Ciao Michele, e benvenuto a bordo Mic: da dove cominciare questo mio primo intervento alla ML? Direi innanzi tutto che ho trovato i vostri molto interessanti, ma avendo un'estrazione puramente scientifica (sono un fisico) .... Mar: non c'è nessun "ma" nell'avere un'estrazione scientifica, anzi..... :-) Mic: .... ho difficoltà a seguire discorsi che non siano traducibili in relazioni matematiche. Mar: Vista la mia difficoltà a seguire le pure relazioni matematiche, vorrà dire che siamo complementari :-) ! Mic: Purtroppo, nonostante Asimov abbia visto nei suoi romanzi lo sviluppo di una matematica applicata alle società umane (da lui chiamata psicostoria), mi sembra che siamo ancora lontani da questo. Non che sia facile. Mar: Ho letto Asimov e mi affascinava la sua psicostoria, anche se, credo, sia... fantascienza. Chi era... Leibnitz, forse, che riteneva che conoscendo la posizione ed il moto di tutte le singole particelle fisiche dell'universo saremmo in grado di prevedere qualunque evento. Ma poi il principio di indeterminazione ha detto che non si può conoscere sia la posizione che il moto di una particella, quindi nessun determinismo è possibile. Accontentiamoci allora del calcolo delle probabilità. Sappiamo che è impossibile avere previsioni del tempo attendibili oltre i 5/6 giorni, perchè in questo caso le componenti da tenere sotto controllo sono troppe e la complessità del sistema supera l'attuale capacità di calcolo dei più potenti elaboratori. E stiamo parlando di livello inorganico, ovvero di entità con una bassisima capacità di "stupirci" con scelte estemporanee, (perdono per questa "umanizzazione" del mondo inorganico). Ai livelli superiori le cose si complicano. Il comportamento degli esseri viventi, delle culture e degli schemi intellettuali divengono via via sempre più dinamici e quindi difficili da prevedere matematicamente. E' vero che a livello sociale si riescono a fare certe previsioni statistiche, ma a tutto c'è un limite: sappiamo circa quanti italiani faranno un safari in Africa il prossimo inverno, ma nessuno potrà dire chi esattamente ci andrà... o chi sarà divorato da un leone (speriamo nessuno!). E comunque potrebbe accadere un colpo di stato, o una epidemia di malaria, a sconsigliare tale vacanza, e tutte le previsioni risulterebbero carta straccia. E non dimentichiamo il ruolo del singolo. Cosa sarebbe accaduto se una tempesta avesse affondato le tre caravelle di Colombo, e un diverso esploratore, magari Inglese, avesse scoperto, qualche anno dopo, il nuovo mondo? Che America avremmo di fronte oggi? E se Hitler fosse morto nella prima guerra mondiale? Quanti Hitler e quanti Gandhi e quanti Colombo sono morti prima di poter cambiare (in meglio o in peggio) il mondo? Lo stesso - grandissimo - Asimov riconosce il limite della psicostoria di fronte al mutante.... il mutante di Asimov è un po' come il Brujo di Zuni che troviamo in Lila: un solo uomo capace di cambiare le sorti di un popolo. Di fronte a questi eventi, non c'è previsione che tenga. Mi sembra che le scienze matematiche siano ottime nell'investigare e prevedere la realtà ripetitiva e statica (intendiamoci, è veramente cosa buona a giusta avere una scienza in grado di fare queste previsioni), ma siano necessariamente impreparate di fronte alla realtà dinamica, che sfugge qualunque controllo o previsione. Mic: Se c'è da confrontare due teorie scientifiche, si realizza un esperimento e si vede a quale dei risultati predetti dalle due teorie il risultato ottenuto più si avvicina. Mar: Fu Einstein, se non sbaglio, che disse che è la teoria che decide cosa osserviamo. Come scrive il tuo "collega" scienziato Jonathan Marder nel suo saggio "Lo Zen e l'arte della scienza", che è disponibile nella pagina del forum, il laboratorio scientifico è una specie di sala di registrazione, in cui si elimina ogni "rumore di fondo". Ovvero, si tiene fuori dalla porta quella parte di realtà che non serve. Con questo non voglio assolutamente sminuire il metodo scientifico: soltanto, le condizioni dell'esperimento sono decise dalla teoria, e dunque sono simulazioni della realtà, ma non sono la realtà. Anzi, in laboratorio la condizione "mutante" è un pericolo. Mic: In ambito filosofico, oltre alla evidente difficoltà di realizzare qualsiasi esperimento, si aggiunge la difficoltà di tirar fuori dei numeri da una teoria filosofica (che quindi va espressa in forma matematica). Il risultato però è che alla fine non c'è un criterio oggettivo per preferire una teoria o un'altra. Mi chiedo perciò quanto del lavoro fatto da Pirsig e dai suoi discepoli sia alla fine "utile". Mar: Quello che dici a proposito di criteri oggettivi per valutare una filosofia è giusto, ma lasciami dire che vale anche per la stessa scienza. Correggimi se sbaglio: in ambito scientifico, giustamente