Caro Zapathustra,
mi perdonerà, la seconda metà del tuo nick, se le faccio un appunto?
Eccolo.
"Trovare la forza" è decisivo, non c'è dubbio. E senz'altro, la forza la si
trova quando si ha fede. Ora però, non è indifferente quale forza si trova,
e per mezzo di quale fede. Mi sbilancerei fino a dire che la fede che dà
forza per distruggere è diversa nel contenuto, e anche nella forma, dalla
fede che dà forza per costruire.
Si può dare la vita, e uccidere, per uno scopo politico; come no. Però, che
volete che vi dica?
Una teofania evocata per mezzo di un suicidio che uccide il maggior numero
possibile di innocenti, mi fa pensare che il dio che appare abbia lunghe
corna e coda serpentina, e che quando si fa vedere in faccia siamo tutti in
grossi guai.
Il dibattito sulla natura e sulla grazia è interessantissimo (l'ho
ripercorso abbastanza bene quando studiavo il barocco) e mi piacerebbe molto
riprenderlo qui, con i debiti aggiornamenti. Però, suggerisco una premessa
metodologica: la grazia di dio, con i kamikaze non c'entra proprio niente; e
la frase di Gesù che riporti, sul salvare e perdere la propria vita., non, e
sottolineo non, NON ha il significato al quale alludi. Gesù Cristo ha detto
tante cose, e tanti equivoci sono nati dalle sue parole: ma fargli dire che
è una buona idea suicidarsi ammazzando i circostanti, questo poi no.
Con un saluto in amicizia. RB


----- Original Message -----
From: "Zapathustra" <[EMAIL PROTECTED]>
To: <[EMAIL PROTECTED]>
Sent: Thursday, June 26, 2003 4:06 AM
Subject: Re: [RK] Date a Seattle cio' che e' di H. Bey


> °
> Condivido le parole di rattus.
> Questo è il terreno della guerra psichica.
>
> Punto cruciale sul kamikaze non è giudicarne il bene o il male.
> Punto cruciale è vedere che trova la forza.
>
> Precisamente la forza che noi non troviamo.
> Di giocarci, se non la vita, qualche abitudine.
>
> °°
> "Chi tenterà di salvare la propria vita, l'avrà perduta.
> E chi accetterà di perderla, l'avrà salvata".
>
> Così parla il vangelo.
> E dice che la nostra dunque non è meno perduta della loro.
>
> "L'autonomia dal contesto" di cui parla rattus è l'autonomia del vivente.
> L'autonomia del vivente è in luogo dell'autonomia operaia.
>
> °°°
> Ma dire questo è già parlare della grazia di dio.
> E la grazia di dio è : *pura* follia.
>
>
>
>
> ----- Original Message -----
> From: "Roberto Buffagni" <[EMAIL PROTECTED]>
> To: <[EMAIL PROTECTED]>
> Sent: Monday, June 23, 2003 9:36 PM
> Subject: Re: [RK] Date a Seattle cio' che e' di H. Bey
>
>
> > Faccio capolino per un brevissimo (sono strozzato di lavori in scadenza)
> > appunto a questo messaggio.
> > E' mio e non solo mio avviso che capitalismo, Liberalismo (con la
> maiuscola
> > bisecolare) e derivati stiano entrando in rotta di collisione con le
> > religioni trascendenti tutte, cristianesimo compreso.
> > In un certo senso, si sta verificando la previsione di Manzoni, che nel
> > dialogo "Dell'invenzione", dedicato all'estetica e alla politica,
chiamava
> > il socialismo "il falso" e il liberalismo "il nulla". Attualmente, "il
> > nulla" ha vinto sul "falso"; ma non potendosi reggere da solo, perché
> > disgrega il legame sociale, è costretto a produrre in quantitativi
> crescenti
> > nuove forme di "falso", dalle iniziative dei neoconservatori americani,
> > all'uso strumentale delle sette, dei culti, delle religioni, etc.
> > La premessa metodologica liberale è la riduzione della religione a
scelta
> > privata. Finche la maggioranza degli uomini vive secondo la tradizione
> > religiosa, consapevole o implicita, tutto fila liscio, e l'aumento della
> > libertà libera ingenti energie.
> > Quando il mondo è abbastanza secolarizzato da ridurre a minimo comun
> > denominatore tutte le forme di vita, la scelta della religiosa diventa
> > equivalente alla preferenza per il mare o la montagna; e questo, con una
> > religione trascendente non è compatibile affatto.
> > Si può discutere fino al prossimo millennio il modo e le forme in cui la
> > religione entra nella vita e la forma; ma se non ci entra affatto,
> > semplicemente non c'è più. Per essere più chiari: la fede non si perde
> come
> > un portafogli, semplicemente cessa di informare la vita.
> > Le società tradizionali erano al corrente del fatto via via sempre più
> > evidente a tutti che ogni politica si fonda sulla induzione di stati
> > d'animo. Un interessantissimo antecedente di Matrix è, ad esempio, il
"De
> > vinculis" di Giordano Bruno, che parla proprio del mago come politico.
