Re: [revisione] DPN 11

2010-09-13 Per discussione Marco Solieri
Il giorno sabato 11 settembre 2010 alle 10:16 Giovanni Mascellani ha scritto:
 [...] Introdurre un vocabolo come debug in
 italiano senza introdurre le sue forme parallele (ossia quelle che in
 inglese sarebbero debugging, to debug, e tutte le forme coniugate e
 declinate che in italiano sono milioni) è molto scomodo. Secondo me i
 giri di parole come effettuare il debug sono piuttosto scomodi per la
 lettura (soprattutto quando la loro introduzione comporta un eccessivo
 sovraccarico della frase, cosa che, nella mia esperienza, spesso capita).

Un principio diffuso e` quello di non coniugare o declinare durante la 
traduzione, nonostante la scomodita`. Ma non mi sembra sia questo il caso, 
poiche` debugging, nonostante consista del gerundio del verbo debug, puo` 
essere trasportato in italiano come sostantivo che indica l'azione relativa.

 Secondo me conviene trovare un modo che permetta di utilizzare anche le
 forme parallele. Si può discutere sul fatto che tali forme debbano
 essere direttamente trasportate dall'inglese oppure italianizzate
 (creando, per esempio, il verbo debuggare). In generale preferisco le
 forme inglesi (un esempio per tutti: cachare), ma casi specifici
 possono richiedere valutazioni specifiche.

Laddove la traduzione non e` possibile trovo preferibile il prestito, 
piuttosto che il calco.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-13 Per discussione Marco Solieri
Il giorno sabato 11 settembre 2010 alle 17:16 Giuseppe Sacco ha scritto:
 Vero: «debug» è diverso da correzione. Possiamo anche discuterne, ma
 solo se vogliamo introdurre delle sineddoche, il che non è normalmente
 possibile in una traduzione che debba conservare anche lo stile
 dell'originale.

Il significato di correggere non fa esplicito riferimento alla 
individuazione degli errori, questo e` vero. Ma neppure debugging nel suo 
significato originario di spidocchiare, che indica l'azione del rimozione e 
non nella ricerca dei pidocchi. Supponendo che il significato di debugging 
informatico si sia esteso nella lingua inglese, trovo motivata una traduzione 
italiana con correzione che rispecchi questa estensione semantica.

 [...]
 Riassumendo: preferisco usare i termini italiani o, se l'italiano fa
 difetto, quelli originali, senza mai declinarli o coniugarli. Nel caso
 dell'uso di parole straniere adotto anche il corsivo per evidenziarle.
 Se per usare una parola inglese non declinata devo aggiungerci un'altra
 o due parole in più, lo faccio volentieri senza pensare che sia un
 «sovraccarico».

Pienamente d'accordo.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-13 Per discussione Marco Solieri
Il giorno sabato 11 settembre 2010 alle 22:43 Giovanni Mascellani ha scritto:
 [...]
 Uhm, forse ho utilizzato un significato troppo ampio di traslitterare:
 qui intendevo il portare una parola da una lingua all'altra senza
 tradurla correttamente, ma copiando le stesse lettere. Per esempio
 forwardare è una traslitterazione, inoltrare una traduzione.
 [...]

La parola che cercavi al posto di traslitterazione e` calco.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-13 Per discussione Marco Solieri
Il giorno sabato 11 settembre 2010 alle 18:41 Francesca Ciceri ha scritto:
 [...]
 Ok, allora qui chiarisco la mia posizione in termini inequivocabili.
 Per me debugging==bug hunting + bug triaging + bug fixing + (n)coffee
 
 ergo debugging!=bug fixing

Fin qui concordo.

 ergo non possiamo tradurre debugging semplicemente con il termine
 correzione (proposto da Marco, non da me, Gio).
 
 Poi che la cosiddetta correzione sia ricompresa nel debugging mi sta bene
 e concordo. Ma tradurre debugging con correzione è riduttivo.
 [...]

Non si puo` presumere di tradurre con piena corrispondenza semantica, ne` si 
puo` riempire di prestiti la traduzione.

Ammetto quindi che il significato di correzione non corrisponde pienamente, 
ma la trovo comunque una possibile approssimazione, efficace in tutti quegli 
usi, nei quali il focus e` piu` sulla correzione che sull'analisi e la 
ricerca dell'errore. Laddove non fosse cosi`, nella lacuna che evidenziava 
per prima Francesca, si puo` usare la locuzione revisione e correzione che 
aggiungo alla rosa delle proposte.

Ma anche cosi` perderemmo quel significato che appartiene all'etimologia 
legata agli insetti. :-D

-- 
Marco Solieri
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-13 Per discussione Dario

Il 13/09/2010 19.43, Marco Solieri ha scritto:

Il giorno sabato 11 settembre 2010 alle 18:41 Francesca Ciceri ha scritto:
   

[...]
Ok, allora qui chiarisco la mia posizione in termini inequivocabili.
Per me debugging==bug hunting + bug triaging + bug fixing + (n)coffee

ergo debugging!=bug fixing
 
ergo non possiamo tradurre debugging semplicemente con il termine

correzione (proposto da Marco, non da me, Gio).

Poi che la cosiddetta correzione sia ricompresa nel debugging mi sta bene
e concordo. Ma tradurre debugging con correzione è riduttivo.
[...]
 

Non si puo` presumere di tradurre con piena corrispondenza semantica, ne` si
puo` riempire di prestiti la traduzione.
nei quali il focus e` piu` sulla correzione che sull'analisi e la
ricerca dell'errore. Laddove non fosse cosi`, nella lacuna che evidenziava
per prima Francesca, si puo` usare la locuzione revisione e correzione che
aggiungo alla rosa delle proposte.

Ma anche cosi` perderemmo quel significato che appartiene all'etimologia
legata agli insetti. :-D
   

Mi perdonate se suggerisco processo di correzione ?
in questo modo non è una semplice correzione, ma indica che c'è una 
struttura procedurale comprendente di diverse

fasi che portano alla risoluzione degli errori ?

Grazie per il lavoro che fate.


Dario




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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-11 Per discussione Giovanni Mascellani
Ciao a tutti.

Avevo promesso che sarei stato presente per la DPN 11, ma ancora una
volta ho violato la mia parola. Ad ogni modo, se il mio promettere e poi
sparire continua ad invogliare altri contributori (a me non piace questa
parola, peccato che contribuenti voglia dire un'altra cosa) a
partecipare, credo che continuerò a promettere e sparire! :-P

Il 09/09/2010 14:21, Francesca Ciceri ha scritto:
 Per questo motivo troverai numerosi riferimenti a manutentore nel sito. 
 Per questo motivo proponevo di aggiornare certe consuetudini. Anche vista
 l'annosa questione della confusione nell'uso del termine generico maintainer
 all'interno del progetto Debian, dove tale termine viene usato per indicare le
 due figure specifiche di DD e DM, che entrambe mantengono i pacchetti ma che
 sono completamente diverse sotto altri aspetti. Anche per questo motivo, 
 meglio
 evitare di scendere nei particolari con la traduzione, secondo me.

Sei generosa, Francesca: il termine maintainer in realtà indica ben
_tre_ figure completamente diverse (anche se con grandissime intersezioni).
 1. Maintainer di un pacchetto: la persona che, appunto, mantiene un
pacchetto; può essere un DD, un DM o anche un comune mortale.
 2. Debian Maintainer (DM): una persona che ha diritto di caricare
indipendentemente solo alcuni pacchetti nell'archivio e solo a certe
condizioni. Si tratta di una divinità inferiore.
 3. New Maintainer process (NM): il processo con cui una persona assurge
al ruolo di divinità superiore, ossia DD. Non è né il processo per
diventare maintainer di un pacchetto, né il processo per diventare DM.
Anzi, spesso uno che inizia il NM è già queste due cose (o perlomeno
almeno una).

