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Odessa 2 Maggio 2014--2017


0) LINKS
1) TRE ANNI DOPO (F. Poggi)
– La censura continua (2.5.2017)
– Ancora sulla strage (4.5.2017)
2) ESULI E PERSEGUITATI POLITICI
– Alexej Albu, sopravvissuto alla strage (Contropiano, 10.12.2016)
– Campagna internazionale per la liberazione di Alexander Kushnarev, padre di 
una delle vittime del pogrom




=== 0: LINKS ===


--- INIZIATIVE:


Musica: Odessa (2 maggio 2014) - Banda POPolare dell'Emilia Rossa & Ovo Gilioli
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=MMHG7uDd178


Odessa Solidarity Campaign
https://odessasolidaritycampaign.org
https://www.facebook.com/odessasolidaritycampaign/


--- DOCUMENTI:



ODESSA, TRE ANNI (PandoraTV / Rossija1, 3 mag 2017)
Giulietto Chiesa presenta il documentario prodotto da Rossija1 sui tre anni 
dalla strage di Odessa. Un documento esclusivo che fa luce su una delle vicende 
più oscure della recente storia europea
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=sjWF4ZVh_Nc


Come sono stati ammazzati i cittadini di Odessa (TrentinoRussia / La tana 
dell'orso, 2014--2017)
http://trentinorussia.blogspot.it/2017/04/non-dimentichiamo-non-perdoniamo_30.html
http://latanadellorso.livejournal.com/24793.html


L’incendio di Odessa e la stampa italiana (di Redazione Contropiano / Megachip, 
3 maggio 2014)
... Questo accade nell’Odessa del 2014 e non nella Ferrara del 1921 né nella 
Stoccarda del 1932. A quel tempo c’erano ancora organi di informazione che 
raccontavano la portata reale della catastrofe, prima di esserne travolti...
http://contropiano.org/interventi/2014/05/03/l-incendio-di-odessa-e-la-stampa-italiana-3-059818


--- ALTRI LINK:


Putin stresses world 'has no right' to forget tragedies such as the 2014 Odessa 
massacre (TASS, May 02, 2017)
"Three years ago, a terrible tragedy happened in Odessa, when Ukrainian radical 
nationalists herded defenseless people into the Trade Unions Building and then 
burned them alive", Putin said...
http://tass.com/world/944194
Putin and Merkel hold joint press conference in Sochi - Russian (Ruptly TV, 2 
mag 2017)

Russian President Vladimir Putin and German Chancellor Angela Merkel hold a 
joint press conference between two rounds of meetings in Sochi on Tuesday, May 
2...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=bjbKSKuLCrY
Mosca: in memoria di Odessa dinanzi all'ambasciata ucraina (PandoraTV No 
comment 3 Maggio 2017)
VIDEO: https://youtu.be/yVjHrKp9I9s?t=3m59s


ODESSA 2014 IL POGROM NAZISTA (PandoraTV news 2 Maggio 2017)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=vN3ydR6iEE8


--- FLASHBACKS:


A due anni dal massacro di Odessa (1 Maggio 2016 – da “Avante!”, settimanale 
del Partito Comunista Portoghese)
Il massacro nella Casa dei Sindacati di Odessa è emblematico del corso impresso 
all'Ucraina dopo il colpo di Stato del febbraio 2014 e l'ascesa delle forze 
nazifasciste con l'appoggio di USA e UE...
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/area-ex-urss/26848-a-due-anni-dal-massacro-di-odessa


Due anni dopo: Odessa si difende (PandoraTV 3.5.2016)
La popolazione di Odessa è scesa in piazza per ricordare i suoi martiri 
barbaramente assassinati nel rogo della Casa dei Sindacati il 2 maggio di due 
anni fa. Anche l’Europa non imbambolata dalla propaganda antirussa è scesa in 
piazza. Manifestazioni nelle maggiori capitali europee per ricordare uno dei 
più barbari eccidi del nostro tempo e per dire non al fascismo e no alla 
guerra...
http://www.pandoratv.it/?p=7626
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=MKyLjbQAZsQ