> > Si tratta, poi, di vedere quali stati d'animo. Nei testi dedicati a
quella
> > che un tempo veniva chiamata la "discriminazione degli spiriti" il
> criterio
> > principe per capire se l'azione, il comportamento, il pensiero suggerito
> > fosse buono o malvagio era: porta serenità, o offusca l'anima? Dà
quiete,
> o
> > turbamento? Eccetera.
> > Questo per dire che equiparare il sufismo, o la meditazione, o le altre
> > discipline religiose, con il brainwashing può anche essere fattualmente
> > corretto (se ne può abusare a questo modo, certo) ma non spiega bene che
> > cosa sono, quale idea dell'uomo si fanno, e quale fine si propongono.
> > Mi scuso di nuovo per la brevità eccessiva, e saluto tutti con amicizia.
> RB
> >
> > ----- Original Message -----
> > From: "rattus norvegicus" <[EMAIL PROTECTED]>
> > To: <[EMAIL PROTECTED]>
> > Sent: Sunday, June 22, 2003 10:33 AM
> > Subject: [RK] Date a Seattle cio' che e' di H. Bey
> >
> >
> >
> >
> >   Il filologo Canfora, su "quintostato" ha fatto qualche tempo fa un
> > appunto a Bifo, affermando che "il capitale e' la vita".
> > Si tratta di un'affermazione tutt'altro che strana. La ricerca sull'uomo
> > gia' dai primi del Novecento si concentra sul bios. Il posthuman non
nasce
> > oggi, ma e' l'essenza del capitalismo novecentesco. Almeno da quando un
> > manipolo di scienziati, correva l'anno 1913, ha dichiarato che avrebbe
> > studiato il comportamento dell'uomo esattamente con gli stessi principi
> con
> > cui si studiava quello animale. E cosi' fecero, con fortune alterne e
per
> > quasi cento anni, finanziati dalla Rockefeller Foundation, dal
Pentagono,
> > dalla Ford Foundation e da altri enti di ricerca. Il loro lavoro, fin
> > dall'inizio, non era affatto "innocente"  (anche se a me continua a
> > sembrare meno peggio). Lavoravano per conservare e promuovere una certa
> > idea dello sviluppo, un' interpretazione della teoria dell'evoluzione
> assai
> > discutibile e sbrigativa, fatta su misura per un elogio sperticato
> > dell'esistente.
> >
> > Chi abbia visto il film "Minority Report" avra' notato la scena in cui
la
> > ricercatrice stringe nel pugno la pianta carnivora, che si ribella alla
> > stretta e le graffia il palmo. Li' si coglie la filosofia del
capitalismo
> > pre-cibernetico in tutta la sua attualita':  "vuole sopravvivere"  dice
la
> > scienziata mostrando la mano insanguinata.
> >
> > Come entro' la cibernetica nei calcoli politici delle teste d'uovo ? A
> > diversi livelli.
> > In prima istanza essa apriva il terreno all'automazione di processo. E
in
> > tal modo permetteva di risolvere a favore del management il problema dei
> > conflitti operai. D'altra parte Turing non metteva in dubbio, come e'
> stato
> > sostenuto poi, che l'uomo e' un animale. Semplicemente diceva che e' un
> > animale dotato di un sistema fisico in grado di manipolare simboli allo
> > stesso modo in cui una falegnameria traffica con tavole e chiodi. Questo
> > sistema simbolico venne scandagliato in infiniti modi da quell'insieme
di
> > studi che oggi va sotto il nome di scienze cognitive. Con quali effetti
> > sull'organizzazione sociale?
> >
> > La conseguenza principale di queste nuove concettualizzazioni fu quella
> che
> > si giunse alla conclusione - non antropologica ma "sperimentale" - che
> homo
> > sapiens andava "nutrito" anche sul piano simbolico. Cosi' il famoso
> > proclama "vogliamo il pane ma anche le rose" venne interpretato in modo
> > assai originale. L'animale umano andava ancora mantenuto sotto botta
> > alimentare, tenuto per i visceri, ma andava anche inserito in contesti
> > significativi, dotati di senso narrativo, di possibilita' esplorative.
> > ( Non voglio ridurre la storia del Novecento ai laboratori di
psicologia,
> > ma penso costituiscano una realta' piu' importante di quel che si
pensa).
> >
> > Immaginate un topo in un tamburo rotante. Dal punto di vista della
teoria,
> > se un topo deve trotterellare mediamente cinque chilometri a notte, per
> lui
> > non cambia molto se li percorre in un sotterraneo o in un tamburo
rotante.
> > In modo del tutto analogo, se un essere umano ha bisogno di caricare di
> > significati simbolici la propria esistenza, non cambiera' poi tanto se
lo
> > farà passando cinque ore al giorno davanti a un televisore.
