COMUNICATO STAMPASulla parola "anche" bocciata dalla ConsultaE sul perchè d'ora 
in avanti le responsabilità diventano anche personali Tentorio e Invernizzi si 
dicono dispiaciuti: non potranno più firmare ordinanze propagandistiche che 
incidono sulle libertà e i diritti dei cittadini. Ricordiamo nell'ordine le 
seguenti ordinanze firmate dal Sindaco Tentorio, tutte finalizzate a 
identificare dei gruppi di "esclusi": ordinanza che vieta la questua; ordinanza 
che ha imposto il coprifuoco in via Quarenghi per un paio di mesi; ordinanza 
che sanziona la prostituzione. La Corte costituzionale è stata chiarissima: il 
potere d'ordinanza dei Sindaci può riguardare soltanto situazioni "contingibili 
ed urgenti". Nel "pacchetto sicurezza", invece, c'era scritto che le situazioni 
possono essere "anche contingibili ed urgenti" (e quindi anche no). La parola 
"anche" è decisiva:  le situazioni "contingibili ed urgenti" sono infatti 
quelle situazioni che la legge non ha regolato o non riesce a regolare proprio 
perchè "sorprendenti", "speciali". Per queste situazioni viene dunque data la 
possibilità ai Sindaci di intervenire al di fuori dell'ordinamento legislativo. 
Se però questo potere può essere usato anche in situazioni "normali", ne 
risulta un impianto intrinsecamente contradditorio e a dire la verità eversivo: 
come può uno strumento che per definizione è "fuori dall'ordine legislativo" 
diventare "parte dell'ordine legislativo"? Per questo la Consulta, che deve 
tutelare la Costituzione e la logica giuridica, non poteva che bocciare la 
parola "anche" e ridimensionare il potere di ordine dei Sindaci. Il segretario 
provinciale della Lega Nord Invernizzi dice che a questo punto introdurrà le 
norme previste dalle ordinanze all'interno del nuovo regolamento della polizia 
urbana che verrà presentato a giugno. Chiaramente un atto amministrativo di 
questo tipo è ancor più incostituzionale, in quanto si andrebbe ad incidere 
sulla sfera dei diritti e delle libertà dei cittadini non più con uno strumento 
come le ordinanze che nel loro essere "speciali" assumono una sorta di "dignità 
di legge". Sposta l'asticella ancora più avanti, Invernizzi: vuole rimuovre 
alcuni diritti dei cittadini con un semplice regolamento comunale! Un 
regolamento! 
Spostandoci di qualche chilometro, il Sindaco leghista di Palosco ha dichiarato 
che non ci sta alla decisione del Tribunale di Bergamo che gli ha imposto il 
principio di non discriminazione. Ha deciso di fare ricorso per poter 
discriminare! Quel Sindaco, insomma, si vuole arrogare il diritto di togliere 
dei diritti fondamentali ai suoi cittadini (come il diritto alla residenza).  
La Consulta ha affermato chiaramente che i ruoli istituzionali di Sindaco, 
assessore o consigliere comunale non consentono siffatte iniziative. Siccome 
questo aspetto è ormai chiaro a tutti, non sono più accettabili forzature dei 
diritti e delle libertà dei cittadini per meri intenti propagandistici. A 
questo punto, però, visto che i ruoli istituzionali sono stati ristabiliti, le 
responsabilità diventano anche personali.  Pietro Vertova, consigliere comunale 
indipendente nei Verdi                                      
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