[srpskohrvatski / italiano]

La questione uranio depleto (U238) dopo la morte di Marco Diana

1) Rifondazione al fianco delle vittime dell’uranio impoverito / Una lettera 
dell’ANVUI: Serracchiani tolga il freno a mano alla proposta di legge che giace 
da un anno nella Commissione che presiede! (ottobre 2020)
2) Uranio impoverito, muore Marco Diana. L’ex deputato dem Scanu: «Il Pd blocca 
la riforma» (ottobre 2020)
3) FLASHBACK 2019: I bombardamenti al DU da parte della NATO hanno causato il 
cancro. Ora confermato anche da tribunali in Francia
4) FLASHBACK 2017: Militari all'uranio, sedici anni di silenzi: "Ci dicevano 
tutto ok, ora stiamo morendo"


Altri link segnalati:

Ekskluzivno! Stoltenberg o 1999: Lokaliteti sa osiromašenim uranijumom ne 
predstavljaju značajan rizik po zdravlje (19.09.2020.)
https://www.kurir.rs/vesti/politika/3533823/jens-stoltenberg-o-1999-lokaliteti-sa-osiromasenim-uranijumom-ne-predstavljaju-znacajan-rizik-po-zdravlje

Per le vittime civili e militari dell'uranio depleto (U238) (Rassegna JUGOINFO 
9 Settembre 2020)
http://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/9330-9176-per-le-vittime-civili-e-militari-dell-uranio-depleto-u238.html

Sezione sull'utilizzo di "URANIO IMPOVERITO" (DU / U238) nella vecchia sezione 
del nostro sito:
http://www.cnj.it/24MARZO99/criminale.htm#du


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http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=44269

Rifondazione al fianco delle vittime dell’uranio impoverito. Una lettera 
dell’ANVUI
Pubblicato il 16 ott 2020


Gregorio Piccin*

La scorsa settimana è morto Marco Diana, 50 anni, ex maresciallo dell’Esercito. 
Con lui salgono a 381 i morti per esposizione all’uranio impoverito, mentre 
sono oltre 7500 gli ammalati.
Una strage di Stato prolungata che dura da vent’anni con un muro di gomma 
eretto da centrodestra e centrosinistra. Un muro per proteggere gli alti 
vertici militari e indirettamente la stessa Nato che, utilizzando questo 
maledetto metallo nei suoi proiettili, ha contaminato territori sconfinati in 
Bosnia, Serbia, Afghanistan e Iraq provocando vere e proprie pandemie di tumori 
nella popolazione civile.
Nemmeno i 5stelle, che avevano utilizzato la questione dell’uranio impoverito 
come cavallo di battaglia (tra gli altri No Tav e No F35) incassando consenso, 
hanno mantenuto fede alle loro promesse.
l’Associazione nazionale vittime dell’uranio impoverito (ANVUI) ha pubblicato 
recentemente una lettera aperta indirizzata a Debora Serracchiani, Presidente 
della XI Commissione Lavoro, per chiederle di sbloccare l’iter della proposta 
di legge seguita all’esito della IV Commissione d’inchiesta parlamentare che 
già aveva messo in evidenza “sconvolgenti criticità, in Italia e nelle missioni 
all’estero nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari, 
che hanno contribuito a seminare morti e malattie”.
Con Pinotti (PD) prima e Guerini (PD) oggi, passando per Trenta (M5S) il 
Ministero della Difesa ha sempre negato il più possibile e osteggiato la verità 
e la giustizia, salvo perdere nelle aule di tribunale dove, in oltre 170 casi, 
è già stato dimostrato il nesso causale tra esposizione all’uranio e gravi 
patologie.
Nulla hanno mai fatto, del resto, gli esponenti della destra più becera che 
mentre si rivolgono ai soldati come ad “eroi che servono la patria” si girano 
dall’altra parte preferendo intrattenere buoni rapporti con gli alti vertici 
militari.
La recente nomina di Pinotti (definita dall’Associazione delle vittime “figura 
che da sempre ha avuto un atteggiamento negazionista, ostativo e a dir poco 
sgradevole sotto il profilo umano e politico”) alla presidenza della 
commissione Difesa del senato è uno schiaffo a tutti coloro che chiedono verità 
e giustizia.
Pinotti e Guerini, in cordata con personaggi come Alessandro Profumo 
(amministratore delegato di Leonardo) e Guido Crosetto (già parlamentare di 
Fratelli d’Italia nonché presidente della Federazione Aziende Italiane per 
l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza e di Orizzonte Sistemi Navali, una joint 
venture Leonardo-Fincantieri) sono tra i più attivi promotori/sostenitori 
dell’industria bellica nazionale considerata oramai uno “strumento della 
politica estera del Paese”.
La grande maggioranza delle missioni militari, spesso direttamente telefonate 
da Washington, vengono sempre giustificate con un supposto “interesse 
nazionale” da difendere o con una supposta “democrazia” da esportare ma l’unico 
risultato concreto che ottengono sono la chiusura di buoni contratti per 
l’industria militare e l’offerta di pacchetti di vendita tutto compreso (armi, 
addestramento e manutenzione) sulla pelle dei soldati, dei contribuenti e delle 
vittime civili.
La lettera dell’ANVUI che pubblichiamo e che sottoscriviamo in questo senso 
parla chiaro e ci fa sperare che una nuova consapevolezza si stia diffondendo 
tra i soldati.
Rifondazione Comunista, dentro e fuori il parlamento è sempre stata al fianco 
delle vittime dell’uranio impoverito, contro questo sciagurato muro di gomma 
istituzionale e contro l’uso neocolonialista e anticostituzionale delle Forze 
armate.

