Re: dis-informazione su linux

2022-08-05 Per discussione valerio




Il 24/07/22 11:59, raffaele angelo di paola ha scritto:

link dell articolo?



ciao,
non sono sicuro in quanto non conosco la lingua francese, ma mi pare questo:

https://www.revue-ballast.fr/la-part-anarchiste-des-communs/

valerio



Re: dis-informazione su linux

2022-07-27 Per discussione valerio




Il 26/07/22 11:02, Davide Prina ha scritto:

valerio ha scritto:


su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
Edouard Jourdain che cita:


concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che
stava cercando di trattare.


la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po'
di rabbia):

"Linux è un sistema operativo definito "open source".


però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili.
Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU
con il Kernel Linux.
Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili
(es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi
avere dei pacchetti non disponibili su altri.
Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei
nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo
male, solo per GNU/BSD.

Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource,
anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%.
C'è software opensource che non è software libero.
Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma
è considerata software opensource[²]


un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e
proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello
che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.


come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di
software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare
come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più
orientato sui diritti di chi lo utilizza.

Il software libero offre delle libertà all'utente:
* possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso
* possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere
* possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato

Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può
garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare
anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo
ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo
me, la migliore è la AGPL.


Linux è gratis


no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis.
Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche
non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare.
In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software
libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le
connessioni erano molto lente.
La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare
vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non
erano altro che parte del sistema GNU.


I sistemi proprietari non
permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede,


in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più
facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia
vietata la modifica e ridistribuzione.
Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle
PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno
a buona parte dei sorgenti)...


Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta,


in realtà è corretto.
Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve
avere dei proprietari.
Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright
valido.
In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli
autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se
manca il primo.
La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il
copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto
di applicare la licenza scelta.
L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla
e in quel caso il software non può essere usato.

La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando
del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a
chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero.

Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è
il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona
decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il
suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0.
Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software
libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno
seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire
che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato
e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve
mantenere il copyright dell'autore originario e 

Re: dis-informazione su linux

2022-07-26 Per discussione Davide Prina
Luca Alzetta ha scritto:

> è la rincorsa 
> (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete 
> nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. 
> Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, 
> protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne 
> ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle 
> transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un 
> mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard 
> di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da 
> nascondere a nessuno.

mi sa che hai un po' di confusione.
Molti di questi standard sono realizza con approcci aperti dove tutti
possono partecipare alla "discussione".
L'uso non è riservato solo a pochi ambiti di nicchia, ma serve a garantire
sicurezza e affidabilità in qualsiasi ambito.

In passato si era sviluppato tutto per farlo funzionare e non si era
pensato che qualcuno avrebbe potuto approfittarsi e effettuare operazioni
"malevole". Purtroppo con il tempo è stato più che ampliamento dimostrato
che c'è sempre chi tende ad "approfittarsi".

L'uso di queste tecnologie di sicurezza è indispensabile a qualsiasi
livello per darti una certa garanzia di affidabilità di quello che stai
usando.

Il problema semmai è che in alcuni casi vengano usate tecnologie le cui
specifiche non sono distribuite o che il loro uso richiede un pagamento
senza poter modificare o accedere ai "sorgenti".

Il problema è, secondo me, invece un altro è quello di dichiarare l'utente
finale come inaffidabile e impedirgli di intervenire direttamente e di
poter scegliere. Di tagliarlo fuori dalla catene di trust e di trattarlo
come mero "pagatore" del servizio "a tempo" che sta acquistando.
Questo lo si può vedere lato UEFI/secure boot/... dove, da quel che
capisco, si stanno orientando sempre di più verso questa scelta.

> Perché Canonical, tanto per fare un esempio, 
> dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza 
> guadagnarci niente?

Canonical ci guadagna, visto che è una società a scopo di lucro.
Da quel che so vende assistenza e non so se anche altro.
Nel 2020 ha avuto un fatturato di 141 milioni di $ con un utile di 4.4
milioni di $[¹].

Red Hat, comprata recentemente da IBM, è stata la società che in borsa ha
avuto una crescita continua molto elevata.

