(srpskohrvatski / italiano)

30 anni dalla sconfitta dei controrivoluzionari a Tienanmen

1) 30 godina od razbijanja kontrarevolucionarnih nemira na Tjenanmenu (KS)
2) Tienanmen e dintorni: l’ingloriosa fine della prima rivoluzione colorata


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http://www.komunistisrbije...rs/30-godina-od-razbijanja-kontrarevolucionarnih-nemira-na-tjenanmenu/

30 GODINA OD RAZBIJANJA KONTRAREVOLUCIONARNIH NEMIRA NA TJENANMENU

Na regionalnom forumu o bezbednosti u Singapuru ministar odbrane Kine Vei Fenge 
izjavio je da je zaustavljanje nemira bila ispravna politika.To je bila 
politička pobuna i centralna vlada je preduzela korake da zaustavi nemire, što 
je ispravna politika“, rekao je na forumu.„Prethodnih 30 godina su dokaz da je 
Kina doživela velike promene“, rekao je, dodavši da je to posledica toga što je 
vlada preduzela ispravne korake u tom trenutku.Kina danas uživa plodove 
stabilnosti i razvoja“, zaključio je Fenge.

Komunisti Srbije u potpunosti podržavaju stavove ministra Vei Fenga, pošto je 
Kina pre 30. godina sprečila kontrarevoluciju i razbijanje zemlje. Politika 
kineske vlade u tom periodu je bila ispravna pošto je Kina danas druga 
ekonomija sveta sa tendencijom da u skorije vreme pretekne neofašističke SAD, 
koji su bili nalogodavci ove pobune. Kina je u poslednjih 30 godina pola 
miljarde ljudi prevela iz siromaštva u srednji sloj koji imaju automobile, 
dobre plate, konforne stanove,besplatno školstvo i zdravstvo itd. Kineski 
komunisti nisu dozvolili kontrarevoluciju u svojoj zemlji za razliku od 
komunista u Jugoslaviji,SSSR-u i ostalim istočnim državama.

[Komunisti Srbije]


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http://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/28129-tienanmen-e-dintorni-lingloriosa-fine-della-prima-rivoluzione-colorata

Tienanmen e dintorni: l’ingloriosa fine della prima rivoluzione colorata

7 Giugno 2017

di Giambattista Cadoppi

Di seguito l'introduzione di Giambattista Cadoppi al suo libro Ancora una 
primavera. Tienanmen e dintorni: l’ingloriosa fine della prima rivoluzione 
colorata.

“E a questo punto il pastore pregò. Fu una preghiera bella e generosa, nonché 
molto particolareggiata: invocava la protezione del Signore per quella chiesa, 
e per i fanciulli di quella chiesa; per le altre chiese del villaggio; per il 
villaggio stesso; per la contea; per lo Stato; per i funzionari dello Stato; 
per gli Stati Uniti; per le chiese degli Stati Uniti; per il Congresso; per il 
Presidente; per i funzionari del Governo; per i poveri marinai, in balia di 
mari tempestosi; per i milioni di oppressi che gemevano sotto il tallone delle 
monarchie europee e dei dispotismi orientali” (Mark Twain. Le avventure di Tom 
Sawyer)

