Italia paese dello squadrismo storiografico

0) Cividale del Friuli (UD), 3 maggio 2019: CONFINE ORIENTALE E QUESTIONE 
NAZIONALE
1) Reazioni alla Mozione n.50 del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia
2) La relazione Italo Slovena sulle Foibe non passerà nelle scuole
3) Cronache dell'incontro "Foibe, storia e verità" tenuto a Trieste il 10 
aprile u.s.


Vedi anche:

VADEMECUM PER IL GIORNO DEL RICORDO (Istituto regionale per la storia della 
Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, 2019)
https://www.irsml.eu/vademecum_giorno_ricordo/Vademecum_10_febbraio_IrsrecFVG_2019.pdf
 
<https://www.irsml.eu/vademecum_giorno_ricordo/Vademecum_10_febbraio_IrsrecFVG_2019.pdf>

STORIA E MEMORIA AL CONFINE ORIENTALE
Un Vademecum per il Giorno del Ricordo (10 Febbraio) a cura di Claudia 
Cernigoi, 9 Aprile 2019
SCARICA IN FORMATO PDF:
http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2019/04/Storia-e-memoria-al-confine-orientale.pdf
 
<http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2019/04/Storia-e-memoria-al-confine-orientale.pdf>

LUCI E OMBRE DELLE LEGGI MEMORIALI (Valerio Strinati, 7 marzo 2019)
Della Giornata del ricordo e dintorni: una riflessione. Occasioni nelle quali 
l’intera collettività viene chiamata a meditare su stessa e a scrutare nel 
proprio passato. Il rischio dell’evocazione strumentale di vicende 
particolarmente controverse del recente passato, in funzione di un progetto 
tutto politico, riconducibile a una logica di spartizione e di rissa memoriale
Leggi a 
http://www.patriaindipendente.it/idee/cittadinanza-attiva/luci-e-ombre-delle-leggi-memoriali/
 
<http://www.patriaindipendente.it/idee/cittadinanza-attiva/luci-e-ombre-delle-leggi-memoriali/>


=== 0 ===

Cividale del Friuli (UD), 3 maggio 2019
alle ore 20.30 presso lo Spazio Cortequattro (via prima parallela pedonale a 
largo Boiani dietro la Farmacia Minisini)

CONFINE ORIENTALE E QUESTIONE NAZIONALE

incontro con Alessandra Kersevan (storica - editrice)

Organizza: A.N.P.I. sezione di Cividale del Friuli


=== 1: Reazioni alla Mozione n.50 del Consiglio Regionale del Friuli Venezia 
Giulia ===

http://www.ilponterosso.eu/2019/04/02/appello-per-la-liberta-della-ricerca-storica/
 
<http://www.ilponterosso.eu/2019/04/02/appello-per-la-liberta-della-ricerca-storica/>

APPELLO PER LA LIBERTA’ DELLA RICERCA STORICA

2 aprile 2019 – I sottoscritti cittadini e studiosi esprimono la propria 
indignazione per il tentativo da parte della maggioranza del Consiglio 
regionale di mettere sotto tutela la libera ricerca storica cercando di imporre 
con la mozione numero 50 del 7 febbraio 2019 una visione di parte delle vicende 
della Venezia Giulia con particolare riguardo al tema delle foibe e dell’esodo, 
tanto da elevare il pregiudizio e la disinformazione al rango di verità 
storica; manifestano la loro stima per l’opera di ricerca e di informazione che 
da anni l’IRSML (ora IRSREC) sta svolgendo sui temi del confine orientale, e il 
loro pieno apprezzamento per l’equilibrato “Vademecum per il Giorno del 
ricordo”, utilissimo strumento di approfondimento culturale, che va tra l’altro 
a collocarsi nel solco delle conclusioni della Relazione della Commissione 
mista storico-culturale italo slovena; condannano la torsione revisionistica 
che caratterizza, sul terreno della storia, l’impegno del Consiglio regionale 
del Friuli Venezia Giulia e del Comune di Trieste (che, con congruo 
finanziamento, assegna ad Ente privo delle necessarie credenziali di competenza 
e serietà sul terreno della ricerca storica, ovvero alla Lega nazionale, la 
cura e la gestione del Museo del Risorgimento di Trieste); sensibilizzano 
coloro che hanno a cuore la libera ricerca sul distorto uso politico della 
storia di cui si fanno portatori singoli individui e forze politiche impregnati 
di velenose nostalgie.

