Ciao Zapa,
Trovo il tuo intervento molto suggestivo, tuttavia come in gran parte del
pensiero delle moltitudini rilevo difetti di contestualizzazione storica e
di prospettiva strategica. Che sono imensioni ineludibili di ogni progetto
di trasformazione da quando siamo entrati nell'età della
Mi lascio scappare un'impressione che mi tengo dentro da tempo: la recezione
italiana di Deleuze e Foucault in materia di categorie politiche dalla metà
degli anni '90 -da quando l'estetica, il cui uso intensivo è stato determinato
dall'esplosione dei temi legati ai new media, ha preso
[1]
Se il potere costituente e' un fattore omeostatico, allora tutte le
istituzioni sociali dovrebbere apparire in quanto contro-reazione a
dinamiche sociali che tendono ad allontanare la societa' dallo stato di
equilibrio, ammettendo che esso esista. Quindi sono in un certo senso
sempre
Mc, ti rispondo dicendoti: Levellers. E un sì: oggi c'è bisogno di
regolazione omeostatica eccome (vedi mio synopticon). Voglio proprio
sentire la tua teoria delle società contemporanee, perché per me stai
dicendo cose senza prospettiva alcuna.
At 14.47 27/08/03 +0200, you wrote:
Certo che
On Wed, 2003-08-27 at 14:47, mcsilvan wrote:
storia). Ora pensare che i movimenti -che sfuggono e confliggono per
definizione all'omeostasi e ai processi sociali di regolazione- siano
anche potere costituente è -a mio avviso- non aver chiaro come
funzionano le nostre società.
Non capisco.
caro uncerto,
un analisi di un movimento e' l'analisi della sua composizione sociale e delle sue cause. Chi ci sta dentro e perche'.Un movimento nasce su questioni specifiche, la riforma dell'universita' come la pantera o la guerra come il 15F. Si organizza e si espande. In questo processo si
ma si, facciamoci pure un panino al prosciutto e du' spaghetti al sugo.
Sugo ricco mi ci ficco.
I movimenti possono essere progressivi o regressivi. Essi vincono sempre, semplicemente perche spostano i riferimenti e pro-ducono nuova identita'. I movimenti cosi come le rivoluzioni sono linee
E le indentità costruite sulla sconfitta, come quelle dei
serbi sulla battaglia del Kosovo del 1389, hanno la necessità di
nutrirsi di continue immissioni di mitologie per stare a galla. Il che
può andar bene per alimentare la schiera dei creduloni un pò meno per
un pensiero politico
Questa è
Il Wed, 27 Aug 2003 10:44:07 +0200
Alex Foti [EMAIL PROTECTED] ha scritto:
Be' fintanto che la menate con 'sta favola del comunismo come
strategia politica... Per il resto, sono per la libertà di religione.
Mi dispiacerebbe che il comunismo si estinguesse, così come il
buddismo tibetano,
Certo che abbiamo perso, ma non
siamo ancora stati sconfitti. Oppure stai dicendo che ti dai per vinto
ti sto dicendo che sono poco convinto del potere costituente dei
movimenti. Più ci penso e più credo proprio che si tratti di una
contraddizione in termini: il potere
costituente appartiene
Non ci crederete, ma è da due mesi che 'sta roba dell'identità europea
mi tormenta.
-personalmente mi sento tormentato dal non sapere in quale serie B
giocheremo a pochi giorni dall'inizio ufficiale del campionato ..poi
spero che acquistiamo un centrale dal Brescia e che riapra un pasticcere
che
Giulio, grazie delle precisazioni. Ed è giusto dire che il counterbalancing
ha a che fare prima facie con la politica degli stati che non con il potere
delle identità. Lo dico anch'io che il progetto europeo è finora stato
top-down. Ma Vittorio ha ben mostrato che non tutto di esso è da gettare
Si pero' devo dire che non capisco perche' il movimento, per lo meno da quel che vedo su rekombinant, non si occupi di questi temi.Ci si confronta con i massimi sistemi, le grandi prospettive e ci si dimentica cio' che si ha in casa.Ho sentito parlare da piu' parti dell'Europa comunitaria come di
tu esprimi un'identità resistenziale grande come una casa: l'identità
comunista, oggi ridotta alla costante critica di ogni possibilità presente,
avendo perso ogni ipotesi credibile di futuro.
Pertanto io sono profondamente in disaccordo con l' affermazione che
unidentita non controbilancia
]
Reply-To: [EMAIL PROTECTED]
To: [EMAIL PROTECTED]
Subject: Re: [RK] Europa minore: non disdegnamo Habermas-Derrida-Rorty
Date: Thu, 21 Aug 2003 20:52:18 +0200
mi rifacevo al patto che trovate qui
http://www.grrg.it/xgrrg/articolo.php?Id=102
e che piace a Gran Bretagna e Spagna
ciao
tu esprimi un'identità resistenziale grande come una casa: l'identità
comunista, oggi ridotta alla costante critica di ogni possibilità
presente, avendo perso ogni ipotesi credibile di futuro. Io credo che il
movimento non avrà mai la possibilità di incidere sullo stato delle cose
presente se non
Sara che mi sono rovinato il cervello passando anni della mia vita sulla logica di Hegel, ma per me identita e una categoria che appartiene alla sfera della riflessione e non dellessere, una determinazione che assume e risolve in se la differenza, meglio il differire. Lidentita culturale
domanda: di quale Europa state parlando?
Quella di Francia e Germania che vogliono rivedere il patto di stabilità
europeo?
Quella che le ha viste entrambe festeggiare il patto firmato da Adenhauer e
De Gaulle e che piace anche a Francia e Spagna?
Quella della Francia che abbraccia (lei)
mi rifacevo al patto che trovate qui
http://www.grrg.it/xgrrg/articolo.php?Id=102
e che piace a Gran Bretagna e Spagna
ciao
___
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