Detto questo, vista la facilità di confusione che si può creare io sono
favorevole all'uso degli acronimi inglesi, oppure delle loro espansioni
in inglese (Debian Maintainer, New Maintainer e Debian Developer), in
modo da facilitare la connessione con l'inglese. Sono d'accordo con
Francesca nel considerarli alla stregua di nomi propri. L'unica
eccezione è il primo caso, nel quale sono d'accordo ad utilizzare
l'espressione manutentore, che a quel punto si distingue dagli altri
perché è tradotto e gli altri no.

(ovviamente ogni riferimento alla scala di divinità è puramente ironico:
per fortuna la comunità Debian non è così settaria e campanilista!)

Gio.
-- 
Giovanni Mascellani mascell...@poisson.phc.unipi.it
Pisa, Italy

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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-11 Per discussione Giovanni Mascellani
Il 09/09/2010 13:13, Francesca Ciceri ha scritto:
 On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:

 e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
 e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2
 
 No, rileggendo bene devo farti un appunto: debugging non va usato. 
 Quando trovi un sostantivo inglese usato come verbo (ma che non ha
 corrispondente in italiano) devi usare una locuzione: dal momento che
 debuggare è assolutamente mostruoso, fare il debug è l'unica opzione.
 Questo perché non puoi sostantivare debugging che in effetti è l'atto del
 debug corrispondendo a un participio in inglese (-ing).

Qui non sono molto d'accordo. Introdurre un vocabolo come debug in
italiano senza introdurre le sue forme parallele (ossia quelle che in
inglese sarebbero debugging, to debug, e tutte le forme coniugate e
declinate che in italiano sono milioni) è molto scomodo. Secondo me i
giri di parole come effettuare il debug sono piuttosto scomodi per la
lettura (soprattutto quando la loro introduzione comporta un eccessivo
sovraccarico della frase, cosa che, nella mia esperienza, spesso capita).

Secondo me conviene trovare un modo che permetta di utilizzare anche le
forme parallele. Si può discutere sul fatto che tali forme debbano
essere direttamente trasportate dall'inglese oppure italianizzate
(creando, per esempio, il verbo debuggare). In generale preferisco le
forme inglesi (un esempio per tutti: cachare), ma casi specifici
possono richiedere valutazioni specifiche.

Nel caso specifico, secondo me debugging è sufficientemente utilizzata
da rendere i benefici dell'evitare una chiosa come effettuare il debug
superiori ai malefici (sembra una stregoneria, ma in effetti il
contrario di beneficio è maleficio) di utilizzare una forma inglese.

 Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e la
 correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello stesso
 contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè contemporanee.

Si potrebbe discutere: per quanto mi riguarda, sia nell'uso corrente che
nel significato etimologico debug si riferisce all'intera operazione
di togliere i bug, dunque comprende tutte le operazioni di triaging,
isolamento ed identificazione del bug, progettazione di una soluzione
(quando necessaria, ossia quando il bug non è facilmente risolvibile) e
relativa implementazione (che, immagino, sia quella che tu chiami
correzione).

 Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: to blog va tradotto in
 genere come scrivere un articolo sul blog, to post vi prego, non postare
 ma ancora una volta scrivere un messaggio/articolo e via dicendo. Attenti a
 to quote che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra
 storpiatura italiana quotare (peraltro il verbo quotare in italiano esiste
 eccome, e vuol dire tutt'altro!).

Perché to quote non ha lo stesso significato di quotare (inteso come
traslitterazione dell'inglese, non come parola italiana)? A me sembra
che entrambi indichino l'operazione di introdurre nel corpo di un'email
o di un messaggio le parti rilevanti di un altro messaggio al quale si
sta rispondendo allo scopo di facilitare la comprensione e la
ricostruzione del filo del discorso.

Gio.
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-11 Per discussione Giuseppe Sacco
Ciao Giovanni.

Il giorno sab, 11/09/2010 alle 10.16 +0200, Giovanni Mascellani ha
scritto:
 Il 09/09/2010 13:13, Francesca Ciceri ha scritto:
[...]
 Qui non sono molto d'accordo. Introdurre un vocabolo come debug in
 italiano senza introdurre le sue forme parallele (ossia quelle che in
 inglese sarebbero debugging, to debug, e tutte le forme coniugate e
 declinate che in italiano sono milioni) è molto scomodo. Secondo me i
 giri di parole come effettuare il debug sono piuttosto scomodi per la
 lettura (soprattutto quando la loro introduzione comporta un eccessivo
 sovraccarico della frase, cosa che, nella mia esperienza, spesso capita).

Sarà anche vero che si «crea un sovraccarico», ma io la vedo
diversamente. Accetto volentieri l'adozione di sostantivi, ma mi vengono
dei terribili pallini rossi sulle braccia se sento la pseudo traduzione
dei verbi. Con mio rammarico ammetto di conoscere persone che utilizzano
termini come updatare, pluggare, forwardare o debuggare; ma prima o poi
mi deciderò a togliere loro il saluto :-)

 Secondo me conviene trovare un modo che permetta di utilizzare anche le
 forme parallele. Si può discutere sul fatto che tali forme debbano
 essere direttamente trasportate dall'inglese oppure italianizzate
 (creando, per esempio, il verbo debuggare). In generale preferisco le
 forme inglesi (un esempio per tutti: cachare), ma casi specifici
 possono richiedere valutazioni specifiche.

Ah, ecco, dimenticavo «cachare». Una parola francese, presa in prestito
dall'inglese, e poi definitivamente storpiata dall'italiano :-)

 Nel caso specifico, secondo me debugging è sufficientemente utilizzata
 da rendere i benefici dell'evitare una chiosa come effettuare il debug
 superiori ai malefici (sembra una stregoneria, ma in effetti il
 contrario di beneficio è maleficio) di utilizzare una forma inglese.

Il Devoto Oli la pensa diversamente. Maleficio: 1. pratica magica
diretta a ottenere il danno [...]; 2. azione moralmente riprovevole
[...].

In qualche modo sono comunque d'accordo con te: l'arte del «debugging»
ha spesso un qualcosa di magico :-)

  Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e la
  correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello stesso
  contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè contemporanee.
 
 Si potrebbe discutere: per quanto mi riguarda, sia nell'uso corrente che
 nel significato etimologico debug si riferisce all'intera operazione
 di togliere i bug, dunque comprende tutte le operazioni di triaging,
 isolamento ed identificazione del bug, progettazione di una soluzione
 (quando necessaria, ossia quando il bug non è facilmente risolvibile) e
 relativa implementazione (che, immagino, sia quella che tu chiami
 correzione).

Vero: «debug» è diverso da correzione. Possiamo anche discuterne, ma
solo se vogliamo introdurre delle sineddoche, il che non è normalmente
possibile in una traduzione che debba conservare anche lo stile
dell'originale.

  Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: to blog va tradotto 
  in
  genere come scrivere un articolo sul blog, to post vi prego, non 
  postare
  ma ancora una volta scrivere un messaggio/articolo e via dicendo. Attenti 
  a
  to quote che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra
  storpiatura italiana quotare (peraltro il verbo quotare in italiano esiste
  eccome, e vuol dire tutt'altro!).
 
 Perché to quote non ha lo stesso significato di quotare (inteso come
 traslitterazione dell'inglese, non come parola italiana)? A me sembra
 che entrambi indichino l'operazione di introdurre nel corpo di un'email
 o di un messaggio le parti rilevanti di un altro messaggio al quale si
 sta rispondendo allo scopo di facilitare la comprensione e la
 ricostruzione del filo del discorso.

