Il giorno 15 febbraio 2009 17.27, paolo de bene <refund.wind...@gmail.com>ha scritto:
> On.le, Dalia dali...@posta.senato.it > > Provo sinceramente disgusto per quanto voglia far approvare, e sinceramente > non capisco come Lei possa alzare così tanto la Voce e parlare di Apologia > di Reato, quando le persone che risiedono in Parlamento hanno dei > procedimenti penali in corso o sono stati condannati in via definitiva e non > hanno ancora pagato il debito con la Giustizia Italiana, entrando nelle > patrie galere. > > Vede io mi informo ed ho letto quanto vorrebbe fare, provo immenso disgusto > per il suo disegno di legge, lei presume che qualsiasi cosa un cittadino > possa dire, possa essere perseguibile penalmente. > > Ciò sarebbe valido se gli stessi ed identici politici che stanno in > Parlamento ed al Senato, decidessero di rinunciare all'immunità parlamentare > e di farsi giudicare per i reati da loro commessi, invece vanno cercando > scorciatoie che gli facciano da scudo, cosicchè non possano essere messi > sotto processo ne durante il mandato che si sono presi da soli, dunque auto > eleggendosi, e anche quando il loro mandato finirà. > > pensare di governare il paese col 37% dei voti è una buffonata, non avete > la maggioranza e dunque non avete il 50%+1 > che vi consenta di parlare almeno nei confronti della maggioranza. > > ma chi tutela gli interessi del restsnte 49%, le rendo noto che tutti i > cittadini sono uguali davanti alla legge, invece ce ne sono alcuni che si > sentono al di sopra della legge, ovvero tutti coloro che non vogliono > rinunciare all'immunità parlamentare, perchè così si possono sentire ben > tutelati. > > avete fatto i conti senza l'oste anche perchè già nel 2006 l'Unione Europea > aveva reso noto tali problema, quindi la sua è una revisione di una cosa che > è già stata vissuta e Lei sta amplificando, facendo incazzare la gente. > > le ricordo che secondo l'art.21 della costituzione Italiana ogni cittadino > è libero di esprimere il suo pensiero senza alcuna forma di vincolo, laddove > si pongano dei paletti, allora non stiamo parlando più di Libertà di Parola, > ma di Repressione della Libertà di Parola. > > quanto dice rispetto ai contenuti sui vari siti, esiste già il modo di > sanzionare chi commette degli illeciti, dunque non capisco questa sua presa > di posizione, praticamente un doppione di quanto già esiste. > > lei comunque ci vorrebbe parlare di rispetto della Costituzione Italiana, > ebbene iniziate voi politici a dare il buon esempio, > siete su quelle poltrone, perchè noi cittadini Vi ci abbiamo messo, da > parte mia il Voto nei confronti del PD, PDL, IDV, UDC, se lo siete sognati. > > il giorno in cui caccerete la gente di malaffare dalle liste del partito, > allora potremmo parlare di rispetto delle leggi, perchè il Vostro Presidente > Totò Cuffaro ex Presidente della REgione Sicilia non ha scontato il debito > con la Giustizia Italiana, così come non l'ahanno scontati molti altri, ciò > non fa del Parlamento Italiano un buon esempio di un Paese governato da > Persone Oneste e che siano Democratiche, anzi PROIETTA su tutto il POPOLO > ITALIANO un'immagine > che dall'Unione Europea viene vista con disgusto. > > tutte le figuracce che abbiamo fatto sino ad oggi sono state tollerate, ma > esempi come Borghezio, quel Leghista che entra nel Parlamento Europeo > sventolando il simbolo della Lega, non ha lasciato il Presidente > indifferente, anzi lo ha fatto mettere alla porta. > > questa è l'immagine che viene proiettata da certi personaggi, per non > parlare delle figuracce che facciamo con Silvio Berlusconi ogni volta che va > in Televisione e che attacca sempre qualcuno. > > insomma mi vergogno di essere cittadino ITALIANO, ad ogni TG ci sentiamo > dire dall'Unione Europea che non siamo un PAESE DEMOCRATICO, ma governato da > un DITTATORE. > > Fate Vobis e vedete di levarvi le castagne dal fuoco, siamo stanchi di > esser rappresentati da gente di malaffare. > > Spero dunque vorrete ritirare tale disegno di legge o ci metterete nelle > condizioni di spegnere i SERVERS, non garantirvi alcuna forma di servizio, > ma al tempo stesso ci metterete nelle condizioni di scendere nelle piazze > Italiane per protestare contro tale atto che fa di tutta un'erba un fascio, > provvedete a perseguire chi ha commesso un illecito, anzichè sanzionare un > intero paese. > > sottopongo alla Vostra attenzione priam l'Intervista che avete rilasciato e > pubblicata sul sito di beppegrillo: > > Il "Merda Wall" di D'Alia contro Internet > http://www.beppegrillo.it/2009/02/il_merda_wall_c/index.html#comments?s=n2009-02-12 > > Il *senatore > D'Alia*<http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00017685.htm>dell'UDC > vuole oscurare la Rete. Ha proposto > *un > emendamento*<http://mobile.