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Global-strike, arriva la superbomba
Troppi marines morti. Il Pentagono: nel 2025 il super-drone Falcon colpirà
ovunque
MANLIO DINUCCI
Si chiama Falcon: è l'acronimo di Force Application and Launch from the
Continental US (Applicazione e lancio di forza dagli Stati uniti
continentali), l'ultima pensata della Darpa, l'agenzia del Pentagono per i
progetti di difesa avanzata. Il programma prevede la realizzazione di «una
nuova generazione di armi, tra cui enormi droni (veicoli aerospaziali senza
pilota) ipersonici e bombe lanciate dallo spazio, che permetteranno agli
Stati uniti di colpire i propri nemici dal proprio territorio con la
rapidità del fulmine». Il progetto - che sembra ispirarsi alla «Morte Nera»,
la stazione spaziale con cui l'impero annienta in «Guerre Stellari» interi
pianeti -non è fantascientifico. Già il Pentagono ha invitato i maggiori
contrattisti ad avanzare le loro proposte e, secondo quanto prevede
l'autorevole Jane's Defence Weekly, i primi test dovrebbero essere
effettuati già il prossimo anno. Il sogno della Darpa è realizzare un
«veicolo da crociera ipersonico riutilizzabile» (Hcv), un aereo senza pilota
che, decollando da una normale pista, dovrebbe essere in grado, volando a
una velocità 10 volte superiore a quella del suono, di raggiungere e colpire
in meno di due ore, con un carico bellico di 5,5 tonnellate, un obiettivo
distante 17mila km, e quindi far ritorno alla base. Lo Hcv, spiega la Darpa
nel suo invito ai contrattisti, «libererebbe le forze armate statunitensi
dalla necessità di possedere basi avanzate per reagire prontamente ad azioni
destabilizzanti o minacciose da parte di paesi ostili e organizzazioni
terroristiche».

Ma, dato che per sviluppare le tecnologie dello Hcv ci vorranno oltre
vent'anni, intanto sarà realizzato un sistema d'arma più semplice: un
piccolo veicolo di lancio (Slv) con motore a razzo, non riutilizzabile. Una
volta nello spazio, esso lancerà una bomba a guida satellitare non
contenente esplosivo, fatta di titanio e probabilmente di uranio impoverito,
la quale potrà distruggere qualsiasi obiettivo sulla superficie terrestre
con l'impatto di un meteorite. Poiché la bomba sarà in grado di penetrare
per oltre 20 metri attraverso solide formazioni rocciose, essa verrà usata
anche per distruggere i bunker dei centri di comando. Essa sarà comunque
prodotta anche in una versione con testata esplosiva di circa mezza
tonnellata per distruggere i bunker profondamente interrati. Quello che non
dice la Darpa, ma tutti sanno, è che la testata potrà anche essere nucleare.
Il senato degli Stati uniti ha infatti appena abolito la legge che proibiva
la ricerca e lo sviluppo di armi nucleari di bassa potenza, inferiore ai 5
kiloton, autorizzando così lo sviluppo di armi nucleari penetranti. I test
di volo del veicolo di lancio dovrebbero iniziare nel 2004, quelli delle
bombe-meteoriti nel 2006, mentre nel 2007 dovrebbero essere effettuati i
primi test combinati di bombardamento dallo spazio con i veicoli di lancio.

In tal modo, annuncia la Darpa, «a breve termine (approssimativamente nel
2010) avremo la capacità operativa di lanciare attacchi globali dagli Stati
uniti continentali, mentre a lungo termine (approssimativamente nel 2025)
saremo in grado di sviluppare Hcv riutilizzabili». Intanto, nel 2003, la
Darpa non ha ancora risolto il problema di come impedire che gli iracheni
prendano a fucilate i militari statunitensi che occupano il loro paese.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/02-Luglio-2003/art91.html

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