[Le canaglie fasciste di Settore Destro interrompono ad Odessa la proiezione, 
in un circolo privato, di un documentario sui fatti del 2 Maggio. La polizia 
guarda e tace.]
В Одессе правосеки сорвали показ российской пропаганды (ВИДЕО, ФОТО – 
22.10.2016 Влада Ковальчук)
В Одессе активисты «Правого сектора» сорвали в центре психотерапии «Грация» 
закрытый показ российского пропагандистского фильма о событиях 2-го мая 
«Горящие сердца. 2 года спустя», передает Бумеранг-Инфо...
http://boomerang-info.com/v-odesse-pravoseki-sorvali-pokaz-rossijskoj-propagandy-video-foto/
В Одессе правосеки сорвали показ российской пропаганды (Видео Новости Одессы, 
22 ott 2016)
В Одессе активисты «Правого сектора» сорвали в центре психотерапии "Грация", 
закрытый показ российского пропагандистского фильма о событиях 2-го мая 
"Горящие сердца. 2 года спустя"...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=UVb7NNY5E9c 
<https://www.youtube.com/watch?v=UVb7NNY5E9c>


--- Altri documenti importanti sul pogrom nazi-europeista di Odessa del 2 
maggio 2014 sono raggiungibili dal nostro...


... DOSSIER UCRAINA:
http://www.cnj.it/documentazione/ucraina.htm#odessa020514




=== 1: TRE ANNI DOPO ===


http://contropiano.org/news/aggiornamenti-in-breve/italia/2017/05/03/tre-anni-la-strage-neonazista-odessa-091449
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_strage_neonazista_di_odessa_tre_anni_dopo_la_censura_continua/5871_19950/


La strage neonazista di Odessa. Tre anni dopo, la censura continua...


di Fabrizio Poggi, 2.5.2017


Sono trascorsi tre anni dall'eccidio della Casa dei sindacati di Odessa del 2 
maggio 2014. Tuttora sconosciuto il numero esatto delle vittime dei neonazisti 
ucraini: la cifra ufficiale di 48 morti bruciati vivi potrebbe essere di alcune 
volte superiore. Tuttora “sconosciuti”, secondo la Procura ucraina, gli autori 
della strage: la colpa è ancora addossata al “forte vento” 
(http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/05/03/odessa-secondo-anniversario-della-strage-nazista-078642)
 che soffiava quel giorno sulla città e che avrebbe, secondo i “giudici” 
golpisti, alimentato le fiamme appiccate dagli stessi manifestanti 
antimajdanisti, che si erano rifugiati all'interno dell'edificio per sfuggire 
alle violenze dei neonazisti.
Oggi a Odessa si è svolta una manifestazione 
(https://www.facebook.com/rentvchannel/videos/1319322504784313/) in ricordo 
delle vittime dell'eccidio. Il canale TV Rossija 1 ha mandato in onda il 
documentario-inchiesta di Arkadij Mamontov “Odessa. Tre anni”.
Anche il Presidente russo Vladimir Putin, nel corso della conferenza stampa 
congiunta al termine dell'incontro con la cancelliera Angela Merkel, ha parlato 
dell'eccidio: “Tre anni fa a Odessa i nazionalisti hanno bruciato persone 
indifese, ma i colpevoli rimangono tuttora impuniti. La comunità internazionale 
deve ricordarlo”. Così come dovrebbe ricordare che tutto ciò è avvenuto in 
conseguenza dell'andata al potere di nazionalisti estremi e neonazisti, 
osannati, sponsorizzati, appoggiati e spinti da UE e USA.
Così come la guerra nel Donbass, come ha detto Putin nel corso della stessa 
conferenza stampa, è stata il risultato del golpe a Kiev. Un risultato che 
porta oggi quella stessa nazidemocrazia tanto vezzeggiata dai 
socialdemocristiani del PD, ad accondiscendere alle marce neonaziste nelle 
città ucraine, così come avvenuto pochi giorni fa a Ivano-Frank 
(https://youtu.be/xM3gobuj1B4), allorché si è celebrato il 73° anniversario 
della fondazione della divisione SS ucraina “Galizia”, con tanto di rito 
liturgico finale in onore dei collaborazionisti ucraini morti al servizio degli 
hitleriani. Il tutto al servizio della “democrazia” europeista.


