuto dagli USA 
<https://www.theguardian.com/world/2013/aug/19/cia-admits-role-1953-iranian-coup>).
 Nel luglio 1979 Brzezinski autorizzò 
<http://www.dansanchez.me/feed/they-sow-the-cyclone-we-reap-the-blowback> 
ufficialmente il sostegno ai ribelli mujaheddin in Afghanistan, tramite il 
programma della CIA denominato “Operazione Ciclone”.


Molti oggi difendono la decisione dell’America di armare i mujaheddin in 
Afghanistan, perché credono che fosse necessario per difendere il paese, e 
l’intera regione, dall’aggressione sovietica. Tuttavia le stesse affermazioni 
di Brzesinski contraddicono in pieno questa giustificazione. In un’intervista 
del 1998, Brzesinski ammise  
<http://www.counterpunch.org/1998/01/15/how-jimmy-carter-and-i-started-the-mujahideen/>che,
 nel condurre questa operazione, l’amministrazione Carter stava 
“consapevolmente aumentando la probabilità” che i sovietici intervenissero 
militarmente (suggerendo così che avessero iniziato ad armare le fazioni 
islamiste già prima dell’invasione sovietica, rendendo dunque la 
giustificazione superflua, perché non ci sarebbe stata, a quel tempo, alcuna 
invasione sovietica da respingere armando i guerrieri afghani della libertà). 
Brzezinski disse poi:


“Pentirci di cosa? Quella operazione segreta fu un’idea eccellente. Ebbe 
l’effetto di attirare i russi nella trappola afghana e volete che me ne penta? 
Il giorno in cui i sovietici varcarono ufficialmente il confine afghano scrissi 
al Presidente Carter: ora abbiamo l’opportunità di dare all’URSS il suo 
Vietnam”.


Questa affermazione andava aldilà del semplice vanto di avere istigato una 
guerra e il collasso definitivo dell’Unione Sovietica. Nelle sue memorie, 
intitolate  
<https://books.google.com/books?id=M51ssIgLMl8C&pg=PA131&lpg=PA131&dq=arnold+horelick+afghanistan&source=bl&ots=Bl7g3nnYYo&sig=dg3QsuSnSTUAeUrAdW8QzNtL5r4&hl=en&sa=X&ei=_sz3U-6tC8OfyASrh4GYDw&redir_esc=y#v=onepage&q=arnold%20horelick%20afghanistan&f=false>“From
 the Shadows“, Robert Gates — ex direttore della CIA sotto Ronald Reagan e 
George H. W. Bush, e segretario alla difesa sia sotto George W. Bush che sotto 
Barack Obama — confermò direttamente che questa operazione segreta iniziò sei 
mesi prima dell’invasione sovietica, proprio con l’intento di attirare i 
sovietici in un pantano in stile vietnamita.


Brzezinski sapeva esattamente cosa stava facendo. I sovietici si impantanarono 
in Afghanistan per circa dieci anni, combattendo contro una riserva 
interminabile di armi fornite dagli americani e di combattenti addestrati dagli 
americani. A quel tempo i media si spinsero al punto di elogiare  
<http://www.independent.co.uk/news/world/anti-soviet-warrior-puts-his-army-on-the-road-to-peace-the-saudi-businessman-who-recruited-mujahedin-1465715.html>Osama
 Bin Laden — una delle figure più influenti dell’operazione segreta di 
Brzezinski. Sappiamo tutti come è andata a finire.


Perfino dopo la piena consapevolezza di ciò che era diventata la sua creazione 
finanziata dalla CIA, nel 1998 Brzezinski fece queste dichiarazioni 
<http://www.counterpunch.org/1998/01/15/how-jimmy-carter-and-i-started-the-mujahideen/>
 ai suoi intervistatori:


“Cos’è più importante per la storia del mondo? I Talebani o il crollo 
dell’impero sovietico? Un po’ di musulmani scalmanati o la liberazione 
dell’Europa Centrale e la fine della guerra fredda?”


