Comunicato del Direttivo di Jugocoord Onlus, 14.8.2020 – versione illustrata:
http://www.cnj.it/home/it/valori/9324-foligno-bloccata-la-apposizione-della-lapide-agli-antifascisti-reclusi-nelle-casermette-di-colfiorito.html
 
<http://www.cnj.it/home/it/valori/9324-foligno-bloccata-la-apposizione-della-lapide-agli-antifascisti-reclusi-nelle-casermette-di-colfiorito.html>

Foligno: bloccata la apposizione della lapide agli antifascisti reclusi nelle 
Casermette di Colfiorito


Dopo alterne vicende e numerose nostre sollecitazioni, il Comune di Foligno in 
luglio ha comunicato il suo diniego alla apposizione di una semplice lapide che 
onorasse gli antifascisti reclusi nel campo di concentramento delle 
"Casermette" di Colfiorito.

Nella lettera, che ci è pervenuta con inaccettabile ritardo e solo a seguito di 
formale Diffida da parte del nostro avvocato, si afferma che la Giunta Comunale 
"nella seduta del 02-10-2019 ha ritenuto 'non accoglibile la richiesta 
trattandosi di spazio pubblico' [e] si riserva di valutare la possibilità di 
realizzare e posizionare specifiche targhe in loco per la commemorazione di 
fatti storici ivi realmente accaduti'. "

Purtroppo, nonostante il giro di parole, la motivazione addotta non significa 
che sarà il Comune a farsi carico – come pure sarebbe giusto – di apporre una 
opportuna targa a memoria dei fatti : dire che la lapide non si può apporre 
"trattandosi di spazio pubblico" è come affermare che in un giardino non si 
possono installare panchine perché qualcuno poi ci si siede... È una vile presa 
in giro, cui si aggiunge la capziosa precisazione che il Comune si riserva di 
far apporre altre targhe "per la commemorazione di fatti storici ivi realmente 
accaduti" come se il testo da noi proposto non si riferisse a fatti storici 
realmente accaduti.



ANTEFATTO

Con questa presa di posizione il Comune di Foligno ha suggellato in negativo un 
triennio caratterizzato da contraddizioni ed esitazioni di fronte alla nostra 
iniziale richiesta di realizzare un manufatto commemorativo 
<http://www.cnj.it/CNJ/colfiorito2017.htm> nel sito dove sorgeva un campo di 
concentramento fascista.

Il nostro progetto di monumento 
<http://www.cnj.it/home/it/valori/9102-per-un-monumento-a-colfiorito.html> fu 
ridimensionato dalla allora Giunta di centrosinistra con la discutibile 
motivazione [1] che "l'inserimento di un monumento di fronte alla sede 
dell'ente parco ne altera significativamente l'immagine e ne condizionerebbe 
eventuali ampliamenti e modifiche dell'assetto planimetrico." Pur perplessi – 
trattandosi di un contesto sotto vincolo della Sovrintendenza e purtuttavia già 
sfregiato da numerose interferenze commerciali-pubblicitarie – avevamo 
acconsentito ad "optare per la semplice collocazione di una targa sulla parete 
già individuata". [2] Di seguito il testo di tale targa:

IN MEMORIA DI TUTTI GLI INTERNATI
IN QUESTE CASERMETTE TRA IL 1939 E IL 1943:
DEI CIRCA 1800 PRIGIONIERI POLITICI ANTIFASCISTI
ITALIANI, ALBANESI, JUGOSLAVI
DEI 132 PRIGIONIERI DI GUERRA INGLESI E SUDAFRICANI
DI DUŠAN GOLUBOVIĆ
COLPITO A MORTE IL 22 FEBBRAIO 1943 DA UNA SENTINELLA
E DELLA GRANDE FUGA
IL 22 SETTEMBRE 1943 DI OLTRE 1200 MONTENEGRINI
I QUALI, NUMEROSI SACRIFICANDOSI
PER I VALORI DELL’INTERNAZIONALISMO ANTIFASCISTA,
PARTECIPARONO ALLA RESISTENZA PARTIGIANA IN QUESTE TERRE

Poco dopo in quel Comune cambiavano la maggioranza politica, la Giunta e il 
Sindaco. 
Sarebbe tuttavia semplicistico attribuire tutta la responsabilità del recente 
esito alla nuova Giunta comunale di destra: l'accaduto deve piuttosto far 
riflettere sul rapporto con la memoria storica, che in quel territorio come in 
tutta Italia è chiaramente degradato.