Ciao
Davide

[¹] https://en.wikipedia.org/wiki/Canonical_(company)

--
La mia privacy non è affar tuo
https://noyb.eu/it



Re: dis-informazione su linux

2022-07-26 Per discussione Davide Prina
valerio ha scritto:

> su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di 
> Edouard Jourdain che cita:

concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che
stava cercando di trattare.

> la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' 
> di rabbia):
> 
> "Linux è un sistema operativo definito "open source".

però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili.
Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU
con il Kernel Linux.
Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili
(es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi
avere dei pacchetti non disponibili su altri.
Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei
nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo
male, solo per GNU/BSD.

Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource,
anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%.
C'è software opensource che non è software libero.
Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma
è considerata software opensource[²]

> un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere 
> umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e 
> proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello 
> che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.

come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di
software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare
come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più
orientato sui diritti di chi lo utilizza.

Il software libero offre delle libertà all'utente:
* possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso
* possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere
* possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato

Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può
garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare
anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo
ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo
me, la migliore è la AGPL.

> Linux è gratis

no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis.
Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche
non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare.
In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software
libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le
connessioni erano molto lente.
La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare
vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non
erano altro che parte del sistema GNU.

> I sistemi proprietari non 
> permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, 

in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più
facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia
vietata la modifica e ridistribuzione.
Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle
PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno
a buona parte dei sorgenti)...

> Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, 

in realtà è corretto.
Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve
avere dei proprietari.
Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright
valido.
In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli
autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se
manca il primo.
La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il
copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto
di applicare la licenza scelta.
L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla
e in quel caso il software non può essere usato.

La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando
del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a
chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero.

Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è
il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona
decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il
suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0.
Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software
libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno
seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire
che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato
e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve
mantenere il copyright dell'autore originario e aggiungere il proprio; 

Re: dis-informazione su linux

2022-07-25 Per discussione Luca Alzetta

Niubbo?

L'open source per me potrebbe anche essere un'ideologia, ammesso che io 
riesca a capire approfonditamente di cosa si tratta e lo giudichi 
un'ideologia. Non so se sarei disposto ad abbracciarla, ho già le mie 
fedi e mi ci trovo bene, morirò in loro compagnia ma non per questo 
rinuncio a cercare di capire.


Mandi

Il 25/07/22 14:31, rowun ha scritto:

La recrudescenza degli attacchi in rete (di cui
spesso gli utenti sono totalmente ignari) dopo
l'avvio della "Operazione Speciale" russa in
Ucraina, dimostra la necessita' di potenziare
ad ogni livello la sicurezza della rete.
Anche a favore degli utenti un po' tonti :-)
Quindi un serio sistema operativo deve essere
in grado di essere difendibile da attacchi
informatici che ormai arrivano da tutte le direzioni.

E non si tratta di una rincorsa, dato che i piu'
sensibili alla debolezza informatica e' proprio
il settore opensource, che non di rado "precede"
aziende privati (e anche militari ...), altro
che "rincorsa".

Lei, piu' che "niubbo" di Linux e open source,
e' "niubbo" di sicurezza informatica, che ci tocca
tutti. Dall'uso del home banking alla protezione
della propria identita', dalla diffusione di carte
sanitarie e digitali e alla firma digitale. Lei
piu' scegliere la prassi italica del "fidarsi"
di quello che fanno dei perfetti sconosciuti,
senza possibilita' di verifica indipendenti, oppure
accedere a software di cui sono disponibili i
sorgenti (sa cosa e' un "sorgente" ?) e che quindi
ci sia almeno la possibilita' teorica che parti
indipendenti vadano a metterci il naso per vedere
se fa cio' che viene promesso (e solo cio' che
viene promesso).

Riguardo al fatto che la crittografia e' al servizio
(NON esclusivo, lei sbaglia se lo pensa) di
transazioni finanziarie e segreti militari non significa
che e' il "male" (a parte il fatto che se avete un
conto corrente in banca e usato l'home banking, forse
la crittografia tanto male non fa, oppure, dopo
l'aggressione russa, dovreste anche non essere cosi'
contro i militari, salvo vi piaccia essere comandati
da un soldato che arriva con mitra in braccio da
altra nazione).