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=16&id=391198&idoggetto=413875>, > approvato in Senato, a un disegno di legge di Brunetta che obbligherà i > provider a *oscurare siti, blog o social media* come YouTube e Facebook su > richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione, ad esempio un > filmato o un gruppo che invitano a non osservare una legge considerata > ingiusta. *Senza nessuna sentenza della magistratura*. Questo, oggi, > avviene solo in *Cina*. In una dittatura. I cinesi hanno eretto contro > l'informazione di Internet un "*Golden > Wall*<http://en.wikipedia.org/wiki/Internet_censorship_in_the_People%27s_Republic_of_China#Golden_Shield_Project>", > si sono ispirati alla Muraglia Cinese. D'Alia vuole costruire un "*Merda > Wall*", si è ispirato allo psiconano. > > Il vero concorrente di Mediaset è YouTube. Mediaset non la comprerei > neppure se me la regalassero. La pubblicità sta abbandonando la televisione > e l'informazione si fa in Rete. Mettere *Internet sotto il controllo del > potere esecutivo* vuol dire chiuderla di fatto e tappare la bocca ai > cittadini liberi. > *Marco Pancini* <http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/02/12/>di > Google ha dichiarato:" > *No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l'ecosistema > non si possono fare. E bisognerebbe evitare di portare l'Italia a livello > dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d'opinione*". > L'Italia stessa è ormai un *Paese ad Aziendam* e in quanto a perseguire > reati di opinione non siamo secondi a nessuno. > Lo Stato è nostro e noi ce lo riprenderemo. > > *Partecipa* all'iniziativa "*Free > Blogger*<http://www.beppegrillo.it/iniziative/freeblogger/>" > con una tua foto con la scritta Free Blogger. > > *Testo:* > > Dall'intervista di Alessandro Gilioli al sen. D'Alia pubblicata su "* > L'Espresso*<http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/02/10/%C2%ABfacebook-e-youtube-o-obbediscono-o-li-oscuro%C2%BB> > " > > *A. Gilioli: *Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, > spieghi lo scopo e l'utilità. > > *D'Alia: *L'emendamento introduce l'articolo 50 bis al pacchetto > sicurezza, che consente al ministro dell'interno, su comunicazione > dell'autorità giudiziaria che procede per delitti di istigazione a > delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero dell'interno il > potere di disporre che i fornitori di connettività alla rete internet > utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di quei siti o social > network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e quant'altro connesse a > queste ipotesi di reato. > Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella > regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle vicende > che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social network di > gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse eccetera. > E poiché non vi è alcuno strumento, nell'ordinamento, che consenta un > intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un'ipotesi di reato, cioè > qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell'interno interviene > con uno strumento di natura squisitamente cautelare che serve ad evitare che > vi sia una moltiplicazione di questi siti o di queste manifestazioni > illecite sulla rete. > Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso > all'autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque attraverso > una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori dei siti a cui > viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare quelle parti che sono > in contrasto con le posizioni citate. > > *A. Gilioli: *Però, senatore, mi permetta di interromperla. La > contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo > emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito. > Allora si dice: se c'è un gruppo su facebook che incita a Provenzano > piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero > cancellare quella pagina ma oscurare l'intero sito. > > *D'Alia: *Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di > cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato. Il > ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o > ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare. Se > non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi > è giusto che venga oscurato. > > *A. Gilioli:* All'interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video > che potrebbero ricadere, forse, all'interno della tipologia da lei > enunciata. Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l'intero > YouTube? > > *D'Alia: *Secondo me si, certo. > > *A. Gilioli:* Ancora un altro caso... > > *D'Alia: *Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è > successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi > picchiano un loro coetaneo disabile - peraltro, in questo caso siamo in > presenza della rappresentazione di un reato non è che siamo in presenza di > una apologia: c'è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene > commesso un illecito penale - è giusto che un sito lo mantenga? Io credo di > no. > > *A. Gilioli: *Un altro caso: c'è una discussione online, nei siti, nei > forum. Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si > minacci. Lei questo lo ritiene una tipologia... > > *D'Alia: *Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet > sempre un reato è. > > *A. Gilioli: *Le faccio un'altra tipologia: io sono ipoteticamente autore > di un blog. All'interno del mio blog qualcuno, tra i commentatori del mio > blog, mi insulta, minaccia. Io che sono il blog master e quindi ritengo che > sia giusto lasciare aperto il mio blog a ogni voce, comprese quelle che mi > minacciano e mi insultano, non tolgo queste voci. > Anche in questo caso si rientra nella tipologia? > > *D'Alia: *Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal > codice penale nell'ambito dei delitti di istigazione a delinquere o > disobbedire alle leggi. I delitti di apologia di reato, che sono previste > dal codice penale o da altre disposizioni. Sono tutte ipotesi che sono > ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale > e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro > manifestazioni. Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che > Riina... > > *A. Gilioli: *Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog... > > *D'Alia: *Guardi, i commenti a un blog non è che sono diversi: se in un > commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno fatto bene ad uccidere > Moro, questa si chiama apologia di reato. Che io lo faccia sul blog, con un > telegramma, su un bigliettino, con un comunicato stampa non cambia: sempre > di reato si tratta e va perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa > complice pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di > internet tanto per essere chiari. > Io la penso in questo modo. > > *A. Gilioli: *Senta senatore: lei è un frequentatore della rete? > > *D'Alia: *Certo > > *A. Gilioli: *Su facebook ci va? > > *D'Alia: *No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere su quel sito > che si censurino le mamme che allattano i figli perché si ritiene > esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si consenta a vari > gruppi, ad esempio "Omaggio a Cutolo, chi è parente di pentiti infami e > confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo". > Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara > peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un sito > indegno, dal mio punto di vista. > Con tutto il rispetto per chi vi accede. > > *A. Gilioli: *Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e > Facebook siamo peggio della Birmania? > > *D'Alia: *Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono > perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e > degli stupri. > > *A. Gilioli: *E se non le rispettano? > > *D'Alia: *Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato. > > *A. Gilioli: *Quindi vanno chiusi. > > *D'Alia: *E' evidente. > > quanto pubblicato sul sito di BeppeGrillo l'ho spedito al Parlamento > Europeo, vedremo cosa diranno, rendo noto che a breve lo spedisco all'Unione > Europea, ma il bello è che dal sito dell'Unione Europea, si apprende il > seguente comunicato: > > > http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=IM-PRESS&reference=20060718STO09901&language=EN > > Parliament backs Internet freedom > Citizens' rights - 18-07-2006 - 12:08 > <http://www.europarl.europa.eu/multimedia/img/news/cont/20060718PHT09899/pict_20060718PHT09899.jpg> > > Internet in chains? > The "fight for freedom of expression has today largely shifted on-line" the > European Parliament notes in a resolution adopted during its July plenary. > In view of the ever more far-reaching methods of controlling the Internet > and the increasing number of so called "cyber-dissidents", the Parliament > calls for an EU code of conduct to limit western businesses that contribute > to censoring the internet in repressive countries. The US is already > preparing a similar measure. > > "The Internet has become *the* means of expression for political > dissidents, human rights defenders and independent journalists worldwide" > the Parliament notes. At the same time, authoritarian governments use more > and more sophisticated filtering and surveillance technology - often coming > from western companies. The Chinese government has even persuaded companies > such as Yahoo, Google and Microsoft to facilitate the censorship of their > services. > > *Imprisoned in Cyberspace?* > > According to human rights organisations, most of the cyber-dissidents > detained in prison are in China a country which recently concluded an > agreement with the search engine "Google" to operate there as long as > certain web pages were blocked. The Paris-based "Reporters Without > Frontiers" group which campaigns for press freedom have been particularly > critical of China which has its share of "cyber-dissidents". They include > the recently released Chinese blogger and documentary filmmaker Hao Wu, the > journalist Shi Tao and cyber-dissident Yang Zili. > > Convinced that the freedom of expression is a key yardstick to judge > whether a society is democratic and open, the Parliament strongly condemns > restrictions on Internet content (apart from when it is illegal), as well as > the harassment and imprisonment of Internet users. It calls on the EU to > take steps to promote free speech on the web and to help release detained > Internet users. > > *Parliament's President Borrell raises concerns* > > During his visit to China last week, EP President Josep Borrell welcomed > the release of cyber-dissident Hao Wu - a week after the Parliament adopted > its resolution that referred to his case. "There is still a long way to go > and I raised Parliament concerns about remaining restrictions on the freedom > of expression" the President said in a statement concluding his visit. > > President Borrell also called upon China to ratify the International > Covenant on Civil and Political Rights, of which article 19 seeks to > guarantee unrestricted freedom of expression. > > > dunque confermo che avete fatto la scoperta dell'Uovo di Colombo. > > Saluti, > > Paolo Del Bene > > p.s: spero che conosca l'Inglese, altrimenti se lo faccia tradurre. >