*Responsabile pace, PRC-S.E.

SERRACCHIANI TOLGA IL FRENO A MANO ALLA PROPOSTA DI LEGGE CHE GIACE DA UN ANNO 
NELLA COMMISSIONE CHE PRESIEDE.
VERITA’ E GIUSTIZIA PER LE VITTIME DELL’URANIO IMPOVERITO!

Egregia On. Serracchiani,
pochi giorni fa, nella Sua veste di Presidente della XI Commissione Lavoro 
della Camera dei Deputati, in occasione della “giornata nazionale per le 
vittime degli incidenti sul lavoro” ha richiamato il Parlamento “ad esprimere 
maggiore impegno verso il flagello delle morti bianche e in genere degli 
incidenti e delle malattie professionali” assegnando a quest’ultimo “il compito 
di aggiornare la legislazione ai nuovi rischi”.
Quale migliore occasione quindi, proprio in virtù del Suo auspicio a far sì 
“che non ci siano solo giornate della solidarietà e dei buoni propositi”, per 
ricordarLe che, fatto stridente, proprio nella Commissione che Lei presiede 
giace da ormai oltre un anno la proposta di legge a firma del Presidente della 
Commissione Difesa della Camera dei Deputati On. Gianluca Rizzo <Modifiche al 
decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81 e altre disposizioni concernenti la 
sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa contro gli infortuni e le 
malattie professionali del personale delle Forze Armate> presentata il 25 
settembre 2019, ancora in attesa di essere incardinata per la discussione che 
la porterebbe verso l’iter di approvazione finale. Si tratta di una legge 
auspicata da ormai vent’anni che rappresenterebbe “un momento di svolta” per i 
381 deceduti e i 7500 malati di cancro a causa dell’esposizione all’uranio 
impoverito.
Il trecentottantunesimo, 50 anni, se n’è andato proprio qualche giorno fa. Lo 
saprà sicuramente, ne ha parlato tutta la stampa nazionale.
Noi del resto abbiamo registrato l’assordante silenzio da parte del Ministro 
della Difesa e delle Istituzioni.
Ci consenta di farLe notare che su questo tema e quello più generale del 
lavoro, il suo governo ed il Suo partito sembrano più interessati ai profitti 
dell’industria che alla salute di chi lavora. Quanta attenzione avete dato e 
continuate a dare all’industria nazionale della Difesa che considera il 
ministero competente “un cliente molto apprezzato grazie all’impegno che 
l’Italia ha espresso negli ultimi 30 anni su tutti i teatri del globo”? Forse 
che le missioni nelle quali i soldati sono caduti sul campo o deceduti in 
patria per gravi patologie legate all’esposizione da uranio impoverito sono le 
migliori vetrine per il made in Italy della difesa?
Abbiamo infatti notato, on. Serracchiani, la sorprendente rapidità con cui il 
suo governo nella persona del Ministro della Difesa pro tempore On. Lorenzo 
Guerini, attraverso la così detta norma “G2G” ha soddisfatto le pretese 
dell’industria di riferimento di trasformare lo stesso Ministero in un “agente 