Lei sa che quando va dal dentista, lui ci guadagna.
Eppure, non per questo smette di andarci quando
le serve. E se un martello viene usato per fare
violenza, non di meno, resta uno strumento utile
e valido per gli usi "civili". Cerchiamo di non
farci prendere troppo il naso dalla fallaccia di
un certo tipo di propaganda che pare abbia preso
piede sui social.

Riguardo al volontariato, credo che la sua difficolta'
sia quello di concepire che la possibilita' di grandi
cambiamenti nella propria vita. In Italia c'e' questo
modello per cui uno sogna di trovare un posto di
lavoro fisso ideale da subito e poi tenerselo fino a
pensionamento. Ergo, con questa logica, chi fa
volontariato dovrebbe farlo per tutta la vita. O niente.
In realta', uno fa volontariato per alcuni anni, dando
molto alla comunita', poi l'interessa o la voglia scema,
e magari si fa assumere proprio nell'ambito posto fisso
sognato dall'italiano medio.

E' cosi' che l'open source funziona (sul lato dei
volontari), c'e' un continuo ricambio. Tra l'altro
il volontariato non e' pura rinuncia, perche' le
competenze acquisite e verificate da aziende blasonate
portano anche all'ambito posto di lavoro fisso.
E appena uno e' "stanco" di regalare, deve solo
firmare e' rientra nel binario convenzionale di chi
lavoro per uno stipendio fisso.

Ma le aziende che interesse avrebbero per finanziare
l'open source ? Si da' il caso che l'open source non
rincorre, bensi precede, e chi e' tagliato fuori dallo
sviluppo, non puo' influenzarlo (in direzioni a lui
favorevoli) ne essere pronto a produrre software in
grado di interagire in modo ottimale con l'open source,
dando spazio ai concorrenti. Non si dice:
"Se non puoi combatterli, unisciti ?".
Alcune aziende hanno tentato di sopprimere l'idea
dell'open source. E hanno fallito. Cosa resta loro
se non "unirsi" ?

Un ultima cosa: "open source" per alcuni e' una
ideologia (lei ?) ma in realta' e' solo un approccio
per produrre software migliore perche' verificabile.


On 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta wrote:
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che 
trovo strano dell'open source e non completamente innocente, è la 
rincorsa (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza 
della rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi 
quindici anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di 
cifratura, protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate 
e chi più ne ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi 
esclusivo delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo 
strano che un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a 
questi standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non 
abbia niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per 
fare un esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo 
sistema operativo 

Re: dis-informazione su linux

2022-07-25 Per discussione rowun

La recrudescenza degli attacchi in rete (di cui
spesso gli utenti sono totalmente ignari) dopo
l'avvio della "Operazione Speciale" russa in
Ucraina, dimostra la necessita' di potenziare
ad ogni livello la sicurezza della rete.
Anche a favore degli utenti un po' tonti :-)
Quindi un serio sistema operativo deve essere
in grado di essere difendibile da attacchi
informatici che ormai arrivano da tutte le direzioni.

E non si tratta di una rincorsa, dato che i piu'
sensibili alla debolezza informatica e' proprio
il settore opensource, che non di rado "precede"
aziende privati (e anche militari ...), altro
che "rincorsa".

Lei, piu' che "niubbo" di Linux e open source,
e' "niubbo" di sicurezza informatica, che ci tocca
tutti. Dall'uso del home banking alla protezione
della propria identita', dalla diffusione di carte
sanitarie e digitali e alla firma digitale. Lei
piu' scegliere la prassi italica del "fidarsi"
di quello che fanno dei perfetti sconosciuti,
senza possibilita' di verifica indipendenti, oppure
accedere a software di cui sono disponibili i
sorgenti (sa cosa e' un "sorgente" ?) e che quindi
ci sia almeno la possibilita' teorica che parti
indipendenti vadano a metterci il naso per vedere
se fa cio' che viene promesso (e solo cio' che
viene promesso).