La vocazione americana di portare i diritti umani in formato export è di 
vecchia data. A venticinque anni dalla prima rivoluzione colorata abortita, la 
“primavera cinese” (Bejijng Spring come era definita) una nuova rivoluzione 
colorata ordita dall’Impero del Kaos ha vinto (per ora) in Ucraina.
Oggi come allora ci sono all’opera bande di terroristi di estrema destra 
istruiti da CIA, ONG, media asserviti, persino con il supporto della “sinistra 
radicale”. Scrive un giornale russo dei “fatti di Piazza Tiananmen ovvero la 
sventurata Maidan cinese”: Tienanmen per la Cina nel 1989, proprio come Maidan 
per l’Ucraina oggi, è stato un punto critico di biforcazione di importanza 
strategica per i decenni futuri. Se gli studenti cinesi avessero vinto la Cina 
avrebbe subito la stessa sorte dell'Unione Sovietica di ieri, ed oggi 
dell’Ucraina: il collasso dell'economia, il crollo del paese su varie linee di 
rottura, passioni ribollenti e, probabilmente, la guerra  civile. Centinaia di 
migliaia di cadaveri,  a seguito degli eventi, ovviamente in proporzione alla 
scala di grandezza della Cina. “Tuttavia, niente di tutto questo è avvenuto.” E 
dire che avevano trovato il loro Gorbaciov in Zhao Ziyang e il loro Sacharov in 
Fang Lizhi.Tra l'altro, nel 2015, un anno dopo la rivoluzione colorata, il 
salario medio in Ucraina era di 150 dollari con il 10% di disoccupazione e il 
28% l'inflazione. E questo sarebbe il brillante risultato ottenuto 
dall'intervento dell’Unione Europea e soprattutto degli USA nel finanziamento 
del colpo di stato. “Nell’impoverita e oppressa” Cina nel 2015, lo stipendio 
medio era di 700 dollari (triplicato negli ultimi dieci anni), la 
disoccupazione del 4% e l’inflazione del 2%. Ma gli ucraini non devono 
piangere, fa sempre un brutto effetto quando uomini mascherati e con le insegne 
delle SS si mettono a piagnucolare.

Quale versione ci viene proposta dal 1989 del "massacro di Tienanmen"? Gli 
autori della versione ufficiale sono i giornalisti stranieri che lavorano a 
Pechino  che però non stanno sulla scena del presunto crimine. In particolare, 
stiamo parlando dei giornalisti della CNN e BBC, che trasmettono informazioni 
sulle montagne di cadaveri di studenti schiacciati dai carri armati con tanto 
di mitragliatrici che sparano senza sosta. Alcuni riferiscono di aver visto la 
carneficina dalle finestre dell'Hotel Beijing, anche se in realtà si è scoperto 
che dalle finestre dell'hotel non è visibile la parte della di Piazza dove 
sarebbe avvenuto il misfatto. L’hotel è a poche centinaia di metri dalla Piazza 
mentre i giornalisti riferiscono notizie provenienti dalla Voice of America che 
sta a migliaia di chilometri. E’ la debacle del giornalismo d’inchiesta e il 
trionfo del “giornalismo passivo”. Così infatti lo definirà Jay Mathews già 
capo dell’ufficio di Pechino del conservatore Washington Post, ovvero il 
giornale del caso Watergate, che capeggiò l’ondata revisionista su Tienanmen 
con un articolo scritto per la Columbia Journalism Review dal titolo rivelatore 
The Myth of Tiananmen and the Price of a Passive Press nel 1998.

“Nel 1989, questi metodi di guerra dell'informazione erano insoliti per molti. 
E 'solo ora, dopo aver visto il lavoro della televisione americana durante la 
guerra 08.08.08 (guerra con la Georgia) e la crisi ucraina, che i russi hanno 
un'idea di come funziona il sistema, nome in codice ‘Wag the Dog’ “ commenta un 
osservatore russo.

Si è parlato del “lavaggio del cervello” a cui sarebbero stati sottoposti i 
cinesi ma quant’anche fosse non sarebbero certo gli unici. Quanti americani 
pensano che il loro paese sia la principale forza nella lotta per il bene del 
mondo, nonostante tutte le guerre e distruzioni immani create dal dominio della 
lobby degli armamenti in una sorta di keynesismo militarista che condiziona 
persino l’esercizio della democrazia come già intravisto dal presidente 
Eisenhower alla fine degli anni Cinquanta.