> >
> > Ovviamente l'assunto per cui ogni organismo "vuole sopravvivere" non
> andava
> > toccato. Restava al centro della scena. Il meccanismo simbolico era un
> > prodotto dell'evoluzione biologica e come tale doveva in qualche modo
> > servire alla sopravvivenza.  Per creare superlavoratori e
superconsumatori
> > occorreva allora galvanizzare questo rapporto tra i processi simbolici e
> le
> > strutture biologiche evolutivamente piu' remote. Alcune forme di
> pubblicità
> > (pensa a quelle dei deodoranti) mostrano bene il piano empirico di
questa
> > teoria.
> >
> > Ha funzionato ? Direi di sì. Tutti i discorsi sulle forme di vita
> sussunte,
> > andrebbero guardati all'interno di questa cornice. Il bios sembra
> > agganciato in ogni sua forma. Non sembra piu' possibile sostenere che
vita
> > e consumo (o vita e lavoro) siano situati in luoghi separati.
> >
> > " I cosiddetti primitivi direbbero che qui si ruba l'anima, che il senso
> > stesso sia entrato in un campo di degrado, una sorta di raggio emanante
da
> > un malocchio o da un io avvizzito, roso dall'invidia per tutto il
> > significato"
> > (Hakim Bey)
> >
> > Permangono pero' degli "elementi di disturbo".
> >
> > Se  andiamo a visitare le culture che oggi avversano il capitalismo, non
è
> > difficile scoprire che molte di esse praticano tecniche per alterare la
> > coscienza, dall'ipnosi alla trance estatica, passando per l'uso di
> sostanze
> > allucinogene. E' così per i musulmani (si pensi al sufismo), è stato
così
> > per i movimenti del 68 e derive (allargare il campo della coscienza)  Mi
> > sono chiesto, seguendo Hakim Bey, se questo baloccarsi con la coscienza
> non
> > abbia qualche conseguenza politica. E la risposta è stata
fondamentalmente
> > positiva. Un kamikaze riesce a transitare "fuori" da quel  corredo di
> > istinti di cui siamo dotati come specie. Riesce a controllare le
reazioni
> > di difesa del suo sistema nervoso superando una barriera che a noi pare
> > (direi giustamente) insuperabile: quella della sopravvivenza. L'ultimo
> > bastione, come si diceva, dei vincoli del bios, la roccaforte del
> > capitalismo posthuman. E' dunque pazzo ? Certamente. Ma ciò  nasconde e
> > rivela qualcosa di importante.
> >
> > Questa capacità gli viene da un certo "training" nell'ambito di pratiche
> > religiose, meditative e così via. Quando in un contesto culturale prende
> > forma questa tendenza all'estraneazione della coscienza, i suoi
> > appartenenti divengono particolarmente resistenti tanto al controllo e
al
> > comando quanto alla persuasione e al consumo. Acqusiscono una forma di
> > autonomia dal contesto. Mentre si esercitano nel controllare le loro
> > pulsioni, per riflesso, imparano anche a non rispondere agli stimoli
> > "bioculturali" del capitale che, come dicevamo, fanno affidamento
> > soprattutto sulle pulsioni di base, quelle vitali.
> > Badate: non sto dicendo che ogni kamikaze è uno sciamano o un guru. Dico
> > però che esperienze (devastanti) come la lettura del corano, la
preghiera
> > corale, il digiuno e cosi' via, finiscono per creare uno zoccolo duro,
> > qualcosa che resiste ai meccanismi di persuasione.
> > E non intendo nemmeno dire che ci sia qualcosa di buono nei loro "stati
> > modificati". Al contrario penso che per il piu' siano robaccia.
> > Ma in questi gesti autodistruttivi e distruttivi e' racchiusa, questo e'
> il
> > punto, un'energia mentale incredibile. E' tutta roba che, buttata dalla
> > finestra, si ripresenta dalla porta principale e (haime') con grande
> botto.
> > A una lettura adeguatamente posthuman e biopolitica si tratta di saperi
in
> > senso proprio, potenza cognitiva invertita di segno, magia nera.
> > Sarebbe allora da capire come convogliare quell'energia diffusa ovunque,
> > come farla passare dal ruolo di elemento di devastazione a quello di
> > elemento  di trasformazione. Stallman ha fatto qualcosa del genere
quando
> > e' stato espropriato della sua comunita' di hacker. Era, anche per lui,
un
> > fatto di territorio e di identita'.
> >
> > In questi termini sembra un problema per alchimisti. Ma su questo piano
la
> > quadratura del cerchio si inizia almeno a vedere.
> > Per me e' una sciagura se non un crimine politico che con l'acqua sporca
> di
> > Levy si butti a mare anche il putto angelico ma per nulla domo di Hakim
> Bey.
> >
> > Lapassade  scrisse nel 1993, nella prefazione all'edizione italiana di
> > "stati modificati e transe", che perfino William Gibson s'era accorto,
nel
> > corso di un  viaggio a Venezia (qualche anno prima) che i cyberpunks
> > italiani "sono post-marxisti anarco-punks etc".  Ma non c'e' peggior
> > sordo...
> > Date pure a Levy cio' che e' di Levy ma date a Seattle cio' che e' di
> Hakim
> > Bey.
> >
> > Abbracci
> >
> > Rattus
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