L’intervistatore, allora, si rifiutò di lasciar passare questa risposta come se 
nulla fosse, e ribatté:


“Un po’ di musulmani scalmanati? Ma è stato detto e ripetuto che il 
fondamentalismo islamico rappresenta una minaccia per il mondo moderno”.


Brzezinski troncò questa affermazione dicendo: “Nonsense!”


Cose di questo genere succedevano quando i giornalisti facevano ancora domande 
pressanti ai funzionari di governo, cosa che oggi accade assai di rado.



Il sostegno di Brzezinski a questi elementi radicali portò direttamente alla 
formazione  <http://theantimedia.org/jimmy-carter-ohio-state-attacks/>di 
al-Qaeda, che letteralmente significa “la base”, perché era in effetti la base 
da cui si lanciava la controffensiva contro l’invasione sovietica che si stava 
anticipando. Ciò portò anche alla creazione dei Talebani 
<https://www.theguardian.com/commentisfree/2011/apr/28/afghanistan-mujahideen-taliban>,
 la mortale creatura che oggi sta combattendo una battaglia all’ultimo sangue 
contro le forze NATO.


Inoltre, nonostante le affermazioni di Brzezinski, che cerca di far passare 
l’idea di una sconfitta definitiva dell’impero russo, la verità è che, per 
Brzezinski, la guerra fredda non è mai terminata. Sebbene sia stato critico 
riguardo all’invasione dell’Iraq nel 2003 
<https://www.foreignaffairs.com/reviews/review-essay/2009-05-01/tale-two-wars>, 
Brzezinski ha mantenuto un forte controllo sulla politica estera americana fino 
al momento della sua morte.


Non è una coincidenza che, in Siria, l’amministrazione Obama abbia adottato una 
strategia del tipo “pantano afghano” contro un altro alleato della Russia: il 
regime di Assad. Un comunicato divulgato da Wikileaks, datato dicembre 2006 e 
firmato da William Roebuck, che a quel tempo era incaricato di affari presso 
l’ambasciata americana a Damasco, diceva 
<https://wikileaks.org/plusd/cables/06DAMASCUS5399_a.html>:


“Pensiamo che le debolezze di Bashar stiano nel modo in cui lui decide di 
reagire ai problemi incombenti, sia reali che percepiti, come ad esempio il 
conflitto tra le riforme economiche (per quanto limitate) e la forza radicata 
della corruzione, la questione curda, e la potenziale minaccia al regime da 
parte di una crescente presenza di estremisti islamisti. Questo comunicato 
riassume la nostra valutazione su queste vulnerabilità e suggerisce che ci 
possono essere delle azioni, delle affermazioni e dei segnali, da parte del 
governo degli Stati Uniti, che potrebbero aumentare la probabilità che queste 
potenzialità si verifichino“.


Un po’ come con l’Operazione Ciclone, sotto Barack Obama la CIA ha speso cir 
<https://www.washingtonpost.com/world/national-security/lawmakers-move-to-curb-1-billion-cia-program-to-train-syrian-rebels/2015/06/12/b0f45a9e-1114-11e5-adec-e82f8395c032_story.html?utm_term=.03cf27e135dd>


È morto da pochi giorni Zbigniew Brzezinski, uno degli ispiratori della 
politica estera americana dai tempi della guerra russo-afghana fino al recente 
conflitto in Siria, uno dei più geniali e spietati ideatori della violenza 
imperialista statunitense. The AntiMedia ne riassume l’eredità 
<http://theantimedia.org/real-story-zbigniew-brzezinski/>: la costruzione 
metodica dell’estremismo islamico, di al-Qaeda, la destabilizzazione 
sistematica del Medio Oriente, l’induzione di uno stato di tensione continua 
contro la Russia.



di The AntiMedia, 27 maggio 2017


Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente 
Jimmy Carter, è morto 
<https://www.nytimes.com/2017/05/26/us/zbigniew-brzezinski-dead-national-security-adviser-to-carter.html?_r=0>
 lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene 
il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della 
teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, 
infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe 
credere.


