Ciao Zapa y [EMAIL PROTECTED],

Vi allego la versione che accoglie varie critiche e suggerimenti di questa settimana. Una cosa importante che ho omesso di dire è che l'ultima colonna (il futuro possibile non catastrofista) è talmente congetturale da richiedere lo scrutinio più severo.

Ho parlato di futuro possibile nel senso di quella speranza da costruire che si diceva in lista. Ora se il mio schema ha qualche validità ora al movimento tocca la funzione di builders, architects, designers, communicators, researchers, administrators, narrators ecc. per dare nuova fondamenta a una società globale totalmente fuori controllo. Io rubrico questa funzione radicalmente riformatrice sotto il termine di istituzionalismo radicale, perché riconosce che l'altro mondo possibile si ramifica attraverso nuove istituzioni in grado di sostituirsi alle esistenti. Insomma se trent'anni fa si poteva dare l'assalto al cielo causando e/o amplicando una crisi di accumulazione mondiale, oggi questa possibilità ci è preclusa dagli effetti potenzialmente reazionari della crisi di regolazione globale. Oggi il compito che abbiamo è trasformare ciò che era statale e burocratico in pubblico/socile e orizzontale/reticolare.

Personalmente non credo che mercato e impresa scompariranno con l'avvento di un economia solidale fondata sul libero accesso e la libera condivisione della comunicazione, dell'informazione, della formazione e della conoscenza. Siamo onesti. Il mercato è il motore di innovazione che rende possibile la promessa di abbondanza e libero accesso per tutta la womanità. I diversi destini di Cina e Unione Sovietica dovrebbero aver risolto la questione definitivamente, tranne che per i più dogrmatici. Credo che se le forze del liberismo reazionario non prevarrano (il che al momento è purtroppo probabile) il settore solidale si svilupperà in modo complementare a quello di mercato, emettendo una propria moneta (chiedi a Magius come si fa) e costringendo il mercato ad assumere conformazioni meno concentrate e gerarchiche e più trasparenti e socialmente responsabili.

Yao, lx



At 02.11 14/06/03 +0200, you wrote:
Caro Alex,

ho visto la tua matrice psicostorica e mi piace. Il metodo della tavola
sinottica è molto bello. Nella colonna "Futuro antidistopico", non capisco
cosa vuol dire "Istituzionalismo radicale" e mi piacerebbe capirlo. Inoltre
non vedo cenno alla questione del superamento della proprietà intellettuale,
che per me è senza dubbio in agenda quanto a un "futuro antidistopico".

Mi domando anche se sia credibile un'economia fondata, anziché sulla
scarsità dei beni, sulla loro inesauribile abbondanza (riproducibilità
digitale), e se non sia proprio questo tentativo paradossale a mandare in
crisi il capitalismo contemporaneo. Può esistere secondo te una maniera non
economica, non proprietaria, di organizzare questo settore della produzione
?

Ciao
Z.

----- Original Message -----
From: "Alex Foti" <[EMAIL PROTECTED]>
To: <[EMAIL PROTECTED]>
Sent: Wednesday, June 11, 2003 11:00 AM
Subject: [RK] le biforcazioni caotiche del capitalismo avanzato


Ciao bell*,

Zoe è a Barna e non può postare e io da Bologna sono tornato rinfrancato
(ma non certo rinfreskato...!!). Insomma abbracci a [EMAIL PROTECTED] e basta con le
kazzate.

Il tremendo allegato è la struttura teorica che ho sviluppato nel corso di
dieci anni di ricerca e continui upgrades per orientarmi nell'attività
interpretativa della storia recente e prossima del capitalismo avanzato.
Non credo che sia la psicostoriografia di Hari Seldon, però mi ha permesso
di determinare alla metà degli anni 90 che c'era una grande crisi economica
sistemica in arrivo (quella che  chiamo Grande Recessione) e che si sarebbe
diffusa a partire dall'Asia. Ora dopo 9/11 e la guerra permanente in
medioriente (eventi neanche lontanamente da me paventati) sono convinto che
si sia aperta una tremenda frattura caotica nel processo di sviluppo
storico che può generare i peggiori mostri politici possibili (di cui il
buscismo è uno).

La metodologia è regolazionista, ma accoglie suggestioni marxiane,
weberiane, schumpeteriane, negriane. Lo spirito è quello di offrire una
cartografia dello sviluppo capitalista al movimento. I detrattori potranno
dire che si tratta di una semplice tavola sinottica. Io invece la ritengo
lo scheletro analitico per l'individuazione delle dinamiche di crisi del
capitalismo avanzato. Il perno del meccanismo è la relazione fra
accumulazione e regolazione. In caso di esaurimento sociale delle
potenzialità tecnologiche, si avrà una crisi sistemica di accumulazione
come negli anni 70, in caso di regolazione istituzionalmente inadeguata, si
ha un collasso endogeno del sistema sociopolitico ereditato dal recente
passato (ciò che avviene oggi e che avvenne fra le due guerre). Io credo
che l'autonomia del poltico, del sociale, del discorsivo siano
particolarmente potenti e determinanti in questo secondo tipo di crisi che
definisco biforcazioni caotiche, perché il loro esito è tanto aperto quanto
foriero di possibilità apocalittiche. Si tratta infatti di costruire quasi
da zero nuove istituzioni sociali: l'altro capitalismo possibile.

Condivido con rk questa release, la prima dal 2001, come schema su cui far
partire una discussione sugli esiti possibili e volontaristi del maelstrom
in cui stiamo annaspando. Considerate sia un foglio elettronico in
condivisione in cui tutti possono fare sostituzioni, cancellazioni,
modifiche, aggiunte, proposte, ecc. Spero fortemente in una elaborazione
collettiva che possa farne uno strumento d'analisi scalable/customizable da
chiunque. Ho anche in mente di scrivere un saggio da pubblicare come
articolo e quindi ogni vostro commento e osservazione è benvenuto.

Cervellotico antidistopico,

Ale



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