Non mi è chiaro quanto hai scritto: mi sfugge il significato di
«traslitterazione» visto che parliamo di inglese e italiano, cioè lingue
con (sostanzialmente) lo stesso alfabeto. 

In ogni caso «quotare» ha il significato di «valutare» in vari contesti
(ad esempio scommesse, classifiche, altezze), mentre non ha nulla a che
fare con le virgolette o le citazioni.
Lo stesso Devoto Oli di prima (è del 2000 ma evidentemente era già
proiettato in avanti), riporta la parola «quote» descrivendola così:
Parte di un messaggio di posta elettronica o di un intervento in un
forum o in un newsgroup, inclusa in un messaggio successivo per
commentarla o discuterla. [Propr. «citazione»]

Riassumendo: preferisco usare i termini italiani o, se l'italiano fa
difetto, quelli originali, senza mai declinarli o coniugarli. Nel caso
dell'uso di parole straniere adotto anche il corsivo per evidenziarle.
Se per usare una parola inglese non declinata devo aggiungerci un'altra
o due parole in più, lo faccio volentieri senza pensare che sia un
«sovraccarico».

Ciao,
Giuseppe


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-11 Per discussione Francesca Ciceri
Ciao Gio!
Finalmente vi buttate nella mischia della questione debugging...:)

On Sat, Sep 11, 2010 at 10:16:38AM +0200, Giovanni Mascellani wrote:
 Il 09/09/2010 13:13, Francesca Ciceri ha scritto:
  On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:
 
  e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
  e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2
  
  No, rileggendo bene devo farti un appunto: debugging non va usato. 
  Quando trovi un sostantivo inglese usato come verbo (ma che non ha
  corrispondente in italiano) devi usare una locuzione: dal momento che
  debuggare è assolutamente mostruoso, fare il debug è l'unica opzione.
  Questo perché non puoi sostantivare debugging che in effetti è l'atto del
  debug corrispondendo a un participio in inglese (-ing).
 
 Qui non sono molto d'accordo. Introdurre un vocabolo come debug in
 italiano senza introdurre le sue forme parallele (ossia quelle che in
 inglese sarebbero debugging, to debug, e tutte le forme coniugate e
 declinate che in italiano sono milioni) è molto scomodo. Secondo me i
 giri di parole come effettuare il debug sono piuttosto scomodi per la
 lettura (soprattutto quando la loro introduzione comporta un eccessivo
 sovraccarico della frase, cosa che, nella mia esperienza, spesso capita).

Bè, l'abilità sta proprio nel levigare (polish, ma non nel senso di polacco)
la frase al punto da renderla non sovraccarica pur utilizzando termini
italiani. 

 
 Secondo me conviene trovare un modo che permetta di utilizzare anche le
 forme parallele. Si può discutere sul fatto che tali forme debbano
 essere direttamente trasportate dall'inglese oppure italianizzate
 (creando, per esempio, il verbo debuggare). In generale preferisco le
 forme inglesi (un esempio per tutti: cachare), ma casi specifici
 possono richiedere valutazioni specifiche.
 
 Nel caso specifico, secondo me debugging è sufficientemente utilizzata
 da rendere i benefici dell'evitare una chiosa come effettuare il debug
 superiori ai malefici (sembra una stregoneria, ma in effetti il
 contrario di beneficio è maleficio) di utilizzare una forma inglese.
 
  Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e la
  correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello stesso
  contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè contemporanee.
 
 Si potrebbe discutere: per quanto mi riguarda, sia nell'uso corrente che
 nel significato etimologico debug si riferisce all'intera operazione
 di togliere i bug, dunque comprende tutte le operazioni di triaging,
 isolamento ed identificazione del bug, progettazione di una soluzione
 (quando necessaria, ossia quando il bug non è facilmente risolvibile) e
 relativa implementazione (che, immagino, sia quella che tu chiami
 correzione).

Ok, allora qui chiarisco la mia posizione in termini inequivocabili.
Per me debugging==bug hunting + bug triaging + bug fixing + (n)coffee

ergo debugging!=bug fixing 

ergo non possiamo tradurre debugging semplicemente con il termine correzione
(proposto da Marco, non da me, Gio).


Poi che la cosiddetta correzione sia ricompresa nel debugging mi sta bene e
concordo. Ma tradurre debugging con correzione è riduttivo. E dal momento che
non sappiamo esattamente cosa intendesse l'autore originale con il termine
debugging nel suddetto paragrafo di DPN (se volesse indicare solo una
particolare fase del debugging ovvero la correzione o bug fixing o se
intendesse parlare dell'intero processo di debugging) non possiamo prenderci
la libertà di tradurre debugging con correzione ma dobbiamo attenerci al
testo e limitarci ad una locuzione che consenta di mantenere più possibile la
versione italiana aderente al significato dell'originale (dato che non esiste
una traduzione italiana esatta del termine debugging). Aka, tradurremo come
effettuare il debug.

IMHO.


 
  Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: to blog va tradotto 
  in
  genere come scrivere un articolo sul blog, to post vi prego, non 
  postare
  ma ancora una volta scrivere un messaggio/articolo e via dicendo. Attenti 
  a
  to quote che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra
  storpiatura italiana quotare (peraltro il verbo quotare in italiano esiste
  eccome, e vuol dire tutt'altro!).
 
 Perché to quote non ha lo stesso significato di quotare (inteso come
 traslitterazione dell'inglese, non come parola italiana)?
Perché in italiano ha assunto il significato di sono d'accordo, concordo.Nei
forum o nelle ML quando si dice quoto, in riferimento ad un messaggio altrui
significa proprio questo, ed è un ambito semantico totalmente assente
nell'inglese. 
Per approfondimenti vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Quotare

Aggiungo, già che siamo ai false friend: il verbo inglese edit non
corrisponde ad un *inesistente* italiano editare. Corrisponde, a seconda dei
casi a modificare (una pagina, un articolo), scrivere, pubblicare.
;)

A volte capita di leggere 

Re: [revisione] DPN 11

2010-09-11 Per discussione Giovanni Mascellani
Ciao a tutti.

Il 11/09/2010 17:16, Giuseppe Sacco ha scritto:
 Sarà anche vero che si «crea un sovraccarico», ma io la vedo
 diversamente. Accetto volentieri l'adozione di sostantivi, ma mi vengono
 dei terribili pallini rossi sulle braccia se sento la pseudo traduzione
 dei verbi. Con mio rammarico ammetto di conoscere persone che utilizzano
 termini come updatare, pluggare, forwardare o debuggare; ma prima o poi
 mi deciderò a togliere loro il saluto :-)

Le parole che citi sono effettivamente brutte (anche se comode: io le
uso e continuerò ad usarle, ovviamente non nelle traduzioni). La mia
proposta non era di utilizzare debuggare, ma debugging e basta.

 Nel caso specifico, secondo me debugging è sufficientemente utilizzata
 da rendere i benefici dell'evitare una chiosa come effettuare il debug
 superiori ai malefici (sembra una stregoneria, ma in effetti il
 contrario di beneficio è maleficio) di utilizzare una forma inglese.
 
 Il Devoto Oli la pensa diversamente. Maleficio: 1. pratica magica
 diretta a ottenere il danno [...]; 2. azione moralmente riprovevole
 [...].

Acc, speravo che l'etimologia mi salvasse...

 Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: to blog va tradotto 
 in
 genere come scrivere un articolo sul blog, to post vi prego, non 
 postare
 ma ancora una volta scrivere un messaggio/articolo e via dicendo. Attenti 
 a
 to quote che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra
 storpiatura italiana quotare (peraltro il verbo quotare in italiano esiste
 eccome, e vuol dire tutt'altro!).