Mentre il Regno Unito si destreggia <http://www.bbc.co.uk/news/uk-40069959> con 
la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante 
ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge 
marziale 
<http://in.reuters.com/article/philippines-militants-duterte-idINKBN18K12E>quasi
 totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski 
giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda 
dell’origine del terrorismo moderno.


Come spiega il New York Times, il “profondo odio di Brzezinski contro l’Unione 
Sovietica” ha guidato molta della politica estera Americana, “nel bene e nel 
male“. Così scrive il Times:


“Brzezinsky sostenne l’invio di miliardi [di dollari] di aiuto ai militanti 
islamici che combattevano contro l’invasione delle truppe sovietiche in 
Afghanistan. Incoraggiò tacitamente la Cina a continuare il suo sostegno a 
favore del regime di Pol Pot in Cambogia, nel timore che i vietnamiti, 
sostenuti dall’Unione Sovietica, prendessero il controllo del paese”.


Sebbene sia un progresso, da parte del New York Times, notare il sostegno di 
Brzezinski verso i militanti islamici, minimizzare gli effetti della sua 
aggressiva agenda di politica estera con una semplice frase non rende giustizia 
al vero orrore dietro le politiche di Brzezinski.


Dopo che un colpo di stato in Afghanistan, nel 1973, aveva istituito un nuovo 
governo laico favorevole ai sovietici, gli Stati Uniti si impegnarono a 
rovesciare questo nuovo governo organizzando una serie di tentativi di colpi di 
stato 
<http://www.tomdispatch.com/post/176049/tomgram%3A_greg_grandin,_henry_of_arabia/>
 tramite i paesi lacché dell’America, il Pakistan e l’Iran (che a quel tempo 
era sotto il controllo dello Shah, sostenuto dagli USA 
<https://www.theguardian.com/world/2013/aug/19/cia-admits-role-1953-iranian-coup>).
 Nel luglio 1979 Brzezinski autorizzò 
<http://www.dansanchez.me/feed/they-sow-the-cyclone-we-reap-the-blowback> 
ufficialmente il sostegno ai ribelli mujaheddin in Afghanistan, tramite il 
programma della CIA denominato “Operazione Ciclone”.


Molti oggi difendono la decisione dell’America di armare i mujaheddin in 
Afghanistan, perché credono che fosse necessario per difendere il paese, e 
l’intera regione, dall’aggressione sovietica. Tuttavia le stesse affermazioni 
di Brzesinski contraddicono in pieno questa giustificazione. In un’intervista 
del 1998, Brzesinski ammise  
<http://www.counterpunch.org/1998/01/15/how-jimmy-carter-and-i-started-the-mujahideen/>che,
 nel condurre questa operazione, l’amministrazione Carter stava 
“consapevolmente aumentando la probabilità” che i sovietici intervenissero 
militarmente (suggerendo così che avessero iniziato ad armare le fazioni 
islamiste già prima dell’invasione sovietica, rendendo dunque la 
giustificazione superflua, perché non ci sarebbe stata, a quel tempo, alcuna 
invasione sovietica da respingere armando i guerrieri afghani della libertà). 
Brzezinski disse poi:


“Pentirci di cosa? Quella operazione segreta fu un’idea eccellente. Ebbe 
l’effetto di attirare i russi nella trappola afghana e volete che me ne penta? 
Il giorno in cui i sovietici varcarono ufficialmente il confine afghano scrissi 
al Presidente Carter: ora abbiamo l’opportunità di dare all’URSS il suo 
Vietnam”.


Questa affermazione andava aldilà del semplice vanto di avere istigato una 
guerra e il collasso definitivo dell’Unione Sovietica. Nelle sue memorie, 
intitolate  
<https://books.google.com/books?id=M51ssIgLMl8C&pg=PA131&lpg=PA131&dq=arnold+horelick+afghanistan&source=bl&ots=Bl7g3nnYYo&sig=dg3QsuSnSTUAeUrAdW8QzNtL5r4&hl=en&sa=X&ei=_sz3U-6tC8OfyASrh4GYDw&redir_esc=y#v=onepage&q=arnold%20horelick%20afghanistan&f=false>“From
 the Shadows“, Robert Gates — ex direttore della CIA sotto Ronald Reagan e 
George H. W. Bush, e segretario alla difesa sia sotto George W. Bush che sotto 
Barack Obama — confermò direttamente che questa operazione segreta iniziò sei 
mesi prima dell’invasione sovietica, proprio con l’intento di attirare i 
sovietici in un pantano in stile vietnamita.