Per aderire, inviare una mail a:
walter.chiereg...@gmail.com <mailto:walter.chiereg...@gmail.com>

Primi firmatari:
Fulvio Senardi, Walter Chiereghin

Hanno finora sottoscritto:
Sara Alzetta, Alessandro Ambrosino, Enrico Andrian, Luisa Antoni, Franco 
Avicolli, Giovanni Barbo, Roberto Barocchi, Marco Barone, Maria Teresa Bassa 
Poropat, Robero Benvenuti, Danijel Beorchia, Sara Bergamasco, Silvio Berton,  
Elena Blancato, Antonia Blasina Miseri, Silva Bon,Martin Brecelj, Franco 
Brussa, Alessandro Calligaris, Franco Calligaris, Eliana Calza, Roberta 
Canziani, Gianfranco Carbone, Carla Carloni, Aldo Castelpietra, Riccardo 
Cepach, Nicolò Ceriani, Sergia Chiarenza, Walter Chiereghin, Rita Cian, Gianni 
Cimador, Tatiana Ciuk, Vittorio Coco, Franco Codega, Luciana Conelli, Giacomo 
Consalez, Giulio Corrado, Roberto Cosolini, Sofia Cossutta, Renzo Stefano 
Crivelli, Roberto Curci, Giampaolo D’Aietti, Alida D’Alesio, Nadia Danelon, 
Andrea D’Aronco, Roberto Decarli, Roberto Dedenaro, Peppe Dell’Acqua, Monica De 
Nardi, Pierpaolo De Pazzi, Paolo Devescovi, Aleksandra Devetak, Tiziana 
D’Oppido, Paolo Dorci, Pierpaolo Dorsi, Gerda Duca, Marco Duranti, Pietro 
Egidi, Claudio Erné, Aldo Famà, Daisy Farchi, Luisa Fazzini, Valerio Fiandra, 
Giorgio Fidenato, Bruno Fonda, Elsa Fonda, Chiara Fragiacomo, Federica Fuda, 
Andrea Gardini, Elisabetta Gasparotto, Marina Ghersinich, Mirella Gemelli, Ezio 
Genoni, Marko Germani, Davide Giaretta, Flavio Girolomini, Sergio Gnesda, 
Giorgio Godina, Edoardo Greblo, Giuliana Gressani, Claudio Grisancich, 
Gianfranco Hofer, Mario Isnenghi, Dusan Jelinčič, Aurelio Juri, Franco Juri, 
Franko Kanzian, Antonio Klingendrath, Marco Juri Kosta, Marko Kravos, Giorgio 
Jure Kufersin, Gabriella Lamprecht, Walter Lantier, Umberto Laureni, Giulio 
Lauri, Francesco Leoncini, Giuseppe O. Longo, Sergio Luciano, Renate Lunzer, 
Federica Luser, Manuela Mander, Luca Giuseppe Manenti, Fabio Marchetti, Liliana 
Marchi, Giuseppe Mariuz, Giovanna Marselek, Giancarlo Martina, Fabiana Martini, 
Alessio Marzi, Alma Masé, Marco Massimiliani, Adriana Medeot, Nicoletta Medeot, 
Giovanni Menegazzi, Monika Milic, Anna Millo, Maurizio Milovan, Diana Mitri 
Gnesda, Giulio Montenero, Dea Moscarda, Gabriella Musetti, Luciana Musul, 
Viviana Novak, Michela Novel, Luisella Pacco, Gianluca Paciucci, Andrea Padoan, 
Marco Padoan, Roberto Pagan, Ester Pahor, Fulvio Papuccia, Sandro Pecchiari, 
Guido Pesante, Amalia Petronio, Francesco Pierobon, Francesca Pitacco, Patrizia 
Pizzul, Marzio Porro, Dario Predonzan, Sabina Pugliese, Silvia Redditi, 
Beatrice Rigatti, Alessandro Rocco, Tatjana Rojc, Maurizio Romano, Francesco 
Russo, Pierluigi Sabatti, Fulvio Salimbeni, Servio Sandrin, Enzo Santese, 
Luciano Santin, Renzo Sanson, Giorgia Sbrizzi, Ervino Schreiber, Giuliana 
Segarich, Fulvio Senardi, Aurelio Slataper, Nadia Slote, Olivia Siauss, Marina 
Silvestri, Livio Sirovich, Serena Spettini, Pietro Spirito, Paolo Stanese, 
Dario Stasi, Marco Šare, Desiderio Švara, Gabriella Taddeo, Sergio Tazzer, 
Roberto Todero, Lorenzo Tommasini, Ester Tornese, Marina Torossi Tevini, Nelida 
Ukmar, Loredana Umek, Gabriella Valera, Marino Vascotto, Franco Vecchiet, 
Claudio Venza, Marta Verginella, Luigi Vianelli, Dario Vremec, Matteo Momic, 
Neva Zaghet, Diego Zandel, Sergio Zamburlini, Alberto Zangheri, Silvia Zetto 
Cassano, Duška Žitko, Patrizia Zivec, Luca Zorzenon, Nordio Zorzenon, Salvator 
žitko.

