(srpskohrvatski / italiano)

N.B. Tra le forze politiche comuniste esistenti nell'area jugoslava, il Nuovo 
Partito Comunista della Jugoslavia (NKPJ) è quella che segue la tradizione 
"filosovietica", da cui la Jugoslavia di Tito si allontanò nel 1948, come è 
esplicitato al termine della intervista che riportiamo di seguito. Per una più 
ampia panoramica delle formazioni comuniste in Serbia e nelle altre repubbliche 
ex-federate rimandiamo alla nostra pagina dedicata: 
http://www.cnj.it/politica.htm


Isto pogledaj / guarda anche:


25 GODINA SKOJ-a Svečana Akademija
Svečana akademija povodom 25 godina od obnove SKOJ-a – http://www.skoj.org.rs/
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=zTaXeiBJYjI 
<https://www.youtube.com/watch?v=zTaXeiBJYjI>


Zeljko Veselinović, coordinatore del sindacato SLOGA (federato alla Federazione 
Sindacale Mondiale / FSM) e candidato alle elezioni della presidenza della 
Serbia per la lista "IL LAVORATORE NON È MERCE", interviene di fronte alla 
platea dell'organizzazione giovanile del Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia. 
Dietro di lui, tra le altre, la bandiera della RFSJ. L'iniziativa si è aperta 
con il canto dell'inno jugoslavo "Hej Slaveni":


Veselinović: Srbiju treba vratiti u vreme kada su radnici bili gospoda
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=KLb-cBt58yU
Svecana akademija SKOJA
VIDEO: 
https://www.facebook.com/joint.unionsserbianunity/videos/1221907344553401/


Веселиновић: Србију треба вратити у време када су радници били господа
REPORT: 
http://sloga.org.rs/veselinovic-srbiju-treba-vratiti-u-vreme-kada-su-radnici-bili-gospoda/
 
<http://sloga.org.rs/veselinovic-srbiju-treba-vratiti-u-vreme-kada-su-radnici-bili-gospoda/>


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http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/posehb13-018866.htm
www.resistenze.org <http://www.resistenze.org/> - popoli resistenti - serbia - 
13-02-17 - n. 620


NKPJ: La nostra tradizione poggia sull'internazionalismo proletario


International Communist Press (ICP) | sol.org.tr 
<http://icp.sol.org.tr/europe/nkpj-our-tradition-relies-proletarian-internationalism>
Traduzione per Resistenze.org <http://www.resistenze.org/> a cura del Centro di 
Cultura e Documentazione Popolare


Speciale intervista della International Communist Press con Aleksandar 
Banjanac, Segretario Generale del Nuovo Partito Comunista della Jugoslavia 
(NKPJ)


13/02/2017


ICP: Di recente assistiamo alla riproduzione di forme di nazionalismo serbo. Il 
Partito Radicale Serbo del criminale di guerra Vojislav Seselj ha ottenuto 22 
seggi alle ultime elezioni parlamentari. Dall'altra parte, il governo della 
Serbia ha cercato di ripristinare l'onorabilità di collaboratori nazisti quali 
Milan Nedic. Il Nuovo Partito Comunista della Jugoslavia (NKPJ) ha avviato una 
serie di proteste per resistere a questi tentativi e per contrastare 
l'esistenza di organizzazioni fasciste nelle università. In che modo il vostro 
Partito intende continuare l'azione anti-nazionalista?


Aleksandar Banjanac: Dalla creazione del nostro Partito in poi, ci siamo sempre 
opposti a ogni forma di sciovinismo, fascismo e discriminazione.
In Serbia, così come nelle repubbliche post-jugoslave, il nazionalismo è stata 
l'ideologia che ha legittimato le classi dirigenti e gli obiettivi 
imperialisti. Questa idea ha diviso la classe operaia su base etnica, 
portandola a un crollo sociale e materiale. Inoltre, ha aperto la strada alla 
restaurazione dell'onorabilità di collaborazionisti nazisti e del revisionismo.
Noi cerchiamo sempre di disvelare e mostrare il terreno su cui attecchisce il 
nazionalismo. Abbiamo sostenuto la nostra posizione nelle proteste contro la 
restaurazione dell'onorabilità di nemici pubblici vissuti ai tempi della 
seconda guerra mondiale. Presentiamo questa posizione nel nostro programma di 
Partito, nei nostri comunicati, nelle discussioni pubbliche e nelle riunioni di 
partito.


ICP: Durante quest'anno si svolgeranno probabilmente in Serbia le elezioni 
presidenziali e forse quelle parlamentari. Quale sarà la posizione di NKPJ?