Brzezinski sapeva esattamente cosa stava facendo. I sovietici si impantanarono 
in Afghanistan per circa dieci anni, combattendo contro una riserva 
interminabile di armi fornite dagli americani e di combattenti addestrati dagli 
americani. A quel tempo i media si spinsero al punto di elogiare  
<http://www.independent.co.uk/news/world/anti-soviet-warrior-puts-his-army-on-the-road-to-peace-the-saudi-businessman-who-recruited-mujahedin-1465715.html>Osama
 Bin Laden — una delle figure più influenti dell’operazione segreta di 
Brzezinski. Sappiamo tutti come è andata a finire.


Perfino dopo la piena consapevolezza di ciò che era diventata la sua creazione 
finanziata dalla CIA, nel 1998 Brzezinski fece queste dichiarazioni 
<http://www.counterpunch.org/1998/01/15/how-jimmy-carter-and-i-started-the-mujahideen/>
 ai suoi intervistatori:


“Cos’è più importante per la storia del mondo? I Talebani o il crollo 
dell’impero sovietico? Un po’ di musulmani scalmanati o la liberazione 
dell’Europa Centrale e la fine della guerra fredda?”


L’intervistatore, allora, si rifiutò di lasciar passare questa risposta come se 
nulla fosse, e ribatté:


“Un po’ di musulmani scalmanati? Ma è stato detto e ripetuto che il 
fondamentalismo islamico rappresenta una minaccia per il mondo moderno”.


Brzezinski troncò questa affermazione dicendo: “Nonsense!”


Cose di questo genere succedevano quando i giornalisti facevano ancora domande 
pressanti ai funzionari di governo, cosa che oggi accade assai di rado.


Il sostegno di Brzezinski a questi elementi radicali portò direttamente alla 
formazione  <http://theantimedia.org/jimmy-carter-ohio-state-attacks/>di 
al-Qaeda, che letteralmente significa “la base”, perché era in effetti la base 
da cui si lanciava la controffensiva contro l’invasione sovietica che si stava 
anticipando. Ciò portò anche alla creazione dei Talebani 
<https://www.theguardian.com/commentisfree/2011/apr/28/afghanistan-mujahideen-taliban>,
 la mortale creatura che oggi sta combattendo una battaglia all’ultimo sangue 
contro le forze NATO.


Inoltre, nonostante le affermazioni di Brzezinski, che cerca di far passare 
l’idea di una sconfitta definitiva dell’impero russo, la verità è che, per 
Brzezinski, la guerra fredda non è mai terminata. Sebbene sia stato critico 
riguardo all’invasione dell’Iraq nel 2003 
<https://www.foreignaffairs.com/reviews/review-essay/2009-05-01/tale-two-wars>, 
Brzezinski ha mantenuto un forte controllo sulla politica estera americana fino 
al momento della sua morte.


Non è una coincidenza che, in Siria, l’amministrazione Obama abbia adottato una 
strategia del tipo “pantano afghano” contro un altro alleato della Russia: il 
regime di Assad. Un comunicato divulgato da Wikileaks, datato dicembre 2006 e 
firmato da William Roebuck, che a quel tempo era incaricato di affari presso 
l’ambasciata americana a Damasco, diceva 
<https://wikileaks.org/plusd/cables/06DAMASCUS5399_a.html>:


“Pensiamo che le debolezze di Bashar stiano nel modo in cui lui decide di 
reagire ai problemi incombenti, sia reali che percepiti, come ad esempio il 
conflitto tra le riforme economiche (per quanto limitate) e la forza radicata 
della corruzione, la questione curda, e la potenziale minaccia al regime da 
parte di una crescente presenza di estremisti islamisti. Questo comunicato 
riassume la nostra valutazione su queste vulnerabilità e suggerisce che ci 
possono essere delle azioni, delle affermazioni e dei segnali, da parte del 
governo degli Stati Uniti, che potrebbero aumentare la probabilità che queste 
potenzialità si verifichino“.


