Andrea, moQUIsti,


L'argomento Qualità e Previsione mi piace, per cui sono anch'io contento
di proseguirlo QUI.   Fra l'altro, non a caso questo è il nome di questa
lista:  uno dei concetti che la MOQ lascia al lettore è che la Qualità è
QUI e ORA, il che in effetti sembra proprio voler dire che pianificare,
prevedere sono attività che in qualche modo distolgono dalla Qualità.
Poiché allo stato dei fatti mi sembra che invece senza un po' di
pianificazione il mondo funzionerebbe ancora peggio di come funziona,
(perchè allora mettere i soldi in banca, il cibo in frigorifero, la
macchina in garage, ...... e i bulbi di tulipano sotto terra? ) è giusto
riflettere un attimo.

Ti ringrazio anche per aver portato il tema della discussione alle basi.
Preciso (a tutti) che nella mia risposta c'è una mia interpretazione di
Pirsig, che non è è certamente una interpretazione ufficiale. Sono certo
che ognuno abbia una sua opinione ed una sua interpretazione della MOQ;
soprattutto mi piacerebbe confrontarmi con chi non è d'accordo... (senza
litigare, certo!)


ANDREA:
A me questo argomento interessa molto, e lascerei anche perdere
volentieri i mistici per concentrarmici, se ti va.

MARCO:
Sfondi una porta aperta, anche se un po' il misticismo lo sfiorerò anche
in questo messaggio. E sono io in questo caso a chiederti qualche
delucidazione.

ANDREA:
Ricordiamo che la Qualita' non sta nell'oggetto, e neppure nel soggetto,
bensi' attiene alla percezione immediata dell'oggetto da parte del
soggetto... giusto?

MARCO:
Beh, questo è il Pirsig di ZAMM, che afferma che la Qualità *genera*
soggetto ed oggetto, che sono in realtà dei concetti creati a seguito di
un *Evento Qualità*. Durante l'evento, soggetto ed oggetto non esistono,
in quanto l'evento è preintellettuale ed inconoscibile, e solo a seguito
della applicazione della applicazione logica formale classica siamo in
grado di dividere la realtà in quel modo.

Poi in Lila le cose cambiano un po'. Pirsig cerca di capire quale sia il
modo migliore per analizzare la realtà:  non riesce ad accettare la
suddivisione Soggetto/Oggetto che comporta la separazione
dell'uomo-mente dalla realtà-materia (il motivo lo vediamo  in seguito);
scarta la soluzione Classica/Romantica di ZAMM perchè limitata alla sola
esperienza umana (e non a tutta, in quanto a suo dire resterebbe fuori
l'esperienza mistica); suggerisce allora la suddivisione
Statico/Dinamico in quanto più inclusiva: infatti questa consente di
analizzare e spiegare tutta la realtà, non soltanto quella umana,
utilizzando un'unico schema. Che si parli di atomi, vita biologica,
società, scienza.... il comportamento (e l'evoluzione) dell'universo, è
spiegabile attraverso la tensione di questi due estremi.

In questa visione, soggetto e oggetto sono due concetti intellettuali
statici. Ma non è più l'evento qualità a generarli direttamente, ma la
loro creazione avviene dopo che la realtà è stata filtrata da schemi
inorganici, biologici e sociali che hanno scartato gran parte dei dati
della realtà.  Detto questo, sperando di essere stato chiaro, veniamo al
nostro tulipano.....


ANDREA:
Ora prendiamo un coltivatore di tulipani che sa gia' cosa verra' fuori
dal bulbo (un tulipano), e assumiamo anche che, data la sua esperienza
di coltivatore, egli sia anche in grado di riconoscere delle
caratteristiche del bulbo che gli permettono di prevedere che ne
nascera' un tulipano straordinariamente bello.

Il coltivatore ascrive certamente una grande Qualita' al bulbo. Per
esempio se qualcuno proponesse di gettarlo nel camino come combustibile,
il coltivatore riterrebbe questo un atto immorale.

Prendiamo anche un povero diavolo che non sa assolutamente cosa sia un
bulbo. Vede questo oggetto piu' o meno insignificante e non gli
attribuisce alcun particolare valore. Ha freddo e per lui e' un'azione
morale gettare il bulbo nel fuoco.