Aleksandar Banjanac: Il Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia mostrerà una 
posizione organizzata, presentando il presidente del sindacato "Sloga", 
compagno Željka Veselinović, come candidato. Sloga è l'unico sindacato 
affiliato alla Federazione sindacale mondiale, FSM-WFTU, in Serbia. Prima delle 
elezioni verrà presentato un programma elettorale articolato in dieci punti. 
Tra i nostri bersagli presi di mira nei dieci punti: le collaborazioni con il 
FMI, la Banca Mondiale, la UE e la NATO, così come le politiche di 
privatizzazione e le politiche nazionaliste. E' ancora prematuro parlare di 
elezioni parlamentari.
Il sistema elettorale della Serbia non consente parità di condizioni per i 
partecipanti. Senza una copertura finanziaria sufficiente, si incontrano 
problemi; grazie alla collaborazione con Sloga ci auguriamo di superare 
l'ostacolo.
Ci aspettiamo un salto di qualità in nome della classe operaia nelle elezioni e 
anche il creare delle forme organizzative più forti tra i nostri membri e 
alleati.


ICP: Pochi giorni fa, un treno che viaggiava sulla linea ferroviaria da poco 
ristabilita tra Belgrado e Mitrovica nel Kosovo, è stato fermato dai funzionari 
kosovari a causa dello slogan scritto sui convogli in 21 lingue: "Kosovo è 
Serbia", cosa che ha causato una nuova crisi politica. Quali sono le vostre 
previsioni sull'evoluzione del clima politico sul Kosovo?


AB: La "Repubblica del Kosovo" è una base NATO proprio nel centro dei Balcani. 
I discorsi sul "Kosovo indipendente" sono il risultato della guerra 
espansionista, di occupazione e di intervento contro la Repubblica Socialista 
della Jugoslavia da parte delle forze NATO nel 1999.
Allo stesso tempo, questo intervento significa l'occupazione del Kosovo e 
Metohija, che è una regione di importanza strategica. D'altra parte, i Balcani 
sono sotto il controllo delle forze Usa da così tanto tempo. Una delle più 
grandi basi americane in questa regione è "Bondstil", situata in Uroševca, 
Kosovo. Di recente sono emerse sulla stampa prove dell'esistenza di una 
prigione di guerra all'interno della base. In altre parole, possiamo parlare 
della Guantanamo europea. Inoltre, è previsto un nuovo aiuto militare da parte 
del governo di Trump in Kosovo.
Entrambi i governi di Kosovo e Belgrado sono asserviti alla NATO in egual 
misura. Il fatto del treno, orchestrato dal governo serbo, era pura propaganda 
pre-elettorale. Allo stesso tempo, vale come graduale riconoscimento del Kosovo 
da parte del governo, che è diretto dall'imperialismo occidentale. La 
situazione attuale può solo surriscaldare il nazionalismo serbo e quello 
albanese a discapito dei serbi in Kosovo. Queste attività non sono utili a 
nessuno, tranne che a loro. Si dimostrano le incapacità dei rispettivi governi.
L'occupazione imperialista deve volgere al termine. Sostenere la pace e la 
realizzazione della solidarietà tra i popoli albanesi e serbi non è utile alla 
NATO. Entrambe le parti sono vittime della NATO. I popoli dei Balcani saranno 
in grado di determinare il proprio futuro solo se i Balcani gli apparterranno.


ICP: La posizione della Russia in Ucraina ha portato la UE a levare delle 
sanzioni contro la Russia. Allo stesso tempo la Russia ha annunciato la 
realizzazione di un gasdotto turco, un progetto che include la Serbia nel suo 
percorso. Poco dopo, il presidente russo Vladimir Putin ha visitato Belgrado, 
con la rivista della parata militare congiunta degli eserciti russo e serbo. Il 
governo della Serbia è stato criticato di mostrare un eccesso di senso pratico 
nel processo di negoziazione in corso sul lato opposto, con l'UE. Qual è il 
vostro commento sulla posizione del governo serbo riguardo a queste relazioni?


AB: Sì, il governo della Serbia ha mostrato un atteggiamento "pragmatico", 
sostenendo le bande fasciste e l'illegittimo Presidente Poroshenko, mentre 
negoziava con la Russia. Anche l'Unione europea è stata criticata per non 
premere abbastanza sulla Serbia. Questa è chiaramente una prova del predominio 
della UE sul governo.
Subito dopo la visita di Putin a Belgrado e la parata militare, il governo è 
stato costretto a rendere una dichiarazione alla NATO, rendendo noti accordi 
coperti. Questi accordi forniscono una serie di priorità alla NATO in entrambi 
i campi militari e civili. In uno stato di guerra, dovremo dare il controllo 
delle nostre basi, ospedali e aeroporti alla NATO.
Non abbiamo bisogno di un tale pragmatismo. Uno dei nostri modi di dire, 
recita: "se non nutri il tuo esercito, nutri un altro esercito".


ICP: Qualche tempo fa, il NKPJ ha tenuto il suo congresso. Una delle decisioni 
più importanti prese nel congresso è stata l'obiettivo del ringiovanimento, 
scommettendo sulla vostra organizzazione giovanile, SKOJ. Qual è l'obiettivo 
atteso in NKPJ per questa transizione?