---

DOCUMENTO DELL'ISTITUTO "PARRI" (ISREC) PER LA LIBERTÀ DI RICERCA E DI PAROLA
Le adesione vanno inviate e segrete...@insmli.it <mailto:segrete...@insmli.it> 
specificando nome, cognome e eventuale istituzione di appartenenza o città di 
residenza

http://www.reteparri.it/in_evidenza/per-la-liberta-di-ricerca-3232/ 
<http://www.reteparri.it/in_evidenza/per-la-liberta-di-ricerca-3232/>

Per la libertà di ricerca. Fermiamo la mozione (n. 50) del Consiglio regionale 
del Friuli-Venezia Giulia sul Giorno del Ricordo

Egr.
Dott. Massimiliano Fedriga
Presidente Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
e, p. c.
Egr.
Avv. Prof. Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana

Lo scorso 26 marzo il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha 
approvato una mozione (n. 50) che impegna la Giunta e l’assessore competente “a 
sospendere ogni contributo finanziario e di qualsiasi altra natura (es. 
patrocinio, concessione di sale) a beneficio di soggetti pubblici e privati 
che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo o in 
qualunque modo a diffondere azioni volte a non accettare l’esistenza delle 
vicende quali le Foibe o l’Esodo ovvero a sminuirne la portata e a negarne la 
valenza politica”.
Nel testo si punta l’indice contro “diversi convegni” organizzati “in alcune 
parti d’Italia, anche a cura dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia” 
che avrebbero avuto “il solo fine di mettere in discussione il dramma delle 
foibe”. Del pari si accusa l’Istituto regionale per la storia della Resistenza 
e dell’Età contemporanea del Friuli Venezia Giulia per aver elaborato e reso 
pubblico un “Vademecum del Giorno del Ricordo”, con la volontà di “diffondere 
una versione riduzionista della storia della pulizia etnica perpetrata dai 
partigiani titini”. Ad essere criticato è altresì un (anonimo) “docente di 
Filosofia del diritto” che ad un convegno universitario “ha auspicato la 
censura del film su Norma Cossetto”.
Sempre secondo il testo della mozione, tutto ciò rientrerebbe nell’“ondata di 
becere iniziative che hanno come unico scopo quello di ‘sporcare’ il Giorno del 
Ricordo con offensive polemiche di stampo riduzionista o negazionista, le quali 
distolgono l’attenzione dal vero significato di questa celebrazione, che è 
quello di rivolgere un pensiero sentito e commosso allo strazio e alla pena di 
tutte le vittime dell’esodo e delle foibe”. Inoltre, la mozione non esita a 
richiamare la legge del 16 giugno 2016 n. 115 che attribuisce “rilevanza penale 
alle affermazioni negazioniste della Shoah, dei crimini di genocidio, dei 
crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, in particolare quando ’si 
innesta’ su una comunicazione che già manifesti i tratti caratterizzanti del 
c.d. hate speech (incitamento all’odio), ponendo in pericolo la pacifica 
convivenza sociale”.
La mozione si configura come un pericoloso attacco frontale alla libertà di 
ricerca e alla libertà di parola, come un tentativo manifesto di imporre una 
“verità di Stato” (le foibe come “pulizia etnica”) tacitando, anche con la 
minaccia di eventuali sanzioni penali, chi sostiene punti di vista diversi, 
magari più articolati e anche scientificamente più fondati.
Noi sottoscritti storici, intellettuali, insegnanti, operatori di memoria e 
cittadini riteniamo che la limitazione della libertà di opinione e di ricerca 
su temi concernenti le foibe e l’esodo sia un segnale preoccupante per la 
democrazia in cui viviamo e leda la possibilità di una discussione serena e 
articolata su un momento importante della nostra storia nazionale, nonché il 
necessario confronto con la storiografia internazionale. Riteniamo inoltre che 
questa mozione rappresenti un arretramento dei diritti della libertà di ricerca 
in ambito storico e storiografico, elementi fondamentali e irrinunciabili per 
la formazione critica del cittadino.
Chiediamo pertanto che questa mozione, che ha una rilevanza non solo locale ma 
anche nazionale e internazionale, sia subito ritirata. Chiediamo inoltre che 
siano assicurate, senza ricatti economici, le condizioni necessarie affinché 
tutti gli istituti impegnati nella ricerca scientifica sui temi legati al 
confine orientale, alle foibe e all’esodo possano continuare a svolgere la loro 
preziosa attività sia sul piano della ricerca sia sul piano della diffusione 
dei risultati, di cui deve essere garantita la piena libertà.

