Re: [Ninux-Wireless] Google svela i segreti dei suoi server e di Jupiter

2015-08-23 Per discussione Saverio Proto
Leggete questi due:
https://code.facebook.com/posts/360346274145943/introducing-data-center-fabric-the-next-generation-facebook-data-center-network/

http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html

praticamente la stessa cosa.

Saverio

Il 22 agosto 2015 19:32, Germano Massullo germano.massu...@gmail.com
ha scritto:
 Tratto da:
 http://www.hwupgrade.it/news/web/google-svela-i-segreti-dei-suoi-server-e-di-jupiter_58471.html

 ===

 In un documento di 15 pagine presentato al SIGCOMM 2015, Google ha
 illustrato il suo percorso decennale nell'evoluzione delle tecnologie di
 rete adottate. La società ha svelato alcuni dei segreti che le hanno
 permesso di raggiungere l'enorme utenza di cui dispone oggi, raccontando i
 passaggi principali dell'evoluzione, come ad esempio l'uso di hardware
 sviluppato in proprio portato a compimento nel 2005.

 Allora non erano molte le compagnie che consideravano la possibilità di
 utilizzare hardware sviluppato sulle proprie specifiche esigenze, ma la
 richiesta di banda da parte di Google raddoppiava circa ogni 12 mesi.
 Gestire la situazione con hardware generico era ormai diventato proibitivo
 sul piano economico e complesso su quello della gestione operativa, così
 Google è stata fra le prime ad adoperare switch custom appositi.

 Le manovre delle prime società in tal senso hanno fatto nascere il
 software-defined networking, come alternativa all'uso di hardware di rete
 convenzionale. L'approccio si è rivelato sin da subito estremamente più
 economico e più proiettato verso le esigenze future della società, visto che
 molte operazioni di manutenzione potevano essere eseguite lato software da
 remoto e senza accedere direttamente all'hardware.

 Ad oggi Google detiene una delle reti di data center più grandi in tutto il
 mondo, collegata da un'infrastruttura che la società chiama Jupiter (la
 quinta dagli albori). Grazie a questa, la società gestisce una rete basata
 su componenti non commerciali con una bisection bandwidth di 1 petabit al
 secondo (1 milione di gigabit): Questo significa che ognuno dei 100 mila
 server di un data center può comunicare con qualsiasi altro server ad una
 velocità arbitraria di 10Gb/s, ha scritto la società.

 Si tratta di una velocità cento volte superiore rispetto a quella concessa
 dalle tecnologie utilizzate nel 2005 e Jupiter rappresenta uno dei vantaggi
 principali che la società sostiene di avere rispetto a Microsoft o Amazon.

 Ma perché Google ne parla solo adesso? La società ha iniziato di recente a
 vendere i propri servizi cloud ad altre compagnie, quindi sottolineandone la
 superiorità spera di avere un ritorno diretto. Ma c'è anche un altro motivo,
 un po' più pragmatico. Le richieste di banda sono aumentate a tal punto che
 la stessa Google inizia ad avere bisogno di altre idee per rispondere alle
 sfide di configurazione e gestione delle reti.

 Ed è per questo che Big G ha presentato il documento alla conferenza
 londinese.

 L'argomento può essere approfondito sul blog ufficiale della società, mentre
 il documento per intero può essere trovato a questo indirizzo. Nella pagina
 trovate una galleria con le immagini dei data center di Google pubblicate in
 passato dalla stessa società.

 ===

 [1]
 http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html
 [2] http://conferences.sigcomm.org/sigcomm/2015/pdf/papers/p183.pdf

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Re: [Ninux-Wireless] Google svela i segreti dei suoi server e di Jupiter

2015-08-22 Per discussione Daniele Capasso
Veramente interessante
Grazie

Il giorno 22 agosto 2015 19:32, Germano Massullo germano.massu...@gmail.com
 ha scritto:

 Tratto da:
 http://www.hwupgrade.it/news/web/google-svela-i-segreti-dei-suoi-server-e-di-jupiter_58471.html

 ===

 In un documento di 15 pagine presentato al SIGCOMM 2015, *Google ha
 illustrato il suo percorso decennale nell'evoluzione delle tecnologie di
 rete adottate*. La società ha svelato alcuni dei segreti che le hanno
 permesso di raggiungere l'enorme utenza di cui dispone oggi, raccontando i
 passaggi principali dell'evoluzione, come ad esempio l'uso di hardware
 sviluppato in proprio portato a compimento nel 2005.

 Allora non erano molte le compagnie che consideravano la possibilità di
 utilizzare hardware sviluppato sulle proprie specifiche esigenze, ma la
 richiesta di banda da parte di Google raddoppiava circa ogni 12 mesi.
 Gestire la situazione con hardware generico era ormai diventato proibitivo
 sul piano economico e complesso su quello della gestione operativa, così
 Google è stata fra le prime ad adoperare switch custom appositi.

 Le manovre delle prime società in tal senso hanno fatto nascere il 
 *software-defined
 networking*, come alternativa all'uso di hardware di rete convenzionale.
 L'approccio si è rivelato sin da subito estremamente più economico e più
 proiettato verso le esigenze future della società, visto che molte
 operazioni di manutenzione potevano essere eseguite lato software da remoto
 e senza accedere direttamente all'hardware.