---


http://contropiano.org/documenti/2017/05/04/ancora-sulla-strage-neonazista-del-2-maggio-2014-odessa-091507


Ancora sulla strage neonazista del 2 maggio 2014 a Odessa


di Fabrizio Poggi, 4.5.2017


A proposito della strage del 2 maggio 2014 a Odessa, Jurij Tkačev scrive su 
Vzgljad <https://www.vz.ru/opinions/2017/5/2/868624.html> di sette “miti” 
diffusi ad arte, sin dai giorni successivi all'eccidio al Dom Profsojuzov, alla 
Casa dei sindacati, da chi aveva e ha interesse a nascondere i fatti. La prima 
di tali “leggende” recita che sarebbero stati gli attivisti antimajdan ad 
aggredire gli ultras calcistici: numerosi video mostrano come questi ultimi 
fossero armati di bastoni, spranghe, bottiglie incendiarie e anche armi di 
vario genere già prima di arrivare sul luogo dello scontro, al Campo Kulikov, 
dove erano i gazebo degli antigolpisti. In Piazza Grecia ci furono i primi sei 
morti – due ultras e quattro antimajdanisti – colpiti da armi da caccia e 
fucili ad aria compressa. Altro mito: l'incendio alla Casa dei sindacati venne 
appiccato in più punti; secondo Tkačev, l'unico grosso focolaio, fu quello 
appiccato contro la barricata innalzata nell'ingresso principale dell'edificio 
da coloro che vi si erano rifugiati e le foto mostrano come i majdanisti 
lanciassero bottiglie incendiarie contro la barricata stessa. Per l'alta 
temperatura (200-300 gradi, fino a 600 gradi in alcuni punti) e il fumo, 
l'intera tromba delle scale della Casa dei sindacati si trasformò presto in una 
“zona di morte”: molti cadaveri furono rinvenuti in quest'area dell'edificio; 
inoltre, i vigili del fuoco furono volutamente tenuti a distanza fin quando non 
fu tropo tardi e il sistema antincendio interno risultò essere stato manomesso, 
con le manichette antincendio tagliate e privo di acqua.
Vari testimoni dichiararono successivamente di aver notato fiamme dagli strani 
colori giallastri, come se fossero state usate anche sostanze velenose. Ci sono 
in ogni caso video e testimonianze di antimajdanisti gettatisi dalle finestre 
dell'edificio per salvarsi dalle fiamme e poi uccisi a bastonate, una volta a 
terra. Altri cadaveri furono rinvenuti in zone della Casa dei sindacati in cui, 
teoricamente, il fuoco non avrebbe potuto raggiungerli e dove non c'erano 
evidenti tracce dell'incendio. Al mito secondo cui gli euromajdanisti, con lo 
scontro del 2 maggio, avrebbero impedito che si ripetesse a Odessa uno scenario 
tipo Donbass, dato che gli antimajdanisti sarebbero stati fortemente armati e 
in maggioranza, Tkačev replica che tra febbraio e aprile questi ultimi, se 
davvero avessero voluto, avrebbero potuto agire in quel senso, ma non lo 
avevano fatto e che i sostenitori del golpe, in minoranza, attesero proprio il 
2 maggioo per scatenare il loro attacco, allorché a Odessa dovevano 
concentrarsi masse di ultras e molti attivisti del Campo Kulikov non erano già 
più presenti nell'area della loro resistenza. La strage di Odessa, sostiene 
Tkačev, non fu che la prima di una scia di sangue che, in quei soli primi mesi 
del 2014, doveva proseguire con la strage di Mariupol il 9 maggio, il 
bombardamento aereo dell'amministrazione regionale di Lugansk il 2 giugno e i 
massicci tiri di artiglieria su Gorlovka del 27-29 luglio.
Ancora Jurij Tkačev, ma sul sito ucraino strana.ua (prezioso peraltro per molti 
video 
(https://strana.ua/articles/analysis/67438-tragediya-2-maya-v-voprosah-i-otvetah.html
 