di commercio” per i suoi prodotti con l’accondiscendenza degli stessi alti 
vertici militari che continuano a negarci verità e giustizia.
Egregia presidente Serracchiani, l’on. Gianluca Rizzo rispondendo ad una nostra 
recente missiva, ci ha assicurato che Le farà pervenire le nostre 
sollecitazioni.
L’on. Gian Piero Scanu, già presidente della IV Commissione d’inchiesta 
sull’uranio impoverito, nostro presidente onorario, nonché membro del Suo 
stesso partito, ha recentemente affermato che l’approvazione della legge in 
oggetto rappresenterebbe “un salto di civiltà”.
Sbloccare, per la parte che Le compete, il percorso verso l’approvazione 
consentirebbe, egregia Presidente, di dare un senso alle parole da Lei stessa 
recentissimamente pronunciate, trasponendole in fatti!

Vincenzo Riccio – Presidente Associazione Nazionale Vittime Uranio Impoverito


=== 2 ===

https://ilmanifesto.it/uranio-impoverito-muore-marco-diana-il-deputato-dem-scanu-il-pd-blocca-la-riforma/

Uranio impoverito, muore Marco Diana. L’ex deputato dem Scanu: «Il Pd blocca la 
riforma»

In attesa della legge. Con l’ex maresciallo dell’Esercito salgono a 381 i morti 
per esposizione alle radiazioni, mentre sono oltre 7.500 gli ammalati. 
Intervista al presidente onorario dell’associazione delle vittime

di Gregorio Piccin 
su Il Manifesto del 09.10.2020

È morto Marco Diana, 50 anni, ex maresciallo dell’Esercito. Con lui salgono a 
381 i morti per esposizione all’uranio impoverito mentre sono oltre 7.500 gli 
ammalati.

Il dossier «uranio impoverito» è stato uno dei cavalli di battaglia (tra gli 
altri No Tav, No F35..) con cui il M5S, in passato, ha fatto il pieno di voti e 
conquistato un consenso straripante.

La giustizia e la verità per le centinaia di morti e le migliaia di ammalati 
per esposizione all’uranio impoverito sono state ignorate quando non 
apertamente avversate da centrodestra e da centrosinistra ma di fatto sparite 
dal quadrante degli stessi pentastellati una volta raggiunto l’agognato governo.

È arrivata in questi giorni sulla scrivania del presidente della Commissione 
Difesa, Gianluca Rizzo (M5S) una lettera dell’Associazione nazionale vittime 
dell’uranio impoverito (Anvui).

Vincenzo Riccio, presidente Anvui, non fa sconti: «Nell’attuale legislatura 
tutti i posti “utili” a cambiare le cose sono stati occupati da figure 
appartenenti al movimento di cui lei fa parte». Il riferimento è alla proposta 
di legge, ancora tenuta nei cassetti, seguita alla relazione finale della 
Commissione d’inchiesta parlamentare presieduta da Gian Piero Scanu (Pd) che 
inequivocabilmente accertava «sconvolgenti criticità, in Italia e nelle 
missioni all’estero nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei 
militari, che hanno contribuito a seminare morti e malattie».