Riguardo al fatto che la crittografia e' al servizio
(NON esclusivo, lei sbaglia se lo pensa) di
transazioni finanziarie e segreti militari non significa
che e' il "male" (a parte il fatto che se avete un
conto corrente in banca e usato l'home banking, forse
la crittografia tanto male non fa, oppure, dopo
l'aggressione russa, dovreste anche non essere cosi'
contro i militari, salvo vi piaccia essere comandati
da un soldato che arriva con mitra in braccio da
altra nazione).

Lei sa che quando va dal dentista, lui ci guadagna.
Eppure, non per questo smette di andarci quando
le serve. E se un martello viene usato per fare
violenza, non di meno, resta uno strumento utile
e valido per gli usi "civili". Cerchiamo di non
farci prendere troppo il naso dalla fallaccia di
un certo tipo di propaganda che pare abbia preso
piede sui social.

Riguardo al volontariato, credo che la sua difficolta'
sia quello di concepire che la possibilita' di grandi
cambiamenti nella propria vita. In Italia c'e' questo
modello per cui uno sogna di trovare un posto di
lavoro fisso ideale da subito e poi tenerselo fino a
pensionamento. Ergo, con questa logica, chi fa
volontariato dovrebbe farlo per tutta la vita. O niente.
In realta', uno fa volontariato per alcuni anni, dando
molto alla comunita', poi l'interessa o la voglia scema,
e magari si fa assumere proprio nell'ambito posto fisso
sognato dall'italiano medio.

E' cosi' che l'open source funziona (sul lato dei
volontari), c'e' un continuo ricambio. Tra l'altro
il volontariato non e' pura rinuncia, perche' le
competenze acquisite e verificate da aziende blasonate
portano anche all'ambito posto di lavoro fisso.
E appena uno e' "stanco" di regalare, deve solo
firmare e' rientra nel binario convenzionale di chi
lavoro per uno stipendio fisso.

Ma le aziende che interesse avrebbero per finanziare
l'open source ? Si da' il caso che l'open source non
rincorre, bensi precede, e chi e' tagliato fuori dallo
sviluppo, non puo' influenzarlo (in direzioni a lui
favorevoli) ne essere pronto a produrre software in
grado di interagire in modo ottimale con l'open source,
dando spazio ai concorrenti. Non si dice:
"Se non puoi combatterli, unisciti ?".
Alcune aziende hanno tentato di sopprimere l'idea
dell'open source. E hanno fallito. Cosa resta loro
se non "unirsi" ?

Un ultima cosa: "open source" per alcuni e' una
ideologia (lei ?) ma in realta' e' solo un approccio
per produrre software migliore perche' verificabile.


On 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta wrote:
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo 
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa 
(dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della 
rete nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici 
anni. Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, 
protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne 
ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo 
delle transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che 
un mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi 
standard di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia 
niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un 
esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema 
operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che 
lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo 
di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato 
di tante competenze da essere in grado di sviluppare un CAD come 
FreeCAD e può renderlo disponibile gratuitamente a tutto il pianeta? 
Vi ripeto, sono ignorante 

Re: dis-informazione su linux

2022-07-25 Per discussione Diego Zuccato

Il 24/07/2022 16:19, Luca Alzetta ha scritto:

In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe essere 
disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare uno solo (o 
pochi), non vi pare?
Per come la vedo io, i progetti che rendo pubblici hanno *comunque* dei 
ritorni:
1) permettono di farsi conoscere -- magari qualche azienda poi 
commissiona lavori di personalizzazione o realizzazione di SW simile 
(nel mio caso non mi interessa, ma per molti è il ritorno principale) o 
trova più conveniente pagare me per fare manutenzione piuttosto che 
dedicare del suo personale
2) quello che realizzo è perché mi serve (non esiste o quel che esiste 
già non mi soddisfa), quindi visto che l'ho realizzato per me perché non 
condividerlo?
3) altri utenti, oltre a beneficiare di quel che ho realizzato 
potrebbero contribuire con idee, funzionalità, critiche (sperabilmente 
costruttive) e quant'altro, migliorando quanto ho realizzato