<https://strana.ua/articles/analysis/67438-tragediya-2-maya-v-voprosah-i-otvetah.html>)
 di quanto accaduto il 2 maggio 2014, anche nelle ore precedenti la strage) 
scrive che se può non esser stata pianificata la carneficina alla Casa dei 
sindacati, è però certo che da tempo gli euromajdanisti stavano preparando, con 
la protezione della polizia, l'assalto ai gazebo di Campo Kulikov, in cui si 
raccoglievano settimanalmente dagli 8 ai 10mila attivisti di antimajdan. Lo 
sgombro di Campo Kulikov doveva servire anche alla lotta di potere ai vertici 
del governatorato regionale di Odessa, conteso tra pedine di Arsenij Jatsenjuk 
e di Kolomojskij-Porošenko, con i secondi che accusavano i primi di mancanza di 
energia nel liquidare “il focolaio di separatismo” rappresentato dal Campo 
Kulikov.
Nello specifico dell'eccidio del 2 maggio: nel tardo pomeriggio di quel giorno, 
il reparto di polizia che presidiava il Campo Kulikov viene “inspiegabilmente” 
dirottato verso Piazza Grecia, dove però ogni scontro era già cessato. Poco 
dopo, fanno la loro comparsa al Campo Kulikov i primi gruppi di ultras e 
attivisti di euromajdan. Così come ci sono testimonianze e immagini del fatto 
che alcuni attivisti di euromajdan, resisi conto delle proporzioni 
dell'incendio, lanciarono funi alle finestre affinché gli assediati potessero 
calarsi a terra, è un fatto che altri di loro colpirono a morte alcuni dei 
sopravvissuti o spararono verso le finestre, mentre altri ancora entrarono 
nell'edificio già dopo l'incendio, uccidendo i pochi sopravvissuti che vi si 
trovavano. Così come è un fatto che la polizia procedesse all'arresto non degli 
assalitori, bensì di quanti erano scampati alla strage.
Sono tuttora accusati – roba da non credere – scrive Vzgljad di “provocare 
l'inimicizia tra Pravyj Sektor e il popolo russo fratello” e dei 21 arrestati, 
10 dimorano tuttora presso le galere ucraine. Anzi, nel terzo anniversario 
dell'eccidio, la polizia ha proceduto ieri alla perquisizione delle abitazioni 
di vari attivisti del Campo Kulikov, presidiando in forze il Campo stesso, per 
timore che le persone raccoltesi per commemorare le vittime potessero attentare 
“alla sicurezza del paese”. Uno degli accusati, Evgenij Mefedov, un russo 
residente a Odessa, avrebbe raccontato al proprio avvocato la propria versione 
degli avvenimenti del 2 maggio. Uscito in strada nel pomeriggio, racconta, vide 
in centro assembramenti di ultras che gridavano slogan antirussi: per la prima 
volta, racconta “ho sentito gruppi di giovani che gridavano in ucraino: una 
cosa che non avevo mai sentito prima a Odessa”. La milizia rimaneva a guardare 
mentre in vari punti della città si bastonavano persone sospettate di essere di 
nazionalità russa. Verso le 19, Mefedov arrivò in prossimità della Casa dei 
sindacati: lì, tra i 200-300 attivisti di Kulikov, già qualcuno gridava di 
ritirarsi all'interno, per timore di violenze da parte di alcune migliaia di 
ultras e neonazisti che si stavano avvicinando. Anche Mefedov entrò 
nell'edificio; si alzò una barricata all'ingresso, mentre le donne venivano 
accompagnate al secondo piano. Qualcuno degli assalitori, secondo Mefedov, era 
però già evidentemente penetrato nel cortile interno. Cominciarono a volare 
molotov e pietre, anche fino al secondo piano. Dopo circa un'ora arrivò il 
camion dei pompieri, ma la folla gli impediva di proseguire, mentre la milizia 
si limitava a osservare. Lui, insieme ad un altro uomo e due donne, riuscì a 
calarsi da una finestra e fu tra quelli che un cordone di milizia sottrasse ai 
neonazisti, per condurli però al commissariato. Altri gruppi di sopravvissuti 
uscivano dall'edificio con segni evidenti di bastonature e bruciature. Secondo 
Mefedov, una parte dei neonazisti era già all'interno dell'edificio e aspettava 
solo che gli attivisti di Kulikov vi si rifugiassero; a suo parere, c'erano 
provocatori infiltrati tra questi ultimi, che spingevano apposta gli assediati 
a entrare all'interno. Per due volte, in appello, Mefedov è stato riconosciuto 
non colpevole e per due volte i neonazisti fuori del tribunale hanno minacciato 
una nuova “Casa dei sindacati” se fosse stato rilasciato.
In ogni caso, da tre anni, la versione ufficiale è che “i separatisti si 
dettero fuoco da soli”. Qualcuno, in questi tre anni, a occidente, ha mai 
innalzato un cartello con si sono visti cortei inneggianti a “Je suis Dom 
Profsojuzov”?