I cinesi, poverini, per effetto della censura non sapevano quello che realmente 
stava accadendo. Vedremo che non è così ma noi lo sapevamo? Per nulla. La 
menzogna in Occidente è molto più efficace. Noi abbiamo volontariamente ceduto 
il nostro cervello in ostaggio al mainstream. I False Flag sulla Siria 
dimostrano come uno statista, Assad, incensato dal nostro Presidente della 
Repubblica Napolitano per la sua tolleranza e amico dell’Italia ancora nel 
2010, diventi nel breve tempo di una stagione un nemico giurato del genere 
umano. Il tutto deciso, dalla mattina alla sera a Washington, dal capobranco 
dei paesi democratici, che sceglie per noi quali siano i nostri “veri” nemici.

Dai fatti di Tienanmen la Cina è tornata ad essere un nemico mentre oggi tocca 
alla Russia essere demonizzata in questa guerra fredda riscaldata. Altri 
tentativi sono stati fatti per innescare rivoluzioni più o meno variopinte: 
dalla “rivoluzione dei gelsomini” a Pechino fino alle “nazionalità oppresse” 
del Tibet e dello  Sinkiang . E’ strano che il maggiore fautore della 
protezione delle nazionalità oppresse ossia il mondo anglosassone (America, 
Australia, Canada e Nuova Zelanda) abbia addirittura occupato totalmente 
territori i cui popoli originari hanno sperimentato la quasi totale pulizia 
etnica. Per non parlare dell’Europa con il suo retaggio coloniale e 
schiavistico, delle concessioni in Cina, in cui si vietava l’ingresso a cani e 
ai cinesi. Invocare la storiella dei diritti umani è operazione assai selettiva 
(Siria sì, Arabia Saudita no; Cuba sì, Cile di Pinochet no)  volta a rafforzare 
le potenze occidentali.  Per fare un altro esempio recentissimo i venezuelani 
che ammazzano poliziotti e sparano alle manifestazioni contro Maduro sono 
pacifiche vittime mentre le centinaia di migliaia di brasiliani che protestano 
contro il colpo di stato del corrotto Temer sono “riottosi e violenti”. Anche 
la lotta al terrorismo è discriminatoria. Tutti devono essere “Charlie” ma 
nessuno è la Metro di San Pietroburgo oppure è Urumqi con le sue 200 vittime 
del terrore islamista e tutti sono Nizza ma nessuno ricorda che a Tienanmen si 
consumò il primo attentato con un automezzo lanciato a grande velocità contro 
cittadini inermi.

Le origini della seconda guerra mondiale si possono riscontrare nell’uso da 
parte della Germania nazista dell’intervento “umanitario” in difesa delle 
minoranze tedesche oppresse in Polonia, Cecoslovacchia, Lituania. Questa fu la 
ragione per cui l’ONU proibì l’intervento negli affari interni degli altri 
paesi. Dopo l’invasione dell’Irak nel 2003 i paesi non allineati hanno 
reiterato il rigetto del cosiddetto diritto all’intervento “umanitario” che non 
ha basi nella carta delle Nazioni Unite o nel diritto internazionale. 
Intervento che si è dimostrato profondamente inumano con i suoi milioni di 
morti a cui è stato negato il primo dei diritti umani: la vita.

Una dei più tipici elementi dell’imperialismo umanitario è creare indignazione 
con false informazioni per creare un clima di paura tra la gente e 
cortocircuitare la loro riflessione. Lo si è visto in Siria, Assad gasa il 
proprio popolo, quando le inchieste dell’ONU stabiliscono che ad agire sono 
stati semmai i tagliagole finanziati dall’Occidente. La presunta strage di 
Piazza Tienanmen, ad esempio, serve a creare lo stesso effetto con i carri 
armati che passano sopra le tende in cui dormono dei pacifici studenti. Insomma 
la costruzione del nemico, come la chiama Domenico Losurdo. Un nemico 
forzatamente odioso.