 Perché to quote non ha lo stesso significato di quotare (inteso come
 traslitterazione dell'inglese, non come parola italiana)? A me sembra
 che entrambi indichino l'operazione di introdurre nel corpo di un'email
 o di un messaggio le parti rilevanti di un altro messaggio al quale si
 sta rispondendo allo scopo di facilitare la comprensione e la
 ricostruzione del filo del discorso.
 
 Non mi è chiaro quanto hai scritto: mi sfugge il significato di
 «traslitterazione» visto che parliamo di inglese e italiano, cioè lingue
 con (sostanzialmente) lo stesso alfabeto. 

Uhm, forse ho utilizzato un significato troppo ampio di traslitterare:
qui intendevo il portare una parola da una lingua all'altra senza
tradurla correttamente, ma copiando le stesse lettere. Per esempio
forwardare è una traslitterazione, inoltrare una traduzione.

 In ogni caso «quotare» ha il significato di «valutare» in vari contesti
 (ad esempio scommesse, classifiche, altezze), mentre non ha nulla a che
 fare con le virgolette o le citazioni.

Lo so, ma la mia domanda era un'altra: per far chiarezza presentiamo
bene i tre giocatori.
 1. quotare come parola italiana, nel significato che hai appena detto;
 2. quotare come parola inglese trasportata in italiano, nel
significato di riportare parte dell'email alla quale si risponde per
chiarezza;
 3. to quote come parola inglese.

Sono d'accordo che le coppie (1, 2) e (1, 3) sono coppie di parole con
significato diverso. Però mi sembrava di capire che Francesca dicesse
che anche 2 e 3 hanno significato diverso, cosa sulla quale invece non
sono d'accordo.

 Riassumendo: preferisco usare i termini italiani o, se l'italiano fa
 difetto, quelli originali, senza mai declinarli o coniugarli. Nel caso
 dell'uso di parole straniere adotto anche il corsivo per evidenziarle.
 Se per usare una parola inglese non declinata devo aggiungerci un'altra
 o due parole in più, lo faccio volentieri senza pensare che sia un
 «sovraccarico».

Non sempre, ma io continuo a pensare che in certi casi utilizzare delle
forme così goffe come effettuare il debug risulta veramente pesante
(specialmente se la stessa cosa deve essere ripetuta, cosa che capita
spesso nella traduzione di documenti tecnici). In ogni caso, ora non ho
un esempio sotto mano. Cercherò di ricordarmi di riaprire la discussione
quando me ne capita uno.

Gio.
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Giuseppe Sacco
Ciao,
ecco alcune piccole correzioni e un suggerimento, quello finale.

Il giorno mer, 08/09/2010 alle 22.07 +0200, Francesca Ciceri ha scritto:
[...]
 ttsources.list/tt, anche la struttura della directory è cambiata
 (ma per ora sono disponibili collegamenti per la compatiblità).

compatibilità

 sul rilascio/a. In tale aggiornamento, ha fatto una panoramica sullo
 stato 
 varie transizioni, che sono perlopiù completate, e ha informato i

sullo stato *delle* varie transazioni

 pIl team Emdebian Team ha rilasciato a
 href=http://www.linux.codehelp.co.uk/serendipity/index.php?/archives/212-Emdebian-Grip-updated.html;Emdebian
 Grip 1.0.1/a, che è una distribuzione binary compatible con
 pacchetti più piccoli

distribuzione compatibile a livello di eseguibile

 (ad esempio senza documentazione) basata su Debian Debian 5.0.6,

doppio: Debian Debian

  pensata per
 i dispositivi embedded./p

forse sarebbe meglio: sistemi integrati

Giuseppe


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Francesca Ciceri
Ciao

On Thu, Sep 09, 2010 at 10:35:22AM +0200, Giuseppe Sacco wrote:
 Ciao,
 ecco alcune piccole correzioni e un suggerimento, quello finale.

[snip] 

 
 Giuseppe

Grazie Giuseppe: correzioni effettuate e suggerimenti accolto (era proprio
infarcita di sviste! dovevo essere più stanca di quanto immaginassi ieri
sera!).
Ho fatto or ora il commit. :D
Grazie anche a coloro che hanno partecipato alla traduzione (e che magari
lurkano qui in lista).


Buona giornata a tutti,
Francesca


-- 
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Marco Solieri
Ciao a tutti,
essendo nuovo qui, comincio con qualche semplice commento.

Il giorno mercoledì 08 settembre 2010 alle 22:07 Francesca Ciceri ha scritto:
 Mancano però alcune cose su cui onestamente avevo dei dubbi: ad esempio
 non ho davvero idea di come tradurre binary compatible distribution (ho
 lasciato distribuzione binary compatible)
Non credo vada inteso come una locuzione da tradurre solo per intero quindi 
penso si possa usare distribuzione binaria compatibile, dove per binaria si 
intende compilata.

 ho tradotto il titolo di alcuni articoli citati (ma non so se è una
 operazione concettuale-intellettuale accettabile, dal momento che gli
 articoli sono in inglese).
Se non e` disponibile una traduzione, la cosa migliore potrebbe essere tenere 
il titolo tradotto segnalando che e` in lingua inglese con una notazione del 
tipo:
Introduzione all'universo (in inglese)

Nella traduzione ci sono termini ricorrenti e non tradotti, ma che hanno una 
traduzione italiana:
 changelog- registro dei cambiamenti
 developer- sviluppatore (m) o sviluppatrice (f)
 mailing list - lista di distribuzione
 maintainer   - manutentore (m) o manutentrice (f)
 master   - responsabile
Forse e` consuetudine lasciare questi termini invariati? Abbiamo una base di 
traduzione di questi termini specifici? Se e` cosi`, mi scuso, ma non sono 
riuscito a trovarla.

Sempre parlando in generale, nel documento le cifre hanno come separatore 
delle migliaia la virgola, mentre in Italia usiamo il punto.

 donne impegnate nella traduzione dei template debconf o delle
 descrizioni dei pacchetti
traduzione dei modelli debconf

 e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2


Buona giornata a tutti.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Francesca Ciceri
Ciao Marco,
e benvenuto nel team! :D


On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:
 Ciao a tutti,
 essendo nuovo qui, comincio con qualche semplice commento.
 
 Il giorno mercoledì 08 settembre 2010 alle 22:07 Francesca Ciceri ha scritto:
  Mancano però alcune cose su cui onestamente avevo dei dubbi: ad esempio
  non ho davvero idea di come tradurre binary compatible distribution (ho
  lasciato distribuzione binary compatible)
 Non credo vada inteso come una locuzione da tradurre solo per intero quindi 
 penso si possa usare distribuzione binaria compatibile, dove per binaria si 
 intende compilata.

Per il momento mi sono attenuta al suggerimento di Giuseppe (il nostro
coordinatore) ovvero distribuzione compatibile a livello di eseguibile.


  ho tradotto il titolo di alcuni articoli citati (ma non so se è una
  operazione concettuale-intellettuale accettabile, dal momento che gli
  articoli sono in inglese).
 Se non e` disponibile una traduzione, la cosa migliore potrebbe essere tenere 
 il titolo tradotto segnalando che e` in lingua inglese con una notazione del 
 tipo:
   Introduzione all'universo (in inglese)

Si pensavo anch'io di fare così: credo però che inserirò direttamente una nota
a fine paragrafo del tipo:

(Nota del Traduttore: tutti gli articoli citati sono in lingua inglese)

Mi sembra più pratico che non scrivere tra parantesi vicino ad ogni titolo che
l'articolo è in inglese! :D

 Nella traduzione ci sono termini ricorrenti e non tradotti, ma che hanno una 
 traduzione italiana:
  changelog- registro dei cambiamenti
  developer- sviluppatore (m) o sviluppatrice (f)
  mailing list - lista di distribuzione
  maintainer   - manutentore (m) o manutentrice (f)
  master   - responsabile
 Forse e` consuetudine lasciare questi termini invariati?