MARCO:
Buon esempio. Ti dirò di più: lo stesso coltivatore potrà ascrivere al
bulbo un grado di qualità diverso a seconda delle occasioni. Ovvero: se
sta lui stesso morendo di freddo, preferirà preservare la Qualità
biologica della propria vita, bruciando il bulbo, rispetto alla Qualità
sociale che deriverebbe dal guadagno economico che il tulipano può
dargli.

Un esempio simile a questo è stato riportato qualche mese fa da Bodvar
Skutvik in una delle discussioni sulla lista MF. Prendeva ad esempio la
Gioconda: essa ha (o, meglio, è fatta di) Qualità inorganiche (ad es.:
il materiale da cui è composta, che certamente interagisce con l'aria,
la luce ed il calore); Qualità biologiche (ad es.: mi salva la vita se
la brucio perchè sto morendo di freddo;  è cibo per  un tarlo); Qualità
sociali (ad es.: se la vendo ne ricavo un valore economico; dà prestigio
e porta turisti alla Francia che la conserva); Qualità intellettuali (ad
es.: il significato che l'autore ha infuso nell'opera, o che i critici
credono di leggervi)

Usando le parole che Pirsig usa nell'articolo Soggetti, Oggetti Dati e
Valori (SODV), che è disponibile in inglese nel forum: "Ci possono
essere verità concorrenti ed è il valore a decidere fra di esse"  (The
Metaphysics of Quality says there can be many competing truths and it is
value that decides among them) . E' giusto o no bruciare o mangiare o
vendere o conservare in museo la Gioconda? E' il valore che lo decide,
esistono dei pro e dei contro ad ogni livello di esistenza.

Comunque il tuo esempio del tulipano mi piace di più, proprio perchè
presenta meglio il problema del valore futuro.


ANDREA:
Questo scenario mette in relazione la "conoscenza" e la capacita' di
prevedere razionalmente in futuro con la percezione di Qualita'.

MARCO:
Non è solo questione di conoscenza, una scelta è inevitabilmente
riferita al futuro. Una scelta può anche essere inconsapevole (il colpo
del tennista, ad esempio) o potrà rivelarsi sbagliata, ma è sempre
riferita ad un valore futuro. Poi se andiamo a vedere cosa è il futuro,
la cosa si complica. Futuro e passato sono entità intellettuali che
esistono soltanto nel presente, ed il presente stesso in realtà è
intellettualmente inconoscibile per *come è*, in quanto la realtà, come
abbiamo visto, è preintellettuale.

In questo la MOQ sembra virare al misticismo.... ma poi è Pirsig stesso
a rifiutare la soluzione mistica: c'è l'episodio in ZAMM,  quando fugge
dalla scuola di filosofia di Benares, India, perchè l'insegnante
asserisce tranquillamente che la bomba di Hiroshima è illusione; e c'è
anche l'asserzione in Lila (capitolo 5) che se è vero che il tentativo
di definire l'inconoscibile preintellettuale è *immorale*, la soluzione
mistica è una degenerazione ancor più grave (almeno questo è quanto dice
Pirsig. Io non so molto di misticismo, per cui forse tu, o qualcun
altro, potrete aiutarmi a capire se ciò che ho scritto ha senso).

La soluzione della MOQ non è del tutto mistica, e non è del tutto
razionale. Pirsig si riserva come scappatoia l'esistenza di un
"Concettualmente ignoto* (in SODV lo chiama così: The Conceptually
Unknown): la Qualità Dinamica, che resta al di là di ogni possibilità
razionale.  La realtà QUI e ORA è concettualmente ignota... poi diviene
(in parte) concettualmente nota per opera dell'intelletto.   Dunque, se
il futuro fa parte della realtà QUI e ORA, ecco che anch'esso risulta,
in parte, concettualmente ignoto.

Cosa comporta tutto questo? La razionalità classica, che presuppone il
principio di causalità, risulta spesso inadeguata a prevedere e
determinare il futuro; la posizione (mistica?) di considerare illusoria
la realtà (passata presente o futura che sia), è di scarsa utilità, e
forse pericolosa; la MOQ suggerisce di rovesciare il ragionamento e dire
che non siamo noi-soggetto in grado di determinare il futuro-oggetto:
piuttosto, è il valore futuro (che è già QUI e ORA) a determinare le
nostre azioni, così come le azioni di ogni entità esistente. Un valore
futuro che certamente non possiamo conoscere completamente, ma che
inevitabilmente cerchiamo con ogni mezzo di rendere *meglio* del
presente.