Come dice il diplomatico australiano Gregory Clark il massacro di Tienanmen è 
un mito e ciò che noi ricordiamo dei fatti di Tienanmen sono solo menzogne 
inglesi. Un operatore umanitario dà il seguente resoconto 
<http://www.re-doe.com/index.php?journal=reidoe&page=article&op=view&path%5B%5D=17>
 di quei fatti: “Dal 1989 sono stati smentiti molti dei miti creati in quei 
giorni, e soprattutto dopo la repressione militare. Basandosi su nuove 
informazioni e su studi accademici di vari tipi, si può fare un ritratto dello 
sviluppo del movimento di protesta degli studenti. Si vedrà come esso fu 
influenzato dal contesto sociale, economico, politico e culturale, essendo 
questo qualcosa da tenere a mente per capire la mentalità cinese e il modo di 
procedere dei protagonisti... Si devono tener presente fatti e dati di grande 
interesse che sono spesso sconosciuti al grande pubblico così si saprà che la 
ricerca della democrazianon è mai stato l'argomento principale dei 
manifestanti, la maggior parte della popolazione non ha sostenuto il movimento 
e che ci sono state azioni di dialogo promosse da settori del governo cinese e 
degli studenti in tutte le sette settimane di occupazione della piazza. Si 
spiegherà come l'uso della violenza è stato utilizzato da entrambe le parti, 
anche se con intensità e mezzi diversi; una fazione radicale e poco democratica 
ha assunto la guida degli studenti in piazza e ha eliminato ogni opzione di 
dialogo, facendo precipitare la situazione nella repressione armata e che 
l'esercito ha permesso agli studenti di sgomberare Piazza Tiananmen senza 
uccidere nessuno all'interno della piazza”.

Durante i fatti di Tiananmen del 1989, sono i manifestanti che costruiscono 
barricate sbandierando la volontà di rovesciare il governo; mentre durante il  
proteste di Occupy del 2011, è stato il governo degli Stati Uniti che ha 
imposto barricate contro i manifestanti. Una semplice passeggiata attraverso la 
linea off limits imposta dalla polizia comportava l’arrestato in nome della 
legge.

Ci sono stati altri movimenti studenteschi in Cina. Il Partito comunista cinese 
ricorda ancora il movimento del 30 maggio del 1925, quando le forze di 
sicurezza britanniche hanno ucciso 13 studenti e lavoratori a Shanghai che 
protestavano contro i poteri extraterritoriali degli stranieri in Cina. Lo 
spargimento di sangue ha scatenato proteste in tutto il paese che coinvolsero 
milioni di persone.  Nel corso del movimento del 9 dicembre  del 1935, le forze 
di sicurezza del Kuomintang hanno usato tubi per l’acqua, cinture di pelle, 
bastoni e il calcio dei fucili per disperdere una manifestazione 
anti-giapponese che coinvolse 3.000 studenti proprio vicino a piazza Tiananmen. 
Circa 40 studenti sono stati feriti nello scontro, che ha provocato scioperi 
operai e manifestazioni studentesche a livello nazionale. Tra le partecipanti 
vi era una studentessa di liceo di Pechino di 19 anni, Zhuo Lin, che sarebbe 
poi diventata la terza moglie di Deng. Nessuno in occidente ricorda questi 
avvenimenti.

Si sono visti molti articoli nella stampa occidentale su Tienanmen dopo il 
1989. Ne vedremo altrettanti sulle atrocità commesse dall’Occidente? Abbiamo 
molti dubbi giacché la stampa occidentale mette i riflettori su cinesi, russi, 
iraniani, nordcoreani  e tutti coloro che sono percepiti, grazie al battage 
mediatico, come nemici nella quotidianità, ignorando ovviamente ciò che 
l'Occidente ha fatto. Se quello che è successo in Piazza Tiananmen è stato 
davvero un massacro di cittadini inermi, ricordare è un diritto, ma quanto 
dovrebbero essere ricordati i massacri di ben altre dimensioni commessi 
nell’interesse dell’Occidente?