Ecco, questo è un argomento interessante. Ora, in generale nella
traduzione nell'ambito dei programmi e degli Howto ci si attiene a questi
documenti, che ti consiglio di leggere se non conosci:
http://tp.linux.it/buona_traduzione.html
http://tp.linux.it/glossario.html

In aggiunta a questi ci sono una serie di convenzioni acquisite col tempo, che
puoi verificare leggendo le News degli anni precedenti o, in generale, i
contenuti tradotti del sito Debian.
La regola di massima usata nell'ambito dei team di localizzazione italiana è 
1. tradurre più possibile le parole inglesi (niente inutili inglesismi)
2. evitare il più possibile la forma colloquiale così in voga nella sintassi
inglese (se ne è parlato in una serie recentissima di mail relative alla
revisione del FAQ Debian) sostituendo ad essa, dove possibile, la forma
impersonale.

Tuttavia, Debian Project News rappresenta un caso particolare: è infatti, per
sua natura, un documento con una finalità differente rispetto ai soliti che
traduciamo.
Ha cioè un tono completamente diverso: di stimolo, di informazione, mira a
coinvolgere il lettore.
Questo rende necessario qualche aggiustamento: non è un freddo programma in
esecuzione che dà delle indicazioni o chiede degli input.
Ergo, la forma impersonale può alle volte cedere il passo ad un tono più
colloquiale, sta alla sensibilità del traduttore dosare bene la cosa.

Diverso il discorso per i termini inglesi da tradurre o meno: qui ci sono
alcuni termini che teniamo invariati per consentire l'uso di acronimi (DD --
Debian Developer che viene spesso lasciato invariato, come DM -- Debian
Maintainer o DPL, DSA, ecc.). Nel numero attuale sono stata costretta a
lasciare invariato una frase intera che altro non era che la spiegazione di un
acronimo che seguiva tra parentesi: tradurla avrebbe rotto decisamente
l'armonia.

Poi c'è una mera questione di gusto: finora a tradurre DPN siamo stati io e
Giovanni Mascellani. Non so come la pensi Giovanni ma, pur essendo contraria
all'uso smodato di inglesismi superflui, sono altrettanto contraria alla
traduzione a oltranza di quegli inglesismi che sono invece entrati nella
terminologia specifica. La lingua è in continua evoluzione e in un ambito come
il nostro è bene tenerlo presente. Ergo, il termine manutentore mi va
stretto e ritengo che si possa usare maintainer tranquillamente.
Mentre non transigo su certi neologismi direttamente creati da storpiature
della lingua inglese: settare al posto di configurare per intenderci.
Ma, ripeto, è una questione di gusti.
E sono più che pronta ad uniformarmi alle decisioni della lista, dal momento
che la cosa più importante, alla fin fine è scegliere una linea editoriale e
seguirla.
Come diceva Beatrice a proposito della forma impersonale qualche giorno fa, la
coerenza nel testo - prendere una decisione circa la forma da adottare e usare
quella dall'inizio alla fine - è fondamentale.

Abbiamo una base di 
 traduzione di questi termini specifici? 

No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una lista ti
segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa pagina:

http://wiki.debian.org/L10n/Italian

in cui possiamo 

Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Francesca Ciceri
On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:
 
  e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
 e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2

No, rileggendo bene devo farti un appunto: debugging non va usato. 
Quando trovi un sostantivo inglese usato come verbo (ma che non ha
corrispondente in italiano) devi usare una locuzione: dal momento che
debuggare è assolutamente mostruoso, fare il debug è l'unica opzione.
Questo perché non puoi sostantivare debugging che in effetti è l'atto del
debug corrispondendo a un participio in inglese (-ing).
Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e la
correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello stesso
contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè contemporanee.

Altri sostantivi vengono usati come verbi in inglese: to blog va tradotto in
genere come scrivere un articolo sul blog, to post vi prego, non postare
ma ancora una volta scrivere un messaggio/articolo e via dicendo. Attenti a
to quote che non ha in inglese il significato che ha assunto nella nostra
storpiatura italiana quotare (peraltro il verbo quotare in italiano esiste
eccome, e vuol dire tutt'altro!).
Insomma, a volte tradurre è questione di equilibrismo: per questo è
divertente.

Ciao,
Francesca


-- 
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Marco Solieri
Il giorno giovedì 09 settembre 2010 alle 12:27 Francesca Ciceri ha scritto:
 Ciao Marco,
 e benvenuto nel team! :D
Grazie!

   ho tradotto il titolo di alcuni articoli citati (ma non so se è una
   operazione concettuale-intellettuale accettabile, dal momento che gli
   articoli sono in inglese).
  
  Se non e` disponibile una traduzione, la cosa migliore potrebbe essere
  tenere il titolo tradotto segnalando che e` in lingua inglese con una
  notazione del tipo:
  Introduzione all'universo (in inglese)
 
 Si pensavo anch'io di fare così: credo però che inserirò direttamente una
 nota a fine paragrafo del tipo:
 
 (Nota del Traduttore: tutti gli articoli citati sono in lingua inglese)
 
 Mi sembra più pratico che non scrivere tra parantesi vicino ad ogni titolo
 che l'articolo è in inglese! :D

Concordo pienamente.

  Nella traduzione ci sono termini ricorrenti e non tradotti, ma che hanno
  una traduzione italiana:
   changelog- registro dei cambiamenti
   developer- sviluppatore (m) o sviluppatrice (f)
   mailing list - lista di distribuzione
   maintainer   - manutentore (m) o manutentrice (f)
   master   - responsabile
  
  Forse e` consuetudine lasciare questi termini invariati?
 
 Ecco, questo è un argomento interessante. Ora, in generale nella
 traduzione nell'ambito dei programmi e degli Howto ci si attiene a questi
 documenti, che ti consiglio di leggere se non conosci:
 http://tp.linux.it/buona_traduzione.html
 http://tp.linux.it/glossario.html
 
 In aggiunta a questi ci sono una serie di convenzioni acquisite col tempo,
 che puoi verificare leggendo le News degli anni precedenti o, in
 generale, i contenuti tradotti del sito Debian.
 La regola di massima usata nell'ambito dei team di localizzazione italiana
 è 1. tradurre più possibile le parole inglesi (niente inutili inglesismi)
 2. evitare il più possibile la forma colloquiale così in voga nella
 sintassi inglese (se ne è parlato in una serie recentissima di mail
 relative alla revisione del FAQ Debian) sostituendo ad essa, dove
 possibile, la forma impersonale.
 
 Tuttavia, Debian Project News rappresenta un caso particolare: è infatti,
 per sua natura, un documento con una finalità differente rispetto ai
 soliti che traduciamo.
 Ha cioè un tono completamente diverso: di stimolo, di informazione, mira a
 coinvolgere il lettore.
 Questo rende necessario qualche aggiustamento: non è un freddo programma
 in esecuzione che dà delle indicazioni o chiede degli input.
 Ergo, la forma impersonale può alle volte cedere il passo ad un tono più
 colloquiale, sta alla sensibilità del traduttore dosare bene la cosa.

 Diverso il discorso per i termini inglesi da tradurre o meno: qui ci sono
 alcuni termini che teniamo invariati per consentire l'uso di acronimi (DD
 -- Debian Developer che viene spesso lasciato invariato, come DM --
 Debian Maintainer o DPL, DSA, ecc.). Nel numero attuale sono stata
 costretta a lasciare invariato una frase intera che altro non era che la
 spiegazione di un acronimo che seguiva tra parentesi: tradurla avrebbe
 rotto decisamente l'armonia.
 