=== 2 ===


http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/12/10/crimini-nazisti-ucraina-esuli-rischio-086908


Crimini nazisti in Ucraina e esuli a rischio


di * * * <http://contropiano.org/author/redazione-contropiano>, 10 dicembre 2016


Alexej Albu è  nato nel 1985 a Odessa.
Appartenente all’Unione politica "Borot'ba" dal 2015. Prima aveva militato, dal 
2011, nel partito comunista . Ha partecipato attivamente alle manifestazioni 
antigolpiste  dette  Anti Maidan (in contrapposizione appunto alle 
manifestazioni pro Ue di piazza Maidan) anche se era stato un oppositore del 
governo liberista di Ianucovich (l’ex presidente eletto regolarmente e rimosso 
dai golpisti pro UE).
Promotore del referendum  del 3 marzo 2014 per l’ Autonomia e il federalismo 
economica di Odessa.  E’ in questo contesto che matura negli ambienti golpisti 
di Kiev la strage del 2 maggio.
Fin dal 24 aprile.  Quando  la città di Odessa fu cinta check point e barricate 
, con la scusa che la Russia poteva da un momento all’altro  invadere la città .
Dice Alexej che,  se veramente i militari  russi  avessero dovuto  occupare 
militarmente la città , questi posti di blocco non sarebbero servite 
praticamente a nulla.
La verità era che si voleva frenare l’opposizione anti Maidan di Odessa ,che 
tra l’altro applicava metodi pacifici e legali  di opposizione. Si doveva 
quindi per prima cosa rimuovere l’accampamento pacifico di protesta situato 
nella piazza centrale di Odessa. Un accampamento  “ Vicie” che prevedeva 
assemblee popolari e diritto di parola per tutti. Piazza che a volte finiva per 
riempirsi di decine di migliaia di persone.
Il governo di Kiev approfittando invece dello svolgimento della partita tra 
Odessa e Kharkov fa arrivare in città un treno carico di pseudo ultras del 
Kharcov ma in realtà militanti di squadracce naziste. L’obbiettivo è chiaro. 
Liberare la piazza.
Così i sedicenti ultras hanno attaccato la piazza  e ne sono nati scontri molto 
duri. Sono intervenuti reparti dell’esercito che con il pretesto di riportare 
la calma hanno sparato sulla folla. Addirittura testimoni parlano di cecchini 
sui tetti.
Così il grosso della folla è stato spinto a lasciare la piazza attraverso un 
unico canale di fuga ( gli altri passaggi di fuga erano presidiati da polizia e 
ultras) che li ha portati a cercare rifugio nel palazzo dove ha sede la Camera 
del Lavoro.
Li il dramma. All’interno altri teppisti nazisti armati di armi da fuoco e 
coltelli. E’ una mattanza. uccidono chiunque capiti a tiro. Anche una donna 
incinta al nono mese di gravidanza. Scappare impossibile. Sono stati posti 
ostacoli  tra un piano e l’altro e non si può fuggire da nessuna parte. Il 
bilancio è terribile. Uomini e donne tagliati a pezzi, bruciati vivi, con segni 
di  forti percosse.
Impossibile stabilire il numero esatto di morti perché, nel mentre la strage si 
compiva, una squadraccia era incaricata di portare via i morti. Nel palazzo era 
stata preventivamente tolta l’acqua e quando hanno appiccato il fuoco è stato 
inutile aprire rubinetti e fontane. Gli stessi vigili del fuoco sono stati 
impossibilitati a intervenire per essersi imbattuti in un “posto di blocco” dei 
miliziani banderisti. Tubi per lo spegnimento tagliati e automezzo  
danneggiato. Solo dopo ore di rogo alcuni mezzi dei vigili del fuoco sono 
riusciti a giungere sul posto e a mettere fine alle fiamme e  recuperare i 
superstiti alle violenze e al fuoco. Così si è salvato Alexej Albu.
Oggi Alexej è un rifugiato politico. Rischia l’arresto se torna nella sua città 
Odessa.  Le sue denunce da testimone oculare di quel dannato 2 maggio fanno 
paura al regime.


UNIONE SINDACALE DI BASE PROPONE DI INOLTRARE  DENUNCIA AL TRIBUNALE 
INTERNAZIONALE DI STRASBURGO PER AVERE GIUSTIZIA .
I CRIMINALI DEVONO ESSERE CONDANNATI PER TUTTI I CRIMINI COMMESSI




---


Campagna internazionale per la liberazione di Alexander Kushnarev,
padre di una delle vittime del pogrom di Odessa del 2.5.2014, arrestato dal 
regime golpista-europeista di Kiev:
https://odessasolidaritycampaign.org/alerts/




http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1074:emergenza-in-odessa-ucraina&catid=2:non-categorizzato


Emergenza in Odessa, Ucraina


(Odessasolidaritycampaign.org)


Un cittadino di Odessa di nome Alexander Kushnarev è stato arrestato il 23 
febbraio dalle autorità federali ucraine e accusato di aver pianificato il 
rapimento di un membro del parlamento ucraino (la Rada). Questo è un complotto. 
Kushnarev è il padre di uno dei 46 giovani uccisi in piazza Kilikovo il 2 
maggio del 2014. I nostri amici a Odessa ritengono che il suo arresto sia 
l'inizio di una repressione generale contro chiunque sia legato agli attivisti 
uccisi. Essi ritengono che l'obiettivo del governo sia di condurre 
un'operazione di "pulizia" nei loro confronti e con la forza farli confessare 
di pianificare atti di violenza contro uomini del governo.