Pur riconoscendo a Rizzo un contributo fattivo in sede di Commissione 
d’inchiesta, il presidente delle vittime gli ricorda che è arrivato il tempo di 
continuare «la battaglia iniziata da Scanu il quale, dopo aver manifestato 
stima nei suoi confronti, la pregava di intestarsi la proposta di legge per far 
si che l’iter parlamentare potesse finalmente iniziare e la invitava, 
soprattutto, ad avere il “coraggio politico” di portare a temine il percorso di 
approvazione».

Gian Piero Scanu è attualmente presidente onorario dell’Associazione vittime 
dell’uranio impoverito e rappresenta la «memoria storica» di una vicenda che, 
con la dovuta contestualizzazione, non ha nulla da invidiare ai depistaggi per 
le stragi di stato della prima repubblica.
In cosa consiste questa legge di cui bramano l’approvazione le vittime 
dell’uranio impoverito?

La legge nasce dalla relazione finale della IV Commissione d’inchiesta da me 
presieduta e farebbe molto in termini di prevenzione. Di fatto smantella la 
così detta giurisdizione domestica in materia di causa di servizio dove il 
controllore e il controllato sono entrambi militari che fanno capo al ministero 
della Difesa, e dove tra l’altro il controllore è gerarchicamente subordinato 
al controllato. La legge attribuirebbe la competenza del controllo ad un ente 
terzo come l’Inail e proprio da questo punto nasce la strenua resistenza alla 
sua approvazione. Il paradosso oggi è che i soldati che prestano servizio nelle 
così dette “missioni di pace” sono i meno tutelati.

Ma perché ha «affidato» all’on. Rizzo questa proposta di legge figlia della 
Commissione d’inchiesta che ha presieduto e che lei stesso aveva redatto?

Ho “invocato” il suo interessamento perché aveva partecipato attivamente ai 
lavori della Commissione d’inchiesta, aveva votato a favore della mia relazione 
finale a differenza di alcuni colleghi del mio stesso partito e perché nel 
frattempo era stato nominato presidente della Commissione Difesa. Rispetto a 
me, la mia partita si è chiusa con la bocciatura della proposta di legge da 
parte del governo e poi, finita la legislatura, con la mia estromissione dalle 
candidature voluta da Renzi. Devo dire che le cose sono andate malissimo col 
governo giallo-verde ma con questo governo stanno andando anche peggio.

Ma è solo colpa dei 5 stelle se la legge è ferma nei cassetti? 

Assolutamente no. Con questo governo devo rilevare che per la seconda volta il 
Pd, quello che nonostante tutto continua ad essere il mio partito, si sta 
opponendo a un atto di giustizia che ciascuna persona di buon senso dovrebbe 
invocare. È sconsolante ritrovare nell’attuale ministro della Difesa Guerini la 
stessa pervicacia ostativa che fu di Pinotti e poi di Trenta. E poi chiamiamo 
le cose col loro nome perché la colpa di questo stallo è del parlamento nel suo 
insieme: non c’è solo la commissione Difesa ma ci sono le due commissioni di 
merito Lavoro e Affari sociali dove questa legge dovrebbe essere incardinata. A 
presiedere la commissione lavoro c’è l’on. Serrachiani, sempre del mio partito, 
ma sono presenti tutte le forze politiche. Bene, le commissioni di merito 
stanno bloccando la proposta di legge perché quella volontà sovra ordinata che 
ha campeggiato durante la passata legislatura continua ad impedire un salto di 
civiltà che è sempre troppo tardi raggiungere. È un atteggiamento che non si 
addice a un Paese civile.


