Il 16/08/2016 09:06, Vittorio Bertola ha scritto:
Scusa se reintervengo, ma allora non capisco proprio il senso della tua posizione. Una settimana fa mi hai detto che però secondo te il doppio nome si può mettere per il sardo ma non per il piemontese, perché solo la prima lingua è tutelata dalla legge 482/99... ma questa è esattamente una distinzione imposta dall'alto per regola nazionale, proprio come quella per cui il nome ufficiale è solo in italiano.

Occhio che in un caso si tratta del tag name sull'entità amministrativa, nell'altro si parla del tag sul place... Fosse per me metterei i nomi dappertutto, senza far favoritismi linguistici. Ma mi rendo conto che una posizione più condivisibile sia proprio quella di discriminare secondo la normativa, lasciando alle comunità locali delle zone tutelate la decisione su come rappresentare la loro realtà.

Solo che questa linea porta al caos, perché a quel punto le lingue non ufficiali effettivamente usate sul territorio sono molte (in molti Comuni anche piccoli ci sono comunità immigrate che sono ben più numerose dei parlanti della lingua locale tradizionale, ufficiale o meno che sia: su che base le vuoi discriminare?), e perché non ho capito chi definisce quale sia la "comunità locale" che può decidere quali lingue includere: gli utenti della Regione? del Comune? dell'area etnica tradizionale, es. le vallate occitane?

Difficile che gli emigrati usino un toponimo differente da quello ufficiale. Paesini sconosciuti hanno difficilmente degli esonimi.

Nel caso specifico sostengo che la decisione la debba prendere la lista regionale sarda, in quanto rappresentante della comunità locale dei mappatori.


ciao
Paolo M

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