MEMORIA PUBBLICA E MEMORIE DIVISE

Già all'inizio del 2017 abbiamo stigmatizzato 
<http://www.cnj.it/CNJ/colfiorito2017.htm> come "a 74 anni dalla grande fuga 
dei prigionieri jugoslavi dal campo (22 Settembre 1943) e dall’inizio della 
lotta partigiana nella zona, non esiste ancora alcun monumento, targa, centro 
visita, museo o manufatto che richiami la centralità delle Casermette nella 
vicenda dell’antifascismo umbro, italiano ed europeo. Questo nonostante 
enunciazioni ed iniziative che negli scorsi anni hanno attestato una volontà di 
istituire un Museo della Memoria da erigere in alcuni dei locali dell’ex campo."
Nell'opuscolo "La lotta antifascista dei prigionieri di Colfiorito" [3] abbiamo 
dedicato una intera sezione a fare la cronistoria delle "Iniziative e progetti 
per la memoria del campo" evidenziando una (già allora) impressionante serie di 
enunciazioni a vuoto e promesse mancate.

Va peraltro rilevato come il Comune di Foligno non abbia negato il proprio 
patrocinio alle nostre iniziative commemorative néall'epoca del centrosinistra 
<http://www.cnj.it/home/it/valori/8912-8912-colfiorito2018-2-html.html> né con 
la attuale giunta di destra 
<http://www.cnj.it/home/it/valori/9199-casermette-di-colfiorito-22-9-2019-commemorata-la-grande-fuga-dal-campo.html>.
 Il problema si pone quando, al di là delle iniziative estemporanee e 
"separate", si prova a "fissare" il fatto storico in un atto o manufatto fisico 
che, con formalità istituzionale, metta per così dire "nero su bianco" 
l'accadimento storico in modo che esso sia riconosciuto in ogni ambito della 
vita sociale. 
Negli anni scorsi analoghi atti o manufatti sono stati realizzati, in luoghi 
ove sorgevano campi di detenzione fascisti, non solo in altre regioni italiane 
[4] ma proprio nelle vicinanze di Foligno [5]. Nel caso delle Casermette di 
Colfiorito un tale gesto viene pervicacemente impedito, come ad evitare di 
offendere qualcuno: come se a qualche memoria di parte (la parte perdente nella 
Seconda Guerra Mondiale) si dovesse sacrificare la formazione di una più 
generale memoria pubblica e dell'etica (religione civile) che ne conseguirebbe.

Vicende come quella delle Casermette non dovrebbero essere appannaggio di una 
sola parte politica, considerata anche la solidarietà di tanta gente del posto 
che rese quegli avvenimenti Storia, locale e corale. Certo, accreditare nella 
memoria pubblica l'esistenza del maggiore campo di concentramento dell'Italia 
centrale in quel territorio comporta uno sforzo, perché può mettere in crisi 
una certa visione autocommiserante della propria Storia e una certa cognizione 
idilliaca della propria cultura, che lì come nel resto d'Italia impediscono di 
guardare con lucidità al passato e al presente.


NON FINISCE QUI

A questo punto, poiché la Giunta comunale si è presa la responsabilità di 
affermare una chiara posizione di parte, è doveroso che anche le altre parti si 
assumano le proprie responsabilità, ciascuna per il ruolo che le compete. L a 
discussione sulla memoria delle Casermette di Colfiorito – che si parli di 
lapide, monumento o museo – può legittimamente spostarsi su di un piano più 
strettamente politico. Come Jugocoord Onlus rimaniamo a disposizione per 
fornire consulenza storica e sostegno tecnico-pratico, ma crediamo sia l a 
sinistra antifascista folignate e umbra a dover superare esitazioni e veti 
incrociati per attivarsi, riconoscendo la centralità delle Casermette per 
l'antifascismo e prodigandosi per la realizzazione di una lapide e/o altra 
struttura permanente che incarni tale centralità, a partire dai prossimi 
significativi anniversari: 22 settembre fuga dal campo, 27 gennaio giornata 
della memoria, 3 febbraio deportazione nazifascista dalla montagna folignate.

 
Il Direttivo di Jugocoord Onlus
14.8.2020

 
NOTE:
[1] Comunicazione 23/5/2019.
[2] Nostra risposta luglio 2019. In data 1/8/2019 facevamo seguito con nuova 
documentazione tecnico-progettuale, inclusa la richiesta di Autorizzazione 
Paesaggistica, per la sola targa (Pratica Edilizia n.29/2019).
[3] Ed. autoprodotta, Jugocoord Onlus 2018 
<http://www.cnj.it/home/it/valori/8913-orientamenti-2.html>.
[4] A Casoli (CH) è stato recentemente inaugurato un centro di documentazione 
sull'internamento fascista.
[5] A Pissignano di Campello sul Clitunno pochi anni fa è stata apposta una 
lapide grazie all'impegno dell'ISUC. Già negli anni Sessanta una lapide fu 
apposta alla Rocca di Spoleto, ex carcere da cui fuggirono numerosi prigionieri 
politici nell'autunno del 1943.


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