 Ad oggi Google detiene una delle reti di data center più grandi in tutto
 il mondo, collegata da un'infrastruttura *che la società chiama Jupiter *(la
 quinta dagli albori). Grazie a questa, la società gestisce una rete basata
 su componenti non commerciali con una *bisection bandwidth di 1 petabit
 al secondo (1 milione di gigabit)*: Questo significa che ognuno dei 100
 mila server di un data center può comunicare con qualsiasi altro server ad
 una velocità arbitraria di 10Gb/s, ha scritto la società.

 Si tratta di una velocità cento volte superiore rispetto a quella concessa
 dalle tecnologie utilizzate nel 2005 e Jupiter rappresenta uno dei vantaggi
 principali che la società sostiene di avere rispetto a Microsoft o Amazon.

 *Ma perché Google ne parla solo adesso?* La società ha iniziato di
 recente a vendere i propri servizi cloud ad altre compagnie, quindi
 sottolineandone la superiorità spera di avere un ritorno diretto. Ma c'è
 anche un altro motivo, un po' più pragmatico. Le richieste di banda sono
 aumentate a tal punto che la stessa Google inizia ad avere bisogno di altre
 idee per rispondere alle sfide di configurazione e gestione delle reti.

 Ed è per questo che Big G ha presentato il documento alla conferenza
 londinese.

 L'argomento può essere approfondito sul blog ufficiale della società
 http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html,
 mentre il documento per intero può essere trovato a questo indirizzo
 http://conferences.sigcomm.org/sigcomm/2015/pdf/papers/p183.pdf. Nella
 pagina trovate una galleria con le immagini dei data center di Google
 pubblicate in passato dalla stessa società.

 ===

 [1]
 http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html
 [2] http://conferences.sigcomm.org/sigcomm/2015/pdf/papers/p183.pdf

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2015-08-22 Per discussione Germano Massullo
Tratto da:
http://www.hwupgrade.it/news/web/google-svela-i-segreti-dei-suoi-server-e-di-jupiter_58471.html

===

In un documento di 15 pagine presentato al SIGCOMM 2015, *Google ha
illustrato il suo percorso decennale nell'evoluzione delle tecnologie di
rete adottate*. La società ha svelato alcuni dei segreti che le hanno
permesso di raggiungere l'enorme utenza di cui dispone oggi, raccontando
i passaggi principali dell'evoluzione, come ad esempio l'uso di hardware
sviluppato in proprio portato a compimento nel 2005.

Allora non erano molte le compagnie che consideravano la possibilità di
utilizzare hardware sviluppato sulle proprie specifiche esigenze, ma la
richiesta di banda da parte di Google raddoppiava circa ogni 12 mesi.
Gestire la situazione con hardware generico era ormai diventato
proibitivo sul piano economico e complesso su quello della gestione
operativa, così Google è stata fra le prime ad adoperare switch custom
appositi.

Le manovre delle prime società in tal senso hanno fatto nascere il
/software-defined networking/, come alternativa all'uso di hardware di
rete convenzionale. L'approccio si è rivelato sin da subito estremamente
più economico e più proiettato verso le esigenze future della società,
visto che molte operazioni di manutenzione potevano essere eseguite lato
software da remoto e senza accedere direttamente all'hardware.

Ad oggi Google detiene una delle reti di data center più grandi in tutto
il mondo, collegata da un'infrastruttura *che la società chiama Jupiter
*(la quinta dagli albori). Grazie a questa, la società gestisce una rete
basata su componenti non commerciali con una *bisection bandwidth di 1
petabit al secondo (1 milione di gigabit)*: Questo significa che ognuno
dei 100 mila server di un data center può comunicare con qualsiasi altro
server ad una velocità arbitraria di 10Gb/s, ha scritto la società.

Si tratta di una velocità cento volte superiore rispetto a quella
concessa dalle tecnologie utilizzate nel 2005 e Jupiter rappresenta uno
dei vantaggi principali che la società sostiene di avere rispetto a
Microsoft o Amazon.

*Ma perché Google ne parla solo adesso?* La società ha iniziato di
recente a vendere i propri servizi cloud ad altre compagnie, quindi
sottolineandone la superiorità spera di avere un ritorno diretto. Ma c'è
anche un altro motivo, un po' più pragmatico. Le richieste di banda sono
aumentate a tal punto che la stessa Google inizia ad avere bisogno di
altre idee per rispondere alle sfide di configurazione e gestione delle
reti.

Ed è per questo che Big G ha presentato il documento alla conferenza
londinese.

L'argomento può essere approfondito sul blog ufficiale della società
http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html,
mentre il documento per intero può essere trovato a questo indirizzo
http://conferences.sigcomm.org/sigcomm/2015/pdf/papers/p183.pdf. Nella
pagina trovate una galleria con le immagini dei data center di Google
pubblicate in passato dalla stessa società.

===

[1]
http://googleresearch.blogspot.fr/2015/08/pulling-back-curtain-on-googles-network.html
[2] http://conferences.sigcomm.org/sigcomm/2015/pdf/papers/p183.pdf
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