=== 3 ===

In English: DU bombings by NATO have caused cancer  – Now also confirmed by 
court in France
https://www.zeit-fragen.ch/en/archives/2020/no-13-23-june-2020/du-bombings-by-nato-have-caused-cancer.html
or 
http://www.beoforum.rs/en/comments-belgrade-forum-for-the-world-of-equals/711-du-bombings-by-nato-have-caused-cancer.html

Fonte: Discorso libero / Zeitfragen (Zurigo, CH), N˚ 3, ottobre 2020
https://www.zeit-fragen.ch/it/archivio/discorso-libero-2020/n-3-ottobre-2020/i-bombardamenti-al-du-da-parte-della-nato-hanno-causato-il-cancro.html
 
<https://www.zeit-fragen.ch/it/archivio/discorso-libero-2020/n-3-ottobre-2020/i-bombardamenti-al-du-da-parte-della-nato-hanno-causato-il-cancro.html>

I bombardamenti al DU da parte della NATO hanno causato il cancro

Ora confermato anche da tribunali in Francia

ef. Un tribunale francese ha riconosciuto, dopo un processo durato quattro 
anni, che la morte di Henri Friconneau, capitano di gendarmeria, morto nel 2015 
a causa di un raro angiosarcoma, è stata provocata dall’uranio impoverito (DU) 
al quale è stato esposto durante la sua missione OPEX1 in Kosovo. Lo ha 
riferito il quotidiano francese «La voix des gendarmes» (La voce dei gendarmi) 
il 31 maggio 2020.
  La rivista francese Marianne aveva riportato il 1° novembre 2019: «Lui 
[Friconneau] e i suoi colleghi sono stati alloggiati in una caserma dell’ex 
esercito jugoslavo, che porta ancora i segni dei bombardamenti. Nel maggio 2014 
il funzionario inquirente [...] è stato ricoverato in ospedale per un dolore 
persistente alla natica sinistra, contro il quale i farmaci antinfiammatori 
erano inefficaci. Le analisi hanno mostrato che è stato divorato da un 
angiosarcoma osseo metastatico che colpisce il fegato, i polmoni e il cuore. Ne 
morirà un anno dopo».1
  A sua moglie, Loret Friconneau, è stato dato il diritto di aggiungere il nome 
del marito alla lista dei meritevoli «Mort pour la France» (Morto per la 
Francia). Le è stata anche assegnata una pensione di vedova, che il Ministero 
della Difesa francese in precedenza le aveva negato. Henri Friconneau nel 2000 
era stato di stanza in Kosovo per sei mesi ed era entrato in contatto con il DU 
contenuto nei resti dei missili usati dalla NATO contro i serbi nel 1999.
  Grazie alle contro-inchieste della sua avvocatessa, Véronique 
Rachet-Darfeuille, un tribunale francese, dopo quelli italiani, ha ora 
riconosciuto il nesso tra i bombardamenti NATO con munizioni al DU e l’aumento 
dei casi di cancro nell’esercito, ma anche tra la popolazione civile.
  L’avvocato Srdjan Aleksic della città serba di Nis rappresenta da anni 
numerose famiglie che hanno perso parenti in seguito alla guerra in Jugoslavia 
del 1999 a causa di tumori multipli per lo più gravi. Attualmente sta 
preparando le cause legali in tutti i paesi membri della NATO che hanno 
partecipato alla guerra di aggressione contro l’ex Repubblica Federale di 
Jugoslavia e sta già negoziando con la magistratura serba.
  Aleksic ha formato un team di 26 avvocati e professori provenienti da Serbia, 
Germania, Francia, Italia, Russia, Cina, Gran Bretagna e Turchia per le cause 
internazionali. Numerosi medici sono anche impegnati a documentare e analizzare 
le gravi conseguenze dell’impiego di DU. Secondo il Ministero della Salute 
serbo, viene diagnosticato in media ogni giorno il cancro presso un bambino. In 
totale, il tasso di pazienti affetti da cancro, pari a circa 33.000 casi 
all’anno, è cinque volte superiore a quello precedente l’attacco 
(https://de-de.facebook.com/ratnasteta/ 
<https://de-de.facebook.com/ratnasteta/>). Aleksic aveva organizzato due 
conferenze 
internazionali su questo tema a Nis nel 2018 e nel 2019. Al giornale della 
diaspora serba «Vesti» del 3 giugno 2020 ha dichiarato: «La conferma del legame 
 di causa-effetto tra queste gravissime malattie e i proiettili all’uranio 
impoverito arriva ora oltre che dall’Italia da un altro Paese Nato, e questo è 
un fatto molto importante. Rappresenta la speranza di poter dimostrare il 
legame tra i bombardamenti della Repubblica Federale di Jugoslavia nel 1999 e 
la crescente diffusione del cancro nella Serbia meridionale, nel Kosovo e nella 
Metochia. È quindi una grande opportunità per i malati e le famiglie dei 
defunti dimostrare questa verità e ricevere un risarcimento». Secondo «Vesti», 
Aleksic ha presentato alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite 
a Ginevra 1’500 dossier con le cartelle cliniche di cittadini serbi che 
attribuiscono la loro malattia ai bombardamenti della NATO: «Ho spiegato i loro 
casi e ho chiesto che vengano inviati in Serbia investigatori indipendenti per 
indagare sulla tutela dei diritti umani e dell’ambiente».