In altre parole, le persone a Odessa sono, nella migliore delle ipotesi, in 
pericolo di arresto, di essere torturate o imprigionate per molto tempo.


L'unica cosa in questo momento che possa fermare il governo ucraino è la 
massima divulgazione degli avvenimenti.


Per favore, quindi, condividete questo report con i vostri contatti e con tutti 
i media che pensiate possano rispondere.



Campagna di solidarietà per Odessa


Stop alla repressione del governo contro gli anti-fascisti di Odessa!


Alexander Kushnarev LIBERO!




Sono passati quasi 3 anni dal brutale massacro dei 46 giovani per mano dei 
neonazisti nella città di Odessa in Ucraina. La repressione del governo e gli 
attacchi da parte dell’estrema destra contro i cittadini di Odessa richiede 
giustizia per le incessanti atrocità, ma oggi siamo entrati in una fase nuova e 
molto più pericolosa.


Il 23 febbraio Alexander Kushnarev, padre di uno delle 46 vittime del 2 maggio, 
è stato arrestato dai servizi federali di sicurezza ucraini (SBU). Oleg 
Zhuchenko, pubblico ministero della regione di Odessa, afferma che Kushnarev 
stesse pianificando il rapimento e la tortura di un membro del parlamento 
ucraino.


Dopo l'arresto, la casa di Kushnarev è stata perquisita e la polizia ha 
dichiarato che ha trovato dei libri inneggianti all'odio nazionalista fra 
ucraini, russi ed ebrei. Secondo il sito di notizie di Odessa, il Timer, le 
foto di questi libri mostrerebbero solo le vittime del massacro del 2 maggio e 
un pamphlet sulla storia del nazionalismo ucraino.


Il deputato Goncharenko, membro del parlamento e alleato del presidente 
Poroshenko, era


effettivamente scomparso per un po' di tempo. Ma poco dopo è subito riapparso 
in TV e, intervistato dal canale ucraino Espreso TV, ha dichiarato che il suo 
rapimento era stato inscenato da agenti delle forze dell’ordine.


Kusharev sarebbe stato fermato per il complotto contro il governo perché 
Goncharenko è stato sulla scena del massacro 2014 e là è stato fotografato a 
fianco del corpo senza vita del figlio di Kushnarev.


L'arresto di Kusharev potrebbe essere l'apertura di una più ampia repressione 
nei confronti di quei cittadini di Odessa che hanno richiesto un'inchiesta 
internazionale sugli eventi del 2 maggio 2014. Da quando lui è stato arrestato, 
le case di altri parenti delle vittime del 2 maggio sono state perquisite dalla 
Polizia, inclusa quella di Viktoria Machulko, presidente dell'associazione 
delle "Madri del 2 Maggio", frequente obiettivo sia dell'SBU sia di violenze da 
parte dei neonazisti di Pravy Sector.


Preoccupanti segnali mostrano ora l'intenzione di mettere in atto dei piani per 
arrestare altri familiari e attivisti, estorcere finte confessioni di complotti 
per commettere atti violenti contro il governo.



Il contesto della crisi corrente


Nell'inverno 2014, il presidente ucraino Viktor Janukovic, accusato di 
corruzione, divenne un obiettivo di proteste pacifiche in cui si inserirono 
prontamente gruppi para-militari di estrema destra, portando alla sua violenta 
cacciata. Da quel momento le forze di estrema destra, come i neonazisti di 
Pravy Sector, Svoboda e altri hanno costruito forti legami col governo.


I sospetti di un ruolo degli Usa nel colpo di stato crebbero dopo la 
pubblicazione della conversazione fra l'assistente del Segretario di stato Usa 
Victoria Nuland e l'ambasciatore Usa in Ucraina Geoffrey Pyatt. I due 
funzionari discutevano di come intervenire nella crisi per assicurarsi che le 
personalità da loro scelte all'interno dell'opposizione diventassero i nuovi 
leaders. In precedenza la Nuland si era vantata del fatto che gli Usa avessero 
speso 5 miliardi di dollari per sostenere la "democrazia" in Ucraina - 
sovvenzionando movimenti anti-governativi.