2 aprile 2019
Paolo Pezzino, Presidente Istituto Nazionale “Ferruccio Parri – Rete degli 
Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea"

---

Associazione Italiana di Public History (AIPH): Una mozione della Regione 
Friuli Venezia Giulia minaccia la libertà della ricerca storica (2/04/2019)
https://aiph.hypotheses.org/7488 <https://aiph.hypotheses.org/7488>

Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO): Sulla 
limitazione della libertà di interpretazione storiografica (aprile 2019)
http://www.sissco.it/articoli/la-sissco-sulla-limitazione-della-liberta-di-interpretazione-storiografica/
 
<http://www.sissco.it/articoli/la-sissco-sulla-limitazione-della-liberta-di-interpretazione-storiografica/>

Associazione Italiana di Storia Orale (AISO): Comunicato su Mozione n.50 del 
Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia (4 Aprile 2019)
http://aisoitalia.org/comunicato-aiso-su-mozione-n-50-del-consiglio-regionale-del-friuli-venezia-giulia/
 
<http://aisoitalia.org/comunicato-aiso-su-mozione-n-50-del-consiglio-regionale-del-friuli-venezia-giulia/>

Friuli Venezia Giulia, come usare le Foibe per fare propaganda (e censurare me) 
(di Mauro Barberis, Docente di Diritto, Università di Trieste – 8 Aprile 2019)
..... La mozione 50 si compone di vari “Tenuto conto” fra cui questo: “Tenuto 
conto […] della crescente preoccupazione suscitata da alcuni ‘eventi’ che si 
sono svolti di recente nella nostra regione: dalla presentazione di un c. d. 
Vademecum del Giorno del Ricordo […] ad un convegno universitario durante il 
quale un docente di Filosofia del diritto ha auspicato la censura del film su 
Norma Cossetto”, si chiede – qui cito il titolo della mozione – di “sospendere 
ogni contributo finanziario, patrocinio o concessione a beneficio di soggetti 
pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque 
mezzo a negare o ridurre il dramma delle Foibe e dell’Esodo”... Purtroppo per 
gli estensori della mozione 50, quel docente sono io e ricordo benissimo cosa 
ho detto. (...) Del film Red Land, in italiano Rosso Istria, avevo detto: “È 
una specie di western ambientato in Istria alla fine della Seconda guerra 
mondiale, con gli italiani nella parte dei buoni e gli jugoslavi in quella dei 
cattivi. La storia straziante di Norma Cossetto, la studentessa istriana 
stuprata e infoibata dai partigiani jugoslavi, diventa memoria-spettacolo, pure 
lei. Manca una voce fuori campo che racconti tutta la storia: l’invasione 
nazifascista, la guerra civile, migliaia di altri stupri e massacri, non meno 
vergognosi”. “Straziante”, “stuprata”, “infoibata”, “dai partigiani jugoslavi”. 
Se questo è “riduzionismo”, che cosa non lo è? Cosa avrei potuto fare di più, 
darmi fuoco?...
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/friuli-venezia-giulia-come-usare-le-foibe-per-fare-propaganda-e-censurare-me/5094914/
 
<https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/friuli-venezia-giulia-come-usare-le-foibe-per-fare-propaganda-e-censurare-me/5094914/>

Lettera di Raoul Pupo ai colleghi (aprile 2019)
..... Quello che invece va assolutamente rifiutato, è la pretesa dei custodi 
della memoria di ergersi ad unici depositari della verità sul passato, 
trasformando la soggettività del ricordo in unico canone interpretativo 
legittimo. Il problema, come sappiamo, è generale e l’esistenza stessa delle 
giornate memoriali apre strutturalmente il varco a derive di tal fatta, ma nel 
caso specifico delle tragedie adriatiche quella pretesa è assolutamente 
evidente e conclamata, in un tentativo esplicito di colonizzazione del 
passato... nel riparto 2019 del contributo della regione FVG, l’Anpi ha perso 
4.000 euro, l’Irsrec 2.000, mentre 5.000 in più sono stati assegnati 
all’associazione Osoppo...
http://www.storiastoriepn.it/wp-content/uploads//2019/04/Lettera_Pupo_Sissco.pdf
 
