Cari Tutti,
sto seguendo con attenzione il dibattito che è appena iniziato, ma confesso
qualche smarrimento. D'altra parte quando si affrontano le analisi di
sistemi complessi, non lineari e lontani dall'equilibrio mi viene istintivo
ancorarmi o aggrapparmi a tutto ciò che insegna la termodinamica. Questi
sistemi, auto ed etero organizzativi, ad-attativi o dis-adattativi,
asimmetrici o simmetrici, creano ordine dal disordine mediante fluttuazioni
o instabilità. Sono cioè delle organizzazioni o strutture "dissipative" che
producono il beneficio della neg-entropia sostenendo il costo
dell'entropia. Se poi abbiamo a che fare con regimi caotici o geometrie
frattali, come quelli che spesso si verificano nei mercati immobiliari,
monetari e finanziari dell'economia finora nessuno, dico nessuno, ha
elaborato algoritmi affidabili capaci di prevedere l'andamento dei valori
futuri nè del loro rischio. La crisi speculativo-finanziaria che ha
inginocchiato il mondo è la prova provata che gli scambi sono
imprevedibili, irregolari, discontinui e caratterizzati da leggi di potenza
o esponenziali. E' da circa mezzo secolo, a partire da "Il giudizio di
valore"(1971-72) che ho criticato aspramente i cosiddetti scienziati
"normali" della teoria economica neoclassica basata sui comportamenti
razionali dal punto di vista individuale in un sistema statico che non
esiste neanche nella mente malata di qualche studioso. Ecco perché ho
inventato o scoperta, come più volte ho scritto, una "Nuova economia"
fondata sul triangolo dei tre surplus: termodinamico o naturale,
eco-biologico o genetico, semiotico-ermeneutico.
Qui però nasce un problema. Per quanto sia sostenitore dell'armonia del
sapere e adotti una procedura multi-criteriale, non mono-fattoriale, non
sempre e non facilmente i diversi sistemi sono comparabili, confrontabili e
analizzabili alla stessa maniera. Ad es., il significato di comunicazione è
convenzionale. La radice etimologica del termine (communicatio)) significa
"porre in comune", o "diffondere".Si possono classificare i seguenti
livelli di comunicazione: Livello vegetale; livello tonico; (si basa su
processi continui fondamentali per lo sviluppo individuale, quali la
escrezione e il metabolismo cellulare; comprende la produzione di essudati
chimici, e alcune forme di comportamento trofallattico e di ricerca di
tracce), livello fasico (emissioni di energia); livello dei segnali
bisociali o psico-sociali; livello simbolico (plastico e variabile);
livello linguistico (comunicazione di idee astratte, parlato,
meta-linguaggio: limitato all'uomo).
Allora bisogna in-centrare i nostri studi su due triadi: la prima è
costituita dalla significazione, informazione e comunicazione; la seconda
dalla sintattica, semantica e pragmatica. Queste due triadi sono
fondamentali per l'intera esistenza e tutta la conoscenza.
Concludo affermando che, seppure adottando e adattando una visione olistica
e globale, non possiamo essere esperti di tuttologia, quindi è
consigliabile alla luce di una certa impostazione epistemica o
paradigmatica fornire le esperienze delle discipline coltivate onde
metterle insieme o in comune, cioè comunicarle, senza scoraggiare i voli
pindarici o i comportamenti da monaci delle piccole o singole cose. Non si
può certo pensare, in buona fede, di fare sfoggio, di sapere essere, sapere
conoscere, sapere avere e sapere fare, sfuggendo alla "grammatica della
fantasia" o creativa e alla concretezza della tecno-scienza o ingegneria
generale.
Questo è un soffio o un granello del mio pensiero pensante e lo rassegno
con molta umiltà e dichiarando che sono educato all'armonia del
dis-accordo, ma rifuggo dalle confusioni o accumulazioni o ammucchiamenti
ai quali non sono abituato: ricordo, a questo proposito, che l'economia
(come attività o come conoscenza) è una mezza arte e una mezza scienza,
Quindi quando si accosta ad altre "sensate esperienze" o alle diverse
conoscenze bisogna stare molto attenti.
Un abbraccio.
Francesco
2015-11-27 17:07 GMT+01:00 Joseph Brenner :
> Dear Nikhil,
>
> I think it is a very interesting exercise to see how a consensus might be
> reached on your work by both adding to and subtracting from the different
> perspectives. Thus, I agree with Stan that we are looking at instances of
> isomorphism at different levels, and this for me is entirely logical (;-).
> Levels of reality exist and the rules that apply in them are not identical,
> and this constitutes a discontinuity between them. Also, within a given
> level involving three elements, even if they all influence one another, it
> should be possible to decompose the interactions into those between A and
> B, the resultant of which interacts with C. This is Pedro's comment in
> somewhat different terms.
>
> On the other hand, as I have argued elsewhere, the use of the term
> 'self-organization' does not bring any additional knowledge. It diverts
> attention from the dynamics of the different flows, which are