--
Diego Zuccato
DIFA - Dip. di Fisica e Astronomia
Servizi Informatici
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
V.le Berti-Pichat 6/2 - 40127 Bologna - Italy
tel.: +39 051 20 95786



Re: dis-informazione su linux

2022-07-25 Per discussione Paolo Miotto

Il 24/07/22 17:37, Luca Alzetta ha scritto:
Ok, a soldoni è abbastanza chiaro ma quanto ci sta costando tutto 
questo dal punto di vista sociale, non l'open source intendo dire, 
veramente vale la pena gestire una complessità del genere per 
proteggere i messaggini e le foto di qualche adolescente innamorato? 
Che percentuale del traffico occupano le stupidaggini senza alcun 
valore che girano sulla rete? Quanto consumiamo e quanti sforzi 
facciamo per trattarle con gli stessi standard con cui trattiamo la 
privacy di una cartella clinica?



Quando aggiorni la tua macchine debian vorresti essere certo che i 
pacchetti che scarichi siano quelli preparati dal DM e non quelli 
modificati dall'hacker di turno, a cui non interessa niente delle foto 
degli adolescenti o della prostata, ma che desidera ardentemente 
crittografarti il disco e poi ricattarti o mascherarsi dietro il tuo ip 
per sparare attacchi DDOS o spam, comunque fare quello che la fantasia 
gli suggerisce.



Ecco, forse in questo caso avere pacchetti firmati e connessioni cifrate 
aiuta... tutto il resto viene di conseguenza



--

Mandi.

Paolo



Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Leonardo Boselli

On Sun, 24 Jul 2022, Luca Alzetta wrote:

Ok, a soldoni è abbastanza chiaro ma quanto ci sta costando tutto 
questo dal punto di vista sociale, non l'open source intendo dire, 
veramente vale la pena gestire una complessità del genere per 
proteggere i messaggini e le foto di qualche adolescente innamorato? 
Che percentuale del traffico occupano le stupidaggini senza alcun 
valore che girano sulla rete? Quanto consumiamo e quanti sforzi 
facciamo per trattarle con gli stessi standard con cui trattiamo la 
privacy di una cartella clinica?


Ti do la rispostaclassica: considerare TUTTO il trsffico come sensibile 
protegge quello che sensibile è davvero, perché se solo quello sensibile 
fosse criptato basterebbe captare quello e deodificare poche chiavi, cosa 
che a foza bruta può essere tentata.
Ma se ogni messaggio compreso quello che è stato inviato per errore è 
protetto l'eventuale terza parte dovrebbe tenatre di decodificare un 
numero enorme di chiavi, sperando che presto o tardi arrivi un messggio 
buono, assolutamante impossibile.
Sarebbe come se chi non ha roba di valore in casa che può essere rubata 
non mettesse una serratura alla porta, e chi ha cose di valore la
mettesse tosta. Guardando la porta il ladro saprebbe subito dove vale 
la pena di entrare.




--
Leonardo Boselli
Firenze, Toscana, Europa

Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Felipe Salvador
On Sun, Jul 24, 2022 at 11:15:46AM +0200, valerio wrote:
> buongiorno a tutti,
> su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di
> Edouard Jourdain che cita:
> 
> 
> come testimonia l'esperienza di Linux
> - sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i
> principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
> di imprese capitaliste."

Questa affermazione non ha senso, il concetto di proprietà così come
la intende non si può applicare al software libero, ne tanto meno
all'opensource fintanto che il libero accesso, il pubblico dominio di questi
sono tutelati dalla licenza (GPL).


> Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
> dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con
> l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
> cosa sia l'opensource.
> 
> qualcuno ha dei commenti da fare?
> 
> valerio

-- 

Felipe Salvador



Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Luca Alzetta
Ok, a soldoni è abbastanza chiaro ma quanto ci sta costando tutto questo 
dal punto di vista sociale, non l'open source intendo dire, veramente 
vale la pena gestire una complessità del genere per proteggere i 
messaggini e le foto di qualche adolescente innamorato? Che percentuale 
del traffico occupano le stupidaggini senza alcun valore che girano 
sulla rete? Quanto consumiamo e quanti sforzi facciamo per trattarle con 
gli stessi standard con cui trattiamo la privacy di una cartella clinica?