<http://www.storiastoriepn.it/wp-content/uploads//2019/04/Lettera_Pupo_Sissco.pdf>

Paradossi del rapporto tra politica e ricerca storica: Pupo censurato dalla 
destra nazionalista (di Gigi Bettoli - 30 Aprile 2019)
..... è stato un fatto di grande civiltà che a fianco di Raoul Pupo e contro il 
settarismo del centrodestra friulgiuliano si siano schierati compatti i 
maggiori istituti italiani di ricerca storica contemporaneistica, come 
l’INSMLI, l’AISO, la SISSCO, l’AIPH... se non fosse che lo storico, nella sua 
replica (.....), continua ingenerosamente a voler discernere nel campo 
antifascista, tra chi gli piace e chi meno...
http://www.storiastoriepn.it/paradossi-del-rapporto-tra-politica-e-ricerca-storica-pupo-censurato-dalla-destra-nazionalista/
 
<http://www.storiastoriepn.it/paradossi-del-rapporto-tra-politica-e-ricerca-storica-pupo-censurato-dalla-destra-nazionalista/>


=== 2 ===

https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/la-relazione-italo-slovena-sulle-foibe-non-passera-nelle-scuole/484973
 
<https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/la-relazione-italo-slovena-sulle-foibe-non-passera-nelle-scuole/484973>

La relazione Italo Slovena sulle Foibe non passerà nelle scuole

Un ordine del giorno che chiedeva la diffusione nelle scuole della Relazione 
della Commissione storico-culturale italo-slovena del 25 luglio 2000, 
presentato dal Movimento 5 stelle, è stato respinto dal Consiglio regionale del 
Friuli Venezia Giulia.

9/4/2019 12:35:49 | Trieste | Radio Capodistria

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia non intende sostenere la 
distribuzione nelle scuole della Relazione della Commissione storico-culturale 
italo-slovena del 25 luglio 2000, che esaminava la storia del dopoguerra sul 
confine orientale.
Il confronto sulla storia delle foibe e dell’Esodo, innescata dai contrasti in 
occasione del Giorno del ricordo, si arricchisce di un nuovo capitolo: l’ordine 
del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle, con l’appoggio del consigliere 
dell’Unione Slovena, Igor Gabrovec, è stato infatti respinto in commissione.
I 5 Stelle avevano votato la mozione che tende a escludere dai finanziamenti 
regionali che nega o riduce la tragedia delle Foibe, pur sottolineandone le 
difficoltà di applicazione, L’ordine del giorno tendeva quindi a offrire, in 
una fase molto delicata su questi temi, un’interpretazione condivisa ed 
elaborata da storici, superando quelle che ha definito "strumentalizzazioni", 
ma la maggioranza e la giunta non l’hanno appoggiato.
Deluso anche Igor Gabrovec, che aveva a più volte chiesto la valorizzazione 
della relazione italo slovena. “È un dato di fatto che il Consiglio regionale 
in questa legislatura si sta occupando troppo della storia, soprattutto in modo 
parziale – dice Gabrovec -. Io credo che la storia vada lasciata agli storici, 
ai ragazzi, alle nuove generazioni: dobbiamo offrire degli strumenti affinché 
possano guardare a dei periodi, anche dolorosi e complicati, con una certa 
distanza, e con dei dati oggettivi”.
“C’è bisogno di relazioni scritte da storici e non di verità confezionate da 
politici per quelle che sono le esigenze di micro bottega quotidiana: queste 
operazioni non fanno onore alla storia, vanno anche a danno del ricordo di chi 
ha sofferto in quel periodo e non fanno nemmeno un gran favore alle nuove 
generazioni che si trovano invischiate nuovamente in storie che sono più grandi 
di loro”.

