Marco Giuntini ha scritto:
> Intendevo dire che passare ad ipv6 ha  un costo per le aziende e finchè
> non ci sarà una reale necessità non si farà il passaggio.

E' una balla. Sia Telecom che Fastweb hanno gia' dichiarato
pubblicamente che i costi non sono un problema (cfr. blog Quintarelli;
c'e' una conferenza di un paio di mesi fa ... c'erano tutti dalla
Polizia Postale a Fastweb, a Telecom, al direttore di MIX, del GARR, a
giornalisti seri). Ed e' verosimile: il traffico telefonico ha ancora un
prezzo (ie: vendono il nulla, l'aria, etc, a caro prezzo ... soprattutto
gli operatori mobili).
E se la vedi dal lato tecnico ... anche volendo evitare tecnologie di
tunneling per non complicare troppo lo stack ... sulle tecnologie
attualmente impiegate sul layer2 puoi benissimo appoggiare IPv6 al posto
di IPv4 (se non sbaglio chi ha sviluppato IPv6 si e' posto, ed ha
risolto, questo problema).

La verita' e' che IPv6 apre il mercato, disintermedia ulteriormente.
Apre la societa': autoconf, cifratura end-to-end ad un layer basso ...
esempio concreto: se Fastweb migra i suoi utenti su IPv6 pubblico
piuttosto che IPv4 privato, poi i suoi utenti possono comprare gli IP, i
servizi di videosorveglianza, e le altre sue porcate ... anche da altri.
Oggi invece possono servirsi solo da Fastweb. Walled Garden. Altro
esempio: se tutti hanno un IP pubblico, chiunque puo' pubblicarsi il
proprio web da casa sua ... pochi avrebbero bisogno di pagare 9
euro/anno per l'hosting ... e anche quei pochi potrebbero comunque fare
da casa loro se ad IPv6 si associassero strumenti come SCTP, o reti di
distribuzione come Coral (di FSF ... o di EFF? Vabbe', un esperimento
loro; cercala). Cioe' la necessita' del "politico professionista"
verrebbe meno ... non che oggi ce ne sia bisogno eh ... ma li'
cesserebbe di esistere spontaneamente dopo qualche anno di adozione del
protocollo. Da sinistra a destra nessuno - ripeto: NESSUNO - hai mai
scritto e mai scrivera' il decreto attuativo che serviva gia' 4 anni fa
per far adeguare le aziende alle necessita' tecnologiche.

> A mio parere si dovrebbe procedere seguendo lo stesso principio con cui
> è nata la internet di oggi.

Sono d'accordo. Ma chi lo dovrebbe mettere in pratica? All'epoca c'era
la convergenza di necessita' militari (USA), economiche (UK),
accademiche (FR), e industriali un po' in tutto il mondo; e il caso
(meritocrazia diffusa, culturale) ha voluto che si sono concentrate
nelle mani di gente sana di mente ... Postel ... Cerf ... anche da noi
c'e' stata gente che ha ipotecato casa sua per portare internet in
Italia, non per scherzo. Il primo calcolatore accademico italiano lo
dobbiamo a Fermi che si e' messo a fare le pippe al ministro d'allora,
fino a che non ha stanziato i fondi; non per scherzo. E' triste che uno
scienziato debba perdere tempo con un politico, ma cosi' e'.

Necessita' che oggi almeno in parte permangono, ma sono in subordine
rispetto agli interessi particolari; e questi ultimi sotto pressione
perche' sono chiaramente antieconomici. Il sistema socio-economico si
sta accartocciando nel vuoto come un'astronave in cui si pratica un
piccolo forellino. Ricreare quelle condizioni (ie: sistemi
meritocratici) e' difficile ... artificialmente impossibile ... occorre
presa di coscienza generale. Stesso discorso per le frequenze radio, e
stesso discorso per la fibra ottica. Cose che ... ragazzi ... se non si
mettono su strada immediatamente, l'ICT si ritira come il pisello quando
pisci sulla neve. E infatti spesso e volentieri fai difficolta' a
trovartelo tra le gambe, e talvolta finisci perfino per pisciarti
addosso. Non a caso i contratti universitari sono a tempo determinato e
una volta ogni 0,5-1-2-3 anni i beneficiari tremano ...

Quella di PirateBay e' una spallata ... e non sono soli, 1/4o
dell'industria e meta' del mondo accademico, per quanto questi ultimi
hanno le mani legate, e' con loro ... lunga vita alla baia.

ciao

Michele



> Marco
> 
> Inviato da iPhone
> 
> Il giorno 24/feb/09, alle ore 18:06, Michele Favara Pedarsi
> <m...@meganetwork.org> ha scritto:
> 
>> Marco Giuntini ha scritto:
>>> Sono stato ieri a vedere la conferenza.
>>>
>>> Da quello che è stato detto penso che il passaggio a IPv6 si farà
>>> solo in
>>> "Panic Mode"
>>
>> Specifica per favore. Intendi "a casaccio", o hanno previsto un minimo
>> di management, per lo meno "volontario"?
>>
>> ciao
>>
>> Michele
>>
>> P.s.: ragazzi, non abbandonate IPv6 per retrocompatibilita' con i
>> terminali esistenti ... fate la rete IPv6 ... e' troppo importante.
>> Cazzo, Saverio si e' studiato questa problematica a fondo; il know-how
>> c'e'.
>>
>>
>>>
>>> Il giorno 23 febbraio 2009 20.40, smokher <smok...@autistici.org> ha
>>> scritto:
>>>
>>>> ZioPRoTo (Saverio Proto) ha scritto:
>>>>
>>>>> http://thepiratebay.org/blog/146
>>>>>
>>>>> Finalmente :)
>>>>>
>>>>> Saverio
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>> credo che gia' sappiate..
>>>>
>>>>
>>>> http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/tecnologia/indirizzi-web/allarme-indirizzi/allarme-indirizzi.html
>>>>
>>>>
>>>> smokher
>>>>
>>>
>>

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