 Poi c'è una mera questione di gusto: finora a tradurre DPN siamo stati io
 e Giovanni Mascellani. Non so come la pensi Giovanni ma, pur essendo
 contraria all'uso smodato di inglesismi superflui, sono altrettanto
 contraria alla traduzione a oltranza di quegli inglesismi che sono invece
 entrati nella terminologia specifica. La lingua è in continua evoluzione
 e in un ambito come il nostro è bene tenerlo presente. Ergo, il termine
 manutentore mi va stretto e ritengo che si possa usare maintainer
 tranquillamente. Mentre non transigo su certi neologismi direttamente
 creati da storpiature della lingua inglese: settare al posto di
 configurare per intenderci. Ma, ripeto, è una questione di gusti.
 E sono più che pronta ad uniformarmi alle decisioni della lista, dal
 momento che la cosa più importante, alla fin fine è scegliere una linea
 editoriale e seguirla.
 Come diceva Beatrice a proposito della forma impersonale qualche giorno
 fa, la coerenza nel testo - prendere una decisione circa la forma da
 adottare e usare quella dall'inizio alla fine - è fondamentale.

Conoscevo gia` qualche regola di massima per approcciare una traduzione e mi 
chiedevo se qualche posizione era stata assunta per le parole del mondo 
Debian.

Riguardo manutentore, non credo si tratti di una traduzione forzata di un 
vocabolo ormai in uso, dal momento che con una ricerca web come:
   site:debian.org manutentore
si puo` notare quanto la sua traduzione sia usata. Il fatto poi che ci siano 
acronimi inglesi non mi sembra rilevante, visto che possiamo tranquillamente 
forgiare i rispettivi italiani con le diffuse traduzioni dei termini che li 
compongono. 


 Abbiamo una base di
  traduzione di questi termini specifici?
 
 No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una
 lista ti segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa
 pagina:
 
 

Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Marco Solieri
Il giorno giovedì 09 settembre 2010 alle 13:13 Francesca Ciceri ha scritto:
 On Thu, Sep 09, 2010 at 11:19:28AM +0200, Marco Solieri wrote:
   e` stato chiamato per aiutare nell'eseguire il debug di GRUB2
  e` stato chiamato per aiutare al/alla debugging/correzione di GRUB2
 
 No, rileggendo bene devo farti un appunto: debugging non va usato.
 Quando trovi un sostantivo inglese usato come verbo (ma che non ha
 corrispondente in italiano) devi usare una locuzione: dal momento che
 debuggare è assolutamente mostruoso, fare il debug è l'unica opzione.
 Questo perché non puoi sostantivare debugging che in effetti è l'atto
 del debug corrispondendo a un participio in inglese (-ing).
Non e` detto che sia necessaria una locuzione per la resa italiana, 
specialmente quando il vocabolo inglese entra nella nostra lingua (come 
jogging). Nel nostro caso debugging non e` bellissimo ed io stesso preferisco 
correzione, pero` bisogna ammettere una certa diffusione del termine.

 Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e
 la correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello
 stesso contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè
 contemporanee.
Io penso siano necessariamente equivalenti e contemporanee, quando ci si 
riferisce ad un software, nel nostro caso GRUB2. E` forse possibile 
correggere senza togliere un baco? O forse togliere un baco senza correggere?

 [...]
 Insomma, a volte tradurre è questione di equilibrismo: per questo è
 divertente.
Vero! :-)

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Francesca Ciceri
On Thu, Sep 09, 2010 at 01:49:38PM +0200, Marco Solieri wrote:
 
 Riguardo manutentore, non credo si tratti di una traduzione forzata di un 
 vocabolo ormai in uso, dal momento che con una ricerca web come:
site:debian.org manutentore
 si puo` notare quanto la sua traduzione sia usata.

Sì. Potrei obiettare che in passato - prima che in Italia, e quindi anche
nel nostro parlato, si diffondesse Debian e la sua cultura - si traduceva il
termine per semplificare la comprensione di un universo ancora poco
conosciuto (aka: *ora* la lingua - per lo meno nel settore specifico - si è
evoluta). :P
Per questo motivo troverai numerosi riferimenti a manutentore nel sito. 
Per questo motivo proponevo di aggiornare certe consuetudini. Anche vista
l'annosa questione della confusione nell'uso del termine generico maintainer
all'interno del progetto Debian, dove tale termine viene usato per indicare le
due figure specifiche di DD e DM, che entrambe mantengono i pacchetti ma che
sono completamente diverse sotto altri aspetti. Anche per questo motivo, meglio
evitare di scendere nei particolari con la traduzione, secondo me.


Il fatto poi che ci siano 
 acronimi inglesi non mi sembra rilevante, visto che possiamo tranquillamente 
 forgiare i rispettivi italiani con le diffuse traduzioni dei termini che li 
 compongono. 

No. Questo non possiamo farlo per un motivo semplicissimo: DD e DM (Debian
Developer e Debian Maintainer), così come altri acronimi presenti nei testi
che traduciamo, non sono invenzioni dell'autore del testo ma corrispondono a
ruoli specifici ed ufficiali all'interno del progetto Debian. Questo significa
che se dall'oggi al domani decidi di forgiare i rispettivi italiani non solo
rischi di spaesare il lettore italiano che magari ha necessità di fare
riferimento poi ai gruppi internazionali o alla versione internazionale del
sito ma che dovresti anche modificare una mole immensa di contenuti e
documentazione pre-esistente per adeguare tutto il resto delle traduzioni a
questa tua scelta.
Per non parlare che - dal punto di vista concettuale - la trovo un'operazione
di scarso rigore - come dire?- deontologico: modificheresti la realtà. Tu sei
lì per condurre (significato etimologico di tradurre) il testo da una lingua 
all'altra, questo però non significa modificarlo in tutto e per tutto.

Gli acronimi e i nomi di ruoli ufficiali sono da intendersi, dove possibile,
quasi come dei nomi propri.

 
  Abbiamo una base di
   traduzione di questi termini specifici?
  
  No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una
  lista ti segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa
  pagina:
  
  http://wiki.debian.org/L10n/Italian
  
  in cui possiamo inserire il materiale utile per la traduzione, le
  indicazioni, e tutto il resto. È pensata per coordinare gli sforzi, per
  indirizzare chi si avvicina alla traduzione e per inserire documenti e
  link. Quindi sentitevi liberi di inserirvi le informazioni che pensate
  possano tornare utili. Per modificarla - o creare sottopagine - dovete
  crearvi un account sul wiki e il gioco è fatto.
 
 Una lista dei termini specifici di Debian potrebbe risultare molto utile. 
 Comincio il lavoro nei prossimi giorni.

Tieni presente che è importante che ci sia accordo *condiviso* su una tale
lista: dunque prima di considerarla definitiva magari inviala qui così ne
parliamo tutti insieme!
Complimenti per il tuo entusiasmo: la tua mi sembra una splendida iniziativa e
sicuramente sarà davvero utile a tutti.
Tra le fonti penso che potrebbe tornarti utile una ricerca negli archivi di
questa lista e, sopratutto, di quella di tp. Infatti la maggior parte delle
discussioni sulle revisioni avvengono (o avvenivano ... ultimamente mi pare un
po' smorta) lì.

Ciao,
Francesca





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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Francesca Ciceri
On Thu, Sep 09, 2010 at 01:55:47PM +0200, Marco Solieri wrote:
 Non e` detto che sia necessaria una locuzione per la resa italiana, 
 specialmente quando il vocabolo inglese entra nella nostra lingua (come 
 jogging). Nel nostro caso debugging non e` bellissimo ed io stesso preferisco 
 correzione, pero` bisogna ammettere una certa diffusione del termine.
 
  Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug e
  la correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono nello
  stesso contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti nè
  contemporanee.