Questo è il valore del conoscere la bontà potenziale del bulbo,
prevederne e pianificarne il futuro. Ci consente senz'altro di ottenere
un futuro il più possibile congruo alle nostre aspettative. Però........
è vero anche che per progredire si deve cercare all'interno di quel
concettualmente ignoto, che è QUI,  ORA. Può essere che
quell'agricoltore si trovi in un inverno eccezionalmente lungo e freddo
ad avere la necessità di far nascere i suoi tulipani ... ed inventerà
una serra. O che si trovi in una estate eccezionalmente secca, ed
inventerà un sistema di irrigazione.... dopo di che inventerà materiali,
tubi, sistemi di costruzione, mezzi di trasporto, e quant'altro.  Dal
tulipano (un bisogno conosciuto), con una buona dose di creatività,
potrà creare un'intero mondo. E' così che accade, ed è per questo che
non posso immaginare che sia un atteggiamento di Qualità quello di
ritenere una illusione che l'estate possa domani seccare il mio campo di
tulipani.

E neppure è un atteggiamento di Qualità quello di chi staticizza tutto
in procedure prefissate che non tengono conto del fatto che in ogni
istante si deve cercare di essere creativi. Immaginiamo che
l'agricoltore se ne vada per un viaggio e lasci l'incombenza al figlio
di innaffiare l'orto ogni sera alle 17:22 con 48,2 litri d'acqua.... se
quel figlio eseguirà (bovinamente) la procedura senza conoscere il
valore futuro a cui in realtà il padre puntava, innaffierà l'orto anche
il giorno dell'alluvione, invece di arginare la piena! E' un esempio
(stupido finchè volete) di inadeguatezza del principio di causalità
(perchè ci sarà sempre un' "altra" causa) e di separazione fra soggetto
ed oggetto: il soggetto che esegue l'opera non è un tutt'uno con l'opera
stessa, non ci tiene, non ne conosce il valore;  e inevitabilmente
combina un disastro (forse a qualcuno che si occupa di certificazioni di
qualità fischiano le orecchie?). Ecco il motivo per cui in una
Metafisica della Qualità la separazione soggetto/oggetto è vista come
fumo negli occhi.

Da tutto ciò cosa ricavo? Senz'altro la bontà delle nostre azioni sarà
valutata col senno di poi..... ma se vogliamo essere in pace con noi
stessi ed agire per il meglio, dobbiamo abbandonare l'illusione (quella
sì che lo è!) della bontà della separazione oggettiva dall'opera a cui
lavoriamo, ed anche la sua compagna: l'illusione della  esistenza di un
reale principio causa-effetto. L'unico atteggiamento di Qualità è quello
dell'artista che si sente un tutt'uno con la propria opera.

Come ho già detto, non è necessariamente una questione di conoscenza.
L'esempio del Brujo, in Lila, è quello di una persona che non *sa*
esattamente perché agisce in quel modo. Apporta certamente un progresso
nella propria struttura sociale, ma non è *consapevole* di questo,
all'inizio. In questo caso, siamo di fronte al momento creativo, come
nell'esempio della serra per i tulipani. Il contadino non può essere
*certo* della bontà della sua idea, ma *sente* che forse sarà migliore.
Magari i suoi vicini lo ritengono un pazzo, ma lui ci crede. Se sbaglia,
nessuno si ricorderà di lui... e chissà quanti geniali errori che non
ricorda nessuno ha compiuto l'umanità! Ma se ci azzecca......



ANDREA:
In effetti potrebbe anche servire a chiarirmi cosa significa esattamente
l'affermazione per cui la qualita' non sta ne' nell'oggetto ne' nel
soggetto (le due famose corna). Tu (voi) cosa pensa(te) dello scenario
in questione? Domanda probabilmente banale, forse sono molto arrugginito
in fatto di MOQ, ma visto che la lista italiana e' giovane... si puo'
anche rispolverare qualche base, no? :)


MARCO:
Certamente!  Non so se ti ho risposto in modo chiaro, o se ho
contribuito a fare confusione.....  spero che la risposta non sia stata
troppo noiosa. Mi rendo conto che non ho alla fine spiegato perchè non
sono tanto d'accordo con Connor. Magari alla prossima, intanto fammi
sapere se siamo d'accordo...

Ciao!
Marco









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