Yahoo! Gruppi I Miei Gruppi | ai-pisa-informa Pagina principale

Desaparecidos, Cavallo estradato
Il torturatore in carcere a Madrid. Dopo Garzòn, tra poco tocca all'Italia

CLAUDIO TOGNONATO
Erano le prime ore del mattino di domenica 29 giugno quando a Madrid, nella base militare di Torrejón, atterrava l'aereo con l'ex militare argentino Ricardo Cavallo (alias Serpico). L'imputato, accusato dal giudice Baltasar Garzón di genocidio, torture e terrorismo, è stato estradato dal Messico in Spagna con il beneplacito del governo argentino. Anche se di domenica, il giudice spagnolo ha voluto interrogare in mattinata Cavallo che si è rifiutato di parlare ed ha solo dichiarato d'ignorare i delitti di cui è incriminato, invocando poi la necessità di leggere il fascicolo accusatorio. Garzón gli ha consegnato una copia dell'atto d'accusa di oltre duecento pagine, ed ha fissato un nuovo interrogatorio per le 17, decidendo infine la detenzione preventiva rigorosa nel carcere di Soto del Real, a Madrid. Da quando nel 1999 gli è stata negata in extremis l'estradizione dall'Inghilterra del dittatore cileno Augusto Pinochet, è passato troppo tempo e il giudice spagnolo non sembra disposto a concedere più rinvii.

Cavallo è accusato per la sua attività nel 1977-78 all'Esma, la Scuola di meccanica della marina militare dove funzionava uno dei principali campi di concentramento della dittatura militare. Il suo nome era già da tempo nell'elenco dei 157 militari argentini imputati da Garzón. Cavallo è considerato responsabile di 248 desapariciones e di 128 sequestri di persona, tra cui 16 donne incinte che hanno partorito in cattività e poi sono state uccise o buttate ancora vive in mezzo all'oceano. Il processo di Madrid ha migliaia di prove, documenti e 23 testimoni diretti dei fatti disposti a dichiarare contro il militare.

Mentre Garzón interrogava l'imputato nella deserta Audiencia Nacional, per strada, davanti al Tribunale, centinaia di manifestanti argentini e militanti di organizzazioni di diritti umani si erano concentrati chiedendo la deroga delle leggi di Punto Finale e Ubbidienza dovuta che in Argentina impediscono l'apertura di nuovi processi contro i militari della passata dittatura. Proprio per impedire un nuovo tentativo di fuga di Cavallo verso l'Argentina dove i suoi delitti restano impuni, Garzón si è affrettato a definire la situazione dell'imputato in carcerazione preventiva. Quando il furgone della polizia è uscito dal Tribunale verso il carcere ci sono stati alcuni incidenti con i manifestanti ma non ci sono stati detenuti. Finita la fase istruttoria il processo orale dovrebbe iniziare nei primi mesi del prossimo anno. Se ritenuto colpevole Cavallo dovrebbe scontare due o tre secoli di carcere data la gravità dei delitti che gli vengono imputati. Comunque, per il codice penale spagnolo la pena massima prevista è di «solo» trenta anni.

L'apertura di questo processo è considerata «storica» dagli specialisti di giustizia internazionale. Cavallo è il primo militare latinoamericano estradato che dovrà rispondere di crimini contro l'umanità in un paese diverso da quello dove sono stati compiuti i delitti. Nel carcere di Soto del Real, lo attende un altro «camerata», Adolfo Scilingo che dall'agosto 2001 è rinchiuso è sarà giudicato nei prossimi giorni per gli stessi delitti di Cavallo. Entrambi all'epoca della dittatura militare 1976-83, hanno preso parte alla repressione nell'Esma, tristemente celebre per i «voli della morte», che hanno buttato migliaia di desaparecidos ancora vivi in mezzo al mare. Garzón aveva da tempo inoltrato la richiesta di estradizione per altri 48 militari argentini compromessi con la dittatura ed imputati per crimini contro l'umanità, ma sia l'ex presidente Carlos Menem, sia il suo successore Fernando de la Rua si erano opposti all'istanza.

Sembra però che Néstor Kirchner non voglia continuare sulla stessa strada, il neo presidente argentino ha dato precise istruzioni di non opporsi né interferire sulla richiesta di estradizione spagnola. Ora molti militari rischiano di essere giudicati dal giudice spagnolo oppure di finire dentro un carcere francese o italiano. Infatti il nostro paese ha condannato in contumacia 8 ex repressori argentini colpevoli di aver sequestrato, torturato e ucciso cittadini italiani residenti in Argentina. Dopo anni d'indagini e ricerche è stato possibile accertare la diretta responsabilità dei militari Carlos Guillermo Suarez Masson, Santiago Omar Riveros, Juan Carlos Gerardi, José Luis Porchetto, Alejandro Puertas, Hector Omar Maldonado e Roberto Julio Rossin nell'uccisione dei nostri connazionali: Laura Estela Carlotto, Norberto Julio Morresi, Pedro Luis Mazzocchi, Luis Alberto Fabbri, Daniel Ciuffo, Mario Marras, Martino Mastinu e la sottrazione del neonato Guido Carlotto alla propria madre poi assassinata.

Ora occorre che le autorità competenti insistano per ottenere l'estradizione in Italia dei condannati, in modo che possano scontare la pena per i loro crimini nelle nostre carceri. L'Italia potrà in questo modo restituire un po' di giustizia a quelli italiani desaparecidos in Argentina e a tutti coloro che sono stati dimenticati dalle leggi che fanno ancora dell'Argentina il paese dell'impunità.

 

Fonte: Il Manifesto


Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, manda una mail all'indirizzo:
[EMAIL PROTECTED]

Amnesty International gruppo 10 Pisa
Via Lungarno Fibonacci 1
e-mail [EMAIL PROTECTED]
sito web http://www.pisa.amnesty.it



L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle Condizioni di Utilizzo del Servizio Yahoo!

Rispondere a