AB: L'obiettivo di svecchiamento era un progetto pianificato da molti anni. Si 
è concretizzato nel nostro V Congresso straordinario. Sono stato eletto come 
nuovo Segretario generale del nostro Partito nello stesso Congresso e la mia 
età non supera ancora i 34 anni. Abbiamo anche compagni più giovani nella 
Segreteria, nell'Ufficio politico e nel Comitato centrale. Siamo uno dei rari 
partiti nella regione con una così giovane dirigenza.
Nonostante tutte le difficoltà e le limitazioni, puntiamo a realizzare un 
potente partito dei lavoratori. Abbiamo bisogno di un NKPJ che sia in grado di 
rispondere alle esigenze dei lavoratori. Abbiamo bisogno di organizzare i 
giovani e indurli a staccarsi dal sistema di sfruttamento e a considerare il 
socialismo non come un periodo nostalgico ma come unica alternativa contro il 
capitalismo. Finché il NKPJ si basa sui giovani, i giovani si baseranno sul 
partito.


ICP: Perché considerate la Jugoslavia, oggi divisa in molti stati diversi, come 
scala politica, invece che la Serbia?


AB: Prima di tutto, anche se la Jugoslavia è divisa in più parti, anche se 
manipolata e le sue risorse sono sottratte, noi non pensiamo che abbia perso il 
suo significato storico.
Siamo l'unico partito che affronta la questione nazionale con l'identità 
jugoslava. Abbiamo la volontà di risolvere questo problema attraverso la 
ridefinizione di tutti i popoli nella regione nel suo complesso. Un altro 
problema passato, era l'esistenza di confini interni dentro la Jugoslavia. E' 
stato uno dei motivi principali della guerra che si è verificato subito dopo la 
dissoluzione.
Inoltre, è evidente che dal '90 la pace non è stata stabilita nella regione. 
Frizioni tra i popoli e i governi dei paesi della ex Jugoslavia, spesso si 
surriscaldano.
L'intervento dell'imperialismo occidentale divide il nostro Paese in termini 
economici, militari, nazionali, sociali ed educativi. Dopo lo scioglimento, 
hanno anche esportato le loro politiche per i nuovi governi.
Usando il termine di Jugoslavia, noi presentiamo la sua effettiva legittimità. 
Oltre ad utilizzare questo termine, denunciamo l'occupazione della NATO. 
Insistiamo sul fatto che tutte le forze progressiste devono mostrare una 
posizione congiunta contro questa occupazione.
Persone che ancora oggi si definiscono con l'identità jugoslava, esistono. Esse 
condannano il clima politico attuale e danno il loro sostegno al nostro Partito.


ICP: Il vostro Partito ha una posizione diversa dalla Lega dei comunisti della 
Jugoslavia rispetto l'URSS e l'ideale del socialismo. Qual è l'eredità per il 
NKPJ?


AB: Giusto, abbiamo una posizione molto diversa dalla Lega dei comunisti della 
Jugoslavia. Questa presa di posizione poggia principalmente su principi 
riguardanti la costruzione del socialismo.
Poiché abbiamo fatto nostra la posizione del Partito Comunista di Jugoslavia, 
diciamo che la Lega dei Comunisti, istituita dopo il 1948, cambiando il nome 
del Partito, è stata una mutazione opportunista e revisionista, che ha voltato 
le spalle al movimento comunista internazionale.
Dopo il XX Congresso, anche in URSS si è avviato un periodo revisionista. 
Tuttavia, allo stesso tempo, hanno mostrato un'opposizione realistica contro 
l'imperialismo durante la Guerra Fredda. La Jugoslavia ha scelto di rimanere 
neutrale in questa guerra di classe. Come dice Lenin, ogni terza via respinge 
la seconda. Così la terza via jugoslava ha rifiutato di opporsi alla principale 
questione: quindi, la Jugoslavia di Tito ha diretto il movimento dei Non 
Allineati. Da questa posizione, la Jugoslavia si è allineata all'imperialismo e 
ha istituito la "piccola NATO", collaborando con la Turchia e la Grecia negli 
anni '50.
Tito e i quadri di Partito avevano organizzato la guerra di sovranità 
nazionale, eroicamente e trionfando con una rivoluzione. Il ruolo di Tito in 
questo periodo storico non può essere svalutato. Ma, purtroppo, non sostennero 
la rivoluzione che avevano stabilito. Al contrario, hanno giocato il ruolo di 
"cavallo di Troia" all'interno del movimento comunista internazionale e si sono 
diretti verso la restaurazione del capitalismo.
La nostra tradizione si basa sul Partito socialdemocratico e successori: il 
Partito Comunista di Jugoslavia, che ha sostenuto le rivendicazioni 
dell'internazionalismo proletario, la III Internazionale, il Cominform e il 
socialismo scientifico fino al 1948.




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