Più di un milione di comunisti furono massacrati in Indonesia nel 1965

Cinquanta anni fa - un milione se non più di indonesiani sono stati massacrati 
dagli squadroni della morte di Suharto - “Uno dei peggiori massacri di massa 
del ventesimo secolo” come lo definì l’agente della CIA Helen Louise Hunter - 
ma non una parola per ricordarli perché la loro morte era nell'interesse 
dell'impero USA. “Un colpo di fortuna” lo definì la CIA. Quanti civili cinesi 
sono stati massacrati in Malesia nel dopoguerra in nome della sicurezza degli 
Stati Uniti e dell’Impero Britannico? e quanti sono morti in Afganistan sempre 
per la sicurezza americana.

Nel 1989 gli americani hanno invaso Panama e ucciso circa da 2,500 a 4,000 
panamensi.  Settanta anni fa - più di 100.000 polacchi ed ebrei furono 
massacrati in Galizia dall’Esercito Insurrezionale Ucraino. Oggi, invece di 
commemorare quel massacro, celebriamo i discendenti degli aguzzini, che ancora 
innalzano le loro bandiere fasciste, come "combattenti per la libertà" per la 
giunta ucraina capeggiata dal cioccolataio, arrivata al potere tramite la più 
classica politica del regime change.

Quarantacinque anni fa - centinaia di studenti messicani sono stati massacrati 
a Città del Messico - sebbene stessero manifestando, loro sì, pacificamente ma 
non una parola viene detta perché le loro morti erano nell'interesse 
dell'impero USA.

Quaranta anni fa - migliaia di cileni e gli altri sudamericani furono 
massacrati come parte dell'"Operazione Condor" - ancora una volta, i media 
controllati dalle corporation  sono rimasti in silenzio negli anni seguenti  
sull'operazione della CIA.

Dieci anni fa - un milione di iracheni sono stati massacrati nell’invasione 
illegale  dell'Iraq da parte dell’Impero. Nel 2014 più di 100 persone sono 
state massacrate a Odessa e le loro storie non saranno mai conosciute, per 
paura di turbare la propaganda pro-NATO in Ucraina. La memoria per l’Occidente 
è un esercizio altamente selettivo.

La Cina ha subito una serie di sanzioni da parte dei paesi occidentali, ma il 
grande paese asiatico è andato per la sua strada, senza guardare indietro e 
senza dar retta ai consiglieri (interessati) “che desiderano il suo bene”.Da 
allora la Cina ha progredito sino a diventare la prima potenza economica 
mondiale, sollevando dalla povertà 670 milioni di persone. Guardando l’immagine 
dell’uomo che sfida i tanks, questo Che Guevara dei ricchi, è forse il caso di 
dire: T(H)ANKS People’s Liberation Army. Certo nessun comunista può gioire per 
un dramma con centinaia di morti. Ma un’immagine iconica può essere 
interpretata in tanti modi. Si può senz’altro ringraziare il carrista per aver 
fatto di tutto per evitare di mettere sotto il giovane con le borse. Scrive nel 
suo eccellente saggio sulla Cina Diego Bertozzi 
<https://www.ibs.it/cina-da-sabbia-informe-a-libro-diego-a-bertozzi/e/9788868303990>:
 “Ma torniamo alla celebre foto (e filmato), quella detta del “tank man” che 
ritrae un ragazzo che ostacola con il corpo l’avanzata di un tank, perché da 
essa scaturisce un altro messaggio poco considerato: la volontà del carrista 
cinese – che sta uscendo da piazza Tienanmen – di evitare a tutti i costi di 
schiacciare sotto il peso dei cingolati il giovane manifestante. Non potrebbe, 
quindi, essere immediatamente esplicativa della volontà delle autorità cinesi 
di evitare ogni inutile spargimento di sangue e di ricorrere il meno possibile 
alla forza?” Ma vi domando quanti secondi di vita dareste a un palestinese che 
si avvicinasse con delle borse in mano ad un Merkava israeliano o a ad un 
afgano davanti ad un Abrams?

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