 Immagino che i programmatori qui presenti potranno meglio illuminarci ma
 secondo wikipedia:

 Debugging is a methodical process of finding and reducing the number of bugs,
 or defects, in a computer program or a piece of electronic hardware, thus
 making it behave as expected

 Ora questo significa che l'attività di debug consiste nella ricerca del bug.
 Non nella sua correzione. Il debug consiste nell'esame dei log, degli output
 vari di errore, e di tutti i possibili indizi che ti possono rivelare dove si
 trova il malfunzionamento.
 Il debug non equivale a eliminare il bug. Quello è il bug fixing: ed è questa
 la correzione del bug.

In attesa di smentite da chi conosce meglio di me la programmazione,
Francesca


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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Duffy DaC
[Francesca Ciceri, giovedì 9 settembre 2010]
 In attesa di smentite da chi conosce meglio di me la
 programmazione,

Da programmatore, confermo decisamente la definizione di wikipedia.

-- 
DaC
44°59'N 7°27'E


--
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Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Marco Solieri
Il giorno giovedì 09 settembre 2010 alle 14:21 Francesca Ciceri ha scritto:
 On Thu, Sep 09, 2010 at 01:49:38PM +0200, Marco Solieri wrote:
  Riguardo manutentore, non credo si tratti di una traduzione forzata di
  un vocabolo ormai in uso, dal momento che con una ricerca web come:
 site:debian.org manutentore
  si puo` notare quanto la sua traduzione sia usata.
 
 Sì. Potrei obiettare che in passato - prima che in Italia, e quindi anche
 nel nostro parlato, si diffondesse Debian e la sua cultura - si traduceva
 il termine per semplificare la comprensione di un universo ancora poco
 conosciuto (aka: *ora* la lingua - per lo meno nel settore specifico - si
 è evoluta). :P
 Per questo motivo troverai numerosi riferimenti a manutentore nel sito.
 Per questo motivo proponevo di aggiornare certe consuetudini. Anche vista
 l'annosa questione della confusione nell'uso del termine generico
 maintainer all'interno del progetto Debian, dove tale termine viene
 usato per indicare le due figure specifiche di DD e DM, che entrambe
 mantengono i pacchetti ma che sono completamente diverse sotto altri
 aspetti. Anche per questo motivo, meglio evitare di scendere nei
 particolari con la traduzione, secondo me.
 
 Il fatto poi che ci siano
 
  acronimi inglesi non mi sembra rilevante, visto che possiamo
  tranquillamente forgiare i rispettivi italiani con le diffuse
  traduzioni dei termini che li compongono.
 
 No. Questo non possiamo farlo per un motivo semplicissimo: DD e DM (Debian
 Developer e Debian Maintainer), così come altri acronimi presenti nei
 testi che traduciamo, non sono invenzioni dell'autore del testo ma
 corrispondono a ruoli specifici ed ufficiali all'interno del progetto
 Debian. Questo significa che se dall'oggi al domani decidi di forgiare
 i rispettivi italiani non solo rischi di spaesare il lettore italiano che
 magari ha necessità di fare riferimento poi ai gruppi internazionali o
 alla versione internazionale del sito ma che dovresti anche modificare
 una mole immensa di contenuti e documentazione pre-esistente per adeguare
 tutto il resto delle traduzioni a questa tua scelta.
 Per non parlare che - dal punto di vista concettuale - la trovo
 un'operazione di scarso rigore - come dire?- deontologico: modificheresti
 la realtà. Tu sei lì per condurre (significato etimologico di tradurre)
 il testo da una lingua all'altra, questo però non significa modificarlo
 in tutto e per tutto.
 
 Gli acronimi e i nomi di ruoli ufficiali sono da intendersi, dove
 possibile, quasi come dei nomi propri.

Manutentore non e` una vecchia traduzione che e` bene dimenticare, ma e` un 
termine che nella nostra lingua ha un significato ben piu` esteso di quello 
informatico e corrisponde proprio a maintainer. Inoltre risulta essere 
usato in tutti i quasi tutti i documenti Debian italiani anche recenti, fra 
cui quelli legati alla procedura per divenire nuovo Manutentore.

La questione che sollevi, di distinguere l'appellativo ufficiale dal nome 
semplice, mi sembra un argomento a parte. Non capisco perche` si dovrebbe 
tenere invariato il termine per questo fine, che a guardarci bene non ha 
nulla a che fare con la traduzione. Penso che le maiuscole, gia` usate da 
molti documenti, assolvano il compito senza ambiguita`.

Concordo pero` sul fatto che in italiano non abbiamo gli acronimi tradotti e 
che la loro traduzione possa essere una fonte di confusione. A mio parere, 
pero`, non vale la pena evitarla se si ricade nell'uso dell'inglese che rende 
difficile la comprensione ai nuovi arrivati non anglofoni. La confusione 
sarebbe poca se, come gia` fa l'inglese, l'acronimo e` di tanto in tanto 
spiegato nei testi.

Sul piano concettuale tento di perseguire l'uso dell'italiano per la sua  
comprensibilita` dal parlante: piu` il testo e` condotto alla lingua madre, 
meglio si capira`.

   Abbiamo una base di
   
traduzione di questi termini specifici?
   
   No, a parte i due documenti citati. Ma se vuoi provare a stilarne una
   lista ti segnalo, e segnalo a tutti che abbiamo a disposizione questa
   pagina:
   
   http://wiki.debian.org/L10n/Italian
   
   in cui possiamo inserire il materiale utile per la traduzione, le
   indicazioni, e tutto il resto. È pensata per coordinare gli sforzi,
   per indirizzare chi si avvicina alla traduzione e per inserire
   documenti e link. Quindi sentitevi liberi di inserirvi le
   informazioni che pensate possano tornare utili. Per modificarla - o
   creare sottopagine - dovete crearvi un account sul wiki e il gioco è
   fatto.
  
  Una lista dei termini specifici di Debian potrebbe risultare molto
  utile. Comincio il lavoro nei prossimi giorni.
 
 Tieni presente che è importante che ci sia accordo *condiviso* su una tale
 lista: dunque prima di considerarla definitiva magari inviala qui così ne
 parliamo tutti insieme!
No, decido io le traduzioni :P
Scherzi a parte, preferite discutere in questa lista o con la discussione 
della pagina wiki?

 [...]

-- 
Marco Solieri
 

Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Marco Solieri
Il giorno giovedì 09 settembre 2010 alle 14:37 Francesca Ciceri ha scritto:
 On Thu, Sep 09, 2010 at 01:55:47PM +0200, Marco Solieri wrote:
  Non e` detto che sia necessaria una locuzione per la resa italiana,
  specialmente quando il vocabolo inglese entra nella nostra lingua (come
  jogging). Nel nostro caso debugging non e` bellissimo ed io stesso
  preferisco correzione, pero` bisogna ammettere una certa diffusione
  del termine.
  
   Non puoi neanche sostituirlo con correzione dal momento che il debug
   e la correzione sono due operazioni assai diverse: spesso avvengono
   nello stesso contesto, certo, ma non sono necessariamente equivalenti
   nè contemporanee.
 
  Immagino che i programmatori qui presenti potranno meglio illuminarci ma
  secondo wikipedia:
 
  Debugging is a methodical process of finding and reducing the number of
 bugs, or defects, in a computer program or a piece of electronic
 hardware, thus making it behave as expected
 
  Ora questo significa che l'attività di debug consiste nella ricerca del
 bug. Non nella sua correzione. Il debug consiste nell'esame dei log,
 degli output vari di errore, e di tutti i possibili indizi che ti possono
 rivelare dove si trova il malfunzionamento.
  Il debug non equivale a eliminare il bug. Quello è il bug fixing: ed è
 questa la correzione del bug.
 