Un po’ come con l’Operazione Ciclone, sotto Barack Obama la CIA ha speso circa 
<https://www.washingtonpost.com/world/national-security/lawmakers-move-to-curb-1-billion-cia-program-to-train-syrian-rebels/2015/06/12/b0f45a9e-1114-11e5-adec-e82f8395c032_story.html?utm_term=.03cf27e135dd>
 un miliardo di dollari all’anno per addestrare i ribelli siriani (affinché si 
impegnassero in tattiche terroristiche 
<http://www.pbs.org/wgbh/frontline/article/syrian-rebels-describe-u-s-backed-training-in-qatar/>).
 La maggioranza di questi ribelli siriani 
<http://www.religionandgeopolitics.org/syria/if-castle-falls> condivide 
l’ideologia fondamentalista dell’ISIS e ha l’obiettivo esplicito di stabilire 
la legge della Sharia in Siria.


Proprio come in Afghanistan, la guerra in Siria ha coinvolto formalmente la 
Russia nel 2015, e l’eredità di Brzezinski è stata mantenuta viva attraverso 
gli avvertimenti 
<http://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-syria-airstrikes-idUSKCN0RW0W220151003>
 di Obama al Presidente russo Vladimir Putin, che avrebbe spinto la Russia 
verso un altro pantano in stile afghano.


Da chi può aver acquisito, Obama, queste tecniche alla Brzezinski, gettando la 
Siria nell’orrore di sei anni di guerra e di nuovo trascinando una grossa 
potenza nucleare in un conflitto pieno di crimini di guerra 
<http://www.bbc.com/news/world-middle-east-39126653> e di crimini contro 
l’umanità 
<http://www.abc.net.au/news/2016-10-05/un-human-rights-commissioner-warns-russia-over-syria-air-strikes/7903664>?


Ecco la risposta: le ha acquisite da Brzezinski stesso. Secondo Obama 
<https://www.youtube.com/watch?v=ASlETEx0T-I>, Brzezinski è stato un suo 
mentore personale, un “amico eccezionale”, dal quale ha imparato moltissimo. 
Alla luce di questo, c’è forse da sorprendersi che siano sorti così tanti 
conflitti dal nulla durante la presidenza Obama?


Il 7 febbraio 2014 la BBC ha pubblicato la trascrizione 
<http://www.bbc.com/news/world-europe-26079957> dell’intercettazione telefonica 
di una conversazione tra l’assistente segretaria di stato Victoria Nuland e 
l’ambasciatore americano in Ucraina Geoffrey Pyatt. In quella conversazione 
telefonica i rappresentanti stavano discutendo su chi avrebbero voluto piazzare 
al governo ucraino dopo il colpo di stato che aveva cacciato il presidente 
filorusso Viktor Yanukovych.


Ed ecco che Brzezinski stesso, nel suo libro del 1998, “Il Grande Scacchiere“, 
sosteneva  
<https://www.theguardian.com/world/2014/mar/20/significance-ukraine-geopolitical-chessboard>la
 necessità di prendere il controllo dell’Ucraina, dicendo che l’Ucraina era 
“uno spazio nuovo e importante sulla scacchiera euroasiatica, un perno 
geopolitico, perché la sua stessa esistenza come nazione indipendente implicava 
che la Russia cessasse di essere un impero euroasiatico“. Brzezinski ammoniva 
contro l’eventualità di permettere alla Russia di prendere il controllo 
dell’Ucraina, perché “la Russia si riprenderebbe automaticamente i mezzi per 
tornare ad essere un potente stato imperiale, con influenze sia in Europa che 
in Asia“.