Il 24/07/22 17:31, valerio ha scritto:



Il 24/07/22 17:18, Luca Alzetta ha scritto:

Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa 
(dal

mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella
modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di
spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, 
sono
tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni 
finanziarie


ciao,
provo a risponderti in modo sintetico, poi ti conviene cercare 
informazioni più precise in rete.


la differenza fra un office che risponde alle caratteristiche di un 
opensource (e quindi è libero e trasparente) ed un office proprietario 
è proprio lì, la seconda non è trasparente...


per quanto riguarda la sicurezza, non riguarda solo la parte 
finanziaria. normalmente quando un hacker porta avanti un attacco, non 
lo fa dal proprio pc, ma prende possesso di una serie di pc (non 
protetti) e con quelli porta avanti gli attacchi...


valerio





Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione valerio




Il 24/07/22 17:18, Luca Alzetta ha scritto:

Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal
mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella
modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di
spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono
tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie


ciao,
provo a risponderti in modo sintetico, poi ti conviene cercare 
informazioni più precise in rete.


la differenza fra un office che risponde alle caratteristiche di un 
opensource (e quindi è libero e trasparente) ed un office proprietario è 
proprio lì, la seconda non è trasparente...


per quanto riguarda la sicurezza, non riguarda solo la parte 
finanziaria. normalmente quando un hacker porta avanti un attacco, non 
lo fa dal proprio pc, ma prende possesso di una serie di pc (non 
protetti) e con quelli porta avanti gli attacchi...


valerio



Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Luca Alzetta
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal
mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella
modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di
spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono
tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie
o dei segreti militari, trovo strano che un mondo di volontari spenda tante
energie per adeguarsi a questi standard di cui non dovrebbe fregar niente a
nessuno che non abbia niente da nascondere a nessuno. Perché Canonical,
tanto per fare un esempio, dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo
sistema operativo senza guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari
che lavorano gratis a realizzare una suite come openOffice che, a mio modo
di vedere non ha niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato di
tante competenze da essere in grado di sviluppare un CAD come FreeCAD Vi
ripeto, sono ignorante come una capra in materia ma cerco di capirci
qualcosa.
Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:



Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:

Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici dell'open
source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente parlando sono una
capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è
l'informatizzazione di massa.


l'articolo non è on-line...

la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' di
rabbia):

"Linux è un sistema operativo definito "open source".
un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e
proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che
il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare
nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente
cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna
modifica né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili anche in
linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che
succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o laptop).
Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta,
nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso che
non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra
proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities appunto
che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a
correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro
capacità contribuiscono a migliorarlo.

...

valerio


Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard
Jourdain che cita:


"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli utilizzatori
la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata
all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle sfide di queste
piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello in un ambiente
economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo
nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software
libero - ormai diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con
l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di cosa
sia l'opensource.

qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio


Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Luca Alzetta
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa (dal
mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete nella
modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. Tento di
spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, protocolli https,
firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne ha più ne metta, sono
tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle transazioni finanziarie
Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:



Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:

Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici dell'open
source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente parlando sono una
capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, quello che detesto è
l'informatizzazione di massa.


l'articolo non è on-line...

la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' di
rabbia):

"Linux è un sistema operativo definito "open source".
un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere
umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e
proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello che
il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi pagare
nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi completamente
cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non permettono alcuna
modifica né alcuna comprensione di quello che succede, molti hanno dei
comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio accessibili anche in
linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, cambiare quello che
succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o laptop).
Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta,
nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso che
non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra
proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities appunto
che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e provvedono a
correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro
capacità contribuiscono a migliorarlo.