Alessandro Martegani



=== 3: Cronache dell'incontro "Foibe, storia e verità" tenuto a Trieste il 10 
aprile u.s. ===

Per il programma della iniziativa si vedano:
https://www.facebook.com/events/2389670514397359/ 
<https://www.facebook.com/events/2389670514397359/>
oppure 
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9118-9029-olio-di-ricino-per-gli-storici-dissidenti.html
 
<http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9118-9029-olio-di-ricino-per-gli-storici-dissidenti.html>

--- 
https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/storici-contro-l-imposizione-di-una-verita-di-stato-su-foibe-ed-esodo/485136
 
<https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/storici-contro-l-imposizione-di-una-verita-di-stato-su-foibe-ed-esodo/485136>

Storici contro l'imposizione di una verità di stato su foibe ed esodo

L'argomento è stato trattato nell'incontro organizzato a Trieste 
dall'associazione culturale "Tina Modotti". Fra gli intervenuti anche alcuni 
degli storici accusati di riduzionismo dalla maggioranza di centro-destra in 
Friuli Venezia Giulia

11/4/2019 06:53:21 | Trieste | Radio Capodistria

Nessun riduzionismo, nessun negazionismo, solo la volontà di raccontare la 
storia senza piegarsi alla verità di Stato. Sono questi gli obiettivi 
dichiarati dal gruppo di storici al centro della bufera nelle ultime settimane.

Accusati apertamente di riduzionismo, se non di negazionismo, dalla maggioranza 
di centro destra, dopo settimane di alta tensione studiosi come Claudia 
Cernigoi, Alessandra Kersevan, e Piero Purini Purich, si sono ritrovati al 
teatro dei Fabbri di Trieste in un incontro organizzato dall'Associazione "Tina 
Modotti", per raccontare la loro idea di ricerca storica, e denunciare un 
tentativo di piegare i fatti avvenuti sul confine orientale alle esigenze di 
Stato.
Le posizioni emerse sono state però varie: da quelle che tendono alla ricerca 
di una storia condivisa, agli attacchi non solo alla destra ma anche 
all'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione; dagli 
appelli a far fronte comune contro la maggioranza in Consiglio Regionale che ha 
approvato la mozione sulle Foibe, fino alla denuncia del professor Samo Pahor 
che ha affermato di avere un documento che proverebbe che non ci sarebbero 
corpi nel monumento nazionale della Foiba di Basovizza.

La necessità di ritrovare un metodo di ricerca storica e sottrarre il dibattito 
alla cronaca e alle opinioni è stata invece sottolineata dal Professor Angelo 
D'Orsi dell'Università di Torino, che ha anche denunciato il tentativo di 
ribaltare la storia delle Foibe per motivi politici: "È un processo che io 
chiamo di revisionismo, - dice D'Orsi - e che un certo punto arriva al 
'rovescismo', cioè al vero e proprio rovesciamento deliberato dei fatti, mosso 
da ragioni ideologiche e spesso anche commerciali della verità storica".

"Il tema Foibe s'inquadra perfettamente in questo processo, - aggiunge - ma ha 
però un sottofondo culturale importante, che viene di solito sottovalutato, 
vale a dire la derubricazione della qualità scientifica della storia a 
opinione. La storia come scienza viene derubricata a opinione e quindi, invece 
della ricerca storica, è prevalso il gioco ad effetto, invece della serietà 
scientifica che lavora sui documenti e li usa correttamente, è prevalso il 
sensazionalismo mosso da ragioni politiche, ideologiche o anche semplicemente 
commerciali".

"Tutto questo a mio avviso gli stessi storici di mestiere l'hanno scoperto un 
po' tardi e non hanno saputo opporre una barriera: qui non si tratta di 
differenziarsi tra sinistra e destra, fra stotici di sinistra e storici di 
destra, l'unica differenza di chi fa storia è tra chi non lavora seriamente e 
chi lavora seriamente, analizzando i documenti in modo scientifico, attraverso 
una metodologia ricerca storica e le tecniche appropriate”

I toni sono saliti in questi mesi: si tratta di una fase, o di una conseguenza 
del processo più lungo che avete denunciato?
“Diciamo che i nodi stanno venendo al pettine: tutti i processi a un certo 
punto hanno delle accelerazioni, e indubbiamente negli ultimi mesi c'è stata 
un'accelerazione. Credo sia legata molto ai cambiamenti di umore politico, al 
ritorno del cosiddetto sovranismo, di un populismo di carattere nazionalista, e 
alla forza della Lega che è diventata sostanzialmente un partito egemone, che 
guida dall'interno la compagine governativa. Questo clima politico ha prodotto 
un'accelerazione di questo processo, un’accelerazione formidabile: quando 
Matteo Salvini, ministro di tutto e di niente, riesce a dire ‘i negazionisti 
delle Foibe mi fanno schifo’, vuol dire che il processo è arrivato proprio alle 
sue estreme conseguenze. Rispetto a questo bisognerebbe che davvero facessimo, 
per citare Salvemini, ‘testuggine a resistere’, non sono tra gli storici di 
mestiere, ma tra tutte le persone che ancora hanno a cuore la verità e 
soprattutto vogliono usare la ragione e non farsi sommergere da una parte dal 
chiacchiericcio giornalistico, dall'altra dalle violenze degli urlatori.”