Dopo Obama, Donald Trump è salito in carica con tutta un’altra mentalità, con 
l’idea di lavorare con la Russia e con il governo siriano 
<http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/donald-trump-isis-syria-policy-bashar-al-assad-cooperation-open-promising-russia-turkey-conflict-a7624801.html>
 per combattere l’ISIS. Non c’è da sorprendersi che Brzezinski non abbia 
sostenuto 
<http://www.abc.net.au/news/2016-10-05/un-human-rights-commissioner-warns-russia-over-syria-air-strikes/7903664>
 la campagna di Trump per la presidenza, e abbia ritenuto che le idee di Trump 
sulla politica estera mancassero di coerenza.


Dopo tutto questo, l’anno scorso Brzezinski è sembrato aver cambiato posizione 
<http://theantimedia.org/brzezinski-abandons-new-world-order/> sugli affari 
globali, iniziando a sostenere un “riallineamento globale”, una redistribuzione 
del potere globale, alla luce del fatto che gli USA non erano più la grande 
potenza imperiale di un tempo. Tuttavia, Brzezinski sembrava ancora ritenere 
che, senza il ruolo di guida dell’America, il risultato sarebbe stato solo “il 
caos globale”. Pare perciò improbabile che il suo cambiamento di posizione 
fosse fondato su un cambiamento reale e significativo sullo scacchiere 
geopolitico.


La stessa esistenza della CIA è fondata sull’idea di una minaccia russa, come è 
stato evidenziato dall’aggressione decisa da parte della stessa CIA contro 
l’amministrazione Trump <http://theantimedia.org/cia-coup-us-government/> non 
appena si è delineata una possibile distensione con l’ex Unione Sovietica.


Brzezinski è morto nella tranquillità del suo letto di ospedale, a differenza 
di milioni di civili sfollati e assassinati, risucchiati nel contorto gioco di 
scacchi geopolitico di Brzezinski, fatto di sangue e follia. La sua eredità è 
la militanza jihadista, la formazione di al-Quaeda, il più devastante attacco 
su suolo americano che sia mai stato fatto da un’entità straniera nella storia 
recente 
<https://www.theguardian.com/us-news/2016/sep/11/9-11-illnesses-death-toll>, e 
la demonizzazione della Russia come eterno avversario, con il quale la pace non 
si può e non si deve fare.




ca 
<https://www.washingtonpost.com/world/national-security/lawmakers-move-to-curb-1-billion-cia-program-to-train-syrian-rebels/2015/06/12/b0f45a9e-1114-11e5-adec-e82f8395c032_story.html?utm_term=.03cf27e135dd>
 un miliardo di dollari all’anno per addestrare i ribelli siriani (affinché si 
impegnassero in tattiche terroristiche 
<http://www.pbs.org/wgbh/frontline/article/syrian-rebels-describe-u-s-backed-training-in-qatar/>).
 La maggioranza di questi ribelli siriani 
<http://www.religionandgeopolitics.org/syria/if-castle-falls> condivide 
l’ideologia fondamentalista dell’ISIS e ha l’obiettivo esplicito di stabilire 
la legge della Sharia in Siria.


Proprio come in Afghanistan, la guerra in Siria ha coinvolto formalmente la 
Russia nel 2015, e l’eredità di Brzezinski è stata mantenuta viva attraverso 
gli avvertimenti 
<http://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-syria-airstrikes-idUSKCN0RW0W220151003>
 di Obama al Presidente russo Vladimir Putin, che avrebbe spinto la Russia 
verso un altro pantano in stile afghano.


Da chi può aver acquisito, Obama, queste tecniche alla Brzezinski, gettando la 
Siria nell’orrore di sei anni di guerra e di nuovo trascinando una grossa 
potenza nucleare in un conflitto pieno di crimini di guerra 
<http://www.bbc.com/news/world-middle-east-39126653> e di crimini contro 
l’umanità 
<http://www.abc.net.au/news/2016-10-05/un-human-rights-commissioner-warns-russia-over-syria-air-strikes/7903664>?