 In attesa di smentite da chi conosce meglio di me la programmazione,
 Francesca

Wikipedia parla non solo della ricerca, ma anche della riduzione del 
numero dei bachi o difetti, il che avviene se e solo se avviene i bachi o 
difetti vengono eliminati. Uno dei significati di correggere e` appunto 
quello di eliminare difetti.

Faccio notare che anche io sono un informatico e un programmatore.

-- 
Marco Solieri
 aka SoujaK


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Description: This is a digitally signed message part.


Re: [revisione] DPN 11

2010-09-09 Per discussione Duffy DaC
[Marco Solieri, giovedì 9 settembre 2010]
 Wikipedia parla non solo della ricerca, ma anche della riduzione
 del numero dei bachi o difetti, il che avviene se e solo se
 avviene i bachi o difetti vengono eliminati. Uno dei significati di
 correggere e` appunto quello di eliminare difetti.

Personalmente il termine debug/debugging lo tradurrei in una forma 
che significhi:
ricerca-dei-bug-che-non-necessariamente-sfocia-nella-correzione-ma-talvolta-anche-si.
 :-)

Tenderei insomma a rendere in italiano la differenza fra debug 
e bug fixing che altrimenti rischierebbe di andare perduta.

-- 
DaC
44°59'N 7°27'E


--
Per REVOCARE l'iscrizione alla lista, inviare un email a
debian-l10n-italian-requ...@lists.debian.org con oggetto unsubscribe. Per
problemi inviare un email in INGLESE a listmas...@lists.debian.org

To UNSUBSCRIBE, email to debian-l10n-italian-requ...@lists.debian.org
with a subject of unsubscribe. Trouble? Contact listmas...@lists.debian.org
Archive: http://lists.debian.org/201009091737.44524.duffy...@gmail.com



[revisione] DPN 11

2010-09-08 Per discussione Francesca Ciceri
Ciao a tutti,
come al solito, vi allego la traduzione del nuovo numero di DPN.
È stata una traduzione un po' collettiva sul chan IRC #debianizzati,
nell'ambito dei miei esperimenti della serie
coinvolgiamo-tutti-nella-traduzione. Quindi ho fatto una prima revisione, mi
sembra accettabile ;).
Mancano però alcune cose su cui onestamente avevo dei dubbi: ad esempio non ho
davvero idea di come tradurre binary compatible distribution (ho lasciato
distribuzione binary compatible) oppure ho tradotto il titolo di alcuni
articoli citati (ma non so se è una operazione concettuale-intellettuale
accettabile, dal momento che gli articoli sono in inglese).
Insomma: ecco a voi la traduzione. 

Grazie,
Francesca


#use wml::debian::projectnews::header PUBDATE=2010-09-08 SUMMARY=Notizie dal 
progetto Debian Women, Resoconto del DPL sulla DebConf10, Il servizio backport diventa
ufficiale
#use wml::debian::acronyms
#use wml::debian::translation-check translation=1.1

!--
$Id: index.wml-template 746 2010-08-26 15:15:19Z madamezou-guest $
$Rev: 746 $
  --

!--
 Copyright (c) 2010 Alexander Reichle-Schmehl
 Copyright (c) 2010 Jeremiah C. Foster
 Copyright (c) 2010 Margarita Manterola
 Copyright (c) 2010 Giovanni Mascellani
 Copyright (c) 2010 Francesca Ciceri
 Add other people here
 All rights reserved.
 
 Redistribution and use in source and binary forms, with or without
 modification, are permitted provided that the following conditions are
 met:
 
 * Redistributions of source code must retain the above copyright
   notice, this list of conditions and the following disclaimer.
 * Redistributions in binary form must reproduce the above copyright
   notice, this list of conditions and the following disclaimer in the
   documentation and/or other materials provided with the distribution.
 
 THIS SOFTWARE IS PROVIDED BY THE COPYRIGHT HOLDERS AND CONTRIBUTORS AS
 IS AND ANY EXPRESS OR IMPLIED WARRANTIES, INCLUDING, BUT NOT LIMITED
 TO, THE IMPLIED WARRANTIES OF MERCHANTABILITY AND FITNESS FOR A
 PARTICULAR PURPOSE ARE DISCLAIMED. IN NO EVENT SHALL THE COPYRIGHT
 OWNER OR CONTRIBUTORS BE LIABLE FOR ANY DIRECT, INDIRECT, INCIDENTAL,
 SPECIAL, EXEMPLARY, OR CONSEQUENTIAL DAMAGES (INCLUDING, BUT NOT
 LIMITED TO, PROCUREMENT OF SUBSTITUTE GOODS OR SERVICES; LOSS OF USE,
 DATA, OR PROFITS; OR BUSINESS INTERRUPTION) HOWEVER CAUSED AND ON ANY
 THEORY OF LIABILITY, WHETHER IN CONTRACT, STRICT LIABILITY, OR TORT
 (INCLUDING NEGLIGENCE OR OTHERWISE) ARISING IN ANY WAY OUT OF THE USE
 OF THIS SOFTWARE, EVEN IF ADVISED OF THE POSSIBILITY OF SUCH DAMAGE.
--

a name=0/a
pBenvenuti nell'undicesimo numero di quest'anno della DPN, la newsletter
della comunità Debian. In questa edizione troviamo:
ul
  lia href=#1Il Progetto Debian piange la scomparsa di Frans Pop/a/li
  lia href=#2Notizie dal progetto Debian Women/a/li
  lia href=#3Resoconto del DPL sulla DebConf10/a/li
  lia href=#4Il servizio backport diventa ufficiale/a/li
  lia href=#5Aggiornata Debian GNU/Linux: rilasciata la versione 5.0.6/a/li
  lia href=#6Aggiornamenti sul rilascio/a/li
  lia href=#7Disponibili i changelog per testing/a/li
  lia href=#8Debian cresce ad ogni rilascio/a/li
  lia href=#9Sull'organizzazione delle conferenze Debian annuali/a/li
  lia href=#10Creata una nuova chiave per l'archivio Debian/a/li
  lia href=#11... e molto altro/a./li
/ul



a name=1/a
h2Il Progetto Debian piange la scomparsa di Frans Pop/h2

pIl Progetto Debian a
href=http://www.debian.org/News/2010/20100831;ha perso Frans Pop/a, che era
parte importante di Debian in molti ambiti: come maintainer di svariati pacchetti,
come parte del team per il supporto del port su S/390 e come membro di spicco
del team dell'installatore Debian. Era stato listmaster Debian, autore e manager
del rilascio della Guida all'installazione e delle note di rilascio, oltre a far
parte del team di traduzione olandese.
a href=http://blog.einval.com/2010/08/31#Frans_Pop;Molti/a
a href=http://lists.debian.org/0100902073125.ga17...@an3as.eu;membri/a
a href=http://lists.debian.org/20100831173440.go3...@mykerinos.kheops.frmug.org;del/aa href=http://grep.be/blog/en/life/fjp;la/a a href=http://amayita.livejournal.com/195915.html;comunità/a
a href=http://www.itp.tuwien.ac.at/~mattems/blog/2010/09/01#fjp;Debian/a
hanno già espresso la loro tristezza. Anche gli autori di Debian Project News 
desiderano farlo: Frans, ci mancherai!/p


a name=2/a
h2Notizie dal progetto Debian Women/h2

pIl a href=http://women.debian.org;progetto Debian Women/a mira a invogliare
un maggiore numero di donne a partecipare a Debian, nella pacchettizzazione, nella
segnalazione di bug, nel redigere documentazione tecnica, risolvere bug, tradurre ma 
anche come artiste e in ogni altra area che può essere utile allo sviluppo di Debian.
Si cerca di raggiungere tali obiettivi mediante tutorial su IRC, un programma di tutoraggio,
una mailing list e un canale IRC./p

pIl a href=http://women.debian.org/mentoring/;Mentoring Program/a
consente a