Riguardo la mozione che è stata approvata in Consiglio regionale, c'è chi parla 
di un tentativo di imporre una sorta di verità di Stato: a suo parere la 
politica deve occuparsi della storia?
“La politica dovrebbe usare la storia, semplicemente perché la politica senza 
storia è piatta, non è capace di vedere il futuro. La politica è la scienza, e 
anche l’arte, di guardare prospetticamente il futuro, e quindi di prevedere ciò 
che accadrà, a partire da certa decisione che i politici prendono. La politica 
ha quindi bisogno della storia, ma la storia non ha bisogno della politica, è 
questo il problema. È la storia deve essere assolutamente non condizionata 
dalla politica. Cito ancora Gaetano Salvemini: quando lascia l’Italia nel 1925, 
prima ancora che gli venga imposto il giuramento fascista, che sarà imposto nel 
'31, invia una lettera al rettore dell'università di Firenze, dove era più 
autorevole dei docenti, in cui dice che lo storico ha bisogno della libertà 
come il pesce dell'acqua. Questa libertà, afferma Salvemini, oggi io la vedo 
conculcata, e quindi me ne vado via perché non posso lavorare seriamente. La 
storia deve essere libera dal condizionamento della politica, ma la politica ha 
bisogno della storia per nutrirsi, senza conoscenza seria del passato nessun 
politico può fare il suo mestiere seriamente”.

Ritiene utili operazioni come quella della commissione italo slovena che ha 
pubblicato una relazione condivisa sulle Foibe nel 2000, o sono troppo 
condizionate dal governi?
“Certamente all'origine c'è un’influenza dei governi, però se si lasciano 
lavorare gli storici​ in maniera seria, senza stare con il fiato sul collo, ben 
venga, può essere utile.”

Alessandro Martegani


--- 
https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/kersevan-sulle-foibe-una-strategia-per-nascondere-la-verita/485173
 
<https://capodistria.rtvslo.si/news/friuli-venezia-giulia/kersevan-sulle-foibe-una-strategia-per-nascondere-la-verita/485173>

AUDIO: https://capodistria.rtvslo.si/archivio/i-fatti-del-giorno/174608093 
<https://capodistria.rtvslo.si/archivio/i-fatti-del-giorno/174608093>

Kersevan: sulle Foibe una strategia per nascondere la verità

Alessandra Kersevan, una degli storici accusati di riduzionismo sulle Foibe dal 
centro-destra in Friuli Venezia Giulia, replica alle critiche, e ribadisce il 
tentativo di un uso strumentale della storia da parte della destra.

11/4/2019 12:41:14 | Trieste | Radio Capodistria

Un piano preciso per trasformare la vicenda delle Foibe in uno scontro fra 
popoli, da utilizzare a fini politici. È questa la posizione di Alessandra 
Kersevan, storica e responsabile della Casa editrice Kappa Vu, fra gli studiosi 
indicati dalla maggioranza di centro destra in Friuli Venezia Giulia come 
responsabili di “riduzionismo”.
Anche nel recente incontro a Trieste del gruppo di storici al centro della 
bufera nelle ultime settimane, organizzato dall'Associazione "Tina Modotti", 
Alessandra Kersevan ha ribadito le sue posizioni, rigettando le accuse di 
negazionismo e sottolineando invece la necessità di analizzare quei fatti 
partendo dai documenti e non dalle strumentalizzazioni.