Il colpo di stato è stato promosso da coloro che considerano loro stessi dei 
nazionalisti ucraini, molti dei quali sono eredi dei combattenti della Seconda 
guerra mondiale che sono stati collaborazionisti dell'occupazione nazista del 
loro Paese. Invece, chi si è opposto al colpo di stato sono in grande 
maggioranza di etnia russa, che occupano una larga parte della popolazione 
dell'Est Ucraina e chi mantiene valori fortemente anti-nazifascisti.


L'opposizione è stata particolarmente dura in Crimea, la penisola strategica 
che è stata parte della Russia per centinaia di anni fino al 1954, quando è 
stata amministrativamente trasferita dalla Russia sovietica all'Ucraina 
sovietica.  Dopo il golpe, la Crimea ha tenuto un referendum in cui gli 
elettori hanno deciso in modo schiacciante di ricongiungersi alla Russia.


Il malcontento si è poi sviluppato nel Donbass dove le milizie di autodifesa  
anti golpe hanno dichiarato l’auto determinazione delle "Repubbliche popolari".





Odessa: la perla del mar Nero


Odessa è sempre stata una situazione speciale. La terza città più grande 
dell'Ucraina è il maggiore porto marittimo e polo dei trasporti nel mar Nero. É 
anche sempre stato un centro multietnico e multiculturale dove gli ucraini, i 
russi e molti altri gruppi etnici hanno vissuto in armonia.


Sebbene che meno di un terzo della popolazione della città sia di etnia russa, 
più di tre quarti parlano russo come loro prima lingua e un altro 15% parla 
ugualmente ucraino e russo.


Odessa ha anche una memoria collettiva resistente rispetto alla brutale 
occupazione sofferta durante la Seconda guerra mondiale sotto i fascisti rumeni 
e i nazisti.


Tutti questi fattori hanno provocato un forte sentimento anti golpe fra i 
cittadini di Odessa, alcuni dei quali iniziarono un'agitazione per rivendicare 
un cambiamento verso una forma federalista del governo, in cui gli elettori 
potessero scegliere i loro governatori locali. Al momento, i governatori sono 
nominati dal governo federale, nelle mani di autorità anti russe in alleanza 
con i neonazisti.


Il massacro di piazza Kulikovo


Il 2 maggio, solo tre mesi dopo il golpe, tifosi di calcio legati alla destra, 
dopo una partita, hanno tenuto una marcia nazionalista. Essi si sono uniti a 
attivisti neo nazisti che hanno guidato la manifestazione verso piazza 
Kulikovo, dove c'era un piccolo gazebo in cui si radunavano i promotori della 
riforma federalista. Quando sono arrivati nella piazza, hanno incendiato le 
tende e inseguito gli altri manifestanti fino dentro la Casa dei Sindacati 
bersagliandola successivamente con Molotov e mandando in fiamme l'intero 
edificio.


Almeno 46 persone sono morte quel giorno nel massacro di Piazza Kulikovo.


Cercando su Google "Odessa massacre" troverete i video fatti col cellulare che 
mostrano l'assedio, le facce chiaramente visibili dei responsabili, il tutto 
mentre gli ufficiali di polizia assistevano indifferenti al massacro. E ancora 
oggi, 34 mesi dopo questa tragedia, non una singola persona ha mai ricevuto un 
processo per aver partecipato al massacro. Da subito gli amici e i sostenitori 
delle vittime hanno formato un "Consiglio delle Madri del 2 maggio" e richiesto 
un'inchiesta internazionale. Diversi enti hanno provato a indagare, compreso il 
Consiglio europeo, ma i loro tentativi sono stati bloccati dal governo ucraino 
che ha rifiutato di collaborare.


Tutte le settimane dal massacro a oggi, i membri del "Consiglio delle Madri" si 
raccolgono di fronte alla Casa dei sindacati per lasciare fiori, raccogliersi 
in preghiera e ricordare i loro morti. E ogni settimana i membri locali di 
Pravy Sector si presentano per importunare i parenti, soprattutto  le donne e 
gli anziani e a volte anche attaccarli fisicamente.