1)  Marianne, magazine 1 nov. 2019, Jean-Claude Jaillette

(Traduzione Discorso libero)


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https://www.today.it/cronaca/militari-uranio-2017.html

Militari all'uranio, sedici anni di silenzi: "Ci dicevano tutto ok, ora stiamo 
morendo"

L'uranio impoverito ha fatto ammalare oltre 7600 militari malati e causato 340 
vittime tra i nostri soldati: numeri di un "conflitto" passato alla storia come 
"sindrome dei Balcani" ma che ha assunto i contorni dell'ennesimo grande 
scandalo italiano: una nuova inchiesta fa breccia sul muro di omertà costruito 
da militari e politici

7 febbraio 2017

Andrea è morto a 26 anni sconfitto da un tumore al rientro dalla missione di 
pace nei Balcani. Sedici anni dopo la Giustizia ha riconosciuto ai genitori il 
risarcimento: ad ucciderlo erano state le polveri di uranio impoverito, il 
materiale radioattivo contenuto all'interno del munizionamento della Nato.

"Cari genitori, è il 180° giorno che sono a Sarajevo" scrive Andrea a casa in 
una lettera datata 26 febbraio 1999. Rimane in zona operazioni dal 1° settembre 
1998 al 28 febbraio del 1999. Il suo reparto si sistema nella caserma "Tito 
Barak ", un'ex caserma bosniaca tra le più bombardate, anche perché si trattava 
dell’Accademia Militare. Ed è proprio tra i militari che alloggiano alla "Tito 
Barak " che si riscontra, poi, la più alta concentrazione di malati e di 
decessi a causa dei linfomi.
Andrea comincia ad accusare colpi di tosse, senza capirne la causa. Dopo gli 
esami la diagnosi non lascia dubbi:  "Linfoma". Andrea si sottopone, così, alla 
chemioterapia e alla radioterapia. Nel frattempo muore Salvatore Vacca 
<https://www.today.it/cronaca/morte-salvatore-vacca-condannato-ministero-difesa.html>.
 E' il 9 settembre del 1999, la prima delle vittime della "sindrome dei Balcani"

Andrea Antonaci denunciò le strane morti dei colleghi ma le sue parole furono 
smentite da Sergio Mattarella che all'epoca era il titolare del Ministero della 
Difesa. L'attuale presidente delle Repubblica dovette poi rettificare 
<https://www.today.it/scienze/mattarella-uranio-impoverito-tumori-grillo.html> 
dopo le precisazioni della Nato: come ricostruisce l'osservatorio militare 
<https://www.osservatoriomilitare.it/osservatorio/uranio/stampa/storia_di_andrea.htm>
 l’uranio impoverito era stato utilizzato nei Balcani e i nostri soldati lo 
hanno respirato. 