...

valerio


Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard
Jourdain che cita:


"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli utilizzatori
la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea improntata
all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle sfide di queste
piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello in un ambiente
economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - sistema operativo
nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i principi del software
libero - ormai diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."

Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con
l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di cosa
sia l'opensource.

qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio


Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione valerio




Il 24/07/22 15:32, Lorenzo Breda ha scritto:

Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio <
bardo_ml_deb...@fastwebnet.it> ha scritto:



qualcuno ha dei commenti da fare?



Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di
questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e
Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in qualche
modo influenzandolo.


ciao,
il punto è che non passa come critica (che accetterei) ma come falsa 
informazione: non mi sembra che linux nasca come dice l'articolo, e al 
di là delle collaborazioni (magari forzanti) si parla di proprietà...




È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto
sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere
"amatoriale" e le grandi aziende private non debbano contribuire (anche
perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci qualche
sviluppatore su). Inoltre ci sono software storici, come CUPS, per i quali
trovo che gli effetti della collaborazione privata di vecchia data siano
stati molto buoni.

È allo stesso tempo però una critica assai lecita, sotto diversi punti di
vista: il fatto che il kernel contenga un sacco di roba funzionale ad
Android e poco altro è ben lontano dall'essere falso.



valerio



Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Luca Alzetta
Ok, questi concetti in qualche modo li ho assimilati, quello che trovo 
strano dell'open source e non completamente innocente, è la rincorsa 
(dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete 
nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. 
Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, 
protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne 
ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle 
transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un 
mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard 
di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da 
nascondere a nessuno. Perché Canonical, tanto per fare un esempio, 
dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza 
guadagnarci niente? Perché ci sono dei volontari che lavorano gratis a 
realizzare una suite come openOffice che, a mio modo di vedere non ha 
niente da invidiare a Microsoft Office? Chi è dotato di tante competenze 
da essere in grado di sviluppare un CAD come FreeCAD e può renderlo 
disponibile gratuitamente a tutto il pianeta? Vi ripeto, sono ignorante 
come una capra in materia ma cerco di capirci qualcosa.


In fondo è come scrivere un libro, daccordo la cultura dovrebbe essere 
disponibile gratuitamente a tutti ma non la può mica pagare uno solo (o 
pochi), non vi pare?


Il 24/07/22 12:57, valerio ha scritto:



Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici 
dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente 
parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà 
simpatico, quello che detesto è l'informatizzazione di massa.


l'articolo non è on-line...

la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' 
di rabbia):


"Linux è un sistema operativo definito "open source".
un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono 
all'essere umano di interagire con una macchina, la differenza fra 
opensource e proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di 
vedere quello che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è 
gratis, non devi pagare nessun diritto a nessuno per poterlo 
utilizzare puoi completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi 
proprietari non permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di 
quello che succede, molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come 
porte di servizio accessibili anche in linea, attraverso cui i 
proprietari possono vedere, cambiare quello che succede sulla tua 
macchina (smartphone, desktop o laptop).
Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non 
risulta, nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema 
operativo. Penso che non sappia cosa sia un sistema operativo 
opensource, che a me sembra proprio un buon esempio di bene comune. 
Esistono delle Communities appunto che si occupano di gestire i 
possibili difetti del sistema e provvedono a correggerli. Gli 
utilizzatori solitamente e compatibilmente alla loro capacità 
contribuiscono a migliorarlo.


...

valerio



Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di 
Edouard Jourdain che cita:



"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli 
utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una 
linea improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. 
Una delle sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale 
tipo di modello in un ambiente economico ostile, come testimonia 
l'esperienza di Linux - sistema operativo nato dall'incontro del 
modo di operare Hacker e i principi del software libero - ormai 
diventato per il 90% di proprietà di imprese capitaliste."


Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi 
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo 
con l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa 
niente di cosa sia l'opensource.


qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio









Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Lorenzo Breda
Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio <
bardo_ml_deb...@fastwebnet.it> ha scritto:

>
> qualcuno ha dei commenti da fare?
>
>
Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di
questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e
Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in qualche
modo influenzandolo.