Le continue provocazioni sul "Consiglio delle Madri del 2 maggio":


Ecco alcuni fatti circa quanto succede quotidianamente a Odessa:


- nella primavera del 2016: il "Consiglio delle Madri" aveva convocato una 
grande commemorazione per il secondo anniversario del massacro. Le 
organizzazioni nazifasciste chiesero al governo della città di Odessa il 
divieto della manifestazione minacciando violenze di massa nel caso si fosse 
tenuta. Intanto, l'SBU annunciò che un deposito di esplosivo era stato 
ritrovato a Odessa, insinuando fosse collegato agli attivisti anti golpe. Alla 
presidente del "Consiglio delle Madri" Victoria Machulko, dopo la perquisizione 
dell'appartamento da parte dell'SBU,  fu ordinato di presentarsi per 
l'interrogatorio alle 8 del mattino il giorno in cui era stata pianificata la 
manifestazione e fu trattenuta fino alle 10 della sera, costringendola così a 
non presenziare alla giornata della memoria. Inoltre le autorità di Odessa 
comunicarono anche hanno di aver ricevuto un'informazione circa la minaccia di 
una bomba e per questo chiusero la piazza fino alla mezzanotte del 2 maggio. 
Nonostante le minacce e la repressione, fra le 2mila e le 3mila persone di 
Odessa si sono presentate in piazza per ricordare il 2 maggio, a cui si unirono 
osservatori internazionali provenienti da una dozzina di paesi, inclusi gli 
Stati Uniti.


- 2 giugno 2016: I neonazisti hanno organizzato un assedio della Corte degli 
Appelli di Odessa, sbarrando la sala d'udienza e dando fuoco al palazzo, 
minacciando di morte i giudici che stavano indagando sul caso di Yevgeny 
Mefёdova, una manifestante tenuta in prigione dal massacro del 2 maggio. 
Nemmeno uno dei neonazisti è stato arrestato.


- 13 luglio: rappresentati del Senato polacco, esperti di diritti umani, erano 
a Odessa per incontrare i testimoni del massacro; i neonazisti li hanno 
bloccati fisicamente all'entrata dell'Hotel, impedendogli di uscire.


- 9 ottobre: durante il settimanale ricordo alla piazza Kulikovo, i 
nazionalisti hanno afferrato una bandiera di Odessa dalle mani di una donna di 
79 anni, facendola cadere e rompendole un braccio.


- 22 ottobre: gli attivisti di destra hanno interrotto la proiezione di un film 
di commemorazione di chi è morto il 2 maggio, causandone la cancellazione.


- 8 dicembre: i neonazisti hanno interrotto il concerto, facendolo sospendere, 
di un'attrice e poetessa russa, una performer molto nota, Svetlana Kopylova.


Sergey Sternenko, leader di Pravy Sector  di Odessa 
(https://www.facebook.com/sternenko), ha lanciato una campagna con la richiesta 
che la professoressa Elena Radzihovskaya venisse licenziata dal suo lavoro 
all'Università di Odessa, con l'accusa di essere un'attivista "anti-ucraina".


Il figlio della professoressa, Andrey Brazhevskiy è stato una delle vittime 
della Casa dei sindacati. Sternenko ha lanciato una campagna simile per 
richiedere le dimissioni di Aleksander Butuk, un non vedente, collega della 
professoressa al Politecnico di Odessa. Il crimine del professor Butuk sarebbe 
quello di essere stato dentro la Casa dei Sindacati ma di essere sopravvissuto 
al fuoco e aver partecipato alle settimanali veglie commemorative. Nonostante 
queste provocazioni del governo e dei neonazisti, il Consiglio delle Madri del 
2 maggio ha continuato a tenere le commemorazioni ogni settimana nella piazza 
Kulikovo.


Finché esse riusciranno a essere attive e organizzate, Odessa resterà un 
avamposto fondamentale della resistenza al fascismo della Ucraina antifascista.


Ora Odessa è sotto il più grave attacco dal 2014. Una risposta immediata è 
necessaria!


La campagna di solidarietà per Odessa chiede:


1) l'immediato rilascio di Alexander Kushnarev;



 2) la caduta di tutte le accuse contro di lui;


3) la fine immediata di tutti i governi e d tutte le provocazioni nei confronti 
di membri e sostenitori del "Consiglio delle Madri del 2 maggio".


Ognuno può contribuire scrivendo alle Ambasciate ucraine dei vari paesi e 
facendo circolare questa denuncia ovunque.



Da odessasolidaritycampaign.org/alerts/




Traduzione di Andrea B. per CISDU/CIVG




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