Ciao Spherik:

> L'ideale rivoluzionario è associato solo dopo 
> gli anni 60 alla sola sinistra...forse perchè 
> figlio di professori sessantottini che hanno 
> fatto di tutto per trasmetterci questa associazione 
> di idee..ma ti dice niente la rivoluzione fascista?

Non credo asslutamente che la "rivoluzione fascista" se mai ce ne è stata una, possa 
essere paragonata alle rivoluzioni spontanee e di massa di cui parla Connor nel suo 
articolo. Quale rivoluzione, la marcia su Roma? Erano quattro gatti che se non 
avessero avuto carta bianca da Roma se ne sarebbero tornati a casa. Soltanto che in 
quell'epoca in Italia cominciavano a far paura all'estabilishment liberale 
ottocentesco i socialisti ed i comunisti: dopo la prima guerra mondiale, il nuovo 
sistema elettorale (proporzionale) aveva consentito l'ingresso in parlamento di 
partiti "di massa" che minacciavano lo status quo. Ecco che un ex-socialista come 
Mussolini sembrò alla nobiltà liberale benpensante il personaggio giusto per tenere a 
bada certe novità...  mi sembra che il fascismo sia più simile ai regimi golpisti 
sudamericani tipo Cile o Argentina anni 70.


Detto questo, ho molte riserve sulle tesi che Connor ha riportato. Soprattutto quando 
afferma che l'Evento Qualità immediato e spontaneo ha poco a che fare con i risultati 
seguenti. Se così è, vedo ben poca Qualità. [Andrea, ci sei? Mi sembra lo stesso 
argomento dell' "altra" discussione a proposito della Qualità immediata e degli 
eventuali risultati futuri.... ] 

Sono ovviamente d'accordo che la gente che moriva di fame in Russia sotto gli Zar e i 
Cubani sfruttati da Batista (ma chissà perché gli Americani, anche se Comunisti, fanno 
tanta fatica a riconoscere le colpe dell'America verso Cuba. Batista da chi era 
sostenuto?) aveva il sacrosanto diritto di ribellarsi, ma non vedo in queste 
ribellioni un chiaro segno di intelletto che supera la società. Piuttosto, mi sembra 
una lotta interna al livello sociale, in cui a volte l'intelletto ha tentato di 
inserirsi proponendo di volta in volta come "soluzione" l'ideale comunista, o l'ideale 
democratico. 

I veri tentativi intellettuali di sovrastare la società sono altri. Mi vengono in 
mente Gandhi, Allende, Dubcek.  Gente che ha cercato di combattere il *Gigante* con le 
armi intellettuali della ragione, della difesa dei diritti umani e delle libertà 
individuali.

> Cmq, ogni movimento si rifà ad una "rivoluzione" e 
> ad una "qualità"...e non è facile scoprire quale davvero 
> è portatore di ideali dinamici o perlomeno
> bilanciati...se non col seno di poi...

Beh ma allora che si fa filosofia a fare? Aspettiamo il risultato finale per vedere su 
che cavallo puntare? 


Tornando al tema della divisione destra/sinistra, credo che il vero problema sia 
invece che ci sono lati positivi e negativi in entrambe, se guardiamo le loro 
posizioni "classiche". A destra, attenzione per le libertà individuali ma anche forte 
avversione per le diversità, in nome dell'ordine sociale, ed un po' troppo 
nazionalismo. A sinistra, attenzione per l'uguaglianza ed i diritti umani ma anche 
massificazione (spesso forzata) dei bisogni.  Probabilmente sono d'accordo con Adriano 
che la divisione classica fra destra e sinistra andrebbe mandata in soffitta....  ma 
con che cosa la sostituiamo? 


Ciao
Marco






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