È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto
sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere
"amatoriale" e le grandi aziende private non debbano contribuire (anche
perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci qualche
sviluppatore su). Inoltre ci sono software storici, come CUPS, per i quali
trovo che gli effetti della collaborazione privata di vecchia data siano
stati molto buoni.

È allo stesso tempo però una critica assai lecita, sotto diversi punti di
vista: il fatto che il kernel contenga un sacco di roba funzionale ad
Android e poco altro è ben lontano dall'essere falso.

-- 
Lorenzo Breda


Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione valerio




Il 24/07/22 12:05, Luca Alzetta ha scritto:
Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici 
dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente 
parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, 
quello che detesto è l'informatizzazione di massa.


l'articolo non è on-line...

la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' 
di rabbia):


"Linux è un sistema operativo definito "open source".
un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere 
umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e 
proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello 
che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. Linux è gratis, non devi 
pagare nessun diritto a nessuno per poterlo utilizzare puoi 
completamente cambiarlo a tuo piacimento. I sistemi proprietari non 
permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, 
molti hanno dei comandi nascosti (backdoors) come porte di servizio 
accessibili anche in linea, attraverso cui i proprietari possono vedere, 
cambiare quello che succede sulla tua macchina (smartphone, desktop o 
laptop).
Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, 
nessuno deve pagare dei diritti per usare il sistema operativo. Penso 
che non sappia cosa sia un sistema operativo opensource, che a me sembra 
proprio un buon esempio di bene comune. Esistono delle Communities 
appunto che si occupano di gestire i possibili difetti del sistema e 
provvedono a correggerli. Gli utilizzatori solitamente e compatibilmente 
alla loro capacità contribuiscono a migliorarlo.


...

valerio



Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di 
Edouard Jourdain che cita:



"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli 
utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea 
improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle 
sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello 
in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux 
- sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i 
principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà 
di imprese capitaliste."


Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi 
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con 
l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di 
cosa sia l'opensource.


qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio







Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione Luca Alzetta
Salve, potresti inviarci la tua risposta, i dettagli filosofici 
dell'open source non mi sono mai stati chiari e tecnologicamente 
parlando sono una capra. Però a pelle il mondo LINUX mi stà simpatico, 
quello che detesto è l'informatizzazione di massa.


Il 24/07/22 11:15, valerio ha scritto:

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di 
Edouard Jourdain che cita:



"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli 
utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea 
improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle 
sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello 
in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux 
- sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i 
principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà 
di imprese capitaliste."


Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi 
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con 
l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di 
cosa sia l'opensource.


qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio





Re: dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione raffaele angelo di paola
link dell articolo?

On Sun, Jul 24, 2022 at 11:21 AM valerio 
wrote:

> buongiorno a tutti,
> su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard
> Jourdain che cita:
>
>
> "Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli
> utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea
> improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle
> sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello
> in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux -
> sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i
> principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà
> di imprese capitaliste."
>
> Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi
> dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con
> l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di
> cosa sia l'opensource.
>
> qualcuno ha dei commenti da fare?
>
> valerio
>
>


dis-informazione su linux

2022-07-24 Per discussione valerio

buongiorno a tutti,
su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di Edouard 
Jourdain che cita:



"Il cooperativismo di piattaforma mira così a restituire agli 
utilizzatori la gestione di quest'ultima e lo fa attraverso una linea 
improntata all'autogestione cara alla tradizione libertaria. Una delle 
sfide di queste piattaforme è quella di mantenere tale tipo di modello 
in un ambiente economico ostile, come testimonia l'esperienza di Linux - 
sistema operativo nato dall'incontro del modo di operare Hacker e i 
principi del software libero - ormai diventato per il 90% di proprietà 
di imprese capitaliste."


Ho scritto ad uno dei responsabili della rivista una sintesi 
dell'opensource e le differenze con i sistemi proprietari, finendo con 
l'affermare che l'autore dell'articolo, secondo me, non sa niente di 
cosa sia l'opensource.


qualcuno ha dei commenti da fare?

valerio