Il suo è uno dei nomi accusati dal centro destra di riduzionismo sulle Foibe. 
Lei come risponde?
“Io non mi sarei mai sognata di usare nei confronti di nessuno un termine di 
questo genere, perché penso che nell'ambito della storia si debba giudicare 
quello che uno scrive. Bisogna scrivere usando le fonti, contestualizzando, 
usando un metodo storiografico, e non credo che quello che sta succedendo in 
Italia oggi favorisca molto l'approfondimento storico. Favorisce invece 
l'oltraggio, favorisce l'appellativo pesante nei confronti delle persone. È un 
processo agevolato anche dall'uso che viene fatto oggi dai social, ma succedeva 
anche prima che ci fossero Facebook o Twitter: è un metodo usato negli ultimi 
decenni proprio per impedire che gli italiani conoscano la loro storia.”
“Anche senza guardare a quello che succede adesso nei nostri confronti, nei 
confronti di Resistenza storica, nella storia italiana di questi ultimi decenni 
ci sono stati moltissimi episodi di vera e propria censura, addirittura di 
documenti istituzionali o d’importanti film. Basta pensare al documentario 
della BBC ‘Fascist Legacy’, che non è mai stato trasmesso dalla Rai, nonostante 
lo Rai lo avesse acquistato e doppiato. Pensiamo anche al documento della 
Commissione storica italo-slovena. Si può essere d'accordo o meno con quello 
che c'è scritto, ma avrebbe rappresentato perlomeno un punto di partenza, e 
soprattutto avrebbe creato un clima di discussione, più che di offesa come sta 
avvenendo adesso.”

Ma lo scopo di questa operazione di occultamento che denunciate quale sarebbe?
“Evidentemente si vuole evitare che gli italiani sappiano la loro storia, che 
ripensino alla loro storia, si preferisce questa narrazione vittimistica degli 
italiani uccisi solo perché italiani, senza domandarsi come sia possibile che 
un esercito, che a quel tempo era comunque uno degli eserciti più importanti 
d'Europa, abbia aggredito un paese, l’allora regno di Jugoslavia, senza neppure 
dichiarare guerra, abbia annesso interi territori provocando la morte, 
veramente in questo caso, di decine e decine di migliaia di persone, e come 
tutto questo possa essere negato nella sua importanza rispetto a quello che è 
successo su questo confine. È una battaglia lunga e difficile: credo che queste 
leggi e queste mozioni, accanto ad altre azioni che vengono fatte, anche a 
livelli molto alti nello Stato italiano, per impedirci di parlare, partano 
dalla consapevolezza che la verità è talmente evidente, emerge talmente bene 
dalla documentazione, che non avrebbero più alcuna possibilità continuare con 
le loro menzogne. Il fatto che ci neghino la parola, che ci costringano nelle 
catacombe, è la prova evidente che hanno paura di noi, anche se siamo in pochi.”

Quindi la contrapposizione non riguarda solo gli ultimi mesi, mi sta dicendo 
che è una strategia che parte da lontano?
“Assolutamente: le forme attuali sono quelle più gridate, più becere, ma 
l'ostruzionismo nei confronti della verità storica su questo confine orientale 
in Italia c'è sempre stato. È cominciato nel ‘44 ancora al tempo del governo 
Bonomi nell'Italia liberata, quando un burocrate del ministero degli Affari 
Esteri, Zoppi, decise di creare un dossier sulle malefatte dei partigiani 
jugoslavi nei confronti degli italiani, un dossier pieno di menzogne, che nelle 
sue intenzioni doveva essere usato per contrastare la consegna dei criminali di 
guerra italiani alla Jugoslavia. Questo materiale, chiamato il “trattamento 
degli italiani da parte degli jugoslavi”, è stato utilizzato per decenni 
sottotraccia in pubblicazioni dichiaratamente di destra, e poi stato riesumato 
negli anni ‘90 al tempo del cosiddetto processo delle Foibe, che si svolse a 
Roma, e che finì con la prima sconfitta da parte di coloro che avevano messo in 
piedi questa operazione, perché il processo fu un nulla di fatto... Già quella 
volta avevano riesumato questi materiali, prodotti per motivazioni 
assolutamente politiche, ma riscoperti come se fossero improvvisamente una 
verità rivelata. Sono documenti prodotti sia dai servizi segreti italiani, sia, 
precedentemente, dai servizi segreti della Decima MAS e del nazismo, che 
vengono ancora oggi usati per questa enorme propaganda che si sta facendo sulla 
questione delle Foibe”.

Ma qual è la sua posizione sulle Foibe?
“Nessuno nega che le Foibe ci siano state, ci sono persone che sono state 
uccise, ma la storia va inserita nella grande vicenda, tragicissima, della 
Seconda guerra mondiale e dei rapporti su questo confine. Così diventerebbe una 
delle tante tragedie che si sono verificate: una tragedia da indagare, da 
spiegare, da capire nella sua valenza, ma che invece è diventata un grimaldello 
per permettere ai neofascisti di riciclarsi nella Repubblica, una repubblica, 
vorrei ricordarlo, nata dalla Resistenza”.

Alessandro Martegani



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