si cercano criteri oggettivi per valutare la validità di una teoria (sottolineo validità, non verità). Ma che il metodo scientifico sia *migliore*, ad esempio, della superstizione è una scelta filosofica. Ovvero, prima si assume il principio che ogni teoria va validata secondo certi criteri, (ripetibilità dell'esperimento, indipendenza dallo sperimentatore eccetera) poi si comincia a fare scienza... ma non esistono criteri oggettivi e matematici in grado di dimostrare la validità del principio stesso. Quali criteri allora? Il tuo richiamo alla utilità è appropriato. Infatti, uno dei motivi di superiorità della scienza rispetto alla superstizione è, a mio avviso, la sua utilità sociale. La MOQ stessa è figlia del pragmatismo americano di James, Dewey, Peirce ed afferma che la bontà di una pensiero o di una azione sta nei risultati più che nelle premesse. Ma c'è un'altro criterio che la MOQ assume per validare una dottrina filosofica, ed è la sua capacità di mettersi in discussione. In Lila, Pirsig dice che la superiorità della scienza rispetto alla religione sta nella capacità della scienza di mettere in discussione le proprie conclusioni. In questo automaticamente Pirsig riconosce anche nella MOQ stessa il carattere della provvisorietà, e non è cosa da poco. Infatti essere disposti ad essere messi in discussione significa essere meno statici e più pronti ad accogliere la Qualità Dinamica. Dunque i caratteri non oggettivi che la MOQ assume come criteri di valutazione per qualunque sistema di pensiero, MOQ inclusa, sono l'utilità (specie nei confronti della società) e la capacità di evolvere dinamicamente. Comunque la si guardi, si tratta di Qualità. Mic: Al momento di prendere delle decisioni i nostri governanti ad esempio ragionano seguendo una metafisica OS oppure una MOQ? Dubito che qualcuno di loro si ponga questa domanda (infatti quasi sempre sbagliano). La mia sensazione è che tutto rimanga a livello accademico. Mar: Facili battute a parte, inconsciamente ognuno, anche i governanti, nel momento di prendere una decisione fa una scelta di Qualità. Nessuno sceglie il male se sa che è male. Si sceglie ciò che si ritiene giusto. Si tratta di vedere a quali valori si dà la priorità. Mic: Eppure la sensazione che Pirsig abbia "scoperto" qualcosa con la terribile spremitura delle sue meningi è forte. La mia idea è che ci possa essere una legge fisica oltre che metafisica (anche se non mi è chiaro cos'è una metafisica) dietro la MOQ, una sorta di terzo principio della termodinamica nella quale la QUALITA' è la grandezza fisica corrispondente all'ENTROPIA nel secondo principio. L'evoluzione come crescita della qualità ipotizzata da Pirsig (con o senza livelli precisi) non sarebbe altro allora che la manifestazione di un principio elementare. Qualcosa di analogo si ha in effetti con i primi due principi. Il primo, quello della conservazione dell'energia, non fa altro che tradurre il detto "non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca", mentre il secondo, che afferma che c'è un unico verso con cui un sistema si trasforma è ancora più evidente (non riuscirete mai a rinfrescarvi a contatto con un termosifone acceso). Che ne pensate? Mar: Non sono uno scienziato e ho paura di dire c...ose inesatte (sono interessato ad un tuo commento più tecnico) però mi sembra convincente una delle idee di fondo di Pirsig che nell'universo agisce una forza fondamentale che tende a sfuggire da qualunque schema statico.. primo fra tutti proprio l'entropia. Se ricordi in Lila l'esempio del professore di chimica, la termodinamica non ci spiega come, in milioni di anni, particelle elementari siano divenute organismi monocellulari, piante, animali e professori di chimica, quando TUTTE le leggi della fisica ci dicono che l'universo dovrebbe procedere nella direzione opposta. Qualche tempo fa lo stesso Marder ha accennato un'idea che più o meno funziona in questo modo: il secondo principio afferma che l'universo tende ad uno stato di massima entropia.... ma non c'è un "tetto" a questa entropia! La Qualità Dinamica opera nella direzione di creare valore nel tentativo di sfuggire all'entropia dell'universo, e dunque sposta "in avanti" quel limite, che non viene quindi mai raggiunto. Per come me la figuro io, è una specie di gara: l'entropia ci insegue e noi facciamo di tutto per fuggire. Il risultato che sia la Qualità che l'entropia crescono indefinitamente. Che ne dici? Grazie per il tuo intervento Marco MOQ.ORG/ITALIA - http://www.moq.org/italia Archivio messaggi: http://www.mail-archive.com/qui@moq.org/ Regolamento, istruzioni: http://www.moq.org/italia/qui/quiindex.html Informazioni: mailto:[EMAIL PROTECTED] Per cancellarsi dalla mailing list, seguire le istruzioni all'indirizzo: http://www.moq.org/italia/qui/quicome.html