Per me, ha torto nel momento in cui pretende che una persona, che comunque ha 
creato quel che ha creato, fondandosi solo sulle proprie forze, lo faccia 
gratis.
Certo, ci sono persone che danno tutto di sé senza pretendere pressoché nulla 
in cambio, ma non è nemmeno giusto demonizzare la normalità.
In fondo, anche se portato all'ennesima potenza, Jobs non ha fatto altro che 
quello che facciamo tutti, ogni giorno, attraverso il nostro lavoro: pretendere 
di vedercelo riconosciuti e farcelo retribuire.
In più, rispetto alla media dell'umanità, ha dato lavoro a migliaia di persone 
e migliorato il lavoro di milioni di altre: non mi par poco.



Il giorno 10/ott/2011, alle ore 16:15, Italiano Anonimo ha scritto:

> Con tutto il rispetto (umanamente parlando) per la scomparsa dell'uomo Steve 
> Jobs ma credete che Stallman aveva tutti i torti nel dire queste parole? :
> 
> Steve Jobs, il pioniere del computer inteso come una “prigione resa figa”, 
> progettata per separare gli sciocchi dalla loro libertà, è morto.
> Come ha detto il sindaco di Chicago, Harold Washington, del suo corrotto 
> predecessore Daley, “Non sono felice che sia morto, ma sono felice che sia 
> andato”. Nessuno merita di morire - non Jobs, non Bill, neanche quelli 
> colpevole di malefatte ancor più grandi delle loro. Ma noi tutti ci meritiamo 
> che finisca l’influenza maligna di Jobs sulla libertà informatica del popolo.
> Sfortunatamente, questa influenza continua nonostante la sua assenza. 
> Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel tentativo di portare avanti 
> la sua eredità, siano meno efficaci di lui.
> 
> Richard Stallman 
> 
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