Ecco la risposta: le ha acquisite da Brzezinski stesso. Secondo Obama 
<https://www.youtube.com/watch?v=ASlETEx0T-I>, Brzezinski è stato un suo 
mentore personale, un “amico eccezionale”, dal quale ha imparato moltissimo. 
Alla luce di questo, c’è forse da sorprendersi che siano sorti così tanti 
conflitti dal nulla durante la presidenza Obama?


Il 7 febbraio 2014 la BBC ha pubblicato la trascrizione 
<http://www.bbc.com/news/world-europe-26079957> dell’intercettazione telefonica 
di una conversazione tra l’assistente segretaria di stato Victoria Nuland e 
l’ambasciatore americano in Ucraina Geoffrey Pyatt. In quella conversazione 
telefonica i rappresentanti stavano discutendo su chi avrebbero voluto piazzare 
al governo ucraino dopo il colpo di stato che aveva cacciato il presidente 
filorusso Viktor Yanukovych.


Ed ecco che Brzezinski stesso, nel suo libro del 1998, “Il Grande Scacchiere“, 
sosteneva  
<https://www.theguardian.com/world/2014/mar/20/significance-ukraine-geopolitical-chessboard>la
 necessità di prendere il controllo dell’Ucraina, dicendo che l’Ucraina era 
“uno spazio nuovo e importante sulla scacchiera euroasiatica, un perno 
geopolitico, perché la sua stessa esistenza come nazione indipendente implicava 
che la Russia cessasse di essere un impero euroasiatico“. Brzezinski ammoniva 
contro l’eventualità di permettere alla Russia di prendere il controllo 
dell’Ucraina, perché “la Russia si riprenderebbe automaticamente i mezzi per 
tornare ad essere un potente stato imperiale, con influenze sia in Europa che 
in Asia“.


Dopo Obama, Donald Trump è salito in carica con tutta un’altra mentalità, con 
l’idea di lavorare con la Russia e con il governo siriano 
<http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/donald-trump-isis-syria-policy-bashar-al-assad-cooperation-open-promising-russia-turkey-conflict-a7624801.html>
 per combattere l’ISIS. Non c’è da sorprendersi che Brzezinski non abbia 
sostenuto 
<http://www.abc.net.au/news/2016-10-05/un-human-rights-commissioner-warns-russia-over-syria-air-strikes/7903664>
 la campagna di Trump per la presidenza, e abbia ritenuto che le idee di Trump 
sulla politica estera mancassero di coerenza.


Dopo tutto questo, l’anno scorso Brzezinski è sembrato aver cambiato posizione 
<http://theantimedia.org/brzezinski-abandons-new-world-order/> sugli affari 
globali, iniziando a sostenere un “riallineamento globale”, una redistribuzione 
del potere globale, alla luce del fatto che gli USA non erano più la grande 
potenza imperiale di un tempo. Tuttavia, Brzezinski sembrava ancora ritenere 
che, senza il ruolo di guida dell’America, il risultato sarebbe stato solo “il 
caos globale”. Pare perciò improbabile che il suo cambiamento di posizione 
fosse fondato su un cambiamento reale e significativo sullo scacchiere 
geopolitico.


La stessa esistenza della CIA è fondata sull’idea di una minaccia russa, come è 
stato evidenziato dall’aggressione decisa da parte della stessa CIA contro 
l’amministrazione Trump <http://theantimedia.org/cia-coup-us-government/> non 
appena si è delineata una possibile distensione con l’ex Unione Sovietica.


Brzezinski è morto nella tranquillità del suo letto di ospedale, a differenza 
di milioni di civili sfollati e assassinati, risucchiati nel contorto gioco di 
scacchi geopolitico di Brzezinski, fatto di sangue e follia. La sua eredità è 
la militanza jihadista, la formazione di al-Quaeda, il più devastante attacco 
su suolo americano che sia mai stato fatto da un’entità straniera nella storia 
recente 
<https://www.theguardian.com/us-news/2016/sep/11/9-11-illnesses-death-toll>, e 
la demonizzazione della Russia come eterno avversario, con il quale la pace non 
si può e non si deve fare.




* da http://vocidallestero.it/ <http://vocidallestero.it/>




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