Sotto accusa il Governo che adotta solo da novembre del 1999, le misure di 
sicurezza. Gli Stati Uniti replicano che sin dal 1993 gli alleati erano 
informati dell’uso di munizionamento DU (depleted uranium). Ma cosa fa un 
proiettile all’uranio impoverito? All’impatto di un proiettile DU sulla corazza 
di un carro armato, per esempio, si sviluppa una temperatura che supera i 
tremila gradi centigradi. Tutto quello che è lì vaporizza, diventa aerosol, il 
quale, naturalmente, si disperde nell’ambiente. E può essere inalato respirando 
l’aria circostante, oppure ingerito anche se solo si mangia la carne di un 
vitello o di una pecora che prima pascolava nei campi vicini.
Gli americani consegnano ai nostri comandi le mappe delle zone bombardate ma 
spesso le nostre truppe, vestite delle comuni mimetiche, si imbattono in 
militari che indossano tute adeguate alla guerra NBC (nucleare, batteriologica, 
chimica)

Quella di Andrea è solo una della decine e decine di sentenze che vedono i 
nostri soldati fare causa allo Stato che gli ha condannati a morte tra atroci 
sofferenze senza rimborsi: se la patologia non rientra nelle cause di servizio, 
il Ministero della Difesa non può pagare ciò che è collaterale alle cure. 
Spesso, anzi quasi sempre, il ministero si appella alle sentenze, i tempi della 
giustizia si dilatano, e nel caso di Andrea Antonaci, militare di Martano, 
vicino Lecce, sono trascorsi più di 16 anni prima di poter avere giustizia. 

Sono circa 76 le sentenze favorevoli ottenute dall’avvocato Angelo Tartaglia 
dell’Osservatorio militare, 76 storie contenute nel libro "Militari all’uranio" 
scritto dalla giornalista d'inchiesta Mary Tagliazucchi proprio insieme ad un 
ex pilota militare e ora Responsabile del centro studi del Comparto Difesa 
Osservatorio Militare.

"Spesso si pensa che i militari non siano lavoratori e che non abbiano diritto 
alle stesse tutele, una assurdità. I militari devono avere le medesime tutele 
di ogni lavoratore" commenta l'ex magistrato Raffaele Guariniello, in veste di 
avvocato "a fianco dei più deboli".
"In alcuni ambiente militari la Commissione è vista come un soggetto ostile,  
quando invece noi ci battiamo per tutelare e salvaguardare la loro salute", ha 
spiegato il Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta Giampiero 
Scanu.

La vicenda uranio conta 7678 militari malati, 340 morti: un “conflitto” che 
dura ormai da quasi sedici anni. Appena cinque giorni fa Alghero piangeva la 
perdita del colonnello Claudio Caboni: è lui, 59 anni ex ufficiale sassarese 
l'ultima vittima della strage di Stato che lascia una moglie senza marito e una 
figlia senza padre dopo una battaglia di alcuni anni con la malattia.


"Il libro nasce dall'esigenza di approfondire un argomento di fatto scomodo e 
poco conosciuto, trattato in maniera frammentaria- spiega l'autrice Mary 
Tagliazucchi - per un ostruzionismo che dura da quasi 17anni. Insieme a 
Domenico Leggiero,abbiamo cercato di dare un volto a questi militari che 
meritano rispetto e dignità per sé e i loro familiari. Perché dietro a 340 
soldati morti ci sono delle storie che devono essere raccontate"..



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