Il giorno 10/apr/2011, alle ore 23.03, G. Allegri ha scritto:

> 
> Ciao Vito,
> 
> il tuo rilancio e' molto interessante.
> 
> Infatti un esperto che non ho mai saputo รจ che nella rappresentazione 
> geologica contasse anche le dimensioni dei pennini.
> Credevo che fossero piu' rivolte all'impiego dei colori e del simbolismo 
> grafico.
> 
> Da noi, invece, prevale il punto di vista cartografico ovviamente.
> E come ti potrebbe dire qualche mio collega la cartografia ha impiegato 
> secoli per stabilire la grafia.
> Ora come ora la cartografia nella rappresentazione digitale fa' un grande uso 
> di forme e spessori e non usa mai i colori.

? Non ho capito bene questo discorso. In quale cartografia non si usano MAI i 
colori? Nelle cartografie topografiche bianco/nero, forse. Ma queste sono solo 
UN tipo di cartografie. Direi che il 90% delle cartografie, sia topografiche 
che tematiche, fanno larghissimo uso del colore e necessitano quindi di 
attenzione alla vestizione, non tanto (o non solo) per l'aspetto estetico ma 
per l'aspetto informativo e comunicativo.
Vedi esempi CARG postati da F. Marucci e elaborati in B/N da A. Furieri con 
risultati erronei e con perdita di informazione.

> 
> Tornando all'argomento.
> Nella cartografia della CTR vengono definiti simboli tratteggi e spessori. 
> Tutta roba espressa in mm.

> E qui arriva uno dei problemi tipici della rappresentazione cartografica al 
> computer.
> Come fare a riprodurre rispettando tali regole ?

[cut] 
Le considerazioni che fai sono giuste e interessanti, e sono intrinsecamente 
collegate al concetto di SCALA e al concetto di VALIDITA' del dato. 
Lavorando con i GIS da un punto di vista prettamente informatico e rimanendo su 
supporto informatico, si ha talora la tendenza a perdere di vista il fatto che 
la SCALA di acquisizione, quantizzazione, visualizzazione, riproduzione... non 
e' un concetto aleatorio o ininfluente, ma e' anzi basilare a dare significato 
e validazione ai dati che si inseriscono nel GIS. Il dimensionamento dei 
simboli grafici ad una scala di riferimento per la quale quella determinata 
mappa e' valida ha lo stesso identico significato, e quindi importanza, della 
cura che si pone nella vettorializzazione, ovvero nella quantizzazione dei 
dati. Quando Furieri dice "preoccupatevi di acquisire bene i dati, e tutto il 
resto verra' da solo" dice una cosa giusta, ma e' un concetto molto teorico, 
perche' cosa significa "acquisire BENE i dati"? 
L'unico modo per acquisire BENE i dati sarebbe di acquisirli in scala 1:1, in 
continuo, e poi andare giu' di thinning per scale successivamente piu' ridotte. 
Ma poiche' ovviamente cio' non e' possibile, e si devono fare sempre delle 
approssimazioni, si deve tener conto fin dall'inizio della precisione di cui 
necessiteremo. Questo si riverbera nella scala di acquisizione e 
successivamente di rappresentazione, o, al contrario, e' la scala di 
rappresentazione richiesta (per motivi funzionali, ad esempio, si sceglie di 
lavorare al 10.000 piuttosto che al 5.000 piuttosto che al 25.000, in geologia, 
per determinati scopi o approcci diversi) che determinera' la scala di 
acquisizione del dato e quindi la validita' dello stesso.

Ragionare solo di spessori in pixel e' sicuramente molto limitante e 
fuorviante, e deriva da un approccio al GIS che ha bypassato la cartografia 
intesa come output di fruizione del dato cosi' come puo' essere una query del 
db, considerandola invece solo come un elemento del tutto ornamentale e non 
intrinseco al GIS stesso.

> Mi pare invece di capire dal tuo intervento che GeoServer come capacita' 
> grafica e' inferiore a entrambi.
> 
> Cosa centra tutto questo con la dipendenza dal software proprietario ?
> 
> Centra nella misura in cui per riprodurre una tale grafia si deve abbandonare 
> il GIS propriamente detto e rivolgersi al mondo CAD.

Non voglio fare il pedante, ma il GIS "propriamente detto" INCLUDE la 
vestizione cartografica e l'output. Ribadisco quanto ho gia' avuto modo di 
dire: molti (di estrazione prettamente informatica, mi viene da agiungere... ma 
non e' obbligatorio) pensando che il GIS propriamente detto si occupi solo dei 
dati e della loro gestione informatica, intesa come database e topologia, ma se 
si prescinde dalla RAPPRESENTAZIONE con tutto cio' che questo comporta ci si 
accorge a un certo punto che ci si e' scordati un pezzo per strada... 
Comunque le tue considerazioni sono molto interessanti: sono di fatto una presa 
di coscienza di un aspetto non preso in considerazione prima.

> 
> Fino ad ora pensavo che questa esigenza di graficismo spinto fosse una 
> esigenza specifica dei cartografi.
> Quindi una nicchia di persone .

Ehm. Non so perche' i cartografi devono essere considerati una nicchia di 
persone..... :) 
Allo stesso modo potrei definire i tecnici GIS.
Un geologo E' anche un cartografo (di cartografia geologica), come puo' essere 
un informatico GIS e altro. Non e' che i cartografi sono solo quelli che 
mettono tutte le barbette alle linee di scarpata :)

> Invece mi pare di capire dal tuo e da interventi precedenti che anche i 
> geologi hanno questa esigenza di riprodurre carte con segni e regole di 
> tracciatura molto rigorose,
> dove li spessori e le regole di tratteggio imperano e la fanno da padrona.
Si, vero, noi geologi per la natura della nostra disciplina iniziamo a fare 
carte il primo anno, con pastelli, gomme pane, chine eccetera. Ci e' proprio 
richiesto negli esami. Ma allo stesso modo potrei citare gli architetti, gli 
urbanisti, i forestali.... 

> 
> Questo mi spinge a pensare che come i cartografi, anche i geologi per 
> riprodurre una carta corretta secondo certe regole grafiche,
> dovrebbero fare ricorso a mezzi CAD. 
> A meno di non fare cose approssimate e probabilmente sempre contestabili .
> 
> Ma non ho mai visto un geologo lavorare con un sistema Cad (commerciale o no).

Orpo! Ho visto centinaia di geologi lavorare con Autocad, ho realizzato in 
prima persona un set di campiture Autocad (sia maledetto nei secoli quel 
software orripilante e demenziale) per una serie di lavori per Ferrovie dello 
Stato e Italferr, CAVET, Alta velocita'... mi sono dovuto smazzare con i CTB 
desiderando contestualmente il suicidio o che qualcuno mi finisse con un colpo 
in fronte... Ho visto anche geologi lavorare con tutti i possibili software tra 
il CAD e l'impaginazione grafica, da Corel Draw a Illustrator a Canvas, da 
Microstation (usato in Facolta' a Bologna nel laboratorio del prof. 
Farabegoli!) a VectorWorks a chi piu' ne ha piu' ne metta.... 
Ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... :-)

Ovvio che nel momento in cui dai in mano un software per la gestione GIS a un 
geologo o a un urbanista, una delle prime cose di cui si preoccupa, data per 
scontata la validita' della base dati alla scala di riferimento, e' di avere a 
disposizione un tool che permetta di rappresentare i dati in maniera 
consequenziale al tipo di analisi ed alle considerazioni che sono state fatte 
nell'acquisizione degli stessi.

Ciao!
Marco
GEOgrafica
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